Il 23 Maggio, a Cereta nel giorno della Ascensione
Miei cari, e questo non é solo una espressione. Queste non sono semplicemente delle parole.Voi siete i miei cari, veramente. Il vescovo non ha un’altra ragione di vita, il vescovo non ha un altro motivo per spendere le sue energie, il vescovo non ha un’altra ragione per impegnare tutto se stesso se non il bene di coloro che dal Signore , per mezzo della chiesa, gli sono stati affidati.
E’ la prima volta che ci vediamo e che parliamo insieme. Quello che avviene in questo momento é certamente un colloquio tra voi e il vescovo per dirci le nostre cose, quelle che si dicono soprattutto quando ci si trova davanti all’altare del Signore nella casa comune, la casa di tutti i membri del popolo di Dio, quando si riuniscono in una espressione di vera Chiesa, cioè di gente che sta insieme perché crede a Gesù Cristo e al suo vangelo.
La parola che nasce spontanea da questo incontro non é parola di uomini, non é parola di questa terra ma una parola che discende dal cielo. Noi siamo qui perché c’é stata la Parola di Dio rivolta gli uomini durante la storia della salvezza, che ha avuto la sua pienezza in Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo.
Voi sapete che Gesù Cristo, non ha espresso “questa Parola” semplicemente dicendo delle parole, ma con tutto se stesso, con con tutta la sua vita. Compiendo la volontà del Padre, ha dimostrato il suo amore. Con quali mezzi e per quale via egli ci portava alla salvezza?
Con la sua passione e morte e la sua risurrezione. Qui c’é il cero pasquale acceso. E’ il simbolo di Gesù Cristo risorto. Quel cero é acceso perché Gesù risorto é vivo in mezzo a noi.
Noi siamo qui per celebrare la santa Messa. La celebrazione della Parola che abbiamo fatto fino a questo momento, ci dispone alla celebrazione eucaristica, cioè ci dispone alla celebrazione del mistero della passione, morte e risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. Notate bene. Ci dispone alla celebrazione della Messa; ci dispone ad entrare in questo avvenimento della nostra salvezza e la salvezza si opera perché Gesù Cristo é morto ed é risuscitato. Gesù Cristo é morto per distruggere il nostro peccato e per portarci una vita nuova.
Si capisce facilmente che Gesù Cristo con la sua morte, in un atto di amore infinito verso il Padre e in un atto di amore infinito verso di noi, distrugge il peccato. Si comprende meno che Gesù Cristo con la sua morte, accettando di morire per noi, ha compiuto un atto di amore infinito, che vale molto di più degli atti di disubbidienza, di cattiva volontà e di malizia che sono racchiusi nei nostri peccati.
Gesù distrugge il nostro peccato ma non é sufficiente non avere peccati. Una volta il catechismo diceva: essere in grazia di Dio vuole dire non avere peccati mortali sull’anima. E’ poco. C’é la risurrezione di Gesù Cristo. Gesù Cristo si é dimostrato Figlio di Dio risorgendo da morte ha dimostrato di essere capace capace di riprendere la vita che aveva dato per noi e può affermare di essere “il Signore”, l’autore della vita, la sorgente della vita.
Gesù, quindi, con la sua morte distrugge il peccato e con la sua risurrezione ci porta una vita nuova. Per questo é venuto su questa terra: “sono venuto nel mondo perché gli uomini abbiano la vita e la abbiano abbondantemente” E’ chiaro che non si tratta della vita del sangue e della carne e neppure della vita dello spirito nel senso della intelligenza e della volontà, ma di un’altra vita.
Qual é questa vita? E’ quella che Egli stesso porta sulla terra. Dice Gesù Cristo: “io sono la vita” e noi riceviamo la vita dalla sua vita come il tralcio la riceve dalla vite. Nelle vostre campagne c’é la vite. Adesso la vite mette fiori e virgulti: sono i tralci nuovi. Di che cosa vivono quei virgulti? Vivono perché sono inseriti nella vite. Quelli che avete tagliato al momento della potatura vivono ancora?
Così dice Gesù: io sono la vite e voi i tralci”. Gesù Cristo ci porta la vita nuova che é la vita di figli di Dio.
Come porta a ognuno di noi questa vita? Ecco la storia della salvezza di ciascheduno di noi. Gesù é salito al cielo. Tra poco quel cero sarà tolto dall’altare perché oggi é il giorno della ascensione. Gesù sale al cielo e allora come fa a darci la vita?
Gesù negli ultimi discorsi, prima di salire al cielo, ripetutamente parla di un Altro: lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo, la terza persona della santissima Trinità, è colui che porta a compimento l’opera di Nostro Signore Gesù Cristo.
Colloquio coi bambini per sapere di chi parla Gesù e poi conclude:
Chi si riceve nel Battesimo?
Il sacerdote dice: esci o spirito immondo e cedi il posto allo Spirito Santo.
Chi ricevete voi nella Cresima?
Lo Spirito Santo. E’ lui che ci porta i suoi doni
( colloquio con i bambini per sapere quali sono i doni dello Spirito Santo e non lo sanno, allora si rivolge ai padrini che non rispondono e conclude)
Riflettiamo un po’. E’ vero che abbiamo dimenticato certe verità e non siamo entrati nel profondo delle cose della nostra fede.
Gesù Cristo é salito al cielo.
Rimane nel mistero della sua Parola nei santi sacramenti, e oggi, chi opera nel nome del Padre e di Gesù Cristo, é lo Spirito Santo.
