Presentazione
L’origine di questi schemi è molto semplice: dettando gli esercizi spirituali nella Casa Madre di un Istituto di Suore di vita attiva, fui pregato di proporre a viva voce il formulario per gli esami di coscienza; il metodo piacque e fu di particolare efficacia, tanto che fui ancora pregato di mettere per iscritto alcuni schemi che servissero a richiamare fortemente gli impegni della vita religiosa.
Accondiscesi anche a questo desiderio e poiché mi fu fatto notare che il vantaggio poteva essere esteso a molte anime religiose se gli schemi fossero stati stampati ecco che ho ceduto alla tentazione di far gemere i torchi.
I criteri che si sono tenuti presenti e che possono costituire l’ originalità del lavoro sono i seguenti: mettere dinnanzi alla Religiosa una norma chiara di perfezione desunta dal fondamento di essenziali verità dogmatiche; presentare la medesima sotto un aspetto positivo e aiutare l’attenzione a fissarsi su un punto particolare a cui si fa convergere tutta l’attività della giornata. Sicché i presenti schemi vengono ad avere un fondamento dogmatico, un aspetto positivo e una impostazione organica.
E le ragioni che hanno suggerito i criteri su esposti sono questi: l’ esercizio ascetico dell’esame di coscienza di una utilità insostituibile nell’acquisto della perfezione, è tante volte trascurato o per lo meno, non porta frutti proporzionati agli sforzi di chi lo pratica per la naturale difficoltà di ritornare sulle proprie azioni allo scopo di riferirle a una norma di vita morale e rilevarne le concordanze e le discordanze. Ed ecco allora il vantaggio di trovare un aiuto a compiere questo riferimento, col mettersi innanzi la norma di perfezione e richiamando alla sua luce tutte le azioni che deve guidare. Da rilevare che una buona norma di vita morale deve avere la forza di un valore che determini verso il bene la nostra condotta; più il valore che ci determina è elevato e più le nostre azioni sono perfette: di qui il vantaggio di riferire le nostre azioni a una norma fondata sulle verità dogmatiche più essenziali.
L’altra difficoltà nasce da una certa naturale sfiducia che prova alla ripetuta constatazione di difetti che non danno I’evidenza di scomparire; è invece di una utilità sorprendente e infonde una confortante fiducia il fermare l’ attenzione sull’aspetto positivo della vita spirituale la magnificenza dei disegni di Dio, la certezza del suo amore per noi la sovrabbondanza della sua grazia, la dolcezza dell’intimità con Lui, lo splendore della virtù, I’altezza della nostra dignità. I difetti balzano egualmente all’occhio per contrasto e in un’anima che sia decisamente avviata sulla via della perfezione finiranno di scomparire per l’amorosa sincera tensione della volontà verso il bene. Si finirà così di acquistare il gusto della vita religiosa che non deve esaurirsi nel meschino sforzo di eliminare i difetti ma spaziare nello sconfinato orizzonte di tutta la verità, di tutta la bontà e di tutta la bellezza.
Può esservi inoltre nell’uso di questo prezioso esercizio una dispersione di energie per la molteplicità dei punti su cui l’anima è chiamata a esaminarsi quando ogni azione è, considerata in se stessa; ciò che è evitato quando tutte le azioni della giornata sono considerate sotto un aspetto particolare unico che le orienta verso uno stesso sforzo di perfezione; così lo scopo che le ispira è unico ed essendo unico anche lo sforzo in cui convergono tutte le energie i risultati sono certamente più evidenti. Così per es. se le preghiere, le fatiche e i sacrifici della giornata sono riferiti tutti all’umiltà che li doveva ispirare, tutti serviranno a far praticare e per conseguenza acquistare questa virtù.
Pur avendo cercato di toccare gli argomenti più salienti non si è neppure tentato di esaurire tutti i punti che possono interessare la vita della Suora: altri schemi possono facilmente essere preparati seguendo il metodo usato nello stendere i presenti.
Per la pratica non è necessario raccomandare che si scelga lo schema che concorda di più con il proprio proposito particolare e che vi ci si debba attenere fino a quando, su consiglio del Confessore, non si scelga un altro punto. Che se poi questi schemi fossero trovati troppo elevati o troppo esigenti non è certamente il caso di tralasciarli, ma si dovrebbero fare gli sforzi necessari per conoscere bene la dottrina a cui si riferiscono con convenienti letture e meditazioni e poi convincersi che la vita religiosa se è almeno così concepita e così desiderata, ha tutta la ragione di essere, altrimenti è più sicuro e fruttuoso camminare per altra via.
Maria SS. Modello perfetto di vita religiosa benedica chi ha scritto e assista maternamente chi intraprenderà a praticare l’esame di coscienza su questi schemi.
sac. Carlo Ferrari
Tortona, Seminario, 4 Giugno
Festa S.Cuore 1948
Sulla grazia
Ti sei svegliata nell’atmosfera delle tue realtà soprannaturali
– hai tenuto la tua mente occupata nel pensiero che la grazia è la stessa vita che anima l’Umanità SS. di Gesù e che circola in te come dalla vite al tralcio
– che in forza di questa vita sei figlia del Padre come Gesù lo è per natura
– che gli uomini chiamati tutti a vivere questa vita, sono tuoi fratelli?
La preghiera è stata l’elevazione del tuo sguardo illuminato dallo Spirito Santo per arrivare in Gesù a fissarti nel volto del Padre
– recitando il «Pater». hai considerato che avevi diritto di dirlo “nostro” solo se ti trovi in Gesù, unita ai tuoi fratelli
– hai lasciato penetrare il sentimento della paternità divina nella tua anima?
La meditazione ha servito a rendere più chiare le realtà della grazia sia nella loro dignità come nelle loro esigenze pratiche?
