Goito 25 maggio 1977 ore 18 Cresima e vigilia dell’Ascensione
La preoccupazione del vescovo in questi rari incontri è di trovare nella Parola di Dio che celebriamo insieme quei motivi che hanno senso per la nostra vita, che illuminano la vita d’ogni giorno. Questa sera, in cui liturgicamente è già incominciata la celebrazione dell’Ascensione al cielo di nostro Signore Gesù Cristo, io non ho libertà di scelta. Devo parlarvi di questo mistero perché, tutti, insieme, ne prendiamo coscienza e vediamo quale incidenza ha nella nostra vita.
Miei cari, permettete che vi domandi: che Gesù sia risorto da morte e sia ritornato al Padre e sia asceso al cielo, dice qualche cosa a noi, all’uomo d’oggi? Dice ancora qualche cosa alle nuove generazioni che salgono nella vita, per diventare i protagonisti delle sorti del mondo di domani? Può capitare che noi accettiamo passivamente certi fatti della vita di nostro Signore Gesù Cristo, può capitare che non ci importino niente, può capitare che non suscitino in noi nessun interesse, eppure miei cari, sulla resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo e sul ritorno di nostro Signore Gesù Cristo al Padre si gioca tutto il senso della nostra vita.
Desidererei che fossero ancor più numerosi i giovani che mi ascoltano questa sera! Oggi noi siamo smarriti. Il mondo è smarrito. Particolarmente la gioventù è smarrita anche per colpa nostra, perché non trova un senso per la vita e, non trovando un senso per la vita la disprezza, la mette in pericolo, tende persino ad ostacolare la vita per gli altri. Si giunge al punto di soffocare la vita perché manca un senso chiaro dell’esistenza, il patrimonio della persona che vale più di tutti gli altri patrimoni che ci stanno a cuore.
La resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo e la sua ascensione al cielo danno valore alla nostra vita perché, se Gesù è risorto vuol dire che c’è Uno che ha vinto la morte, se Gesù è ritornato al Padre vuole dire che c’è una via aperta al di là di questa esistenza. Quante volte si sente dire: non viene mai nessuno a dire che cosa c’è di là! Miei cari, che cosa pretendiamo? E’ venuto Uno che è uscito dal Padre ed è entrato in questo mondo e che ci ha detto qual è la nostra vita futura, il nostro destino, il senso della nostra vita, appunto.
Noi siamo creature di Dio. Dio non ci ha creato perché un giorno ci dissolvessimo nel niente, ma perché la nostra persona, come cresce e matura su questa terra, abbia il suo sbocco naturale nel compimento di tutte le aspirazioni, che solo l’autore della nostra persona, solo il creatore della nostra vita che è Dio da cui è venuto nostro Signore Gesù Cristo, può pienamente soddisfare.
Nostro Signore Gesù Cristo rivelando che Dio è nostro Padre, che Dio vuole fare di noi -in questa vita e in un modo definitivo nell’altra vita- la famiglia dei suoi figli, non è venuto a raccontare favole. Gesù Cristo dinanzi ai suoi oppositori ha potuto dire: se non credete alle parole credete ai fatti. Gesù ha dato nella sua morte la prova, la testimonianza di quello che affermava. Gesù è morto per attestare che è vero Dio per attestare che Dio è un Padre e ci attende -come il Padre del figliolo prodigo- nella sua casa. Gesù ha dato la sua vita perché noi credessimo, perché ci mettessimo sulla strada buona, quella appunto che conduce alla vita eterna.
Gesù ha dato una testimonianza che è ancora più valida di quella della sua morte. Paolo scrivendo ai cristiani di Efeso dice: -possa egli, il Signore nostro Gesù, per mezzo dell’azione dello Spirito Santo illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità tra i santi e qual è la straordinaria potenza verso di noi credenti < secondo l’efficacia della sua forza che egli manifestò – ecco qui la testimonianza – in Cristo quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra.
Comprendete? La Resurrezione e l’Ascensione al cielo di nostro Signore Gesù Cristo, inseparabili dalla sua morte, diventano una testimonianza sicura di un uomo che si è dimostrato più che uomo, che si è dimostrato quello che ha dichiarato e dichiara di essere: il Figlio di Dio che ha la potenza di dominare la morte e ha la forza di comunicare anche a noi questo dominio, questa vittoria sulla morte per garantirci la vita eterna.
C’è un libro che va molto di moda ai giorni nostri “Ipotesi su Cristo” di Missori, il quale ha il coraggio ai giorni nostri, lui giornalista della Stampa, di affrontare tutte le questioni che riguardano la persona di nostro Signore Gesù Cristo per dimostrare che l’unica ipotesi sostenibile a riguardo di nostro Signore Gesù Cristo è che egli sia realmente ciò che ha dichiarato: il Figlio di Dio fatto uomo, per essere il nostro salvatore.
