Santi Pietro e Paolo 1972 in S. Andrea ore 18 -ordinazioni –
Interno di S. Andrea
Queste celebrazioni hanno un pregio incomparabile ma hanno anche degli inconvenienti. Se aveste lasciato le sedie dove erano, avreste veduto meglio e sareste stati più comodi. Io, adesso, forse chiedo di fare una cosa inutile: dico a quelli che sono in piedi sulla balaustra di scendere perché impediscono la visuale agli altri. Siete proprio bravi.
Sono qui per l’esercizio del mio ministero, per accogliere e trasmettere la parola di Dio che ci é proposta dalla liturgia della nostra grande celebrazione, nella solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo, di fronte a molti nostri sacerdoti e a questi figlioli che stanno per diventare sacerdoti.
E’ la solennità degli apostoli Pietro e Paolo dei quali noi, in qualche modo, continuiamo il ministero; ministero che si incentra in Gesù Cristo Figlio di Dio fatto uomo, che si rivolge ad alcuni secondo il beneplacito insondabile della sua volontà e li elegge, perché professino nella loro vita il servizio che egli stesso ha instaurato per la salvezza degli uomini.
Questi eletti: il vescovo e i suoi sacerdoti, stanno davanti a Lui già consacrati. Questi eletti stanno davanti a voi e ai candidati al diaconato e al presbiterato. A me stesso e ai miei confratelli nella professione del sacerdozio di nostro Signore Gesù Cristo ricordo: non siamo debitori alla carne e al sangue, non siamo debitori alla comunità e alla società, ma siamo debitori a nostro Signore Gesù Cristo che ci ha eletto nella sua misericordia infinita, e per questo ci rende debitori verso tutti i fratelli di portare in mezzo a loro la grazia che é Lui stesso in persona, la salvezza che é Lui stesso in persona, la liberazione che é Lui stesso in persona.
Miei cari, guardateci come coloro che vengono da nostro Signore Gesù Cristo, come coloro che non hanno nessun’altra origine se non Gesù Cristo, per essere ciò che sono per voi. Con noi ringraziate il Signore e per noi pregate perché corrispondiamo alla nostra vocazione e al nostro dono di grazia, affinché la corrispondenza alla nostra vocazione e al nostro dono di grazia, ci renda disponibili per voi come Gesù Cristo é disponibile per la salvezza di tutti. Pregate perché noi abbiamo sempre la coscienza illuminata per scegliere e mettere al primo posto, tutti i giorni, in tutti i momenti della nostra giornata, Gesù Cristo e soltanto Gesù Cristo crocifisso.
Gesù che ci chiama, compie l’esame della nostra vocazione, vuole in un certo qual senso, assicurarsi che abbiamo le doti per compiere il ministero che egli ci affida. E, sapete in che cosa ci esamina? Lo abbiamo udito dall’episodio che ci ricorda il vangelo di oggi. Gesù domanda a Pietro: mi ami? Mi ami più dei tuoi fratelli? Ecco chi dobbiamo essere. Ecco il nostro impegno.
Fratelli carissimi nel sacerdozio, noi dobbiamo predicare dinnanzi a questi i nostri fratelli nel battesimo e dinnanzi a questi fratelli che saranno accanto a noi, partecipi del sacerdozio di nostro Signore Gesù Cristo, l’amore che portiamo a nostro Signore Gesù Cristo. Del resto chi dovremmo amare se non il nostro Salvatore? Chi dovremmo amare se non colui che ci ama? Chi dovremmo amare se non colui che ci predilige?
Oggi si parla tanto di incarnazione, di dimensione orizzontale, di concretezza. Sì. Noi dobbiamo incarnare in mezzo ai nostri fratelli Gesù Cristo non noi stessi, non la nostra miseria, non le nostre debolezze. Allora é indispensabile che il nostro cuore appartenga a nostro Signore Gesù Cristo, che il nostro cuore sia il cuore di nostro Signore Gesù Cristo, altrimenti non incarniamo niente di positivo, niente di valido, niente di nuovo. La salvezza di nostro Signore Gesù Cristo passa attraverso il nostro cuore e passa con speditezza se il nostro cuore non é una barriera ma una diga aperta, ed é una diga aperta se é tutto posseduto da nostro Signore Gesù Cristo.
Qui é la nostra consistenza. Come possiamo essere concreti noi, se non abbiamo questo punto di appoggio, questa pietra angolare che é nostro Signore Gesù Cristo, con cui paragonare noi stessi, come hanno fatto gli apostoli? Voi pregate perché noi ne siamo sempre più convinti e, come vi ho già detto in circostanze analoghe a questa, sollecitateci, siate esigenti, richiedete che siamo in mezzo a voi come quelli che si distinguono perché amano di più nostro Signore Gesù Cristo: senza ambizioni, senza pretese, senza esclusioni. Ripeto, sollecitateci, guardateci, osservateci e, se vedete che non amiamo totalmente nostro Signore Gesù Cristo, che non siamo impegnati ad essere totalmente di nostro Signore Gesù Cristo – intendetemi bene-! State lontani da noi… Si fa presto a dire queste cose ma sono proprio queste le cose che valgono, che danno significato alla nostra esistenza, alla nostra stessa persona, alla nostra celebrazione.
Chissà quando nel nostro S. Andrea o in un’altra chiesa della diocesi si ripeterà una concelebrazione come questa, per l’ordinazione di quindici nostri fratelli all’ordine del presbiterato. E’ una grazia singolare. Il Signore é misericordioso. Imploriamo che questa grazia ci sia continuata.
Continuiamo la nostra concelebrazione stando attenti a tutto ciò che accade in mezzo a noi. Si compie la grande trasformazione di questi nostri fratelli per l’azione divina dello Spirito Santo.
OM 473 Santi Pietro e Paolo 1972 – S. Andrea ore 18 ordinazioni