L’altare è il simbolo di Gesù Cristo Figlio di Dio che diventa uomo
perché gli uomini possano diventare figli di Dio
… poi l’altare sarà cosparso almeno parzialmente di olio benedetto. L’olio nel linguaggio della Bibbia ha è una sostanza che penetra, che si espande. Cosi è della grazia di Dio. Così è l’azione di Dio in mezzo a noi. Così è l’azione di Dio in questa natura che è la pietra che consacriamo.
Anche noi, come la pietra, poiché, siamo cristiani, abbiamo bisogno di essere consacrati. Da quale olio? I nostri bambini tra poco saranno unti in fronte dall’olio dello spirito santo. L’olio santo è il simbolo dello spirito di Dio in noi che ci trasforma, ci pervade, ci santifica e allora saremo in grado di esprimere intorno a noi, di manifestare intorno a noi, di fare sentire intorno a noi il buon odore di nostro Signore Gesù Cristo.
L’altare sarà incensato, sarà profumato. Dovremmo essere come l’altare, profumati di bontà, di virtù, dell’intensità di vita cristiana. Vi ho detto, prima, queste cose perché possiate seguire con attenzione illuminata ciò che insieme compiremo.
Carissimi, sono cosciente che questo nostro primo incontro avviene nel segno della pazienza,
perché questa funzione è particolarmente lunga ma, è altrettanto significativa. Io non so se corrisponde al vostro gusto l’altare nuovo che sta nella vostra antichissima chiesa. Può darsi che più di uno di voi apprezzi maggiormente l’altare che c’era prima perché forse era più ornato, più imponente o per altre ragioni, che io non ho avuto la fortuna di vedere.
Però, miei cari, noi oggi dobbiamo capire, comunque sia l’altare che abbiamo davanti, che è indispensabile avere davanti a noi, nella nostra esistenza quotidiana, in tutti i settori della nostra vita e in tutte le espressioni della nostra vita, delle cose autentiche, dei simboli, dei segni immediati che ci dicano senza tante prove, e senza tante circonvoluzioni, ciò che significano. Ecco questa pietra. Cristo è la pietra, Cristo è il fondamento, allora è tanto bello che una pietra vera, posta dinanzi a noi, anche se disturbasse il nostro gusto o una certa nostra sensibilità, dica che quando veniamo in chiesa, noi siamo davanti a nostro Signore Gesù Cristo.
Davanti a questa pietra che è l’altare, noi siamo al cospetto di nostro Signore Gesù Cristo che ci parla attraverso il ministero della parola, che ci santifica attraverso il suo sacrificio eucaristico che ci unifica con la partecipazione all’unica mensa, della parola di Dio come e del suo corpo e del suo sangue dati per la nostra salvezza. Questi pensieri immediati, questi pensieri forti, questi pensieri essenziali della nostra fede devono essere evocati quando, entrando nella vostra chiesa, vi incontrate col vostro altare, segno di Cristo presente in mezzo a voi.
Ma ci pensate miei cari al significato di questo avvenimento che si continua nella chiesa specialmente attraverso le celebrazioni liturgiche? Quale avvenimento? L’avvenimento che il figlio di Dio sia diventato uno di noi, che il figlio di Dio si sia fatto uomo perché gli uomini avessero la possibilità, attraverso la vita nuova che ricevono da lui, di diventare tutti, indistintamente, figli del Padre. Miei cari, il mondo cerca una uguaglianza, il mondo cerca una pacificazione, il mondo cerca un’unità. Dove ci può essere uguaglianza?
Guardate che l’uguaglianza forse non ci può essere tra tradizioni umane diverse l’una dall’altra. Guardate che l’uguaglianza non ci sarà forse mai nelle classi sociali, perché, purtroppo, ci saranno sempre i ricchi e i poveri. Guardate che mi riferisco ad una frase di nostro Signore Gesù Cristo, non come profeta di un avvenire triste o di un avvenire ingiusto, ma perché Gesù Cristo, che ha fatto questa constatazione, sapeva quello che si diceva, sapeva che nel cuore dell’uomo c’è sempre l’egoismo, sapeva che nel cuore dell’uomo c’è sempre l’interesse che molte volte prevale sul rispetto per gli altri, sapeva che nel cuore dell’uomo molte volte non c’è la bontà per amare gli altri fratelli. Per questo motivo non c’è l’uguaglianza, quindi nel mondo sarà sempre difficile la pace.