La S. Messa l’hai vissuta come il dramma divino che ti ha meritato i tuoi privilegi soprannaturali
– Il Mistero dell’Incarnazione (per una più facile comprensione vedi lo schema a pag. 24) L’hai sentito come un invito a vivere la grazia del battesimo che è morte al peccato e vita in Gesù per Dio
– Il Mistero dell’offerta di Gesù l’hai vissuto come lo slancio che deve portare un figlio verso il Padre per formare le Sue compiacenze, richiamando gli impegni di fedeltà della Cresima che ha fatto di te un cristiano perfetto
– L’immolazione di Gesù ti ha fatto sentire il dovere di partecipare al Mistero della Sua Passione e Morte per mezzo della virtù e del Sacramento della Penitenza
– La Santa Comunione l’hai concepita come la tua unione di tralcio alla Vite mistica per essere da questa divinamente alimentata
– I SS. Sacramenti li hai considerati come i canali che ti mettono a contatto dell’Umanità SS. di Gesù, perché la vita divina possa fluire più abbondantemente nella tua anima?
Durante il giorno ha dominato il sentimento della sicurezza, della fiducia della gioia nel sentirti figlia di un Padre come quello che hai in Cielo
– Sei persuasa che le ansietà, i timori, le tristezze sono contrarie allo spirito della Grazia
– Se qualcuno di questi sentimenti ti ha turbato, avrebbe ancora avuto ragione di essere, se tu avessi creduto alla bontà, alla misericordia, alla tenerezza del tuo Padre?
Nelle occupazioni ti sei sentita « in iis quae Patris mei sunt » cioè occupala nelle cose che da te vuole il Padre tuo
– hai perciò cercato di fare contento Lui
– hai lavorato con calma, con diligenza, impegno e abnegazione
– hai evitato la preoccupazione di finire, di piacere a qualcuno e di cercare la tua soddisfazione
– ti sei forse lasciata sorprendere dallo scoraggiamento perché non riesci o non hai l’approvazione delle creature
– dunque per chi lavori
– il Padre non conosce la tua limitatezza
– il Padre non vede la tua buona volontà
– se il Padre ha scelto per te l’umiliazione invece del successo, ti deve rincrescere
– col tuo lavoro hai fatto fare bella figura al tuo Padre
– hai perciò valorizzato tutti i doni che ti ha dato per realizzare la Sua gloria
– hai l’ambizione di essere la più brava nel tuo ufficio?
Nei rapporti con quelli coi quali hai avuto a che fare questo oggi sei stata guidata dalla luce e dal sentimento della grazia
– li hai considerati, sentiti e trattati come fratelli
– il tuo e il loro Padre è contento dei pensieri, dei sentimenti, delle parole, dei tratti che hai usato con essi
– ha prevalso quindi la carità, l’umiltà, la modestia, il buon cuore.
Nelle tue visite in chiesa sei ritornata alla sorgente della tua vita
– I’ hai intensificata con le tue Comunioni spirituali
– nella meditazione dei misteri del Rosario hai rilevato tutto ciò che ha riferimento alla grazia?
Senti la dignità di Figlia di Dio
– ne vivi tutte le esigenze
– se essa è la vita di Gesù in te, puoi dire che Egli è la tua vita
– che non vivi più tu, ma che Egli vive in te, nel tuo modo di vedere, di sentire, di parlare, di agire?
Sullo spirito di fede
Destandoti hai lasciato inondare la tua anima dalla luce che ti viene dagli orizzonti della fede
– hai sentito e gustato Ia fortuna e il privilegio di poter incominciare fin da questa terra una vita celeste partecipando alla vita di Dio per mezzo dello spirito di fede
– hai pensato che lo spirito di fede ti fa vivere, giudicare, amare la vita e il mondo come li vede, li giudica, li ama Iddio
-la tua giornata l’ hai perciò concepita come un tempo prezioso per entrare più profondamente in questa concezione che Dio ha del mondo?
Andando alla preghiera sei entrata nel mondo della fede
– come hai sentito i tuoi rapporti con Dio
– hai pensato che il Padre è tuo Padre;
– che il Figlio è tuo Fratello;
– che lo Spirito Santa è tuo amico;
– che Maria è tua Mamma;
– che i Santi sono i tuoi fratelli arrivati in Patria;
– che gli uomini sono i tuoi fratelli di pellegrinaggio verso questa Patria
– ti sei sentita solidale ai peccati, ai dolori, ai meriti di tutti i tuoi fratelli d’esilio per offrirli sacerdotalmente in Gesù, il Primogenito, al Padre per ottenere misericordia, conforto e grazia, per adorare e amare?
La meditazione ha servito a rendere più luminoso qualche settore di questa visione cattolica del mondo, nei sentimenti e nelle azioni della giornata?
Hai considerato la Santa Messa come la vede Iddio: il ritorno degli uomini a lui sulla via tracciata da Gesù
– nelle parole della liturgia, che esprimono sentimenti di compunzione, ti sei unita all’avversione che ha provato Gesù per il peccato particolarmente nel tedio della sua agonia, e alle lacrime di dolore dei Santi per chiedere perdono dei tuoi peccati e di quelli dei tuoi fratelli
– nella parte dottrinale hai scorto la parola di Dio, rivelata per mezzo di Gesù custodita e proposta dalla Chiesa agli uomini per indicare loro la via del ritorno
– offrendo col Sacerdote il pane e il vino che rappresentano Gesù, te stessa e tutte le creature, hai inteso di metterti su questo cammino di ritorno a Dio
– nella morte mistica di Gesù, nella consacrazione, hai espresso il tuo annientamento e quello di tutte le creature per riconoscere che Egli solo è il Primo Principio
– unendoti all’Umanità santissima di Gesù nella Comunione hai pensato che formavi una cosa sola con le tre Divine Persone e con tutte le creature di cui Gesù è Capo
– hai pensato che l’unione coi tuoi fratelli stabilisce il grado di unione con gli ospiti divini?
Entrando nel piccolo mondo che ti circonda hai forse ristretto gli orizzonti che la fede ti addita
– hai pensato che quelli con cui hai contatto sono figli di Dio e tuoi fratelli
– ti sforzi di pensarlo questo a riguardo delle persone che ti sono più abitualmente vicine
– e questi pochi han servito a tenerti a contatto con tutti quelli che i tuoi occhi non vedono, ma che deve tener presente la tua fede: i piccoli, i poveri, gli ammalati, gli stanchi, i peccatori, quelli che hanno responsabilità di governo, i Sacerdoti, le anime consacrate, gli infedeli
– gli slanci di zelo che puoi sentire per la salvezza e la santificazione dei lontani hanno resistito a contatto di quelli con cui vivi
– si sono manifestati in atti di gentilezza, abnegazione, umiltà, ubbidienza?
