Paderno del Grappa 4-5-6 Gennaio 1969 per l’Azione Cattolica
Cercherò di dividere la mia conversazione in tre gruppi di idee.
Il Concilio ha proposto ai credenti il tema della Chiesa. Nel Concilio c’è un’affermazione fondamentale che riporta nientemeno che il pensiero di Dio. Quindi non è il pensiero del Vescovo, non è il pensiero dell’uomo, fosse anche il Papa, è il pensiero di Dio. Il pensiero di Dio è questo: “Dio non volle santificare e salvare gli uomini individualmente senza nessun rapporto tra loro ma volle fare di loro un popolo che lo conoscesse nella verità e lo servisse nell’amore“. Entriamo bene nel pensiero di Dio.
Dio vuole operare la salvezza degli uomini personalmente non individualmente,cioè, vuole salvare delle persone umane e la persona umana è l’essere che ha necessariamente dei rapporti con gli altri. Iddio – si può dire – ha voluto salvarci mettendo in movimento questi rapporti, esigendo da noi che mettessimo in opera questi rapporti di vicendevole relazione responsabile tra le nostre persone. Iddio ha fatto quello che era necessario, perché noi arrivassimo a questa condizione di attuare i nostri rapporti personali con le persone degli altri uomini così da costituire – tutti noi insieme i credenti – il suo popolo.
Quando si dice che noi siamo il popolo di Dio, si mostra non tanto che siamo in molti che crediamo in Dio, ma che siamo un’entità unitaria, gente che si assomiglia, che va d’accordo, che ha dei comuni interessi. I documenti della Rivelazione non usano soltanto l’espressione “popolo di Dio” per indicare il modo con cui Dio ci vuole edificare e salvare.
Noi siamo la famiglia dei figli di Dio. Il cristianesimo è questo fatto stupendo. Dio ha fatto di noi i suoi figli. Dio per mezzo del suo Cristo ci comunica una vita nuova. Questa vita nuova è una partecipazione alla sua natura. Diventando noi figli di Dio, siamo i figli di un unico Padre e, se siamo figli di un unico Padre, siamo fratelli tra noi. La caratteristica dei fratelli è di amarsi, di volersi bene. Vedete come la condizione di peccato ha proprio inciso su questi aspetti dell’esistenza dell’uomo, per cui si è arrivati a quel proverbio: “Amore di fratello, amore di coltello”. Questo è il peccato.
Dio, invece, ci vuole mettere nella condizione di fratelli autentici che si vogliono bene. Dio ha voluto metterci in questa condizione -direi- costringente: volete essere miei figli e quindi volete salvarvi e volete, un giorno, avere parte all’eredità della mia vita che io vi ho preparato da tutta l’eternità? Dovete volervi bene tra di voi, perché non potete dire di voler bene a me che sono Padre se non volete bene a tutti i vostri fratelli che sono i miei figli. Quindi, noi per realizzare il nostro “essere cristiano” dobbiamo realizzare questa condizione nuova di figli di Dio e di conseguenza i nostri rapporti fraterni con tutti i figli di Dio.
C’è un’altra figura biblica che definisce il piano di Dio, il così detto Corpo di nostro Signore Gesù Cristo. Alle volte diciamo corpo mistico di nostro Signore Gesù Cristo. E’ il Padre stesso che ha voluto incentrare tutto e tutti nel Figlio suo diletto in un legame, in un vincolo stretto come quello che esiste tra le membra di un corpo: le membra sono unite tra loro per costituire un organismo. Capo di questo corpo, Capo di queste membra è nostro Signore Gesù Cristo.
Da queste poche affermazioni voi avete dinanzi la sostanza, l’essenza, ciò che conta, ciò che vale di più della Chiesa. Noi dobbiamo entrare in quest’ordine di idee che sono le idee stesse di Dio. La nostra catechesi ci ha abituato, quando sentiamo la parola Chiesa, a pensare più alle istituzioni della Chiesa che al fatto essenziale della chiesa, che corrisponde: all’immagine del popolo di Dio, all’immagine di famiglia del figli di Dio, all’immagine di membra del Corpo Mistico di nostro Signore Gesù Cristo.
