Cattedrale di Monopoli -16 febbraio 1966 – alle giovani
In queste sere il Vescovo vi ha detto qualche cosa delle novità del Concilio.
La chiesa che si rinnova perché ci porta più vicino alle Sorgenti della vita, alle sue origini, cioè più vicino a Dio perché l’origine della chiesa, la fonte donde nasce la chiesa è Dio stesso, è lo stesso amore di Dio manifestato in nostro Signore Gesù Cristo
Quindi la chiesa più vicina a Gesù Cristo che è l’autore della Vita, la sorgente della Vita diventa più giovane e diventare più giovane -abbiamo detto- significa in particolare di essere nella condizione di capire meglio chi è giovane. E’ lo stesso fenomeno di vita quello della chiesa e il vostro, perciò c’é una certa qual sintonia, c’è un certo qual accordo per cui si deve stabilire una maggiore comprensione.
La comprensione della chiesa ve l’ho fatta constatare. Si poteva fare in tantissimi modi, ma in un modo particolare dicendovi: come la chiesa vi vede, come la chiesa vi guarda, come la chiesa vi considera, perciò come la chiesa vi rispetta, e come la chiesa vuole mettersi al vostro servizio per aiutarvi ad essere ciò che siete in realtà nel profondo della vostra natura creata da Dio, voluta così da Lui.
E ieri sera abbiamo detto come la chiesa, che si avvicina ad ascoltare il pensiero di Dio, scrutando più a fondo con più chiarezza la rivelazione che Dio ha voluto fare del suo stesso pensiero, guarda alla dignità della creatura umana e la scopre nelle parole di Dio.
La creatura umana è la più grande delle creature,
La creatura umana è al di sopra di tutte le creature sensibili,
La creatura umana è, appena appena, al di sotto degli angeli, ma al di sopra di tutto ciò che si può vedere e che si può toccare.
E questa creatura umana non è grande soltanto nell’anima. La grandezza è nella sua persona, nella totalità del suo essere: corpo e spirito. Tutto è grande. Tutto è più grande di qualsiasi grandezza. Ma questa grandezza deve essere attuata nella nostra vita sviluppando i nostri pensieri, chiarendo la nostra coscienza, acquistando una saggezza di vita, una capacità di giudizio su tutto – non su tutti per poi fare pettegolezzi- e situarsi liberamente al posto che ci compete.
Liberamente, cioè, con l’esercizio della facoltà più alta che c’e in noi, che sta alla radice dell’espressione della più alta qualità che c’è in noi o della più alta perfezione umana che é quella dell’amore: la capacità di voler bene. Qui sta la grandezza vera della creatura umana, qui sta la grandezza vera in particolare del cristiano.
Ma possiamo chiederci questa sera molto brevemente, le cose stanno veramente così? Non andiamo a guardare le cose nel mondo. C’è da scoraggiarsi a vedere come il valore della creatura umana, molte volte nella storia e ancora ai tempi nostri, è messo dopo altri valori. Quanta gente mette prima i soldi e poi la creatura umana, ma in un modo distante!
La grande questione, per accennare appena, era molto viva specialmente alla fine del secolo scorso e al principio del nostro e ha ancora le sue conseguenze nei tempi nostri: il capitale e il lavoro. Il capitale sono i soldi, e il lavoro è chi lavora: è la persona.
Che lotta c’è sempre stata e si può dire fino ai nostri tempi e c’è ancora! Chi deve avere il sopravvento? Chi è il più grande? Gli uomini con tutta la loro ricchezza, con tutta la loro scienza, con tutte le loro potenze, sono ancora a questo alfabeto, sono appena appena, seriamente convinti che vale di più una creatura umana di qualsiasi altro valore e di qualsiasi altra ricchezza. Ma questo è un aspetto sociale.
