Duomo 11 Agosto 1968- ore 9
Miei cari, siamo qui tutti insieme con la gioia di celebrare la festa del Signore e abbiamo coscienza che il Signore, come la chiesa ci ha fatto ripetere, ci custodisce come la pupilla dei suoi occhi, ci nasconde all’ombra delle sue ali. Sono immagini. Come difendiamo le pupille dei nostri occhi? Iddio ci difende così. Avete mai osservato la gallina che nasconde sotto le sue ali i propri pulcini? E’ un gesto di difesa sicuro, caldo, tenero. Così siamo noi per il nostro Dio.
Mentre questa mattina stiamo qui, dobbiamo prendere coscienza sempre più viva e pensare che il Signore é tutto per noi, compie tutto per noi, fa tutto in noi. E’ quello che la chiesa vuole farci intendere con la proposta della parola del Signore. Abbiamo ascoltato san Paolo che rileva tutto ciò che lo Spirito Santo compie in noi; non c’é nulla in noi della nostra persona, del nostro essere, della nostra capacità di intendere, di volere, d’amare, di fare che non venga dallo Spirito di Dio e soprattutto non c’é nessuna possibilità di grazia, di bene, di bontà in noi, che non operi in noi il Signore, perché solo così Dio é il nostro creatore e solo così é il nostro salvatore,
Come il nostro animo deve riempirsi di gratitudine verso Dio, che ci dà tutto quello che siamo e che rende possibile in noi tutto ciò che possiamo compiere! Come dobbiamo essere pieni di gratitudine verso Dio che ci porta fino alla possibilità di partecipare alla sua vita, di essere i suoi figliuoli e di vivere tra noi come fratelli! Tutto questo lo opera lui in noi. Ripeto, questo é quanto la chiesa ci vuole fare intendere: tutto ciò che siamo e possiamo fare é opera di Dio con noi, in noi e per noi.
Qualcuno potrebbe pensare: allora noi siamo dispensati da tutto. No. Dio dà a noi tante capacità d’intelligenza e di buon senso, ci dà la possibilità di operare il bene, di amare, di desiderare il bene e di moltiplicarlo intorno a noi, ci riempie il cuore di sentimenti buoni e vuole: che usiamo l’intelligenza, che facciamo uso del buon senso, che operiamo il bene, che coltiviamo i buoni sentimenti, ma dobbiamo sapere che tutto questo ci viene da lui. Allora davanti a lui dobbiamo stare con un profondo sentimento di riconoscenza, d’immensa gratitudine, di profonda umiltà e d’illimitata confidenza. E’ il Signore tutto proteso verso di noi. E’ il Signore che fa tutto per noi. E’ quindi tanto naturale che in chiesa, e non solo in chiesa perché alla presenza del Signore viviamo ininterrottamente, noi ci manteniamo negli atteggiamenti che ci sono suggeriti dal samaritano,il quale non si mette davanti agli altri ,si percuote il petto e dice: “abbi pietà di me Signore che sono un povero peccatore”.
Dobbiamo avere sentimenti d’umiltà: riconoscere che da soli non siamo niente, che noi da soli non possiamo fare niente che, se anche abbiamo fatto il bene e siamo buoni é dono dalla misericordia del Signore il quale, come abbiamo pregato, dimostra il suo amore e soprattutto la sua potenza, moltiplicando la sua misericordia, venendoci incontro con la pienezza inesauribile della sua bontà.
E’ naturale ancora che noi rifuggiamo dall’atteggiamento del fariseo il quale dice: ti ringrazio Signore, io non sono come tutti gli altri. Io osservo la legge e adempio i precetti. Stiamo attenti che non entri mai in noi un sentimento negativo come quello di paragonarci agli altri e dire: io non sono come loro perché io vado in chiesa, perché io prego, perché io faccio la comunione! Se non ci fosse per noi la misericordia del Signore, probabilmente saremmo molto peggiori degli altri.
Pensiamo questa mattina, nell’intimo del nostro cuore se per caso si annida qualcuno di questi sentimenti che fanno dire: ti ringrazio Signore perché non sono come tutti gli altri. Come saremmo lontani dall’essere i figli di Dio! Come saremmo lontani dal riconoscere che siamo le creature di Dio! Come saremmo lontani dal riconoscere il nostro Dio come il salvatore che vuole salvare tutti!
Pensiamoci e poi preghiamo con fiducia e con sentimenti di riconoscenza per la misericordia del Signore, ed esprimiamo la fede in Dio nostro creatore e salvatore con la recita del credo.
OM 136 Duomo 68 – Duomo 11 Agosto 1968 ore 9