Sono animati dallo Spirito del Signore
coloro che credono Gesù in cielo
alla destra del Padre
..Io penso all’armonia che esiste in mezzo a voi e che costituisce veramente la chiesa di nostro Signore Gesù Cristo. Sì, voi siete la chiesa di nostro Signore Gesù Cristo perché vi raccogliete nel suo nome, perché siete ansiosi di ascoltare la sua parola, perché celebrate l’Eucaristia, perché avete ricevuto la Cresima e i vostri piccoli si dispongono a ricevere lo Spirito Santo.
Io vi saluto in questo incontro, portando in mezzo a voi il dono del mio ministero episcopale, non il dono della mia presenza personale ma quello che ci ha fatto nostro Signore Gesù Cristo che, per mezzo degli apostoli e dei suoi successori, comunica lo Spirito del Padre a tutti i suoi figlioli. Questo è il significato della Cresima che completa il significato del Battesimo.
Noi il giorno del Battesimo nasciamo alla vita nuova di figli di Dio ed è una nascita reale. La vita che Gesù Cristo ha portato su questa terra e vuole che sia abbondante in ciascheduno di noi è un fatto concreto, che ha come fondamento la paternità di Dio, perciò noi siamo veramente non di nome ma, di fatto, i figli di Dio.
I figli di Dio, nella loro esistenza debbono essere guidati, animati, sostenuti, illuminati, confortati continuamente dallo Spirito di Dio stesso. Quelli che sono di Gesù Cristo sono animati dallo Spirito di Dio, quelli che sono del Padre sono animati dallo Spirito di Dio e io sono qui in mezzo a voi proprio per richiamare questa realtà. Non sono qui soltanto per imporre le mani sui vostri bambini e sulle vostre bambine perché ricevano lo Spirito Santo. La cresima é un fatto importante e decisivo per loro, ma questi bambini e queste bambine che oggi ricevono lo Spirito Santo e sono confermati nello Spirito di Dio, hanno bisogno di vivere nella Chiesa santa di Dio che siete voi, hanno bisogno di vivere in mezzo a voi in quanto siete animati dallo Spirito del Signore.
Che cosa significa essere animati dallo Spirito del Signore? Miei cari, si può rispondere in tanti modi. Diciamolo come lo dice la Parola del Signore che abbiamo celebrato insieme in questa domenica tra l’Ascensione e la solennità di Pentecoste. Sono animati dallo Spirito del Signore coloro che credono che il Signore, nostro Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, che dopo essere morto in croce per amore nostro e dopo aver dimostrato di essere veramente signore della morte e della vita con la sua resurrezione, è salito al cielo e siede alla destra del Padre.
Sono animati dalla Spirito del Signore coloro che, non soltanto credono che il Figlio di Dio è salito in cielo per partecipare a tutta la vita del Padre, a tutta la ricchezza insondabile della vita del Padre, ma credono anche che sono condotti dallo Spirito del Signore, credono soprattutto che Gesù Cristo è andato in cielo per preparare un posto per noi, perché dove è Lui possiamo essere anche noi. E, quelli che hanno lo Spirito del Signore hanno anche, come dice la preghiera che abbiamo recitato insieme, la fiduciosa speranza di arrivare un giorno a partecipare alla vita di Dio in un modo definitivo perché hanno seguito nostro Signore Gesù Cristo.
Ecco, in qualche modo espresso chi sono coloro che hanno lo Spirito del Signore: sono coloro che non credono soltanto alla vita presente; sono coloro che non sono soltanto preoccupati della vita presente; sono coloro che concepiscono la vita presente come un cammino verso la vita futura, la vita definitiva, la vita vera, la vita che conta. Miei cari, è molto importante che questo nostro primo incontro avvenga intorno a questa prima verità della nostra fede.
Io sono qui a fare il vescovo. Perché faccio il vescovo? In ordine alla soluzione dei problemi della vostra vita quotidiana? No. Purtroppo non posso fare niente. Avete i vostri sacerdoti. Che cosa fanno i sacerdoti in mezzo a voi? Forse che risolvono i problemi di questa vita? Purtroppo possono fare ben poco. Noi siamo nella situazione degli apostoli che dicevano: “Non abbiamo né oro né argento, quello che abbiamo ve lo doniamo nel nome di nostro Signore Gesù Cristo, alzatevi e camminate.
Noi siamo qui per darvi quella vita che vi fa camminare dietro ai passi di nostro Signore Gesù Cristo per raggiungere il fine della nostra esistenza, che è un’esistenza comune di vescovo, di sacerdoti e di credenti. Parlo della vita eterna. Questo è importante perché da qui dipende tutta la sorte della nostra persona. Che in questa vita noi abbiamo dei beni, che noi possiamo godere, un prestigio, eccetera, sono cose che possono avere il loro valore ma fino ad un certo punto. Quello che conta è ciò che dura per tutta l’eternità.