Guardiamo un po’ nell’intimo di noi stessi. Vi dicevo: noi dobbiamo prendere coscienza della nostra dignità. Prendere coscienza della nostra dignità vuole dire acquistare poco per volta la capacità di stare al livello a cui ci vuole Iddio: – al livello della nostra vita, – al livello della nostra grandezza, – al livello più grande di qualsiasi altra creatura che ci sia nel mondo. Molte volte non abbiamo neppure questa coscienza. Molte volte la nostra dignità non la facciamo valere, perché non ne siamo preoccupati. Stare bene di salute, avere un bel vestito, essere più o meno fortunati,vale più della dignità umana. Poi si valga o non si valga, si abbia o non si abbia una coscienza della propria dignità, non interessa. Tutto va bene. Basta fare quello che vuole il mondo.
Questa e già una falsità, questa è già un’umiliazione, questa è già mettere il vestito al di sopra della persona proprio per fare bella figura e poi non importa niente se sono vuote nel cervello, vuote nel cuore. Quante persone mettono la loro dignità perché sono fortunate, perché sono altolocate! Ci mettono il “don” e il “donna” prima del nome e allora sono persone per bene. No! Quella dignità di cui bisogna prendere coscienza, al cui livello bisogna stare, è il credere che hanno un corpo animato da uno spirito.
Che cosa vuol dire un corpo illuminato dallo spirito? Vuole dire un corpo guidato nelle sue azioni dall’amore, dall’intelligenza, dalla volontà; un corpo che è capace di diventare lo strumento per la manifestazione dei pensieri, dei bei sentimenti. Insisto: un corpo animato dallo Spirito, non lo spirito offuscato dal suo corpo, non lo spirito turbato dai sensi del corpo, non lo spirito soffocato dalla prevalenza delle esigenze del corpo.
Avviene così? Purtroppo non avviene. Perché? Non si é acquistata la capacità di dominare, non si è acquistata la capacità di stare al livello della propria dignità , non si è acquistata la capacità di essere delle creature che sanno stare al di sopra della materia e non si lasciano dominare dalla materia, quindi delle creature capaci di decidere delle loro azioni, del loro comportamento, della loro condotta, del loro rapporto con gli altri, liberamente perché sono padrone di se stesse, perchè hanno la capacità di dominare su se stesse.
Avviene questo? Qualche volta si, qualche volta No. Che cos’è che fa sì che, più di una volta, non siamo al livello della nostra dignità? Che cos’è che più di una volta il corpo, i sensi, le esigenze materiali hanno il sopravvento sulle esigenze dello spirito, sulle stesse esigenze del cuore? Che cos’è che molte volte comprendiamo con molta chiarezza, che una cosa è bene, che una cosa è male, e che ci piacerebbe ciò che è bene e poi finiamo col compiere ciò che è male? C’è il peccato. C’è la presenza del peccato nella nostra vita.
Un’altra luce che ci viene dalla rivelazione cristiana. Un altra luce che ci proviene dal Concilio. Oggi sul mondo sconvolto,sul mondo che non ha pace, sul mondo che con tanto progresso è pieno di ingiustizie, la chiesa proietta questa luce nelle coscienze di ciascuno. Perché il mondo va male? Perché sono le persone che non sono buone. Se tutte le persone fossero buone, se tutte le persone fossero oneste, se tutte le persone fossero giuste, se tutte le persone non fossero dominate dal peccato, non avverrebbe tutto il male che c’è.
Allora preoccupiamoci pure delle condizioni del mondo. Ma guardate che il mondo lo facciano noi. Il mondo comincia dal nostro mondo che può sembrare un piccolo mondo. No. Non è un piccolo mondo il nostro mondo. Il mondo della nostra persona, della nostra coscienza, della nostra libertà, del nostro amore non è un piccolo mondo.
La nostra persona, è un fuoco, è un centro di radiazione, è una sorgente di comunione e di comunicazione che arriva non sappiamo dove con i suoi riflessi, con le sue ripercussioni. Non sappiamo fin dove arrivano. Dunque interessa assai che ci preoccupiamo del nostro mondo personale e lo riportiamo a quella dignità cui siamo chiamati dalla nostra vocazione di creature umane e in particolare, della nostra vocazione di creature cristiane.
E qui siamo al punto di questa sera.
