Caserma, 4 Giugno 1970, ore 19 sul tema richiesto del matrimonio
Mons. Carlo Ferrari
Don Sergio mi ha chiesto di trattare, dinanzi a voi, questo argomento: il matrimonio secondo la rivelazione cristiana.
Il matrimonio da un punto di vista religioso cristiano perciò io tengo un discorso religioso. Un discorso religioso, non é un discorso di filosofia religiosa. Non è neppure un discorso di invenzione umana, che si può fare su un argomento religioso. Ma é un discorso tutto particolare: é la trasmissione da parte di chi parla in questo momento materialmente,
di ciò che Dio ha voluto dire agli uomini su un determinato argomento. In questo caso è il discorso di Dio sul matrimonio.
Direte: dove lo troviamo questo discorso di Dio sul matrimonio? La Bibbia, il libro sacro registra ciò che Dio ha detto a coloro ai quali si é rivolto personalmente, perché trasmettessero il suo pensiero agli uomini attraverso i secoli.
Io vi parlo del matrimonio. Non vi parlo dell’argomento più generico della famiglia che implica tanti problemi e tante questioni. Vi parlo del matrimonio come origine e fondamento della famiglia, quindi vi parlo di qualche cosa che sta “a principio”, che sta “a fondo” di tutto il complesso di situazioni, di impegni, di problemi, che é la famiglia.
Che cosa dice Iddio del matrimonio? Io so benissimo, a questo proposito, di non dire cose nuove. Però le cose che io leggo nella Sacra Scrittura intendo inquadrarle in tutto il pensiero di Dio, in tutto il discorso di Dio dopo questi avvenimenti di cui ci parla la Sacra Scrittura.
Dio, dopo avere creato tutto ciò che esiste disse:
“facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza”(Gn 1,26).
Poi, ripete ancora la Sacra Scrittura ed é proprio lo stile della Scrittura:
” Dio creò l’uomo a sua immagine; a sua immagine Dio lo creò; maschio e femmina lo creò” (Gn 1,27)
Più avanti, dice ancora la Scrittura, ed é sempre il capitolo primo e secondo della Genesi, – un libro della Bibbia –
il Signore, dopo che aveva visto tutte le cose pensò:
“Non é bene che l’uomo sia solo, gli voglio dare un aiuto degno di lui”.(Gn 2,18)
Secondo il racconto della Scrittura,(cf Gn 2-21-25)
“Dio fece cadere un sonno profondo su Adamo che si addormentò.
Gli prese una costola e al posto di essa ritornò la carne.
E il Signore Iddio, della costola tolta ad Adamo, formò una donna e la condusse da Adamo
e Adamo esclamò: ora sì che questa é osso delle mie ossa, é carne della mia carne,
sarà chiamata donna perché da uomo é stata tolta.
Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e faranno una sola carne.
Questo modi di esprimersi della Sacra Scrittura, noi non lo dobbiamo prendere alla lettera e trasferirlo al linguaggio, che é corrente per noi. Noi, quello che dice la Scrittura, lo dobbiamo prendere nel suo senso profondo e adeguarlo al nostro modo di pensare e al nostro modo di esprimerci.
Qui sono dette due cose importanti:
1) Iddio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza,
2) Iddio crea l’uomo e la donna e c’é una tale unità di origine dell’uomo e della donna, da parte di Dio che li crea, e c’é una tale unità di destino per l’uomo e per la donna, al punto che devono formare una carne sola.
Nel linguaggio della Bibbia la parola carne non vuole dire ciò che si vede della persona, e quindi praticamente che due persone debbono fare una persona sola, ma che due persone debbono vivere come se fossero una persona sola. Ora dunque, questo é il disegno di Dio: l’uomo e la donna, che hanno un’unica origine dalla creazione di Dio, hanno un destino ben preciso di costruire la loro vita tra loro, in modo da fare tra loro una sola persona, conseguentemente una sola esistenza, conseguentemente ancora un’unità strettissima ed unica nella esistenza.
Dio fa l’uomo a sua immagine e somiglianza.