Vediamo come è difficile la pace! I grandi si mettono d’accordo da una parte e scoppia una guerra dall’altra parte, non soltanto in un sistema di vita, ma in tutti i sistemi di vita, riconosciamolo con una certa franchezza perché l’uomo è dominato dall’egoismo e dall’orgoglio. La storia recente ci dice che l’uomo diventa un lupo per tutti gli altri uomini. Difficilmente, allora, ci potrà essere un mondo composto nella pace, quindi nell’amore.
Gesù Cristo è venuto per essere il fondamento di tutti questi valori, che sono e che noi li riconosciamo essenziali per la vita nostra. Gesù Cristo è venuto a fare di tutti, ugualmente, i figli Dio. “Padre nostro” lo dice un bambino come l’anziano. “Padre nostro” lo dice con lo stesso diritto il povero e il ricco. Forse il povero con un diritto più grande – “Padre nostro” lo dice chi ha la pelle bianca, e chi ha la pelle gialla o nera. Ecco, il fondamento della nostra uguaglianza è la paternità Dio. Gesù Cristo è venuto per fare di tutti gli uomini i figli Dio. Se noi riconosceremo questa nostra uguaglianza che non ci viene dalle esigenze a volte superficiali della nostra natura ma da un fatto che trascende la nostra natura, da un fatto più forte e più grande della nostra persona, dal fatto che Dio vuole essere il padre nostro.
Se noi riconosciamo questa uguaglianza, allora ci potrà essere una certa pace tra noi, ma una pace che non è opera degli uomini, una pace che è operata nostro Signore Gesù Cristo. Mi riferisco sempre alla presenza di Gesù Cristo nella Chiesa, nel simbolo della pietra nella chiesa di pietre che è l’edificio; mi riferisco sempre alla presenza di Gesù Cristo nella Chiesa, realtà di pietre vive che siamo noi che vogliamo essere in pace con Dio e con i fratelli.
Cristo è la nostra pace.
Cristo ci ha riconciliato con il Padre, Cristo ha fatto di noi “uno solo” trasformando la nostra natura, mettendo un germe, un lievito nella pasta informe che è la nostra natura, per trasformarci da orgogliosi e da egoisti in creature capaci di amare, capaci di volersi bene. Gesù Cristo compie tutto questo proprio nella Chiesa in tutte le celebrazioni liturgiche, dal battesimo, alla cresima, all’eucaristia e in tutti i sacramenti.
Adesso mi riferisco all’eucaristia che celebreremo tutti insieme. Sull’altare c’é un pane unico di cui tutti hanno il diritto di mangiare e, se tutti mangiamo un unico pane vuole dire che abbiamo un unico alimento, e vuole dire che abbiamo la possibilità di avere un unico sentimento nel nostro cuore, il sentimento dell’amore, perché Gesù Cristo diffonde il suo Spirito in mezzo a noi.
I bambini, oggi, tra poco, riceveranno l’imposizione delle mani e quindi il dono dello Spirito Santo, dono che noi adulti, papà e mamme, padrini e madrine abbiamo già ricevuto. Questo dono dello spirito di nostro Signore Gesù Cristo è dato a noi perché diffonda nel nostro cuore la carità che è la capacità di volere bene.
Ecco allora che, noi riceviamo da nostro Signore Gesù Cristo per mezzo del dono dello Spirito Santo, i doni che si possono ricevere nella chiesa e che sono il battesimo, la penitenza, l’eucaristia, la cresima, il matrimonio, l’ordine sacro per noi sacerdoti, e anche l’estrema unzione e acquistiamo la capacità di avere un cuore che ama come ha amato il cuore di nostro Signore Gesù Cristo e sappiamo che Gesù Cristo per amore ha dato tutto se stesso per noi.
Ecco allora il simbolo dell’altare. Il richiamo dell’altare è Gesù Cristo, figlio di Dio, che diventa uomo perché noi uomini possiamo diventare figli di Dio, perché nel nostro cuore ci sia una natura nuova, una capacità nuova, dei sentimenti nuovi che si esprimono nei grandi precetti, di amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze e amare i fratelli come noi stessi, non solo, ma come Gesù Cristo ci ha amato, cioè superando tutti i nostri interessi per il bene degli altri.
Miei cari, vi pare poco questo, che Cristo compie in noi? Vi pare poco quello che Dio vuole compiere nella sua chiesa, con questo richiamo così forte dell’altare davanti al vostro sguardo e alla vostra attenzione? Vi pare poco la consacrazione dell’altare che avrà il suo culmine
nella consacrazione dei vostri bambini e delle vostre bambine che riceveranno lo Spirito Santo?
OM 415 Felonica 71 – Consacrazione di un altare, 28 -Settembre