Le attività di qualunque ordine a cui hai dovuto dedicarti le hai concepite come un mezzo per andare a Dio con la valorizzazione delle doti fisiche e spirituali che Egli ti ha dato perché nella vita realizzassi te stessa secondo il disegno che Egli, ha concepito da tutta l’eternità?
Sei preoccupata di alimentare lo spirito di fede con lo studio del catechismo, con la lettura dei libri sacri
– hai il desiderio di consolidare le tue convinzioni piuttosto che commuovere il sentimento?
Sulla presenza di Dio
Quando ti sei svegliata con chi ti sei trovata
– hai gioito nella certezza che il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo erano nel tuo cuore
– sei stata alla loro presenza prima di andare in Chiesa?
La tua preghiera è stata un colloquio animato da una fede viva, da una fiducia sicura, da un amore gioioso con gli Ospiti del tuo cuore?
La Meditazione è stata un incontro vivo con le Tre divine Persone; col Padre che ti proponeva il Figlio Suo diletto; con Gesù Via, Verità e Vita; con lo Spirito Santo luce della mente, forza della volontà, fuoco del tuo cuore?
Con la Santa Messa hai inteso, di rendere ogni onore e gloria al Padre, per Gesù, con Gesù e in Gesù, nell’unità dello Spirito Santo
– per questo hai sentito il bisogno di purificazione all’inizio del Divino Sacrificio
– ti sei unita a Gesù per offrirti e immolarti alla volontà del Padre
– nella Comunione hai pensato che il Padre ti rinnovava il dono del suo Figlio, che Gesù veniva in te anche con la Sua Umanità e che lo Spirito Santo ti applicava il frutto dei meriti del Salvatore?
Hai vigilato perché le occupazioni non ti assorbissero completamente
– quali sforzi hai fatto e quali industrie hai usato per ritornare col pensiero alla presenza degli Ospiti della tua anima
– almeno il cuore è stato con loro?
Delle persone con cui hai trattato ce n’è stata qualcuna che ti ha interessato più delle Persone Divine
– è stata solo la sensibilità che è rimasta colpita o anche la tua mente che ha valutato troppo umanamente qualche persona
– per quali motivi
– con quale intensità e durata?
Hai pensato che tutti quelli che incontri sono di fatto o almeno di diritto dei tabernacoli viventi
– quale è stato il tuo rispetto per loro: – nei giudizi, nei sentimenti, nelle parole, nel tratto?
Ti sforzi anche di formarti l’abitudine di avvertire la presenza di Dio nelle cose e negli avvenimenti
– abitui l’occhio a vedere il riflesso della bellezza di Dio nelle meraviglie della natura
– le leggi, che governano il mondo ti parlano della Sua Sapienza
– la maestà dei fenomeni naturali ti richiama al pensiero della Sua Potenza
– l’abbondanza di tutti i beni ti parla della Sua Bontà
– negli avvenimenti lieti e tristi sforzi di scorgere e di credere alla Sua Provvidenza che tutto fa cooperare alla manifestazione della Sua Gloria e alla santificazione degli eletti?
Ti sei sentita sola quest’oggi
– chi avresti desiderato vicino
– dunque non ti bastano le tre Divine Persone?
Sulla volontà di Dio
Svegliandoti li sei unita a Gesù nello slancio di andare verso la volontà di Dio dicendo:”Ecco, vengo, o Padre, per fare la Tua volontà?”
Mentre riordinavi la tua persona hai tenuto la mente occupata nel pensiero che nella volontà di Dio c’e ogni bene: la gloria sua e la tua felicità?
Nella Meditazione ti sei applicata per comprendere ciò che il Padre vuole da te
– hai cercato di capirne ì motivi
– hai previsto come avresti potuto corrispondervi lungo il giorno?
Durante la Santa Messa hai distaccato la tua volontà da te stessa e dalle creature con atti di contrizione e hai chiesto la grazia di conoscere la volontà di Dio (dall’inizio fino al Credo)
– hai offerto in unione con Gesù la tua volontà al Padre, mettendola sulla patena, e nel calice del Sacerdote, con l’accettazione anticipata di tutto ciò che Egli avrebbe disposto oggi per te (offertorio)
– ti sei unita a Gesù per immolare le tue vedute, i tuoi desideri, i tuoi gusti alla volontà del Padre (consacrazione)
– ti sei definitivamente unità a Gesù per avere la forza di andare con Lui a fare la volontà del Padre, (Comunione)?
Nelle tue occupazioni come ti sei di portata ?
-Ci sei andata per, accontentare il tuo orgoglio, il tuo gusto per piacere a qualcuno o per piacere al Signore
– hai offerto a Lui il tuo lavoro con la preghiera, chiedendoGli di custodirti nella Sua volontà
– durante l’occupazione hai usato qualche industria (il suono delle ore, un oggetto, un’immagine) per sorprendere il tuo cuore e controllare se era rimasto nella preoccupazione di fare la volontà di Dio
– alle tentazioni e alle suggestioni del tuo orgoglio, della tua sensibilità, alle lusinghe del!e creature hai sempre risposto che tu devi attendere alle cose che riguardano il tuo Padre ” in iis quae Patris mei sunt oportet me esse”?
Nei rapporti coi tuoi fratelli hai usato tutte quelle attenzioni di carità, di dolcezza, umiltà, garbo, sacrificando te stessa alla volontà di Dio che ti procurava quegli incontri ?
Nei Superiori hai visto i rappresentanti autentici della volontà di Dio
– ti sei sottomessa con fede,
– con fiducia nelle grazie con le quali il Signore accompagna i loro comandi
– con amore?
Nel suono della campana hai ascoltato la voce di Dio che ti indicava dove ti voleva la sua volontà
– l’ hai sentito con gioia
– l’ hai seguito con prontezza e generosità?
La Regola la consideri come l’indicazione pratica della volontà di Dio, osservando la quale puoi farti santa
– ne hai una grande stima,
– ne conosci bene lo spirito
– la osservi fedelmente?