Entriamo in un campo che potrà sembrare molto astratto ma che é concretissimo in quanto non si tratta di una concezione più o meno razionale di Dio, ma si tratta delle Divine Persone, si tratta della Santissima Trinità. Sapete che i misteri principali della nostra fede sono: l’unità e la trinità di Dio, l’incarnazione e passione e morte e risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. Il mistero di Dio, nella sua esistenza trinitaria, sta all’origine ed é il modello dell’esistenza della persona umana proprio con riferimento al matrimonio.
Il mistero trinitario, Dio solo tre persone, noi non lo spieghiamo perché é un mistero profondissimo, ma Dio stesso ha voluto fare intendere qualche cosa della sua vita intima, della stessa sua natura.
Attraverso tutto il tempo della rivelazione che va dall’Antico Testamento al Nuovo Testamento e ai tempi della Chiesa, noi vediamo in azione, in un modo distinto, le tre Divine Persone: il Padre che prende l’iniziativa di dare l’esistenza a tutto ciò che c’é nell’universo; il Padre, che prende l’iniziativa di porre l’uomo al vertice dell’universo e affida all’uomo il compito particolare di stare al vertice di tutta la creazione; il Padre che, dopo il peccato pensa di non abbandonare la sua creatura prediletta che é l’uomo fatto a sua immagine e somiglianza, quindi, che é l’espressione più alta del suo amore. E allora abbiamo tutta la storia dell’Antico Testamento dalla vocazione di Abramo in avanti,
in cui troviamo la preoccupazione di Dio Padre di salvare gli uomini.
Ad un certo punto entra sulla scena della storia un’altra Persona Divina: il Figlio Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo che svolge il compito – affidatogli dal Padre – della salvezza degli uomini.
Gesù Cristo, durante la sua vita terrena, gradatamente, per diverse tappe, espone il suo pensiero su Dio.
– Prima dice che Dio é Padre,
– poi dice che Dio é suo Padre,
– poi dice che lui e il Padre sono una cosa sola.
Gesù ci fa intendere molto bene che egli in quanto Figlio di Dio, é tutto uguale a Dio Padre.
Potremmo aggiungere un’altra affermazione di nostro Signore Gesù Cristo:
– Dio è Padre,
– Dio é suo Padre,
– Dio é nostro Padre.
Quando ci insegnerà a pregare, ci insegnerà a dire : “Padre nostro che sei nei cieli”.
Al termine della sua missione, Gesù, la seconda persona della santissima Trinità, introduce nella scena della storia della salvezza un terzo personaggio che é lo Spirito Santo, già promesso dai profeti e già promesso anche da lui. E dice che cosa farà. Noi sappiamo che cosa fa lo Spirito Santo nel giorno di pentecoste quando discendendo sugli apostoli li trasforma completamente.
Padre Figlio Spirito Santo sono un Dio solo. Qui é il mistero. Come fanno ad essere un Dio solo?
Proprio dalla Rivelazione, specialmente da san Giovanni, noi cogliamo questo:
il Padre intanto é Padre in quanto é tutto rivolto al Figlio, é tutto per il Figlio, é totalmente del Figlio.
Il Padre non é chiuso ed isolato in se stesso.
Il Padre é aperto agli altri in una disposizione di donazione.
Il termine della sua donazione é il Figlio e al Figlio dà tutto se stesso.
Gesù Cristo dirà: quello che é del Padre é mio, quello che é mio é del Padre. Sono espressioni che si dicono anche tra creature, ma tra noi sono vere in un certo senso. Là sono vere totalmente. Noi abbiamo questa indicazione dalla Sacra Scrittura in quanto, in tutto l’Antico Testamento, l’atteggiamento, l’essere, il vivere del Padre è tutto rivolto a Colui che dovrà venire, è tutto rivolto al Figlio che si farà uomo.
Il Figlio Gesù Cristo, dal momento che entra nel mondo fino all’ultimo respiro sulla croce, ci indica qual’é il suo atteggiamento di fondo nei suoi rapporti con il Padre.
Gesù é tutto per il Padre: “Vengo Padre per fare la tua volontà”;
Gesù é tutto nel Padre: ” Io sono nel Padre e il Padre mio é in me”.
