Domenica in Abis 21-4-1968 a S. Antonio di Porto Mantovano
La pace sia con voi. Abbiate il saluto del vescovo che é il saluto di Gesù stesso. Gesù a una settimana dalla sua risurrezione, entra nel cenacolo a porte chiuse e dice: “La pace sia con voi”.
Che cos’è questa pace che Gesù ha augurato ai suoi apostoli?
Che cos’è questa pace che il vescovo augura a voi in questo primo incontro, mentre la vostra attenzione é particolarmente protesa su questi piccoli che stanno per ricevere la santa cresima? La pace é essere in buoni rapporti con tutti. Quando il nostro animo é in buoni rapporti con tutti, compresi noi stessi, allora in noi c’è la pace e la nostra pace é Gesù Cristo in persona.
Perché Gesù Cristo é la nostra pace?
Gesù Cristo é la nostra pace, perché ci ha riconciliato con Dio, e ci riconcilia con noi stessi, e ci riconcilia con il nostro prossimo. Noi manchiamo di pace: quando non siamo in buoni rapporti con Dio, quando non siamo in buoni rapporti con la nostra coscienza, quando non sono buoni i rapporti con coloro che ci stanno vicino. Noi, con Dio non siamo “a posto” quando tra noi e Lui c’è il peccato, c’è la nostra disubbidienza, c’è la nostra dimenticanza, c’è la nostra indifferenza e qualche volta la nostra opposizione.
Come possiamo riconciliarci con Dio?
Solo Gesù Cristo, Figlio di Dio morto in croce può operare la nostra riconciliazione con il Padre. Gesù Cristo é la nostra pace perché, si mette tra noi e il Padre suo ed offre per noi il sacrificio di tutto se stesso. Perché i nostri peccati siano perdonati, Gesù muore in croce.
Così ci ottiene il perdono di Dio, così mette “a posto” la nostra coscienza, così mette “a posto” la nostra persona, che è in uno stato di ribellione verso la legge morale, verso i dieci comandamenti e verso i grandi precetti che ci vengono dalla chiesa in nome di Gesù Cristo
Gesù ci mette in pace anche con gli altri.
Intanto chi sono gli altri? Gli altri sono i nostri fratelli. Secondo la espressione di San Paolo, Gesù é la nostra pace perché, per mezzo della sua morte e della sua risurrezione, di ognuno di noi: barbaro o latino, sciita o greco, ha fatto un figlio di Dio. Di ognuno di noi ha fatto una creatura nuova, per cui quando noi ci rivolgiamo a Dio, lo possiamo chiamare Padre.
Per il sacrificio di nostro Signore Gesù Cristo, siamo tutti figli di questo Padre dal giorno del Battesimo quando siamo stati segnati con il segno del Figlio di Dio. Se siamo tutti figli di uno stesso Padre, tra noi siamo fratelli e i fratelli tra loro si vogliono bene. Abbiamo un unico padre.
Gesù é la nostra riconciliazione con il Padre e fra di noi, ma perché questa riconciliazione sia vera, evidentemente, é necessario che Gesù Cristo sia vivo ed operante in noi col mistero della Pasqua e quindi col mistero della sua morte e risurrezione.
Al principio della Messa ho detto una preghiera e ho chiesto a Dio che in tutti i giorni della nostra esistenza viviamo il mistero della Pasqua che abbiamo celebrato. In che cosa consiste il mistero della Pasqua che abbiamo celebrato e che dobbiamo vivere in tutti i giorni della nostra esistenza?
Consiste in questo: che in noi ci sia il frutto della morte di nostro Signore Gesù Cristo e quindi la distruzione del peccato, che in noi ci sia il frutto della risurrezione di Gesù Cristo e quindi la sua grazia.
Riflettete un momento, in particolare voi padrini e le madrine, ma soprattutto voi genitori: se tutti noi fossimo in grazia di Dio, andremmo d’accordo con gli altri? Saremmo in pace?
