Carbonara domenica 1 dicembre per la cresima
Il nostro incontro si compie all’inizio dell’anno liturgico, la prima domenica di Avvento. Il nostro incontro si compie perché in mezzo a noi ci sono i bambini e le bambine che attendono la santa Cresima. Cerchiamo di capire il significato di questi due eventi: l’inizio dell’anno liturgico con la prima domenica di Avvento e la festa dei vostri bambini e bambine.
Mentre assumevo i sacri paramenti, in sacrestia chiedevo quanti sono gli abitanti di questa parrocchia – qui arrivo per la prima volta anche se ci sono già passato- e mi hanno detto che sarete circa 1800 persone. Una bella comunità parrocchiale!
Quanti siete qui in chiesa questa mattina dal momento che c’è la cresima dei vostri bambini? Non so calcolare ad occhio, mi pare che siate circa duecento persone, quindi manca la maggior parte della vostra comunità. La chiesa è grande ma non li conterrebbe tutti, poi non tutti sono interessati alla cresima dei bambini, e non tutti vengono a questa messa, ad ogni modo è evidente, che ci sono delle persone che rimangono al di fuori della comunità. Ci sono delle persone che sono lontane. Perché?
Tutti noi che siamo in chiesa, noi che veniamo sovente o raramente in chiesa, conosciamo la nostra religione? Sappiamo che cos’è il cristianesimo? Sappiamo il motivo per cui ci chiamiamo cristiani?
A questa domanda c’è una risposta semplice, anche se sconvolge tutti i nostri modi di pensare.
Il cristianesimo è il fenomeno umano e religioso, determinato da Dio che viene verso gli uomini.
Il cristianesimo è questo fatto di Dio che viene verso gli uomini, di Dio che si stabilisce in mezzo agli uomini.
Miei cari, consideriamo seriamente questo fatto e consideriamolo anche per quelli che non vengono in Chiesa. Noi il cristianesimo lo abbiamo confuso con tante cose, anche con il vestito bello da mettere il giorno della cresima abbiamo confuso il cristianesimo con una persona o con una categoria di persone, abbiamo confuso il cristianesimo con la storia del cristianesimo o con le istituzioni del cristianesimo,
e abbiamo perduto di vista quello che è fondamentale e determinante, del cristianesimo : che Gesù mandato dal Padre, è venuto nel mondo per rimanere con noi.
I cristiani sono coloro che stanno nell’atteggiamento di accogliere, di ricevere qualcuno che esisteva già prima di noi, che è più grande di noi, che è più sapiente di noi, che è infinitamente più buono di noi, che ci ama, e che rimane con noi perché ci ama.
Vi porto un esempio. Io vengo per fare la Cresima. Un altro viene per fare un’altra cosa. Tanta gente viene per vendere la propria merce. Da un certo punto di vista, se noi dimentichiamo ciò che è essenziale del cristianesimo, anche il Vescovo è uno dei tanti che vengono al vostro paese per vendere la propria merce. Mi capite?
Iddio viene per essere con noi, per darci la gioia di stare con lui: viene perché ha fatto di noi i suoi figlioli, e vuole darci ciò che Egli è; viene perché ci ha fatto eredi di tutti i suoi beni, di tutto il bene che è dio stesso, perché non c’è bene vero che non sia Dio, perché non c’è bene che non venga da Dio.
Miei cari, in noi c’è troppo la preoccupazione, di venire in chiesa, di essere religiosi, di manifestare la nostra religione dando qualche cosa, offrendo qualche cosa. Perfino gli atti più espressivi della fede noi, troppe volte, li vediamo sotto l’aspetto della offerta di qualche cosa. La santa Messa è un’offerta, ma non è l’offerta della moneta da cinque lire e neppure da cento lire.
Anche quello che offre il sacerdote all’altare è un segno nel quale c’è prima di tutto, il fatto che Iddio viene verso di noi, il fatto che il Padre ci dà il suo divino Figliolo.