C’è un atteggiamento, quindi, di totale donazione, una corrente che va dal Padre al Figlio che rimanda e che riceve: l’uno é per l’altro totalmente, essenzialmente e infinitamente senza condizioni. Dall’incontro di due atteggiamenti di due persone, che sono l’una per l’altra nasce, secondo il nostro modo di concepire e di esprimerci, un amore essenziale. In Dio, ciò che é essenziale, esiste essenzialmente, ed é lo Spirito Santo.
Tradotto in un linguaggio umano, tutto questo é molto vicino al tema che stiamo trattando. Tutto l’amore del marito per la moglie, tutto l’amore della moglie per il marito, ad un certo punto, diventa talmente concreto che ci sarà la presenza del frutto dell’amore che, nel nostro linguaggio, nel nostro ambito di paragone, é il figlio. Nella vita di Dio é amore. Come amore é lo Spirito Santo. Ecco perché le tre divine Persone sono Uno solo. Sono “Uno” perché: sono uno per l’altro, perché l’uno è dell’altro, perché l’uno è nell’altro.
Non insisto di più ma questo é fondamentale perché Iddio dice ripetutamente: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”.
Le relazioni personali in Dio:
del Padre per il Figlio,
del Figlio per il Padre
e dello Spirito Santo rispetto al Padre e al Figlio, sono la dinamica vitale dell’unica natura di Dio, dove c’é una distinzione infinita,
dove il Padre é infinitamente distinto dal Figlio perché é infinitamente Padre;
dove il Figlio é infinitamente distinto dal Padre perché é infinitamente Figlio.
Il Padre e il Figlio non si confondono nella loro identità ma formano un Dio solo, sono talmente uniti da essere un Dio solo, da partecipare ad un’unica natura – come ci esprimiamo noi nel nostro linguaggio- quindi la distinzione e l’unità.
Passiamo a quello che ci tocca da vicino. Un essere umano é persona, in quanto realizza se stesso nello stesso senso della dinamica della vita e dell’esistenza in Dio. La psicologia moderna definisce la persona dalla sua capacità di stabilire rapporti con gli altri. Siamo molto lontani dalla definizione della persona di Severino Boezio. La persona umana intanto vale, in quanto é capace di stabilire dei rapporti con gli altri.
La persona umana nel concetto di Dio e nella volontà di Dio, é un essere che realizza questa capacità “di dare” che è implicita dentro la sua natura. Il Padre dona tutto se stesso al Figlio; il Figlio dona tutto se stesso al Padre in un unico movimento di amore, quindi la persona é tale, in quanto é nell’atteggiamento di dare, ma di dare all’altro e non essere per se stessi.
La norma comune della concezione della vita é quella di essere per se stessi, mentre la costituzione della nostra natura secondo il disegno di Dio é quella di “essere per l’altro”, è quella di essere qualche cosa per l’altri, è quella essere tutto se stessi e non qualche cosa di insignificante “per gli altri”. Quindi, c’è l’identità e l’inconfondibilità della persona di ciascuno, ma totalmente per l’altro, totalmente per gli altri.
Nello stesso tempo questa dinamica porta ad accogliere: “dare per accogliere”, “essere per accogliere”, ” essere per fare posto a” E, siccome si tratta di relazione di persone, accogliere è: fare posto ad un altro nella nostra vita, non soltanto, ma proprio nella nostra persona nel più intimo di noi stessi. Perciò il rapporto “dare”, “essere per”, “accogliere”, “fare posto a”, trova la sua affermazione naturale nel matrimonio dove si attua la più completa e normale maturazione della persona, perché proprio qui uno stabilisce al massimo grado un rapporto con un altro, in quanto comunica tutto se stesso, in quanto il rapporto non é soltanto un rapporto egoistico ma complementare a due e allora fa tutto il posto all’altro. E’ la massima realizzazione della personalità di ciascuno.
Le cose viste fin qui mi pare che non contraddicano anche l’esperienza umana perché quando c’é un amore vero, un amore genuino, questo amore non é egoista. Soprattutto non è egoista un amore nel suo nascere. E’ una esperienza che fanno specialmente i giovani quando prendono la “cotta”.Dimenticano talmente se stessi. Sono talmente disposti ad andare nel fuoco e a dare la vita, che poi, ad un certo punto, diventano bugie!
