Mantova nella parrocchia San Barnaba il 23-2-1969
Miei cari bambini e bambine che mi sembrate già stanchi, che rendete particolarmente vivace quest’assemblea liturgica anche se siete sostenuti da tutto il resto del popolo di Dio che si raccoglie qui questa mattina: i vostri genitori, i parenti e coloro che hanno l’impegno specifico dell’apostolato della carità.
Come si può presentare a voi, questa mattina, il vangelo che è stato annunciato? E’ un brano di Vangelo molto difficile. Non è difficile capire come Gesù ci sia maestro di vita cristiana e quindi ci abbia insegnato che bisogna fare penitenza. Non è difficile capire, all’inizio di questa Quaresima, che la chiesa voglia indurre i suoi figli a seguire l’esempio di nostro Signore Gesù Cristo con la penitenza in questo tempo della preparazione alla santa Pasqua. E’ misterioso, invece, comprendere, ammettere che Gesù sia stato tentato: lui, il Figlio di Dio.
Che possiamo essere tentati noi, voi nostri ragazzi, va bene, ma che il Diavolo sia stato tanto ignorante da presentarsi a Gesù per tentarlo, è una cosa molto misteriosa. In ogni modo gli evangelisti, tutti d’accordo, ci attestano questo episodio della vita di nostro Signore Gesù Cristo. Qualunque sia l’intelligenza del diavolo, di fatto si è presentato a Gesù, e Gesù ha voluto misurarsi con lui.
Sapete che ogni gesto, ogni parola della vita terrena dei Figlio di Dio fatto uomo, Gesù l’ ha vissuto per noi, per dirci come deve essere il nostro comportamento nella nostra esistenza terrena.
Gesù ha voluto vivere ogni istante della sua esistenza nel mondo, per dire soprattutto alla sua chiesa, che la sorte, la condizione e le condizioni della chiesa nel mondo sarebbero state le medesime condizioni in cui lui visse. Non le condizioni sociali, economiche, politiche, eccetera, ma le condizioni di vita, di esistenza. Se Gesù Capo della chiesa è stato tentato, anche la chiesa, suo corpo, sarà tentata, anche noi membri del corpo di nostro Signore Gesù Cristo che è la chiesa, saremo tentati.
Quali sono le tentazioni che si verificano e sono particolarmente evidenti ai nostri giorni? Il diavolo voleva indurre nostro Signore Gesù Cristo ad essere uno che dà del pane alla gente: ” dì a questi sassi che diventino pane”. Notate bene: non è detto che Gesù non fosse capace di far mutare le pietre in pane, non è detto che Gesù non si preoccupasse dei poveri che avevano fame. Gesù se ne preoccupa. Gesù ha moltiplicato il pane per sfamare la gente, però ad un certo punto, proprio a quelli che avevano mangiato il pane moltiplicato da lui, ha detto: adesso mi cercate perché vi ho dato il pane, ma io sono venuto per fare altre cose. C’è un pane disceso dal cielo. Il pane materiale che avete mangiato non vi porta la vita eterna, ad un certo punto morirete come sono morti i padri vostri che hanno mangiato la manna nel deserto. Il pane che vi dò io, vi porta la vita eterna.
Oggi, molte volte, i cristiani cattolici impegnati, e noi preti, subiamo questa tentazione di pensare che il cristianesimo debba portare il pane al mondo. Il cristianesimo è un germe, è un fermento che può mettere nel cuore degli uomini la capacità d’essere più giusti e quindi di dare il pane a tutti, ma il cristianesimo è per la vita eterna, il cristianesimo è per salvarci in questa vita ma soprattutto nell’altra vita, il cristianesimo, semmai, è per perderci in questo mondo – secondo la concezione della vita che ha il mondo, secondo una valutazione della vita che ha il mondo per salvarci eternamente.
State attenti bene: adesso incominciate la Quaresima che vi prepara alla Pasqua. I bambini magari pensano alle uova di cioccolato e poi alle passeggiate della primavera. No. Gesù dice a noi, a tutti: papa, vescovi, sacerdoti, cattolici, eccetera, qui c’è da pensare all’anima, qui c’è da pensare all’altra vita. Voi adulti incominciate la Quaresima, impegnati nella carità e pensate che esercitando la carità verso i fratelli voi risolverete la questione sociale. Va bene la carità perché, se voi siete figli di Dio, tutti gli altri sono figli di Dio come voi e li dovete trattare bene, però, non per risolvere le questioni politiche o le questioni economiche. Voi dovete risolvere la questione del Regno dei cieli e, risolvendo questa, risolverete tutte le altre perché, tutte le altre si risolvono quando é risolta la questione della coscienza: la questione della grazia di Dio, la questione dell’amore di Dio e dell’amore del prossimo.
“Se tu sei Figlio di Dio gettati dal pennacchio del tempio”. E’ una tentazione di vanità. La tentazione dei cristiani e della chiesa di essere un miracolo vivente, di imporsi per le cose straordinarie. Niente. Gesù vuole che i cristiani, che la chiesa, che tutti quelli che operano nel nome suo, siano come lui “miti ed umili di cuore”, che si comportino come lui che ha detto: “La tua sinistra non deve sapere quello che fa la tua destra” Il trionfo della causa di Dio non avviene perché la chiesa ha tante organizzazioni, perché la chiesa ha un grande prestigio di cultura, eccetera. Se la chiesa avesse fatto solo queste cose – e sono importanti- non avrebbe assolto la sua missione. Se i cattolici, se i credenti vogliono avere prestigio unicamente per queste cose – non che le organizzazioni e il prestigio non meritino – saranno come gli altri. Che cosa avrebbe di proprio, il cristiano? Di proprio il cristiano ha Dio con se, ha la forza della vita di Dio nella sua persona. Questo è importante.
“Tutto il regno della terra ti darò se tu prostrato mi adorerai”. Una tentazione di potere: essere in molti per essere forti, essere organizzati per essere forti, avere dei mezzi a disposizione per essere più forti. E’ con la potenza, è con l’organizzazione, è con i mezzi potenti che si afferma il Regno di Dio? E’ con la potenza che ci porta la grazia di nostro Signore Gesù Cristo? Sono i mezzi potenti che portano la salvezza? Assolutamente no! Gesù davanti a questa tentazione ha risposto: vattene o satana, quasi fosse la tentazione peggiore, la proposta più ignobile!
E’ un discorso un po’ difficile, ma dal momento che lo fa la chiesa, dal momento che lo fa nostro Signore Gesù Cristo nella sua vita e nella sua esistenza, noi dobbiamo cercare di intendere questo discorso. Noi in questa ora stiamo stiracchiando il cristianesimo per farlo servire a tutti gli usi e a tutte le cause umane. Il cristianesimo, radicalmente, è per salvare l’uomo in questa e nell’altra vita. Il cristianesimo porta in sé i germi per la soluzione di tutti i problemi umani, ma sono gli uomini diventati cristiani, sono gli uomini che mettono al primo posto delle loro preoccupazioni, di amare Dio con tutte le loro forze e il prossimo come se stessi, che risolveranno le questioni sociali ed economiche del mondo.
Nostro Signore Gesù Cristo ha detto: il mio Regno non è di questo mondo. Nostro Signore Gesù Cristo ha detto: cercate prima di tutto il Regno dei cieli e la sua giustizia e tutto il resto l’avrete in soprappiù.
Parrocchia di San Barnaba, 23-2-1969