Ritornando in Chiesa per le tue pratiche di pietà, hai chiesto ancora di conoscere la volontà di Dio e la grazia di poterla eseguire
– in particolare hai richiamato il pensiero della meditazione
– hai fatto tesoro della lettura spirituale
– hai rilevato gli esempi di sottomissione alla volontà di Dio contenuti nei Misteri del Rosario
– con Maria hai detto sovente: ecco l’ancella del Signore; si faccia di me secondo la tua volontà?
– Quali sono i punti nei quali hai mancato di più
– che cosa stabilisci per domani ?
Sulla meditazione
Appena desta, hai cercato di portare e di fermare il tuo pensiero sul tema della meditazione
– riordinando le tue cose hai cercato di richiamare alla mente i punti fissati la sera antecedente e il frutto che ne volevi ricavare quest’oggi
– hai scosso il torpore che ti avvolgeva pensando alla fortuna di essere attesa da Gesù che desiderava dí parlare al tuo cuore
– sei andata quindi con gioia verso la cappella ?
Le preghiere del mattino hanno servito a prendere con Gesù quel contatto vivo e personale indispensabile perché la meditazione sia davvero Gesù contemplato, capito e vissuto
– hai cercato di fermare la fantasia, la mente sulle circostanze evangeliche più adatte per immaginarti come Gesù ha vissuto la verità che ti vuole insegnare
– nella luce che avrai chiesto allo Spirito Santo, hai recato di penetrare tutti i motivi di ordine naturale e soprannaturale che illustrano la verità che Gesù vuole inculcarti in modo che essa diventi una convinzione operante
– hai quindi proiettata la luce della verità che hai compreso su tutta la giornata, applicandola ai particolari concreti che si sarebbero potuti verificare
– hai fatto in modo da figurarti vivamente gli atteggiamenti di pensiero, sentimento, parola e azione che avresti voluto avere per vivere la tua meditazione?
Per ottenere la grazia che la luce della meditazione si facesse più chiara e operosa l’ hai tenuta presente in tutte le pratiche di pietà?
I sentimenti di compunzione che può averti ispirato li hai esercitati nella prima parte della Messa particolarmente al Confiteor e al Kyrie’ Eleison
– hai colto dalla lettura dell’Epistola e del Vangelo tutti quei motivi che potevano confermare la verità che hai meditato
– le rinunce, i sacrifici inerenti alla pratica della meditazione hanno costituito parte dell’offerta che hai portato sulla patena e nel calice del Sacerdote
– alla Consacrazione ti sei immolata con Gesù nella volontà di praticare l’insegnamento che poco prima ti aveva inculcato
– durante la Santa Comunione ti sei fatta ripetere da Gesù presente nel tuo cuore ciò che ti aveva detto nella meditazione e gli hai chiesto di vivere in te con la forza della sua grazia?
Sei uscita di Chiesa tenendo ben ferma la fiaccola della verità che Gesù ti ha consegnato per illuminare tutte le tue azioni
– hai quindi aiutato lo sforzo della memoria con qualche piccolo ma altrettanto utile espediente: oggetto in tasca, sull’abito, immagine o cartellino sul luogo del lavoro
– sei stata perseverante nello sforzo di abituarti a chiederti in tutte le circostanze di persone e di ambiente, di occupazione: che cosa dovrei fare per vivere la meditazione?
Ti sei ricordata del pensiero della meditazione tutte le volte che hai pregato, tutte le volte che sei entrata in chiesa
– nell’esame particolare
– durante la visita al SS. Sacramento hai ancora ritrovato lo stesso Gesù che ti aveva parlato al mattino
– hai raccolto nella meditazione dei misteri del Rosario quegli elementi che potevano riferirsi alla tua meditazione?
In tutto il giorno ti è capitato di vedere, ascoltare, leggere qualche cosa che ti abbia interessato più di quanto avevi ascoltato nella meditazione?
Hai chiari nella mente i punti della meditazione di domani e il frutto che ne vuoi ricavare ?
La Santa Messa
Svegliandoti hai pensato a Gesù che ti attendeva per celebrare con te la Santa Messa
– hai cercato durante la levata di tenere la tua mente occupata sul significato di questo grande atto
– hai pensato che è il compendio della Redenzione cioè che Gesù rinnova i misteri della sua, Passione e Morte per animarci a morire a noi stessi affinché viviamo per Iddio?
Le preghiere dal mattino ti hanno richiamato al senso :della Redenzione facendoti prendere contatto con Dio, primo principio con atti di adorazione
– ti hanno indotta a detestare il peccato in quanto ti allontana da questo principio
– ti hanno spinta ad unirti con Gesù Salvatore per ritornare con Lui al Padre?
La meditazione ha servito ad illustrare qualche aspetto della Redenzione perché riuscisse più viva la tua partecipazione alla Santa Messa?
Vedendo il Sacerdote avvicinarsi all’altare hai pensato che Egli é Gesù che parlerà e opererà a tuo nome, come tuo rappresentante
– la prima parte della Santa Messa l’ hai considerata come la rinnovazione del mistero dell’Incarnazione in cui il Verbo santifica con la sua unione personale un’umanità creata come la tua perché sia una vittima degna della santità di Dio
– ti sei unita a questo primo mistero purificando la tua anima col pentimento che è così insistentemente espresso con le prime preghiere della liturgia e santificandola, coi sentimenti che ti doveva ispirare la lettura dei testi sacri?
L’Offertorio l’ hai considerato come la rinnovazione del mistero dell’offerta che Gesù fa dì se stesso al Padre espressa interiormente con l’ “ecce venio” pronunziato entrando nel mondo ed esteriormente con la Presentazione al Tempio
– hai partecipato a questo mistero facendo di te stessa, della tua vita, della tua giornata un’offerta al Padre in unione con Gesù come significa il rito dell’offerta del pane e del vino?
La Consacrazione l’hai considerata come la rinnovazione del mistero della morte di Gesù che, con il suo proprio annientamento adora, ringrazia, propizia, e implora il Padre rendendogli così il più espressivo omaggio di religione
– hai partecipato a questo mistero con la fede nell’immolazione di Gesù che rende attuale la sua morte esteriormente nella consacrazione separata del Corpo e del Sangue
– con la speranza, che ti assicura che Egli ‘muore ‘per te e con la carità con cui immoli tutto il tuo essere con Lui per riconoscere che Dio è il tuo Creatore, il tuo Benefattore, il Padre che hai offeso e il Datore da cui attendi ogni bene?
