In questa Messa, la parola di Dio ci viene annunziata in poche righe tratte dal Vangelo di San Luca, ma la brevità del testo è singolarmente compensata dalla densità del contenuto. Si tratta dell’annunzio del nome di Colui che abbiamo adorato e accolto con gioia il giorno del Santo Natale. Compiuti gli otto giorni, a questo bambino annunziato dagli angeli, che avrebbe dato piena lode e gloria al Padre e che avrebbe portato la pace a tutti quelli che l’ avrebbero accolto, viene dato il nome di Gesù. Come è grande questo nome che non viene dalla intenzione degli uomini per esprimere un concetto di questa terra, ma che viene dal cielo preparato da tanti secoli, oggetto di una promessa passata di generazione in generazione e che significa Iddio con noi, Iddio che salva!
Questo nome indica una persona, la sua natura e la sua missione. Questa persona è il Figlio di Dio che si stabilisce in mazzo a noi per essere l’Emmanuele. Questa persona è il compimento di tutte le promesse. Questa persona é il Salvatore che viene per la salvezza di tutti gli uomini.
Ma il nome di Gesù non è soltanto un nome bello e caro pronunciato dalla fede, dalla devozione e l’entusiasmo degli individui e dei popoli. E’ il nome di una persona completa che ha voluto stabilirsi nelle dimensioni del tempo e dello spazio, che sono le dimensioni della nostra esistenza di creature umane. Gesù, perciò, è il nome di una persona che: ha un luogo di nascita ed è Betlemme, ha un luogo di residenza ed é Nazareth, ha una sua discendenza, quella di Davide, che appare nella storia in un momento preciso mentre Quirino è procuratore della Siria.
Siamo dunque in piena storia, nel vivo di un avvenimento concreto, reale, sperimentabile e possiamo definire con i mezzi propri della scienza storica: Gesù il figlio di Maria, Gesù il figlio del falegname, Gesù di Nazareth. Ma, questo nome portato da un individuo così storicamente delineato è lo stesso nome del personaggio centrale della storia che ci narrano i Vangeli. – Gesù viene dal cielo, – è concepito per opera dello Spirito Santo, – il cielo si muove alla sua comparsa su questa terra, – tutte le creature esultano e dimostrano sottomissione e soggezione perché: Egli -é il padrone dei tempi, – è il dominatore delle tempeste, – è il guaritore delle malattie, – è colui che porta consolazione, – è colui che ridà la vita ai morti, – è colui che è capace, da Figlio di Dio, di rimettere anche i peccati.
Gesù è colui che ha la completezza di natura del tutto simile alla nostra perciò soggetta alla fame, alla fatica, alla tristezza, alla desolazione della morte. Ma, in questa espressione di limite e di debolezza sicuramente umana, in questo individuo certamente uomo c’è la presenza della persona di Dio e perciò vincerà la morte, -come aveva vinto la malattia degli altri e la morte degli altri – per mezzo della sua risurrezione.
Il nome di Gesù è al di sopra di tutti i nomi perché è il nome del Figlio di Dio. Egli è veramente il padrone che sta al di sopra di tutte le cose. Egli é il Signore che gode di una signoria che lo mette al di sopra di ogni altro nome. Questo Gesù storico che ha avuto esistenza terrena come la nostra e che, come attestano i vangeli, si dimostra veramente uomo e veramente Dio non si è allontanato da noi e non ci ha abbandonato. Egli rimane il “Dio con noi”, il Salvatore: “Sarò con voi fino alla consumazione dei secoli” , ” Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me non morirà ma vivrà in eterno”.
Gesù continua storicamente nella Chiesa: l’istituzione storica che si prolunga nel tempo e si dilata nello spazio, che è il Corpo che egli assume in addizione, possiamo dire così,del suo corpo fisico che siamo noi, e nella quale è presente con la sua croce, la sua azione di distruttore della morte e portatore della vita, attraverso i segni dei sacramenti e in particolare del mistero eucaristico. Questo Gesù, che è Dio con noi, è venuto per incontrarsi con gli uomini, per stare con loro, per intrecciare rapporti personali con ciascuno di noi, per salvarci. Questo incontro non è un incontro materiale di chi tocca le sue vesti o vede il suo corpo, ma l’incontro misterioso e tuttavia concreto e sensibile della fede.
Quanti, durante il tempo della sua vita terrena, lo hanno visto con i loro occhi e lo hanno pressato con la vicinanza! Ma pochi sono quelli che si sono veramente incontrati con Lui attraverso la percezione della fede. Maria si è incontrata col Figlio di Dio : “Beata te che hai creduto”. Gli apostoli si sono incontrati con Gesù ed hanno abbandonato ogni cosa per seguirlo. Così pure tutti i discepoli che incantati dalla sua parola e attratti dal fascino della sua persona gli sono stati sempre intorno. Così sono ancora tutti coloro che crederanno nella Parola che gli apostoli ripetono nel nome di nostro Signore Gesù Cristo che si incontreranno con Lui e incominceranno una vita nuova.