La Costituzione continua: Cristo è l’uomo nuovo,
Cristo é la vita nuova,
Cristo è la vita umana possibile,
Cristo è la vita umana realizzabile,
Cristo è la vita umana che si può realmente vivere, realmente realizzare, in ciascuno di noi.
Perché? Ma perché Gesù Cristo, il Figlio di Dio, per prima cosa si è posto al livello più basso, non al di sopra; si è incarnato in mezzo a noi al livello della dignità della persona umana umiliata dal peccato e dalle conseguenze del peccato.
Gesù Cristo si è messo accanto ai piccoli, accanto ai diseredati dalla fortuna, accanto agli umiliati dal peccato e ha detto: tutto quello che farete a uno di questi: piccolo, povero, peccatore l’avrete fatto a me.
Lui che è il figlio di Dio, Lui che è venuto a redimere la nostra dignità, e portarci “in alto”, si è fatto piccolo, si è abbassato.
Prende un bambino e dice: tutto quello che avrete fatto a questi piccoli lo avrete fatto a me.
Prende un povero e dice: avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere.
Prende i peccatori e dice: non ha bisogno del medico colui che è sano e io sono venuto per quelli che hanno bisogno del medico.
I galantuomini offrono una donna che “non andava bene” e Gesù Cristo le si mette al fianco e dice: -chi è senza peccato scagli la prima pietra-.
Vedete il difensore della dignità? Il rivelatore della dignità umana? Perché? Perchè quello che avete fatto a questi lo avete fatto a me. Dunque, voi siete grandi come me. Io, che sono Figlio di Dio, mi sono fatto figlio dell’uomo perché i figliuoli degli uomini diventassero figli di Dio e rivolgendosi a Dio dicano: “Padre nostro che sei nei cieli”.
E, come ha fatto per dare a noi questa grandezza di figli di Dio? Gesù Cristo si è messo nelle condizioni di purificarci dai nostri peccati,ci ha indicato la via per liberarci dai nostri peccati:”Chi vuole venire dietro di me prenda la sua croce”. Ma Gesù Cristo ha preso, per primo, la croce, Gesù Cristo per primo l’ ha portata la croce, Gesù Cristo per primo è morto in croce. Ed è morto per noi.
Avete cantato così bene “Agnello di Dio che togli i peccati del mondo abbi pietà di noi. Agnello di Dio che togli i peccati del mondo donaci la pace”. L’agnello di Dio è Gesù morto per i nostri peccati e ci dice che anche noi dobbiamo morire, non semplicemente di una morte materiale, ma morire al peccato, morire al male.
Morire al male non é morire al bene, non é morire alla vita, non é morire alla grazia non é morire alla dignità, non é morire alla grandezza, non é morire al mondo. E’ morire al peccato, quindi noi dobbiamo mortificare il peccato E allora c’è una mortificazione cristiana, che è rinunciare: a ciò che ci fa male, a ciò che ci abbassa, a ciò che ci umilia, a ciò che ci toglie la nostra grazia, che non è semplicemente una pratica di mortificazione,una disciplina, una ginnastica della volontà.
Notate bene, questo è un pensiero che deve stare scolpito nella vostra mente: Gesù Cristo muore, ma risorgerà. Risorge da morte. Ha più importanza la morte o la resurrezione di Gesù Cristo? Se non ci fosse stata la morte non ci sarebbe stata la resurrezione. Allora morte e risurrezione di Gesù Cristo sono un medesimo mistero, sono un medesimo fatto: Si distrugge qualche cosa che vale meno e si edifica qualche cosa che vale di più.
Gesù Cristo muore, cerca la morte come morte materiale, come morte del suo corpo e risorge come dignità nuova non soltanto spirituale.
C’ è anche l’uomo che risorge. Non è soltanto risurrezione spirituale quella di Gesù Cristo, ma è vita anche del suo corpo, è vita nuova, è vita ordinata a Dio in tutta la sua grandezza, in tutta la sua dignità.
E Gesù Cristo attraverso il battesimo, attraverso la confessione, attraverso l’eucaristia, attraverso tutti i sacramenti,
ci rende partecipi della grazia della sua morte, cioè del coraggio di vincere i peccati,di mortificare il peccato,di raggiungere la sua risurrezione.