La Santa Comunione l’ hai considerata come la rinnovazione dei misteri della Risurrezione e dell’Ascensione di Gesù nei quali Egli dona la sua Umanità come lode al Padre, come beatitudine agli eletti, come cibo agli uomini nella sua presenza eucaristica
– ti sei ‘unita sacramentalmente o almeno spiritualmente all’Umanità Santissima, di Gesù per fare in Lui, con Lui e per Lui nell’unita dello Spirito Santo una cosa sola col Padre, con gli eletti e con tutti i tuoi fratelli?
Hai continuato la celebrazione della Santa Messa durante tutto il giorno
– hai continuato a vivere il mistero dell’lncarnazione con un desiderio sempre vivo di purificazione
– hai fatto servire a questo le fatiche , le contrarietà, le umiliazioni con la pratica della pazienza, dell’umiltà, della mortificazione e della penitenza con le quali;si opera il distacco dalle creature
– hai continuato il tuo offertorio considerando la tua attività di pensiero, di sentimento, di opere come un dono fatto a Dio che te lo chiede nell’esercizio dell’ ubbidienza (dono della volontà) della carità ‘(dono del tempo,delle proprie capacità, delle proprie sostanze, ecc.)
– hai continuato la consacrazione con l’immolazione di tutta te stessa: del corpo con la fatica, dei sensi con. Ia castità, dei pensieri sottomettendoli interamente alla fede, dei sentimenti conformandoli a quelli di Cristo, della volontà facendo sempre quella di Dio
– hai continuato la tua Comunione conservando in Gesù la tua unione con Dio per mezzo del raccoglimento interno ed esterno, alimentata dalla preghiera mentale e vocale, e la tua unione con i fratelli con l’esercizio della carità?
Sulla vocazione
Il primo pensiero di oggi è stato, come doveva naturalmente essere: io sono la Sposa di Gesù
– hai continuato a riflettere se non fossi stata scelta da Gesù,come sarebbe stato incerto l’appoggio che mi avrebbe dato uno sposo terreno; come sarebbe stato meschino l’ideale a cui mi sarei consacrata; come sarebbe stato povero l’amore che avrei raccolto; invece come sono stata fortunata !
Nella preghiera la fede nella tua vocazione ti ha dato la certezza che Gesù è tutto per te, che s’interessa di te e ti ama come se fossi l’unica creatura che esiste
– ti sei perciò sentita piccola ma piena di confidenza?
La meditazione l’hai ritenuta il momento prezioso delle confidenza del tuo Sposo
– ci poteva essere una parola più cara al tuo cuore
– in che conto l’hai tenuta ?
La Santa Messa l’ hai sconsiderata come il mezzo escogitato dall’amore infinito di uno Sposo Divino per rendere attuali i misteri della sua vita, con i quali egli fa di te una sposa eletta ,senza macchia e senza ruga da presentare al Padre Suo come lode eterna della Sua gloria
– Nella prima parte, che rappresenta particolarmente il mistero della lncarnazione, hai pensato che il Figlio di Dio ha animato un Cuore che doveva essere tutto per te
– hai sentito un bisogno profondo di purificazione per essere degna di tanto amore
– All’offertorio hai pensato allo slancio con cui Gesù si dona al Padre per tuo amore
– hai rinnovato l’offerta di tutta te stessa nel desiderio ardentissimo di essere tutta sua
– nella Consacrazione hai pensato che quell’ immolazione voleva essere l’attestazione attuale dell’amore con cui ti ama il tuo Sposo
– poteva darti di più
– hai corrisposto a questo Amore con un proposito deciso di immolare tutta te stessa nella pratica, fedele dei tuoi- voti religiosi
– La Santa Comunione l’hai considerata come l’espressione più viva del desiderio del tuo Sposo di fare una cosa sola con te
– hai fuso la tua anima nella Sua anima per vivere i suoi pensieri, i suoi affetti, i suoi desideri, le sue preoccupazioni, le sue gioie le sue tristezze
– hai sentito quanto ti sia necessario avere il cuore di una sposa ?
Con quali disposizioni sei andata verso le attività della giornata
– tutto ti ha interessato perché era interesse del Tuo Sposo
– hai sentito di essere la Sua collaboratrice nella ricerca della gloria del Padre
– le opere e le persone del tuo apostolato le hai considerate come le creature dell’amore di Gesù per te e del tuo amore per Gesù
– hai perciò scoperto la tua missione di Mamma
– hai gustato questa che è una delle gioie più necessarie per l’equilibrio della tua vita
– hai un cuore materno
– ne sviluppi la caratteristica che è I’abnegazione, donandoti alle tue creature (le opere a cui sei dedicata)
– l’hai fatto per il tuo gusto o per far piacere al tuo Sposo?
Nelle difficoltà, nelle contrarietà, nelle incomprensioni hai pensato che chi tiene conto di tutto, chi capisce tutto, chi deve compensare di tutto è soltanto Colui al quale tu hai donato te stessa
– hai sopportato perciò tutto per Lui
– hai forse cercato conforto, comprensione, amore al di fuori di Lui
– hai preteso di trovarne
– ti sei’ rattristata perché non ne hai trovato
– dunque non credi all’amore del tuo Sposo
– non ti basta
– lo conosci
– lo gusti
– mantieni il tuo cuore nella certezza viva di questo amore tutto per te
– ne senti la gioia
– la manifesti anche esternamente con la tua serena gaiezza
– come ti comporti in tempo di oscurità e aridità
– ti ostini a credere
– sei fedele soprattutto nei doveri di pietà fino al martirio del cuore?
Durante il giorno sei ritornata Per attingere certezza, forza e gioia: la certezza che Egli è l’appoggio della tua vita, la forza per donarti a Lui, la gioia di sentire il Suo Cuore tutto per te
– ai suoi piedi sei stata con la tua debole mano nella Sua mano forte, il tuo capo sul suo cuore, il tuo sguardo nei Suoi occhi divini’?