Nostro salvatore, che cosa vuole dire? Nostro salvatore vuol dire che, quello che egli ha vissuto nella sua persona, lo ha vissuto per noi, vuole dire che quello che si è verificato nella sua persona è destinato a verificarsi per ciascuno di noi, se ciascuno di noi crede a nostro Signore Gesù Cristo, in pratica si fida di nostro Signore Gesù Cristo, si affida a nostro Signore Gesù Cristo, si lascia guidare da nostro Signore Gesù Cristo, riferisce tutta la sua vita a nostro Signore Gesù Cristo.
– Miei cari fratelli, il nostro cristianesimo è davvero il fatto di affidarci a nostro Signore Gesù Cristo? – Di riferire tutto a nostro Signore Gesù Cristo? – E di abbandonarci quindi all’azione che vuole compiere in noi perché quello che è avvenuto in lui, la vittoria sulla morte e la vita eterna, ci siano garantiti in modo sicuro? – E’ così la nostra fede ? – Noi che siamo in chiesa, per il motivo particolare della cresima di questi figlioli, crediamo alla vita eterna, al paradiso?
– Noi che viviamo l’epoca dell’energia atomica, dello sbarco sulla luna, delle superpotenze, crediamo ancora alle semplici parole che sono il paradiso, la vita eterna? – Noi che viviamo l’epoca forse più paurosa della storia perché ‘un niente’ può mandare in disgregazione il mondo, noi che viviamo in questo tempo ci crediamo ancora alle semplici parole che sono il paradiso, la vita eterna?
Se noi ci crediamo essenzialmente sulla parola di nostro Signore Gesù Cristo ha senso il venire in chiesa, hanno senso la cresima, la messa, la comunione. ha senso la nostra vita. Se non c’è la vita eterna, se non c’è il paradiso, poveri noi! Noi costatiamo che dove si affievolisce la fede, dove si vuole sostituire il paradiso di Dio con quello dell’uomo, la vita diventa disumana. La vita diventa disumana là dove il profitto vale più dell’uomo. La vita diventa disumana là dove la classe sociale diventa più importante della persona.
La vita diventa umana unicamente quando c’è Dio Padre, quando vale l’esempio di nostro Signore Gesù Cristo che ci ha amato fino a dare la vita per noi. La vita diventa umana se ciascuno di noi sa di dovere, un giorno, rispondere delle proprie azioni davanti a “Uno” che non guarda la faccia, ma guarda al valore della persona, guarda come abbiamo speso la nostra vita, guarda al senso che abbiamo dato alla nostra vita. Avete capito il senso del mistero della festa che celebriamo?
Ma, celebrare, vuole dire fare entrare il senso della festa nella nostra persona, nella nostra vita quotidiana. Se questo senso della vita vale più di qualsiasi altra cosa al mondo, prende senso il lavorare, il guadagnare, l’amare, prende senso anche il soffrire purché ci sia quel senso fondamentale nella vita di Dio insieme a nostro Signore Gesù Cristo, che è appunto lo scopo della nostra vita.
Veniamo alla cresima. Avete sentito la raccomandazione di Gesù ai discepoli di stare insieme, raccolti in preghiera a Gerusalemme perché si adempisse la promessa e ricevessero lo Spirito Santo. L’evangelista rileva, che nel momento in cui Gesù stava per lasciare il mondo per ritornare al Padre, gli apostoli chiedono a Gesù – tanto non avevano capito il suo messaggio!- se era quello il tempo stabilito per instaurare il nuovo regno di Israele. Dovevano ricevere lo Spirito Santo per capire il Vangelo e per avere il coraggio di testimoniare la morte e la risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo.!
Così anche per noi. Noi abbiamo ricevuto lo Spirito Santo nel battesimo e ci è stato confermato nella cresima proprio perché diventassimo capaci di capire il vangelo di Gesù, diventassimo capaci di essere coerenti con il vangelo, diventassimo capaci di osservare il grande comandamento di Dio di volerci bene gli uni gli altri. Dove è visibile la nostra cresima? E’ visibile l’azione dello Spirito Santo nei nostri giudizi quotidiani,nella visone che abbiamo della vita, nelle scelte che facciamo in tutti i campi ? Quando ci appoggiamo alla forza dello Spirito Santo, per essere coerenti con il nostro cristianesimo?
Quando ci lasciamo suggerire dallo Spirito Santo di far tacere il nostro egoismo e di aprirci all’amore verso gli altri la nostra cresima è ancora attuale, è ancora viva. Lo Spirito è ancora in noi. Lo Spirito discenderà per le vostre preghiere sui vostri figlioli e i vostri figlioli guardandovi non restino delusi dal costatare che i più grandi, quelli che hanno più esperienza, quelli che si riferiscono alla loro esperienza, non sono coerenti con il gesto che stiamo per compiere, con l’avvenimento che accade per i piccoli, come già è accaduto ed è attuale per noi.
OM 693 Goito 77
25-5-1977, ore 18 Cresima e vigilia dell’Ascensione