Ora, io con l’esercizio del mio ministero, invocherò lo Spirito Santo sui vostri bambini e sulle vostre bambine, perché si stabilisca in loro come si é stabilito in noi dal momento della nostra cresima per darci la possibilità di camminare come discepoli di nostro Signore Gesù Cristo verso il Padre, verso la vita eterna, verso il paradiso. Noi, in questi tempi, soffriamo molto la tentazione di pensare che il paradiso lo dobbiamo costruire con le nostre mani su questa terra. Qualcuno pensa che il paradiso é la possibilità di godersi la vita in questo mondo. Qualcuno dice anche che il paradiso predicato da nostro Signore Gesù Cristo è una favola per tenere buona la gente. Come si dimostra che è vero tutto il contrario!
Pensate ai fatti che sono capitati in questi giorni e che riguardano i bambini. Un bambino è stato rapito in Sardegna, la piccola Suhtter è stata trovata in fondo al mare. Di chi sono le vittime? Sono le vittime di quelle persone che hanno messo i soldi, il proprio benessere e il godimento della vita qui su questa terra al di sopra della vita stessa delle persone. Sono povere creature, sono poveri disgraziati – come si direbbe – che pongono la soddisfazione delle loro passioni al di sopra dell’innocenza, al di sopra della debolezza, al di sopra della grazia di una bambina di tredici anni. Questi certamente non si lasciano condurre dallo Spirito di nostro Signore Gesù Cristo; questi certamente non credono nel paradiso, questi certamente vogliono godere il paradiso in questa vita.
Miei cari, non vorrei abusare della vostra attenzione e della vostra pazienza, però vorrei essere capace di farvi riflettere. Noi siamo di fronte ai nostri bambini e alle nostre bambine con la nostra vita quotidiana, con i nostri discorsi di tutti i giorni. Col nostro comportamento che cosa diciamo a questi piccoli che crescono? Lasciamo intendere che siamo, più preoccupati della vita eterna che della vita presente, oppure dimentichiamo continuamente la vita eterna perché siamo ci dimostriamo preoccupati unicamente della vita di questo mondo?
Che cosa sentono i piccoli accanto a noi?
Sentono che siamo impegnatissimi ad avere soldi per fare bella figura, per andare vestiti bene, per avere la bella casa, per avere la possibilità di godere l’esistenza qui su questa terra?
Ci sentono più preoccupati di queste cose che passano o ci sentono più preoccupati di quelle che non passeranno?
Non so se intendete il mio pensiero. Guardate che, è una cosa seria. Lo Spirito di nostro Signore Gesù Cristo che discenderà in questi piccoli rischierà di essere spento da voi papà e mamme, da voi padrini e madrine, da voi fratelli e sorelle più grandi quando, con il vostro comportamento, lascerete intendere a questi che credono, che voi in fin dei conti non ci credete. Io non dico che voi che siete qui in chiesa non credete, ma la fede ha delle esigenze così grandi, così serie per cui non si può esprimere unicamente venendo qualche volta in chiesa.
La fede ha delle esigenze secondo cui deve essere espressa in tutte le circostanze della nostra vita, dal modo di vestirsi al modo di divertirsi, dal modo di trattare gli affari al modo di trattare le persone. Da tutto questo si capisce se noi abbiamo lo Spirito di nostro Signore Gesù Cristo; da tutto questo i piccoli saranno confortati o mortificati: confortati a crescere secondo lo Spirito di nostro Signore Gesù Cristo oppure mortificati al punto che lo Spirito di nostro Signore Gesù Cristo sarà spento nei loro cuori. Penso che mi abbiate compreso.
Allora, la Cresima non è una cerimonia che si celebra tanto per fare una festa, tanto per assolvere un dovere di cristiani. Il momento della Cresima per questi piccoli deve corrispondere e coincidere al momento della nostra Cresima, deve essere l’occasione in cui noi facciamo il nostro esame di coscienza per chiederci:
– io che sono il padre di quel bambino che sta per essere cresimato sono animato dallo Spirito di nostro Signore Gesù Cristo? Credo ai valori della vita religiosa e ai valori della vita eterna?
– Io che sono la madre di quel bambino che sta per essere cresimato sono animata dallo Spirito di nostro Signore Gesù Cristo? Credo ai valori della vita religiosa e ai valori della vita eterna?
– Io che sono il padrino o la madrina di questi piccoli, sono animato dallo Spirito di nostro Signore Gesù Cristo? Credo ai valori della vita religiosa e ai valori della vita eterna?
Questo ci dobbiamo chiedere con senso di responsabilità e a questi interrogativi noi dobbiamo corrispondere con tutto il nostro impegno. Adesso perdonatemi se ho abusato della vostra pazienza. Cercate di capire le cose del Signore, e insieme mettiamoci in preghiera perché lo Spirito di nostro Signore Gesù Cristo si ridesti nelle nostre coscienze, scenda su questi bambini e su queste bambine perché abbiano la forza di vivere da perfetti cristiani.
OM 409 Guidizzolo 71 – 23 – 5 -1971, ore 17,
180 cresimandi nella festa della Ascensione