Domenica 19 Gennaio 1969 – ore 10,30 a Medole per la festa della famiglia
Miei cari, prendiamo coscienza di ciò che avviene in questo momento tra noi e di quello che copiamo con la nostra presenza e con la nostra persona, ognuno con il suo dono, come dice san Paolo, ognuno con il suo compito che ha nella vita, ognuno con la sua responsabilità. Prendiamo coscienza che qui in mezzo a noi si compie ancora, in tutta la sua verità e in tutta la sua portata, ciò che il Vangelo ci annuncia.
Richiamo la vostra attenzione, non tanto sul miracolo compiuto da Gesù. Il miracolo che ha compiuto Gesù ha la sua importanza ma non è quello che interessa a noi questa mattina. Ci interessa ciò che si riferisce all’attualità di quanto ha compiuto Nostro Signore Gesù Cristo per l’incontro di questa mattina. C’erano delle nozze a Cana di Galilea ed era presente Gesù. Gesù alle nozze di Cana compie il primo miracolo.
Qui, miei cari, ci sono delle nozze. Le nozze non sono soltanto la cerimonia che si compie augurabilmente una volta soltanto nella vita per un giovane e una giovane che si presentano all’altare per dire il loro sì. Le nozze è un fatto che dura tutta l’esistenza dei due giovani che hanno detto sì dinnanzi all’altare. Le nozze per voi, miei cari sposi, sono più vere in questa mattina di quanto lo fossero quel mattino così festoso in cui avete incominciato questa nuova vita insieme. Le nozze, oggi, sono più vere perché quel sì, che avete detto quel mattino, lo avete ripetuto tutti giorni, in tutti i momenti della vostra giornata, perché quel sì è diventato a volte più faticoso, a volte più gioioso, qualche volta insidiato dalla tentazione di trasformalo in un “no” ma ha intessuto tutti i vostri giorni e intesse e intesserà tutti i giorni della vostra esistenza, quindi qui ci sono delle nozze in atto, presenti in voi che siete stati invitati ad essere presenti a questa Messa.
Alle nozze, celebrate a Cana, era presente Gesù.
Alle vostre nozze era presente Gesù?
Indubbiamente, perché tutti avete scelto di celebrare il vostro matrimonio in chiesa, perché molto probabilmente lo avete ricevuto nel vostro cuore nella santa comunione, ed era presente proprio in quel “si” che avete pronunciato.
Quella vostra parola, quel vostro “si”, diventava parola creatrice di nostro Signore Gesù Cristo, che trasformava la vostra persona e vi dava una capacità nuova, la capacità cristiana di realizzare una comunione di vita che viene dalla forza del sacramento, quindi dalla forza della presenza e della grazia di nostro Signore Gesù Cristo.
Gesù è presente alle nozze. Perché Gesù ha accettato di essere presente alle nozze? Perché le nozze, il matrimonio, la famiglia sono il fatto più importante e decisivo della vita degli uomini, non solo perché garantiscono la continuità della vita nel mondo, ma perché mettono l’uomo e la donna nella condizione più adatta, più felice, più piena, di realizzare la propria esistenza.
L’uomo solo -a meno che non abbia una vocazione particolare – non è completo nella sua esistenza e la donna sola -a meno che non abbia una vocazione particolare- è una persona incompleta nella sua esistenza, perciò Iddio ha creato l’uomo e la donna in modo che stabilissero una comunione di esistenza che fosse la pienezza della loro esistenza.
Gesù che rispetta in pieno il piano, il disegno, la volontà del Padre, è presente alle nozze perché vuole dire agli sposi e alle spose, che cos’è il matrimonio. E’ presente alle nozze perché vuole essere per lo sposo e per la sposa il sostegno, la forza, la grazia affinché realizzino tutte le esigenze del matrimonio.
Che cosa dice Gesù allo sposo e alla sposa? Dice “amatevi”.
Dice che il matrimonio è un fatto di amore non di interesse, dice che il matrimonio è un fatto di amore non di sistemazione più o meno conveniente e dice anche come deve essere l’amore. San Paolo, proprio nell’epistola di quella messa, che è stata celebrata per le vostre nozze, dice: “Mariti amate le vostre mogli come Cristo ha amato la Chiesa” e lo stesso pensiero soggiace per la moglie, donne amate vostro marito come la chiesa ama nostro Signore Gesù Cristo. Forse é meglio dire: come Cristo ama la Chiesa.
Com’è l’amore che Gesù Cristo insegna al marito e alla moglie? Gesù Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per renderla bella senza macchia e gradita ai suoi occhi. L’amore è la donazione di se stesso tanto per la donna come per l’uomo.
L’amore non è ricerca di se stesso, della propria soddisfazione, del piacere. L’amore è donare se stesso per il piacere degli altri. L’amore è vivere ogni istante della propria esistenza per l’altro. Qui c’è amore vero, qui è dare tutto se stesso per il bene dell’altro.
Capite cosa dice nostro Signore Gesù Cristo agli sposi quando dice amatevi? Dice che l’amore è donazione di se stesso in tutti gli istanti, in tutte le circostanze.