Nella Chiesa ci sono le strutture: il Papa, i Vescovi, i sacramenti, le leggi ecclesiastiche, ma tutto e tutti nella Chiesa: debbono servire per l’edificazione del popolo di Dio, per l’incremento della famiglia dei figli di Dio, per la crescita del corpo di nostro Signore Gesù Cristo. Quindi: l’unione dei figli di Dio nella carità tra di loro, la comunione di vita dei figli dl Dio nell’unità della carità, l’amore vicendevole dei credenti, che ha come modello l’amore di nostro Signore Gesù Cristo che ci ha amato al punto di dare tutto se stesso per noi.
Questo è il fine che si é proposto Dio, Questo vuole Dio, Questo é il cristianesimo, Questo é la chiesa. Tutto il resto che esiste nella chiesa è un mezzo.
Notate bene: sono dei mezzi voluti da Dio, sono dei mezzi senza dei quali la famiglia dei figli di Dio non può né esistere né vivere, quindi sono dei mezzi indispensabili, da parte nostra insostituibili, ma sono dei mezzi che devono tendere al fine della comunione di vita tra di noi.
Da una comunione di vita tra coloro che credono ne deriva la Chiesa, non in astratto ma in concreto, cioè, ne derivano delle comunità. Saranno delle comunità parrocchiali o religiose o particolari come il seminario o occasionali. Una comunità occasionale è la nostra di credenti che stiamo insieme nel vincolo dell’amore fraterno. Sarà una comunità più allargata che è la chiesa particolare che si raccoglie intorno al Vescovo; sarà una comunione di comunità – le comunità parrocchiali comunicando tra loro e costituiscono la comunità diocesana; saranno le comunità diocesane che comunicano tra loro e costituiscono la Chiesa universale, la comunione di tutte le chiese.
Per quale motivo Iddio vuole salvare gli uomini come Chiesa, come comunità di amore, come comunione di vita nell’amore? Possiamo dare questa risposta ed è la risposta vera perché Dio è fatto così: Dio è una comunione di amore di tre Persone che si amano al punto di essere un solo Dio, di essere il mistero della Trinità, cui noi siamo legati per tutto ciò che riguarda la nostra salvezza. Chi ha preparato, voluto, procurato questa chiesa? Questa comunità di figli di Dio? Questa comunione di uomini nell’amore? Il Padre.
Tutto l’Antico Testamento è una preparazione della Chiesa. Tutto l’Antico Testamento è la storia del popolo di Dio. I così detti dieci comandamenti sono la carta costituzionale del popolo di Dio. I dieci comandamenti non stabiliscono soltanto i rapporti tra gli uomini e Dio, ma mettono le basi perché gli uomini vivano da popolo – gli ebrei- perché vivano insieme in un grado di amore come erano capaci di vivere a quel momento dello sviluppo della storia dell’umanità.
Questo si propone Iddio e quando vuole castigare il suo popolo che gli è infedele lo disperde come popolo. Ha sempre la cura di riservarsi un piccolo gruppo da cui far sorgere nuovamente il suo popolo. Questo lo farà ripetutamente fin tanto che non ci sarà il nuovo Israele preparato da tanti secoli, promesso dai profeti e poi realizzato nella pienezza dei tempi: la Chiesa.
Chi fa la Chiesa? Chi fonda la chiesa? Il Figlio che viene per fare la volontà del Padre. Il Figlio, che viene nel mondo a fare la volontà del Padre, non è soltanto una espressione di obbedienza ma è la esecuzione di un piano che corrisponde a questo: fare di tutti gli uomini una sola famiglia, la famiglia dei figli di Dio. Gesù dirà: “Quando sarò innalzato – quando sarò messo in croce- attirerò tutti a me stesso”.
Quando Gesù Cristo muore in croce dice: “E’compiuto tutto”, cioè, la chiesa ormai è fondata; ormai ci sono le condizioni perché la Chiesa sia una realtà, perché gli uomini siano capaci di volersi bene come io ho voluto bene a loro.
Prima di morire e dopo la sua resurrezione, nostro Signore Gesù Cristo, parla ripetutamente dello Spirito che sarebbe stato dato agli uomini. Notate che anche l’Antico Testamento ha di questi accenni. Il profeta dice che ad un certo punto della storia: Dio metterà nel petto degli uomini un cuore di carne, un cuore nuovo, perché darà il suo Spirito agli uomini. Gesù Cristo promette lo Spirito Santo, dice che sarà mandato dal Padre e da Lui. Gesù Cristo dice tante cose dello Spirito Santo, noi cerchiamo di riassumerle così: lo Spirito Santo viene ad operare in ognuna delle nostre persone ciò che ha disposto il Padre ed ha preparato da tutta l’eternità e che ha compiuto nostro Signore Gesù Cristo.