Cioè ci comunica una vita nuova, un’energia nuova.
Mie care giovani, quand’ è che il cristianesimo diventerà davvero vita di Cristo in noi? quand’ è prenderemo coscienza di essere tralci, che sono inseriti totalmente nel Cristo, dal quale sgorga una circolazione di vita, di esistenza, che si trasfonde in noi e ci rende cristiani perché siamo partecipi della vita di Gesù Cristo?… come il tralcio è partecipe della vita della vite? quand’ è il cristianesimo sarà così per noi? quand’ è che essere in grazia di Dio significherà partecipare, per la risurrezione di Gesù Cristo alla vita di Gesù Cristo risorto? quand’ èche essere in grazia di Dio significherà avere tanta forza in noi da essere capaci di esercitare pienamente il dominio su noi stessi, il dominio su tutto ciò che ci circonda e affermare la nostra libertà ed affermare la nostra dignità?
Quand’è che sarà? Lo dobbiamo capire perché lo sia, dobbiamo prenderne coscienza perché lo sia, dobbiamo gustarlo questo perché lo sia. Gesù Cristo con la sua resurrezione ci rende partecipi della sua vita di figlio di Dio, ci rende figli di Dio e ci comunica questa libertà che è propria dei figli di Dio. Una libertà più grande di quella di qualsiasi creatura, perché va al di là delle stesse possibilità umane, perchè è inserita in una possibilità divina, è inserita nella onnipotenza con cui il Padre ha risuscitato Gesù Cristo e l’ha fatto sedere alla sua destra, dove per noi che crediamo in Dio c’é un posto che ci attende.
Ma c’è un altro fatto che dobbiamo capire: non soltanto Gesù Cristo è l’uomo nuovo che ci comunica una vita nuova, che ci libera dalla morte del peccato, ci restituisce nella dignità dei figli di Dio, ci da la capacita di essere liberi nel mondo come figli di Dio.
Compie un’altra cosa per conseguenza, nel nostro cuore. Ecco una grande verità lumeggiata insistentemente dal Concilio. Nei nostro cuore Gesù Cristo fa, per tutti, ciò che ha fatto per gli apostoli in primo luogo. A pentecoste dopo essere salito al cielo manda lo Spirito Santo.
Che cos’è lo Spirito Santo ?
Lo Spirito Santo è l’amore del Padre per il Figlio.
Lo Spirito Santo è l’amore del Figlio per il Padre,
lo Spirito Santo è tutto l’amore di Dio per noi.
Lo Spirito Santo è mandato dal Padre e dal Figlio nel nostro cuore.
lo Spirito Santo, che é passato dal Padre e dal Figlio nel nostro cuore, diventa il nostro amore, cioè, diventa la nostra capacità di amare.
Questo è il culmine della rivelazione cristiana. Questo è il culmine della dignità e della perfezione cristiana: una capacità di amare che attinge le sue forze, le sue energie, le sue possibilità dall’amore stesso di Dio che si stabilisce nel nostro cuore.
Voi siete il tempio dello Spirito Santo. Voi siete il tempio, il tabernacolo del Dio vivente. L’amore di Dio che abita in voi vi rende capaci di amare: di amare perché il cristiano come del resto la creatura umana, dicevamo, attinge qui tutta la sua caratteristica specifica, attinge qui tutta la sua distinzione da qualsiasi altro, in una capacità di amare che viene da Dio.
Il cristiano si distingue da tutti, in una capacità di amore che gli viene da Dio. Non è una capacita di dire rosari e borbottare dietro il prossimo; non è la capacita di ascoltare tre messe e poi di fare pettegolezzi; non è una capacita di portare le candele in chiesa e poi rubare in bottega; non é una capacita di portare fiori a S. Antonio e poi…beh!. No, il cristiano è cristiano perché ama. Ama tutti. Ama tutti i fratelli, ama tutte le creature di Dio e questa è grazia dello Spirito Santo.
OM 21 Febbraio 1966