Gesù Cristo non è semplicemente il precettore, il maestro, il modello che dice:” fate come ho fatto io”.
Gesù Cristo, che viene incontro agli uomini e alle donne, è il salvatore. Gesù Cristo viene incontro agli uomini e alle donne perché abbiano la capacità e la forza di fare ciò che egli insegna.
Gesù Cristo che ci ha amato fino al punto di morire per noi dice agli sposi “amatevi come io vi ho amato”.
Gesù Cristo nella sua morte apre una sorgente di vita nuova, di forze nuove, di energie nuove perché noi siamo capaci di attuare nella nostra esistenza i precetti del Signore.
Gesù Cristo, miei cari sposi, con il suo amore, con la sua morte apre per voi una sorgente col sacramento del matrimonio, attraverso cui fluisce una forza che non è nelle vostre persone, che non é nella vostra volontà, che non é nel vostro temperamento, ma nel mondo del vostro spirito dove c’è la presenza di nostro Signore Gesù Cristo e che vi rende capaci, se voi lo volete, di amare come Cristo ha amato. Ma, bisogna che Cristo sia presente.
Ecco miei cari, un punto difficile non solo del mio discorso di oggi, ma difficile per tutti i giorni della vostra vita. Voi che avete voluto sposarvi in Chiesa, voi che questa mattina siete ritornati in chiesa per ricordare l’avvenimento del vostro matrimonio, fate in modo che Gesù Cristo sia in mezzo a voi tutti i giorni? Lo tenete presente nelle vostre persone? E’ presente in voi con la possibilità di svolgere la sua azione di salvatore, di portatore delle energie nuove di cui abbiamo parlato?
Miei cari sposi, vivete in Grazia di Dio? Guardate, che è soltanto vivendo in grazia di Dio, che è soltanto cercando la grazia di Dio che Gesù Cristo è presente. Gesù Cristo si identifica con la grazia perché la Grazia è la vita che Egli ha portato agli uomini. Se in voi c’è il peccato, in altre parole, se in voi domina l’egoismo e l’egoismo ha una misura tale che esclude l’amore non soltanto per vostra moglie o per il vostro marito, non soltanto per i vostri figli ma nello svolgimento di tutta la vostra esistenza, nell’adempimento di tutti i vostri compiti, Gesù Cristo non è più presente. Se Gesù Cristo non è più presente, voi rimanete con le vostre debolezze, con i vostri limiti, con le vostre inclinazioni che vi portano lontano dall’amore fino al punto di distruggerlo e di renderlo impossibile.
Ecco la necessità che Gesù Cristo sia presente alle vostre nozze, nel vostro matrimonio, nella vostra famiglia. Non basta che in casa vostra teniate l’immagine di Nostro Signore Gesù Cristo. Gesù Cristo vuole essere in casa vostra, in persona nelle vostre persone, perché voi vivete la grazia del Signore.
Guardate che, per un certo andamento delle cose, noi abbiamo molto impoverito il cristianesimo e la vita cristiana. Noi di certe cose ne abbiamo fatto degli avvenimenti e delle cerimonie ma ne abbiamo eluso il contenuto. E, il contenuto delle espressioni della nostra religione e della nostra fede, tutte, è Gesù Cristo in persona che deve essere in mezzo a noi con la sua azione di salvatore nostro.
Ripeto ancora una volta: lo tenete presente Gesù Cristo nelle vostre case, nelle vostre persone perché vi dia la grande capacità di realizzare il vostro matrimonio in una pienezza di amore? In una pienezza di amore che ad un certo punto si esprime nel modo più bello, più umano nei propri figli: le proprie creature.? Quando come frutto del vostro amore spunta in mezzo a voi una nuova creatura, il vostro amore non diminuisce ma diventa più grande, più carico, più imperativo e, diventando più imperativo può diventare anche più pesante, indubbiamente, ma nessun padre, nessuna madre che siano tali, non si sono mai pentiti per i sacrifici che hanno dovuto compiere per i loro figlioli. Nessun padre e nessuna madre non potranno mai essere privati della grazia di compiere i sacrifici necessari per i propri figli quando in mezzo a loro tengono presente Nostro Signore Gesù Cristo.
Miei cari, mi accorgo benissimo di abusare della vostra pazienza e della vostra attenzione ma, quello che voi fate a Medole questa mattina è una cosa molto importante.
I fenomeni che caratterizzano i nostri giorni, i fenomeni che turbano la nostra gioventù, hanno molte cause ma ce n’é uno che molti rilevano e che è il più importante: le nostre famiglie, i papà e le mamme che non sono all’altezza del loro compito. Quanti genitori sono in angustia perché vedono i loro figlioli soggetti a certe espressioni e manifestazioni e non sanno cosa debbono fare. Non intendo aprire questo argomento però vi do una piccola indicazione, nel senso che ve la do brevemente, ma che è importantissima: papà e mamme volete veramente dare una mano ai vostri figlioli perché risolvano i loro problemi che sono grandi, che sono seri, che sono da prendere in considerazione? Amatevi.