Lo Spirito Santo nella vita di Dio: è l’amore del Padre per il Figlio, è l’amore del Figlio per il Padre. Lo Spirito santo in Dio -secondo il nostro modo di esprimerci – è l’Amore.
Dio vuole fare di noi suoi figli? Manda il suo Figlio, perché noi vediamo come devono essere i figli di Dio, poi manda lo Spirito santo che diffonde nei nostri cuori la vita nuova: la vita dei figli di Dio portataci da nostro Signore Gesù Cristo, e anima questa vita della vitalità propria di questa vita, che è l’amore. Noi diventiamo capaci di volerci bene per l’azione che compie in noi lo Spirito santo;
noi diventiamo capaci di diventare popolo di Dio,
diventiamo capaci di diventare figli di Dio,
diventiamo capaci di amarci come del fratelli,
diventiamo capaci di essere uniti tra di noi nell’amore come le membra in un corpo, per la presenza e per quello che fa in noi lo Spirito Santo.
Ricordate lo Spirito Santo nel battesimo e nella Cresima. Adesso stiamo attenti a comprendere lo Spirito Santo nella Eucarestia. Il tema della Eucarestia è il tema proposto per questo anno all’Azione Cattolica, ma vogliamo accogliere, studiare, meditare, approfondire questo tema, perché il mistero eucaristico è -per così dire- il tramite necessario tra il mistero della Santissima Trinità e il mistero della Chiesa.
Guardate queste due affermazioni:
1) il mistero eucaristico è, nel tempo e nello spazio, l’attuazione più piena del mistero trinitario
2) il mistero eucaristico è la sorgente e il culmine, il vertice, la meta del mistero ecclesiale o della vita della chiesa, o più semplicemente della vita cristiana.
Quello che abbiamo sempre studiato nel catechismo è vero: l’Eucarestia è il sacramento che sotto le specie del pane e del vino contiene veramente corpo, sangue, anima, divinità di nostro Signore Gesù Cristo, per nutrimento delle anime. Questo è vero, ma sono vere soltanto queste affermazioni o ne suppongono anche delle altre o c’è anche un’altra ricchezza nel mistero eucaristico? L’Eucarestia è il pane dato agli uomini con questa differenza: mentre Dio nell’Antico Testamento ha dato un pane che discendeva dal cielo ma quegli uomini sono morti, il pane che Dio darà al nuovo Israele è un pane di vita eterna perché è il corpo e il sangue del Figlio suo, nostro Signore Gesù Cristo.
Al di là del corpo e del sangue di nostro Signore Gesù Cristo: al di là del pane e del vino che sono proposti come nutrimento della nostra vita spirituale, c’è chi li prepara e chi li dona, ed è il Padre che vuole fare di noi altrettanti suoi figli.
Gesù Cristo, presente nell’Eucarestia, non è presente di una presenza statica, è presente per fare qualche cosa, è venuto nel mondo per fare qualche cosa.
Gesù nell’Eucarestia è lo stesso Gesù della nostra salvezza, è lo stesso Gesù di Betlemme, di Nazareth, della vita pubblica, della morte in croce, della sua resurrezione.
Gesù nell’Eucarestia é specificamente Gesù che muore per la nostra salvezza e risorge per la nostra salvezza. Ma, morire e risorgere per la nostra salvezza, da parte di nostro Signore Gesù Cristo., che cosa si intende? Si intende: – fare di noi i figli di Dio, – fare di noi le membra del suo corpo, –fare di noi quelli che sono una cosa sola come Lui e il Padre che sono un Dio solo, operare, quindi, in noi il mistero dell’unità ecclesiale, il mistero della carità.
Il pane e il vino che riceviamo nella Eucarestia sono il corpo e il sangue di Gesù Cristo risorto, di Gesù Cristo vivificato.
Il Padre ha risuscitato il Figlio suo per mezzo di Spirito.
La carne e il sangue di nostro Signore Gesù Cristo nella Eucarestia sono il corpo e il sangue di nostro Signore Gesù Cristo glorioso, vivificato dallo Spirito Santo e reso vivificante. Dice una espressione del Concilio: è una carne vivificante, è una carne che dà vita. Recitiamo con il Credo: credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita. Il corpo e il sangue di nostro Signore Gesù Cristo sono vivificati e vivificanti per la presenza e l’azione dello Spirito Santo.
