Processione del Corpus Domini 28 maggio 1970
Mons. Carlo Ferrari
Fratelli carissimi, si può affermare che questa processione è l’unica processione liturgica.L’anno scorso abbiamo detto uno dei significati di questa processione: il camminare nella nostra vita con Dio.
La processione del Corpus Domini, realizza in un modo sacramentale questo peregrinare, questo camminare insieme al Signore. Dobbiamo sempre ricordare che il nostro Dio si è stabilito in mezzo a noi per essere il compagno della nostra esistenza, per essere il sostegno di tutti i passi che compiamo nella nostra vita. Questo è indicativo per cogliere il senso della nostra esistenza.
Dio si é stabilito in mezzo a noi per essere accanto a noi: il creatore, il liberatore, il santificatore, colui che ci sostiene, colui che ci dà il pane della vita, il pane quotidiano per la vita del corpo e il pane dello spirito per la nostra anima. Ma, in questo camminare, in questo peregrinare della nostra esistenza accanto al Signore, la Rivelazione lo presenta a noi con una caratteristica particolare.
Il Signore, mentre conduceva il suo popolo verso la terra promessa, ha voluto che ci fossero dei luoghi nei quali egli manifestava particolarmente la sua presenza. Nel tempo antico c’era la tenda dell’incontro, c’era il tabernacolo, c’era l’arca dell’alleanza, c’era il tempio, tutti luoghi nei quali si incontrava più sensibilmente la presenza del Signore. Tutto questo era in figura, era un simbolo anticipato di quella realtà che noi viviamo oggi nel tempo definitivo della salvezza.
Noi abbiamo l’eucaristia.
Gesù ha promesso di rimanere in mezzo a noi, ma ha voluto che lungo il cammino della nostra vita, poiché noi viviamo nello spazio, ci fossero dei luoghi materiali nei quali lo possiamo incontrare con sicurezza. Uno di questi luoghi o uno di questi istanti nei quali noi incontriamo il Signore che è diventato uno di noi per vivere la nostra vita con noi, è il mistero eucaristico, che è la sua presenza sacramentale in mezzo a noi. Gesù è in mezzo a noi nel pane e nel vino consacrato non soltanto il momento della celebrazione del mistero della nostra salvezza. Gesù è in mezzo a noi nei nuovi tabernacoli delle nostre chiese nei quali egli garantisce, assicura di essere presente.
Questo non è un fatto trascurabile per la nostra fede; questo non è un fatto secondario per la nostra vita religiosa; questo è un fatto di primaria importanza perché noi, così come siamo fatti, abbiamo bisogno di avere delle certezze anche sensibili, abbiamo bisogno di poterci incontrare in determinati momenti della nostra giornata, della nostra vita con nostro Signore Gesù Cristo, con il mistero della sua presenza. Il mistero della sua presenza vuole dire: il mistero del suo essere di Figlio di Dio che procede dal Padre, che é unito al Padre, che é sempre con il Padre nostro che sta nei cieli, sempre nell’atteggiamento di comunicare a noi la sua vita attraverso lo Spirito.
Gesù ci attende come ha atteso la samaritana al pozzo di Sichem. Ci attende non tanto perché andiamo davanti a lui a depositare il peso che grava sulle nostre spalle in momenti particolari della nostra esistenza. Possiamo fare anche questo, ma Gesù ci attende perché andiamo da lui soprattutto per ascoltarlo. Gesù è sempre il nostro Maestro. Gesù è sempre la Verità.
E’ interessante ricordare il passo del concilio tanto richiamato dal magistero della chiesa oggi: “In una unica mensa, il pane della parola di Dio e il pane eucaristico”.
Gesù nel tabernacolo non è muto. Gesù nel tabernacolo è il suo vangelo, è la Parola di Dio che continuamente vuole annunciare a noi. Il vangelo stesso di nostro Signore Gesù Cristo è il bel libro per le visite al santissimo sacramento. Gesù vuole che lo ascoltiamo, Gesù vuole che lo accogliamo. Gesù sta in mezzo ai “suoi”, ma quanti non lo accolgono!
Noi dobbiamo accogliere nostro Signore Gesù Cristo nelle nostre persone, dobbiamo lasciarlo vivere in noi con quella vita che ci ha portato dal cielo perché noi diventiamo i figli di Dio; dobbiamo lasciare che Gesù entri nei nostri pensieri, nell’intimo dei nostri sentimenti, nell’intimo della nostra persona perché non abbiamo a sentirci soli, perché non abbiamo a sentirci vuoti, isolati e forse anche disperati.
C’è Uno con noi che vuole entrare nella nostra vita, non forzando la nostra libertà, ma imponendo il suo amore alla nostra libera accoglienza, per essere per noi sorgente di vita.
Gesù vuole essere accolto e vuole conseguentemente essere amato. Ricordiamo sempre che il mistero di Dio per noi è il suo amore per noi. Ricordiamo che Gesù è in mezzo a noi perché ci ama.
Ricordiamo che l’amore di nostro Signore Gesù Cristo è la ragione fondamentale della nostra esistenza, ed è tutto il senso della nostra vita.
Andiamo da nostro Signore Gesù Cristo ed esprimiamogli il nostro amore proprio dove egli è presente in mezzo a noi, e parliamogli. Quando Gesù vede uno di noi prostrato dinanzi al tabernacolo, davanti al suo sguardo ci stanno tutte le creature, ci sono tutti i figli di Dio.
Noi non dobbiamo andare da Gesù Cristo per nostro conto. Noi dobbiamo stare davanti a Gesù Cristo come un fratello che tiene presenti tutti gli altri fratelli, come uno che gli offre tutto quello di cui ha bisogno il mondo perché Egli possa entrare, attraverso la piccola porta che è ognuno di noi, nel cuore di tutti, perché egli possa entrare attraverso di noi nel mondo intero a portare la sua giustizia che è fondamento indispensabile per ogni giustizia nel mondo, a portare la sua pace che è l’unica sorgente della pace possibile nel mondo, a portare quella promozione della dignità d’ogni persona per cui egli afferma: “Tutto quello che avrete fatto ad uno dei miei più piccoli lo avrete fatto a me”.
Allora, allontanandoci dalla presenza di Gesù sacramentato, noi dobbiamo diventare un segno dell’amore di nostro Signore Gesù Cristo per tutti gli uomini, per tutti i fratelli.
Allora, allontanandoci dalla presenza di Gesù, non dobbiamo essere contenti soltanto perché siamo stati in chiesa, perché abbiamo pregato.
Allora, allontanandoci dalla presenza di Gesù, dobbiamo sentirci contenti perché impegnati verso tutti, contenti dell’impegno di esprimere qualche cosa della giustizia, qualche cosa della pace, qualche cosa della dignità, qualche cosa del rispetto della dignità verso gli altri che abbiamo attinto da nostro Signore Gesù Cristo e che Gesù Cristo vuole comunicare, attraverso noi, a tutto il mondo.
Adesso raccogliamoci alla presenza di Gesù. Mentre innalzerò l’ostia santa sopra tutti voi, rinnoviamo la nostra fede in quello che Gesù è per noi tutti: Via Verità e Vita.
OM 308 Corpus Domini 70 – Corpus Domini 28-5-70