Cristiani lo siamo, quando viviamo della vita di Gesù Cristo che si chiama grazia, e la grazia é qualche cosa di Lui comunicata alle nostre persone, perché possiamo diventare capaci di adorare il Padre che sta nei cieli come Padre nostro, e diventiamo capaci di stabilire con tutti dei rapporti fraterni ispirati all’amore. Il cristianesimo sta qui: –amare Dio che é nostro Padre di cui siamo figlioli per la grazia di nostro Signore Gesù Cristo –e amare il nostro prossimo, che sono i nostri fratelli, sempre per la capacità che ci viene dalla grazia di nostro Signore Gesù Cristo. Così noi dovremmo vivere, nella nostra esistenza, il mistero della Pasqua: distruggere il peccato e tutti i giorni crescere nell’amore, diventare sempre più adulti nella fede, sempre più maturi nella grazia del Signore.
Sono venuto a fare la cresima. Vi do lo Spirito Santo.
Chi é lo Spirito Santo? E’ lo Spirito del Padre e del Figlio. Noi usiamo la parola Figlio perché la troviamo nella Sacra Scrittura, ed é giusto dire così, ma possiamo anche dire: lo Spirito Santo é l’amore che il Padre ha per il Figlio, é l’amore che il Figlio ha per il Padre suo.
E io vi do lo Spirito Santo per il ministero, che mi é comunicato da nostro Signore Gesù Cristo, di comunicarvi l’abbondanza dello Spirito Santo. Che cosa significa? Significa comunicare a questi piccoli una capacità più grande di volere bene. Lo Spirito Santo che é l’amore di Dio in persona viene a stabilirsi in questi cuori in un modo più stabile e profondo di quando non abbia fatto il giorno del battesimo, e li rende capaci di amore. I cresimati sono i perfetti cristiani. Il perfetto cristiano é colui che é perfetto nell’amore di Dio e nell’amore del prossimo perché, non si può volere bene a Dio e non volere bene al prossimo. I cristiani devono capire che si vuole veramente bene al Padre quando si vuole veramente bene ai fratelli che sono figli di Dio: figli del nostro Padre che sta nei cieli.
Questi bambini ricevono la capacità di essere perfetti cristiani e perciò perfetti nell’amore di Dio e del prossimo, ma non hanno la capacità di essere responsabili e per questo sono circondati da voi, padrini e madrine, e per questo accanto e nel cuore di ognuno di questi piccoli c’è un papà e una mamma ci sono i fratelli più grandi. Da oggi in avanti i papà e le mamme, i padrini e le madrine, i fratelli più grandi, devono essere per loro l’espressione, il segno evidente ed autentico del perfetto cristiano. Io penso che il giorno della cresima sia un’occasione in cui si conferisce il sacramento ai bambini per risvegliare la coscienza dei grandi.
– Voi adulti lo siete perfetti cristiani?
– Perfetti nell’amore di Dio e del prossimo?
– E’ vivo in voi lo Spirito ricevuto il giorno della cresima?
– Lo ascoltate questo Spirito che sollecita la vostra coscienza a rispondere alle esigenze dell’amore di Dio e dell’amore del prossimo?
– Padrini e madrine che cosa avete fatto dello Spirito che avete ricevuto?
– Dové la perfezione del cristianesimo sulla quale si possono appoggiare le vostre figlie o figliocce, i vostri figli o figliocci?
Capite che, adesso, mentre compiamo la grande azione di invocare lo Spirito Santo, dobbiamo sentirci, tutti, impegnati a prendere sul serio la nostra pratica religiosa, a prendere seriamente il nostro cristianesimo, a realizzare nella nostra esistenza quella pace che é Gesù Cristo e che diventa operante in noi per mezzo del suo Spirito. Riconciliati con il Padre, tranquilli nella coscienza, in armonia con i nostri fratelli!
Sia lodato gesù Cristo.
OM 113 Pasqua 68
Domenica in Abis 21-4-1968 – S. Antonio di Porto Mantovano – Cresima