Chi porta a compimento l’opera iniziata dal Padre di fare di tutti gli uomini un solo popolo, operata da nostro Signore Gesù Cristo nel mistero della sua pasqua: la sua morte e la sua risurrezione, è lo Spirito Santo. Vedete allora la ricchezza del mistero eucaristico? E’ la ricchezza della presenza – per dire così- dell’azione della Santissima Trinità, tre Persone che sono un Dio solo, tre Persone che sono “Uno nell’Amore”, tre persone che attraverso il corpo e il sangue del Figlio che si è fatto uomo per la nostra salvezza, tendono: – a fare di noi una cosa sola, – un popolo solo, – un corpo solo, – una famiglia sola, – un unico tempio che si edifica nello Spirito: il tempio che si edifica da parte dello Spirito Santo.
C’è da tenere presente: la portata dei segni e dei gesti che Dio compie quando ci vuole dire le sue cose, quando ci vuole comunicare i suoi doni. L’Eucarestia che è data come nutrimento: pane e vino in ordine a una vita; l’Eucarestia che ci è data come banchetto, cioè in un ambiente di gente che sta insieme per magiare insieme, è l’espressione umana enormemente espressiva dell’unità dei commensali. Questo pane e questo vino che ci sono dati in questa mensa sono il corpo e il sangue sacrificato, quindi offerti al Padre: è Gesù Cristo che si offre al Padre per offrire al Padre: tutti gli uomini, tutti i suoi figli, tutti i membri del suo popolo, tutte le membra del suo corpo.
Ecco che, allora, la celebrazione della Eucarestia è il sacrificio della nuova alleanza, è l’espressione più piena, più alta del culto cristiano, ma nell’atto di prendere parte ad un banchetto, nell’atto di assidersi a mensa, nell’atto di stare insieme, nell’atto di prendere tutti insieme un unico nutrimento.
E’ appena un accenno a qualche cosa, ma c’è una ricchezza enorme da trarre da tutto questo che Dio ha fatto per noi.
* * * Paderno del Grappa stesso giorno Omelia alla Messa
Carissimi,
Celebriamo con Parola di Dio il nome di Gesù. Iddio quando chiama per un compito, molte volte durante la storia della salvezza, ha dato un nome nuovo a tutti i chiamati per quel compito salvifico: un nome che indicasse la sua missione. Anche al Figlio suo che viene sulla terra Iddio dà un nome: Gesù che vuole dire salvatore.Non c’è, infatti, sotto il cielo nessun altro nome dato agli uomini in virtù del quale, dice san Pietro, possiamo essere salvati.
Gesù è la salvezza. Gesù è la salvezza in persona. Tutta la persona di Gesù costituisce la salvezza: Gesù vero Dio e vero uomo. Vero Dio che è uno solo con il Padre in un abbraccio di amore infinito che è lo Spirito Santo. Vero uomo,fratello in mezzo ai fratelli, Figlio del Padre perché i figli degli uomini diventino i figli di Dio, nell’abbraccio della carità che lo porta a quella misura estrema d’amore di dare tutto se stesso per noi, per cui ci può dire: “amatevi come io vi ho amato”. Così si costituisce la famiglia dei figli di Dio.
Adesso celebriamo il nome di Gesù, cioè tutta la realtà, la totalità della sua persona di Figlio di Dio e figlio dell’uomo con la celebrazione eucaristica. Egli sarà in mezzo a noi. Egli sarà con noi. Ad un certo punto, in un modo realistico sacramentale, sarà in ognuno di noi per essere Gesù, per essere la nostra salvezza.
Vi ricordate in che cosa consiste la nostra salvezza? Non ci salviamo individualmente ognuno per nostro conto. Dio ci vuole salvare soltanto personalmente con quei legami vicendevoli che ci stringono in un unico popolo e in una unica famiglia, nella carità. Gesù è il nostro salvatore perché fa di tutti noi una cosa sola: come Egli e il Padre sono un Dio solo nello Spirito, noi dobbiamo essere una cosa sola nel medesimo Spirito che si renderà operante nei nostri cuori nel mistero eucaristico.
Esprimiamo la nostra fede. Io credo…
OM 193 Azione Cattolica 69 – Paderno del Grappa 4-5-6 Gennaio 1969 – Tre giorni di studio