Sulla purezza
Svegliandoti ti sei gettata in ispirito ai piedi del tuo Sposo
– hai sentito come deve essere pulita la tua anima che deve fondersi con la Sua, come deve essere casto il tuo cuore che deve formare le delizie del Suo, come debbono essere immacolati i tuoi sensi che devono essere degni del contatto della Sua umanità santissima?
Nella preghiera vi hai portato la tua sensibilità per farla vibrare all’ unissono coi sentimenti dell’umanità di Nostro Signore Gesù Cristo (gioia, slancio, entusiasmo, tristezza, dolore ecc.)
– il tuo cuore per unirti alle aspirazioni del Cuore di Gesù
– la tua intelligenza e la tua volontà per unirle ai pensieri e desideri di Gesù
Nella meditazione hai applicato anche i tuoi sensi a contemplare il tuo Maestro perché ricevessero quelle divine impressioni che li rendono più docili all’influsso della Grazia e meno soggetti alle seduzioni del male
– hai dato sufficiente importanza al colloquio afettuoso che facendoti gustare le divine intimità ti sottrae all’attrattiva di altri affetti
– hai soprattutto illuminato la tua intelligenza di forti verita per rendere sempre più fermo il proposito di mantenerti in quella santità di vita che da te esige la tua condizione di Sposa del Verbo?
Nella Santa Messa hai sentito il bisogno di purezza, nei pensieri, negli affetti, nei sentimenti per renderti degna di unirti alla Vittima dell’altare
– hai offerto uno spirito, un cuore, un corpo immacolato che sia degno di essere rappresentato dal pane e dal vino offerti dal Sacerdote
– alla consacrazione hai rinnovato il tuo voto di castità con cui immoli anche le gioie legittime del tuo cuore e dei tuoi sensi
– alla Comunione hai sentito l’imperioso` bisogno di essere casta di spirito e di corpo per unirti all’Anima e al Corpo santissimo di Gesù?
Durante il giorno ti sei sforzata di vedere come vede Dio le persone e le cose perché non avessero a turbarti
– hai quindi visto gli uomini con lo sguardo sereno, sicuro, ordinato con cui vedi tuo papà e i tuoi fratelli
– ti abitui a vedere nella bellezza delle persone e delle cose un riflesso della bellezza del tuo Dio
– fai riposare i tuoi sensi nella contemplazione delle meraviglie del creato
– hai gusto per l’arte specialmente per quella che accompagna il culto – la musica – la pittura, la liturgia?
Senti talmente la tua dignità di Sposa del Cristo da sdegnare di dare il tuo interessamento alle bellezze e alle gioie mondane con la pratica della modestia e della mortificazione di tutti i sensi?
Attendi con naturalezza alla cura del tuo corpo
– sei serena alla presenza di te stessa
– la modestia, la mortificazione le pratichi per virtù o per scrupoli angustianti?
Hai saputo soddisfare alle esigenze del cuore che vuole amare, essere amato e gustare l’amore
– hai amato i tuoi cari, i tuoi Superiori, le tue Consorelle, le persone con cui devi trattare ma con naturalezza, con serenità, senza debolezze, sotterfugi e particolarismi
– nelle manifestazioni del tuo affetto sei stata religiosamente mortificata
– ma sempre con serenità e senza scrupoli
– in tutto ha sempre dominato lo spirito della Grazia del Signore
– hai amato sopra tutti lo Sposo della tua anima che è il più bello dei Figliuoli degli uomini
– per suo amore sei sinceramente disposta a distaccarti da qualsiasi persona
– gli protesti sovente questa tua disposizione?
La tua sete di affetto l’hai spenta nell’affetto che ti viene dai tuoi cari e da quelli che ti amano nel Signore
– nei momenti di disorientamento ti sei rifugiata nel ricordo dell’affetto della tua mamma
– soprattutto hai coltivato la certezza di essere amata da Gesù?
– Questi affetti li hai anche gustati
– li hai gustati come una manifestazione sensibile dell’amore che ti porta il Signore
– ti riposi soprattutto nella rievocazione frequente delle manifestazioni dell’amore che il cuore umano di Gesù ha per te
– i problemi della tua vita affettiva lì proponi sempre tutti, con chiarezza al tuo confessore?
Nelle suggestioni della tentazione sai portare subito la tua attenzione su oggetti buoni o almeno indifferenti e possibilmente concreti
– nella tua vita spirituale hai qualche pensiero particolarmente vivo a cui ricorrere come ad un rifugio durante le tentazioni
– fissi il tuo sguardo nel volto del tuo Sposo, negli occhi della tua Mamma Celeste con l’uso delle, giaculatorie
– se soffri di dubbi ubbidisci ciecamente al confessore
– tieni presente che il peccato è un atto che richiede la tua responsabilità e che quindi ne devi essere stata cosciente e padrona?
Sei convinta che per deliziare il tuo Sposo con la Purezza devi prima attrarre il suo sguardo con l’umiltà?
Sulla carità
AI primo risveglio hai sentito la gioia di appartenere alla grande famiglia dei Figli del Padre che sta nei cieli
– hai pensato che il desiderio più ardente di questo Padre è che i suoi figli si vogliano bene
– hai pure pensato come Egli abbia voluto il secondo precetto dell’amore per il prossimo, simile al primo dell’amore per Lui
– hai riflettuto che il precetto nuovo di Gesù, il Suo personale, quello per cui siamo riconosciuti suoi è il precetto dell’amore vicendevole?
Hai incominciato a esercitare questo precetto durante la preghiera, sentendoti solidale coi tuoi fratelli, pregando con loro e per loro?
Nella meditazione hai rilevato come qualunque verità el qualunque virtù cristiana ha un valore sociale, cioè contiene un riferimento alla carità
– hai quindi raccolto dalla meditazione nuovi motivi per renderla più fattiva ?
Durante, la Santa Messa, da Gesù che per dimostrarti il Suo amore diventa uno di noi, hai sentito un invito a partecipare di più, almeno col pensiero e col sentimento alle miserie dei tuoi fratelli
– con Gesù che si offre al Padre per la nostra salvezza hai offerto il tuo desiderio di donare qualche cosa di te stessa per i tuoi fratelli
– con Gesù che s’immola in croce per noi hai Immolato te stessa nella disposizione sincera di sacrificare la tua vita per la)salvezza delle anime
– la tua Comunione. è stata davvero un unione intima di pensiero e di sentimento con il Cristo completo cioè con Gesù` capo e i tuoi fratelli membra di questo capo
– i Superiori, le consorelle?