Noi pensiamo di offrire con la messa, il Figlio di Dio al Padre per la remissione dei nostri peccati. Non è così. E’ Dio che offre il proprio il Figlio a noi. Non siamo noi che diamo qualche cosa a Gesù Cristo, ma è Gesù Cristo che si dona e muore per noi. Questa mattina non siete voi che date i vostri bambini e le vostre bambine allo Spirito Santo, ma è lo Spirito Santo che si dona ai vostri bambini e alle vostre bambine per arricchirli dei suoi doni.
Vedete, miei cari, che cos’è il cristianesimo?
E’ Dio che si dona a noi.
E’ Dio che viene incontro a noi.
E’ Dio che si stabilisce in noi.
I bei vestiti, gli orologi che avete regalato sono segni di affetto verso i bambini, ma è triste pensare che una festa come questa si riduca ad un vostro regalo. E’ naturale che i bambini si esprimano e si comportino secondo la loro età e che siano contenti del vostro regalo. Dispiace pensare che per alcuni il giorno della cresima sarà ricordato per il bel manto bianco, per il primo orologio, che hanno avuto da voi. Questi doni non sono quelli che caratterizzano un giorno importante come quello della cresima.
E’ Dio che si dona, è Dio che viene con i suoi doni, è lo Spirito Santo che si stabilisce più profondamente nelle creature,
che sono i vostri figliocci, le vostre figliocce, i vostri figlioli.
Solo questo fatto è importante, invece prevalgono altri interessi e poi diciamo di essere religiosi, e pretendiamo di essere cristiani e lo pretendiamo specialmente se non veniamo in chiesa.
Guai a dire che noi non siamo cristiani! Se siamo cristiani rispondiamo a queste domande:
quand’è che noi accogliamo Dio che viene?
quand’è che facciamo posto a Dio che viene per essere con noi?
quand’è che ascoltiamo quello che ci dice perché la nostra vita non sia in balia di una moltitudine di interrogativi, che non ci permettono di essere sereni?
C’è nella nostra giornata un momento in cui pensiamo a Dio?
Come vorrei che, questa mattina, dal momento in cui incominciamo il nuovo anno liturgico, tutti ci ponessimo nell’atteggiamento di coloro che aspettano il Signore, di coloro che aprono il cuore per accogliere il nostro Dio che viene pieno di grazia, di forza, di sapienza, di bontà, di amore, di misericordia e viene per essere il nostro Salvatore, il Dio con noi, il Dio che ci salva.
Adesso incominciamo il rito della cresima. Questi bambini e queste bambine sono piccoli e riceveranno il grande dono della presenza dello Spirito Santo e i suoi doni di grazia, di saggezza, di forza cristiana. Ma ricordiamo che anche noi siamo cresimati.
Forse a noi non hanno regalato l’orologio e allora non c’è più niente della nostra cresima?
Dov’è che noi dimostriamo a questi piccoli, che facciamo posto a Dio nella nostra persona, nella nostra esistenza, nella nostra vita quotidiana?
Non deludiamo i bambini che vogliono essere cristiani.
Permettetemi ancora una cosa. Vi accorgete cosa capita nelle nostre chiese, specialmente quando c’è l’impegno apostolico, che viene dallo zelo di un sacerdote e dalla presenza di una piccola comunità religiosa? Avviene che i piccoli e i giovani, pregano ad alta voce, cantano insieme, si prestano per il servizio, mentre le persone più anziane stanno a guardare.
Guardate che questa gioventù, che ci dà tanto fastidio, forse è più religiosa di noi. Sono nati in altri tempi, é vero; hanno avuto altri aiuti che noi non abbiamo avuto, é vero; ma non dobbiamo restare indietro. Dal momento, che avanziamo con gli anni, andiamo avanti anche con un cristianesimo che si rinnova, con in cristianesimo che lascia indietro tutti i pregiudizi e va all’essenziale, con un cristianesimo che va verso Dio che viene verso noi.
OM 173 Carbonara 68