Il vescovo presenta Papa Luciani
La Chiesa è fatta di uomini ed è condizionata alle loro dimensioni, ma si può dire che risulta storicamente provato anche per chi non la vive da dentro, che trascende le dimensioni umane.
In occasione di questo conclave, pur essendovi dei motivi per fare delle previsioni, tutto è andato per un altro verso. Si prevedeva abbastanza lungo ed è risultato uno dei più brevi; i Cardinali italiani erano minoranza ed è stato eletto un italiano; c’erano i candidati che raccoglievano molte adesioni ed è uscito Papa, uno di cui i grandi mezzi di comunicazione non avevano quasi neppure avvertito la presenza. Per colmo di ironia anche le materie scientifiche non si sono dimostrate all’altezza di darci una fumata che apparisse bianca invece che nera.
Dunque questi uomini di chiesa tanto vagliati, ai quali si sono attribuiti tanti progetti, chiusi in Conclave, si sono trovati anzitutto davanti alla propria coscienza e alla responsabilità assunta con giuramento di dare alla chiesa il pastore più idoneo. Evidentemente non hanno messo se stessi in primo posto, ma Gesù Cristo che vuole salvare tutto il mondo e dal quale sanno di essere giudicati. Per questo vengono fuori le sorprese per chi fa previsioni umane.
Io conosco e sono conosciuto personalmente da Papa Luciani e ogni incontro è sempre stata una festa, ma non per questo scrivo come uno che conosce il Papa.
Anche su un piano umano, ma soprattutto dal punto di vista della fede, Giovanni Paolo I non riflette il Patriarca di Venezia. E’ un altro l’ufficio da assolvere, è un’altra la coscienza della realtà, è un’altra la grazia. Se è vero che la grazia non distrugge la natura di una persona è altrettanto certo che tutto viene purificato ed esaltato.
Essere il Vicario di Gesù Cristo, essere la coscienza morale e religiosa del mondo intero, avere la responsabilità di offrire al mondo la luce più sicura che è quella del Vangelo, fare coincidere le proprie decisioni col bisogno di salvezza dell’uomo e quella offerta dall’unico Salvatore, non solo incide su una persona ma la rende un’altra che nessuno può prevedere.
Papa Luciani ha dinnanzi a se un mondo dotato di mezzi di inquinamento e di distruzione al servizio di un odio pauroso, che, comunque lo si voglia denominare, è egoismo e, per chi crede, è peccato. In tutti i cuori si annida questo egoismo, questo peccato. Gesù Cristo con la potenza della sua morte e della sua resurrezione, nei cuori, vuole diffondere l’amore. Ecco la sostanza del compito che Egli affida alla sua chiesa e personalmente al suo Vicario.
Non ha senso fare previsioni o auspicare che Giovanni Paolo I sia “conservatore” o “progressista”. E’ sorprendente l’interesse con cui milioni di persone hanno seguito, grazie alla immediatezza della televisione, la nomina e l’apparizione del nuovo papa. E’ largamente emerso che tutti, anche i non cattolici, hanno auspicato un Papa buono, un Papa santo.
Si dice di lui che è un “uomo di preghiera”. Allora questa previsione la si può fare: da Papa pregherà di più.
Pregare non significa tanto domandare grazie ma anzitutto comunicare, nella fede, con Dio, col cuore di Dio, del Dio che per salvare il mondo vuole sradicare l’egoismo dal cuore dell’uomo per diffondervi l’amore.
Abbiamo un papa che prega, siamo sicuri: saprà quello che deve fare.
ST 344 Luciani 78
Stampa: “La Cittadella” 3 Settembre 1978