Miei cari, l’incontro con Gesù Cristo determina in tutti una novità di vita. Del resto se facciamo caso, già l’incontro con ogni persona in un qualsiasi rapporto di lavoro, di cultura, di amicizia o di amore, determina un cambiamento: cambia qualche cosa in noi. Tra chi dà il lavoro e chi accetta di lavorare, si stabilisce un rapporto per cui l’uno deve pensare a questa nuova persona che è entrata nel suo senso di responsabilità, e l’altro acquista un atteggiamento nuovo rispetto alla persona che entrata nella sua vita. In un rapporto di cultura, tra il maestro e il discepolo non c’è più indifferenza. Anche se c’è un atteggiamento molto distaccato c’è almeno un tempo materiale che uno deve dare all’altro, e l’altro deve prestare al primo. Nel rapporto di amicizia l’amico che entra a leggere i nostri pensieri e si affaccia sui nostri sentimenti, determina un comportamento nei suoi riguardi, del tutto nuovo e singolare. Quando un rapporto raggiunge il massimo nell’amore, allora due persone veramente si condizionano l’una all’altra in una fase nuova della loro esistenza che non è più quella di prima.
Se questo accade rispetto a persone che sono del tutto uguali a noi, cosa non deve accadere naturalmente quando il rapporto si stabilisce tra la nostra persona e la persona del Figlio di Dio, Gesù Cristo? Se siamo nati alla fede, miei cari, Gesù Cristo deve essere una persona che entra nella nostra vita. Gesù Cristo non deve essere un oggetto che magari si esaurisce in una pia immagine da tenere in casa, Gesù Cristo non deve essere il ricordo di qualcuno che appartiene al passato, Gesù Cristo non deve essere confuso con tanti altri coi quali abbiamo a che fare. Deve essere l’unico, colui che è al di sopra di tutto, il Cristo, il più grande, il più forte, il più buono.
Miei cari, se veniamo in chiesa è perché Gesù Cristo è entrato nella nostra vita, ma ogni volta che veniamo in chiesa Gesù Cristo deve entrare più chiaramente, più esplicitamente nella nostra esistenza, in un modo sempre più concreto da diventare Qualcuno che conta, Qualcuno che decide, che determina un atteggiamento nuovo, quello della fede perché egli è il Salvatore.
Ma lo sappiamo che, giorno per giorno, abbiamo bisogno di salvezza? Che siamo deboli, che cozziamo contro molti limiti? Che ci troviamo in difficoltà tante volte insormontabili? Che a stento riusciamo a difenderci dal tempo e dallo spazio che, in un certo qual senso ci consumano, ci distruggono, ci sottilizzano e quasi ci annientano? Non pensiamo allora di aver bisogno di una fiducia a cui agganciare i nostri pensieri? Non sentiamo di avere bisogno di un conforto e di un appoggio su cui fondare i nostri sentimenti?
Non ci accorgiamo di avere bisogno di una sicurezza a cui legare la nostra esistenza dal momento che nessuno ci può dare questa sicurezza? E non semplicemente per il fatto che altrove non c’e nessuno che ci protegga, – perché ci potrebbe venire la tentazione di credere a molti che si proclamano salvatori dell’umanità e promettono agli uomini la liberazione e la salvezza – ma per la convinzione e la certezza di fede per cui siamo sicuri che Gesù Cristo è il Figlio di Dio, è Dio con noi, è il Salvatore, è l’unico che ci può salvare?
Allora incominciando un anno nuovo impegniamoci ad incontrarci con Gesù Cristo, ad approfondire i nostri rapporti di conoscenza, di amore, di vita con Lui. Cerchiamo Gesù Cristo dove egli è. Gesù Cristo è nella sua Parola, nel Vangelo. Lo abbiamo il libro del Vangelo di Gesù Cristo a portata di mano? Dobbiamo incontrare Gesù Cristo in quei segni carichi della sua presenza e della sua azione salvifica, che sono i sacramenti e in particolare la S. Eucaristia: l’Eucaristia che si celebra nella S. Messa e che porta in mezzo a noi tutta la ricchezza di forza e di vita che proviene dal sacrificio di nostro Signore Gesù Cristo; l’eucaristia che é la presenza permanente del Figlio di Dio in mezzo a noi.
Miei cari, quando noi abbiamo qualche cosa andiamo a cercare una persona a cui partecipare ciò che ci pesa e ci fa star male, ma tra le persone ce n’è una ed è qui nei nostri tabernacoli pronta ad accoglierci, disposta ad ascoltarci silenziosamente e capace di portare nei nostri cuori e nelle nostre coscienze quel conforto e quella luce di cui abbiamo bisogno.
Incontriamo Gesù nei segni della sua presenza reale e in particolare nella Messa e nell’Eucaristia, nel tabernacolo Incontriamo Gesù nei nostri fratelli, specialmente nei più piccoli. A volte possiamo anche pensare che i nostri fratelli siano da meno di noi: meno intelligenti, meno virtuosi, meno retti meno capaci, ecc. Ebbene, in ognuno di questi si nasconde il Salvatore del mondo, dal momento che si è unito alla nostra umanità con vincoli indistruttibili, ed ha voluto porre la sua dimora non nello spazio della terra ma nello spazio dei cuori, nello spazio della nostra persona, nello spazio di tutte le persone. E Gesù così incontrato, trattiamolo come va trattato:” Qualunque cosa avrete fatto a uno di questi miei più piccoli lo avrete fatto a me”.
Quale sicurezza viene allo spirito e quale conforto viene nel cuore quando compiamo un atto di fede nella presenza di Gesù nei piccoli, e trattiamo bene questi piccoli- poveri- bisognosi- secondo l’impulso che viene al nostro cuore, al pensiero che quello che facciamo a questi nostri fratelli, lo facciamo al Fratello Gesù Cristo, il Figlio di Dio, il nostro Salvatore!
Che l’anno nuovo che si apre, segni per ognuno di noi una nuova apertura a Gesù Salvatore degli uomini!
OM 54 Circoncisione 1967