Quanti frutti hanno dato queste disposizioni lungo la giornata?
Nelle tue occupazioni hai sentito di essere al servizio dei tuoi fratelli, dei figli del Padre
– hai quindi atteso a tutte le tue occupazioni con diligenza, mettendo nei tuoi impegni tutte le tue capacita
– con pazienza
– con amorevolezza,
– con gioia?
Con i Superiori hai usato la carità di facilitare il loro compito mostrandoti lieta che ti facessero le loro osservazioni e confortandoli con la tua docilità e corrispondenza
– con le Consorelle non ti sei mai lasciata dominare da antipatia impazienza, invidia, gelosia
– hai pensato che per quella che tu ami meno Gesù nutre l’amore di uno Sposo
– ti sei preoccupata più che di far loro delle correzioni o dare degli insegnamenti di dire una parola cordiale, di usare una gentilezza, di sollevarle con una facezia opportuna
– hai contribuito a mantenere la serenità della Casa tenendo per te le tue pene e rischiarandola con il raggio di un volto lieto
– ti sei impegnata con tutte le industrie: a fugare i malumori
– hai soffocato le critiche, le lamentele deviando benignamente il discorso ‘su argomenti di comune interesse?
Con gli esterni ha svolto l’apostolato della gioia
– chi ti ha avvicinato quest’oggi puoi pensare che se ne sia andato, con l’ impressione che tu sei contenta di essere Suora
– avrà sentito che deve essere bello vivere vicino al Signore
– ti sei preoccupata più che di dire delle belle cose, di lasciare delle buone impressioni
– ti sei quindi dimostrata cristianamente umana
– pietosa – benevola – premurosa – delicata comprensiva?
Sull’umiltà
Hai fissato l mente appena desta sulle verità che Dio e tutto e tu sei nulla, che Egli è la Santità e tu sei il peccato
– sei andata quindi riflettendo che per sentirti a tuo agio devi tenere il tuo posto, che è appunto quello della realtà essenziale delle cose: ciò che sai e ciò che hai e tutto dono di Dio, di tuo c’è solo il peccato?
Nella preghiera hai preso il tuo posto naturale davanti a Dio: nulla, peccato, con sentimenti di adorazione e di contrizione?
La meditazione che doveva metterti a contatto con Gesù Cristo Uomo, ti ha fatto sentire come da tutti i tuoi atti e da tutto il suo insegnamento traspiri il sentimento del proprio nulla e quindi l’esigenza di riferire butto al Padre?
Avvicinandoti all’altare per la S. Messa, hai sentito il peso dei tuoi peccati e quindi il bisogno di umiliarti profondamente con sentimenti di sincera compunzione
– all’offerta del pane e del vino ti sei unita a Gesù per esprimere la tua dipendenza dal Padre
– ti sei annientata con Gesù che per continuare a esprimere il proprio nulla rende attuale la sua immolazione durante la consacrazione
– alla S. Comunione ti sei unita a Gesù Vittima di adorazione e di propiziazione con sentimenti di annientamento e di confusione?
Il sentimento dell’umiltà come ha influito nelle tue occupazioni
– hai davvero come Gesù cercato non la tua gloria ma la gloria del Padre con la rettitudine di intenzione
– sei stata persuasa che tutto ciò che di positivo c è nelle tue azioni è opera di Dio
– le tue capacità le hai riconosciute con naturalezza e ammesse come doni di Dio
– le hai perciò impegnate a fondo perché il tuo Padre fosse glorificato
– ti sei lasciata prendere dalla preoccupazione del giudizio delle creature
– la lode l’hai naturalmente riferita all’Autore principale delle tue azioni
– hai invece ritenuto per te il biasimo meritato almeno in quanto hai limitato la perfezione dell’opera di ` Dio
– dinanzi alle difficoltà e gli insuccessi, ti ha sorpresa lo scoraggiamento
– quale ne è stata la causa
– avevi confidato sufficientemente nell’aiuto di Dio
– l’avevi invocato con la preghiera
– avevi forse cercato il successo personale?
Come hai sentito e praticato l’umiltà nei rapporti con le persone
– l’ubbidienza è stato un atto di sottomissione a Dio rappresentato dai Superiori
– questa sottomissione l’hai trovata naturale e perciò è stata pronta, totale, gioiosa
– la convinzione del tuo nulla, ti ha portato logicamente a non pretendere l’ interessamento la stima, la lode degli altri
– quando ti sono stati dati li hai presi dalla mano di Dio come un conforto della tua debolezza
– il ricordo dei tuoi peccati ti ha disposto ad ammettere che meriteresti il disprezzo delle creature
– se non hai sentito il coraggio di desiderarlo e di cercarlo l’hai almeno sopportato quando sene è presentata l’occasione
– hai evitato di parlare di te e delle tue cose sia in bene che in male
– hai evitato tutte le singolarità che ti avrebbero fatta notare in mezzo agli altri
– hai custodito e favorito l’umiltà con la povertà del vestito e delle suppellettili di tuo uso
– hai poi evitato di concepire ed esprimere giudizi sul conto degli altri almeno perché ignori le loro intenzioni e il loro grado di responsabilità
– hai usato con tutti quel rispetto, quelle gentilezze, quelle premure che meritano le creature di Dio e i suoi figliuoli?
Tutte le volte che sei ritornata in Chiesa ti sei nuovamente incontrata con il Modello e la Sorgente dell’ umiltà
– nella recita del S. Rosario ti sei fermata sui numerosi esempi di umiltà che si possono raccogliere nelle meditazioni dei misteri.