Mariti amate le vostre mogli. L’amore per vostra moglie deve essere prima dell’amore per i vostri interessi, prima dell’amore della vostra posizione sociale, prima dell’amore di qualsiasi altra persona al mondo. E, l’amore per vostra moglie si deve esprimere soprattutto nella vostra capacità di sacrificarvi per lei, non solo lavorando, ma rispettandola come vostra sposa e come madre dei vostri figli, e trattandola come si deve trattare una creatura di Dio, e considerandola come deve essere considerata una sposa e una madre. Voi mariti, per vostra madre avete una grandissima venerazione. Perché non avere un tale rispetto per vostra moglie ad edificazione dei vostri figli?
Non so, sono venuto qui all’improvviso, non ho avuto tempo di prendere informazioni che sarebbero state necessarie per farvi un discorso più concreto, ma so che nei paesi di questa zona i mariti vogliono bene alla loro moglie, indubbiamente, però la moglie…! trascorrere il proprio tempo con la moglie,..! trascorrere la domenica con la moglie..! Portare con sé la moglie dove si va il pomeriggio della domenica, è considerato un po’ come una diminuzione dell’uomo: l’uomo fa l’uomo per proprio conto e la moglie che se ne stia in casa. Questo non è rispetto,questo non è amore per la moglie. Non ci deve essere una persona più importante,- né uomo né donna- di quanto lo sia vostra moglie. A questo proposito,vedete che i costumi cambiano e devono cambiare anche certe abitudini che ci sono. Non ci può essere un amore senza stare insieme e non basta stare insieme qualche momento, bisogna starci il più che sia possibile: qui si alimenta l’amore.
Naturalmente voi donne dovete amare i vostri mariti e dovete sacrificarvi per vostro marito. Vi sacrificate ma lo dovete fate per l’educazione dei vostri figli, perché i nostri giovani vedano nella loro madre una donna così singolare da incutere un tale rispetto e una tale venerazione per cui concepiscono un uguale rispetto per colei che domani dovrà essere la propria donna, la propria sposa.
Tutto questo significa soprattutto avere cura della casa. Il nodo della famiglia è la casa. Capisco, forse sollevo dei problemi e non do delle soluzioni. Quante donne hanno accettato il lavoro in fabbrica per guadagnare di più! Io mi domando: è più necessario portare a casa quelle poche migliaia di lire alla fine del mese oppure è più necessario coltivare l’amore al marito? o è più necessario coltivare l’amore dei propri figli? o è più necessario curare la casa perché il marito ci si trovi bene, perché i figli ci si trovino bene, perché specialmente i bambini si trovino bene? Tocco un tasto difficile ma chiedetevi.
Un giornale, e non è una settimana, riferiva che nel mantovano c’è la percentuale più alta di ragazzi che non frequentano la scuola d’obbligo perché vanno a lavorare. Il marito lavora, la moglie lavora, i figli lavorano… può essere un bene ma quanti mali può portare con se! Io mi permetto di dirvi: non prendete la macchina, non comperate un vestito di più, vedete se potete dimensionare le vostre esigenze, e al primo posto mettete la famiglia, assicurate l’amore nella famiglia, assicurate la possibilità di amarvi tra di voi sposo e sposa, e assicurate l’amore per i bambini, per i figli. Nei paesi della zona i bambini stanno tutto il giorno senza un’espressione dell’affetto della propria madre, del proprio padre e quando alla sera si incontrano, papà e mamma sono stanchi, e sono impazienti, e bambini che crescono senza affetto senza espressioni affettuose sono dei bambini che crescono male, che crescono disumanizzati, con turbe psichiche che domani avranno delle manifestazioni pericolose.
Io ammetto che certi problemi sono difficili da risolvere ma poi vi pongo delle domande molto concrete: tu marito, vuoi più bene a tua moglie o a che cosa? E tu moglie? E voi, papà e mamme, volete più bene ai vostri figli o a chi? Sono più importanti i vostri figli o l’arredamento delle vostre case? Sono più importanti i figli o la bella figura, o il lavoro, o i vostri interessi? Almeno qui, davanti a Nostro Signore Gesù Cristo, fate questo esame di coscienza perché,lo vedete, le cose del mondo si muovono ma possono prendere delle vie pericolose.
Il discorso potrebbe continuare. Vi posso dire davanti a nostro signore che non so quante fabbriche ci sono a Medole e in quali fabbriche lavorate però qui c’è un problema molto serio anche da parte dei datori di lavoro. Se la loro azienda deve prosperare è un fatto, se la prosperità dell’azienda deve essere il danno di centinaia di famiglie questo non è giusto in coscienza. Anche se si rispettano i contratti di lavoro! Io non dico che l’azienda vada a male perché andrebbe male per tutti. L’azienda deve andare bene e deve rendere la vita più umana per tutti, ma deve garantire soprattutto il valore della famiglia,la funzione e la prosperità della famiglia.
Miei cari, cercate di intendermi davanti al signore.
Vi dico di più, cercate di intendere il Signore che parla nelle vostre coscienze.
OM 196 Medole 69 – la festa della famiglia – Domenica 19 Gennaio 1969 – ore 10,30