Noi siamo stati battezzati dall’acqua e dallo Spirito Santo; voi sarete cresimati: così, saranno imposte su di voi le mani del vescovo e riceverete lo Spirito Santo. E’ lo Spirito Santo che opera in voi e in tutti noi la distruzione del peccato e porta a ciascuno di noi la vita che Gesù Cristo ha portato su questa terra. E’ quindi lo Spirito Santo che porta a ciascuno di noi la vita di figli di Dio.
Vedete allora quale importanza ha nella nostra vita di cristiani lo Spirito Santo?
Se noi vogliamo vivere da cristiani abbiamo bisogno che si verifichi sempre la parola che é stata pronunciata dal sacerdote al momento del Battesimo: esci o spirito immondo e lascia il posto allo Spirito Santo.
E quando si riceve la Cresima che cosa si diventa?
( si rivolge ai bambini – dialoga- e poi ripete)
Perfetti cristiani ,sì, perché lo Spirito Santo prende un maggiore possesso di noi. Noi abbiamo una età per cui dovremmo prendere più coscienza di quello che lo Spirito Santo vuole fare in noi per renderci perfetti cristiani. Voi bambini e bambine, avete accanto un padrino e una madrina e con loro vostro padre e vostra madre. E sono loro che vi devono sostenere perché possiate essere perfetti cristiani.
Voi padrini e madrine, papà e mamme, che dovete sostenere questi figlioli e figliuole perché siano perfetti cristiani, siete proprio in condizione nella vostra vita, nella vostra condotta, nei vostri discorsi, nel vostro comportamento, di essere un sostegno per questi che sono ancora piccoli nell’età ma che ricevono la grazia di essere perfetti cristiani?
Per loro, stasera, la Cresima é solo un seme gettato nel loro cuore, che ha bisogno di cresce, di svilupparsi, di maturare. Come potrà crescere, svilupparsi, maturale se non c’é il sostegno di coloro coi quali vivono, se non c’é il sostegno del perfetto cristiano che il loro padre? Se non c’é il sostegno del perfetto cristiano che é la loro madre? Se non c’é il sostegno aggiunto di perfetti cristiani che sono i padrini e le madrine?
Che cosa significa essere perfetti cristiani? Significa una cosa molto semplice ma alla quale pensiamo poco e alla quale non diamo tanta importanza. Dové la perfezione del cristiano? dove si trova la sostanza del cristiano? Dove si prova che uno é veramente cristiano?
Gesù nell’ultima cena ha detto: “da questo riconosceranno che siete miei discepoli se vi vorrete bene gli uni gli altri” .
Gesù Cristo non ha detto: si conoscerà che siete i miei discepoli perché andate a Messa, perché fate la comunione, perché vi andate a confessare, perché dite il rosario. Direte: allora perché i preti dicono di andare alla Messa, di fare la comunione, di confessarci, di dire il rosario? Questi sono dei mezzi, degli strumenti, degli aiuti per essere perfetti cristiani, cioè, sono aiuti perché noi non siamo capaci di volerci bene.
Andiamo a Messa. Troviamo Gesù Cristo che dona la vita per noi. Ci da un esempio di amore per gli altri. E’ Gesù Cristo che, in mezzo a noi, dona tutto se stesso per amore nostro. La Messa é un atto di amore di Gesù Cristo: “nessuno vuole bene come chi da la propria vita per i propri amici”. Noi andiamo alla Messa: Gesù Cristo ci offre la sua carne e il suo sangue perché noi abbiamo la capacità di amare, perché noi abbiamo la forza di essere come lui.
Noi andiamo a confessarci. E’ ricevere quella vita che ci ha portato Gesù Cristo e che ci rende perfetti cristiani e cioè capaci di amare. Perché dobbiamo amarci?
Perché Gesù Cristo con la sua passione e morte e risurrezione ci ha portato la vita di figli di Dio. Se siamo figli di un unico padre dobbiamo volerci bene tra di noi se abbiamo ricevuto la vita da questo Padre che é il nostro Dio, noi dobbiamo volergli bene non semplicemente non offenderlo, ma nel volere bene a tutte le sue creature e a tutti i suoi figlioli. Lo Spirito Santo, dice san Paolo, é diffuso nei nostri cuori per portarci la carità. La carità che é l’amore, che è la capacità di volere bene Quindi la possibilità di essere perfetti cristiani, é diffusa nei nostri cuori per lo Spirito Santo che ci é dato.
Cari tutti, io impongo le mani e dò lo Spirito Santo, e una nuova capacità di amare é gettata nel cuore di questi piccoli.
Voi grandi siete già stati Cresimati e lo Spirito Santo é stato dato anche a voi. San Paolo dice: non resistete allo Spirito Santo; non contristate lo Spirito Santo; non spegnete lo Spirito Santo.
Cari adulti, cosa ne avete fatto dello Spirito Santo del Battesimo e della Cresima? Avete coscienza che egli abita nei vostri cuori anche quando gli chiudete la porta con il peccato?
Anche quando gli chiudete la porta col peccato, lo Spirito Santo non va via, rimane come un povero pellegrino alla porta e aspetta il momento di poter entrare per darvi la capacità di volere bene a Dio sopra a tutte le cose e di volere bene a tutti come ci ha voluto bene nostro Signore Gesù Cristo. In questo modo siamo dei perfetti cristiani.
Adesso mi dispongo a imporre le mani a questi bambini e bambine. Riceveranno lo Spirito Santo. Voi ricordate che lo avete già ricevuto, prendetene coscienza, ridestatelo col desiderio nel vostro cuore lasciate che diffonda veramente nel vostro cuore, con tutta la sua forza, la capacità di volervi bene.
Questo primo incontro col vescovo e del vescovo con voi sia segnato da un ricordo: vogliatevi più bene.
OM 118 Cereta 68 – 23 Maggio, giorno della Ascensione