Sulla personalità
Hai mai pensato al singolare privilegio di essere fatta a somiglianza del tuo Dio capace di conoscere e di amare
– che la caratteristica che ti distingue e ti pone sopra le altre creature è quella di essere intelligente e libera
– che perciò per essere perfetta secondo il disegno che Dio ha concepito creandoti devi tendere alla perfezione della tua conoscenza e della tua libertà
– che Dio è tanto preoccupato di questo che dispone l’opera della Redenzione appunto per illuminare la tua mente con la fede e fortificare la tua volontà con la grazia perché la tua somiglianza con lui sia più intima
– capisci allora che lo scopo della tua vita è conoscere la verità e volere liberamente il bene, cioè conoscere Dio unica Verità e amare Lui Sommo Bene
– e poiché conoscere significa orientarsi verso la verità e amare significa aderire al bene capisci anche che il senso della tua vita è quello di un ritorno a Dio in un atto di libera donazione
– hai capito anche che per conoscere e amare perfettamente Dio ti e necessaria la luce della fede di nostro Signore Gesù Cristo per l’intelligenza e la forza della sua grazia per la volontà
– che quindi il tuo ritorno al Padre ti è possibile solo in Gesù Cristo
– sei perciò arrivata alla conclusione che per raggiungere il massimo della perfezione devi appoggiarti à Gesù e che solo in lui realizzi tutta la tua personalità (cioè la tua capacita caratteristica di conoscere e di amare)?
E’ in questa luce che sei andata verso la tua giornata?
La tua preghiere è stata una ricerca amorosa del Padre nella luce della fede e un anelito di unione con Lui nell’esercizio della carità
– nella meditazione hai portato ha tua intelligenza alla scuola di Gesù per acquistare una conoscenza più chiara dei misteri e della volontà di Dio perchè la tua volontà aiutata dalla grazia si decidesse ad aderirvi con più fedeltà
– nella Santa Messa hai intonato la tua anima alla nota caratteristica della vita di Gesù che è quella di uno slancio di donazione per ritornare al Padre
– ti sei disposta al tuo ritorno con Gesù ritraendo i passi che ti avevano allontanato dal Padre con atti di sincera compunzione (fino al Kyrie)
– hai raccolto dall’Epistola e dal Vangelo tutti gli inviti a un sollecito ritorno
– all’Offertorio ti sei unita allo slancio dell’ ecce venio di Gesù
– per raggiungere la pienezza dell’essere e della santità di Dio hai sentito il bisogno di esprimere il tuo nulla e la tua miseria unendoti all’immolazione di Gesù durante la consacrazione
– unita a Gesù nella S. Comunione sei arrivata a formare con Lui una cosa sola col Padre?
Nei rapporti con te stessa hai sentito il bisogno di far prevalere i diritti dell’intelligenza e della volontà su quelli dei sensi e delle inclinazioni
– hai fatto servire le facoltà del tuo corpo a quelle dello spirito
– hai quindi mortificato le tue membra che militano contro lo spirito
– hai perciò dato al tuo corpo il nutrimento e il riposo conveniente onde evitare esaurimenti tanto nocivi per la vita spirituale
– ti sei preoccupata di sviluppare la vita del tuo spirito coltivando l’ intelligenza e la volontà
– hai usato della tua intelligenza per acquistare quello spirito di iniziativa che ti rende utile nel servizio del prossimo
– hai parimenti sviluppato il senso di responsabilità che ti rende padrona delle tue azioni
– la vita di comunità ha forse atrofizzato queste due insostituibili caratteristiche della personalità umana
– hai ben chiaro in mente che la vita comune ha per fine di armonizzare le diverse personalità, specialmente nella pratica dell’ubbidienza, dell’umiltà e della carità, e non di distruggerle
– hai concepito il lavoro come una gioiosa affermazione della tua personalità con lo sviluppo delle tue doti che sono i talenti che Dio ti ha dato da trafficare perché tu Gli dia gloria
– l’esercizio della virtù l’hai concepito come una scoperta del disegno dell’infinita Sapienza di Dio nel farti partecipare al concerto di tutte le creature e uno sforzo per conformarti a questo disegno
sei perciò persuasa che a base di tutto il tuo edificio spirituale ci deve stare lo sviluppo della conoscenza nella pratica della meditazione e dello studio delle verità della Fede, perché la valonta non può volere ciò che non conosce?
Nei rapporti coi Superiori come hai sentito tua personalità
– li hai considerati come i luogotenenti di Dio
– sottomettendoti a loro hai inteso di sottomettere la tua personalità a Dio
– comprendi che più la personalità e viva e più la sottomissione è meritoria
– e che più la sottomissione è completa e più e perfetta
– sei arrivata a sottometterti fino a sacrificare il tuo modo di sentire e di vedere
– hai reso ai Superiori il servizio di esporre le tue vedute, con la disposizione di sacrificarle se non fossero state accettate hai evitato il servilismo che sottomettendoti alla creatura, avvilisce la tua personalità?
Nei rapporti con gli uguali hai fatto sentire la tua personalità con la professione chiara e dignitosa delle tue convinzioni e dei tuoi sentimenti
– hai evitato di preoccuparti del giudizio e della stima degli altri, persuasa che essi non aggiungono nulla al tuo merito
– hai sopportato con forza e umiltà le critiche, il biasimo e la calunnia convinta che la verità si difende da se stessa e che del resto, per i tuoi peccati,meriteresti di peggio
– hai rispettato la personalità altrui rispettandone i sentimenti e le convinzioni
– hai riconosciuto con naturalezza i loro meriti e li hai sinceramente lodati
– per toglierli da eventuali errori hai usato modi persuasivi evitando ogni imposizione?
Nei rapporti con gli inferiori hai avuto rispetto per te stessa evitando ciò che avrebbe potuto diminuire la stima che essi devono avere per te
– ti sei preoccupata più di essere che di sembrare
– hai rispettato la loro personalità aiutandoli a capire ciò che volevi e facilitando il comando più che ti sia stato possibile
– sei stata chiara nel dare ordini
– hai cercato di chiedere più che di comandare
– hai permesso volentieri che ti esprimessero il loro pensiero e i loro desideri
– ne hai tenuto conto?
don Carlo Ferrari
edizioni X
Consiglio diocesano G.F.
Tortona
Visum: nihil ostat – D.Civeriati ,Rev. Eccl. -Derthonae, 25 Marzo 1948 Imprimatur- Sac. R. Macario, Vic.Gen.- Derthonae, 25 Marzo 1948
ST 190 Esame 1948