In un determinato momento della storia dell’esistenza umana é entrato il peccato. Il peccato secondo la rivelazione é la rottura della dipendenza dalla fonte e dal modello della nostra esistenza, che é Dio, che è poi un rifiuto “del dare e dell’accogliere”, che è quindi un rifiuto del rapporto di amore. Dare e accogliere é un rapporto di amore con i fratelli. Il peccato potrà essere definito nei confronti coi dieci comandamenti e con i due grandi precetti, ma essenzialmente sta tutto nell’egocentrismo rispetto a Dio e nell’egoismo rispetto agli altri. Io, il mio interesse, il mio tornaconto, la mia soddisfazione: sono la conseguenza del peccato.
Purtroppo nella nostra vita e nella nostra condotta, c’è l’egocentrismo, il cardine intorno a cui deve girare tutto il mondo e l’egoismo il cardine cui tutti gli altri devono servire. Questi due elementi, che sono la conseguenza del peccato, annullano il senso del rapporto umano e particolarmente annullano il senso del matrimonio come espressione di amore, come realizzazione dell’amore nel senso in cui lo abbiamo definito e nel senso della possibilità di realizzare se stessi.
Noi tante volte ci confondiamo nel definire la personalità. Diciamo che uno é una personalità perché va bene alla radio oppure alla televisione, che uno é una personalità perché ha fatto carriera, perché ha fatto molti soldi, eccetera. Queste sono cose molto accidentali, molto secondarie in una persona.
Quando una persona é persona, la persona deve essere mio padre, mia madre, mio fratello, mio figlio, quello che importa è che la persona sia “mio padre, sia mia madre, sia mio fratello. Non importano la laurea, i soldi, la carriera, eccetera. Ciò che mi importa é la loro identità personale.
L’egocentrismo e l’egoismo impediscono anche la possibilità che uno realizzi se stesso, che uno acuisti un’autentica personalità in quanto uomo, in quanto donna, perché rompono la radice della personalità stessa che é la capacità di stabilire rapporti di amore con gli altri.
Facciamo un altro passaggio.
Nella sacra Bibbia, la storia é tutta dominata dal pensiero della salvezza dell’uomo, che si concretizza storicamente in Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, il quale attua questa redenzione, opera questa salvezza. Anche qui ci dobbiamo intendere.
Come dobbiamo intendere la redenzione? La Redenzione non é qualche cosa di astratto, di concettuale, di razionale, di filosofico e di religioso inteso nel senso di pratica, di riti, di devozione. La Redenzione é un fatto di vita che rende possibile il superamento dell’egocentrismo e dell’egoismo.
Leggo due passi della rivelazione a questo proposito.
San Paolo nella lettera agli Efesini scrive: ringrazio Dio con gioia che ci ha fatti degni di partecipare all’eredità dei santi nella luce, che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del Figlio del suo amore nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia ” Ecco dove si verifica la redenzione: la liberazione dal peccato come ve lo ho presentato: egocentrismo ed egoismo.
Dice ancora san Paolo: ma Dio che é ricco di misericordia, portato dal suo infinito amore con cui ci ha amato, quando ancora noi si era morti a causa del peccato – soggetti all’egocentrismo e all’egoismo- ci ha convivificato con Cristo”. Quindi, il passaggio dallo stato di morte allo stato di vita deriva da Cristo, perché é in virtù della grazia che siete salvati, è in virtù della vita che ha portato Gesù Cristo che voi siete salvati.
“Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nelle regioni celesti per mezzo di Gesù Cristo, per mostrare nei secoli futuri l’abbondante ricchezza della sua grazia nella sua bontà verso di noi in Gesù Cristo. E’ per grazia, infatti, che siete stati salvati mediante la fede”.
Io vorrei che non vi confondeste con la parola “grazia.” La grazia di Dio é la vita nuova che Gesù Cristo porta nel mondo. Gesù dice: “Io sono venuto per portare la vita e una vita più abbondante”. Gesù afferma: “Io sono la risurrezione e la vita”. La risurrezione dal peccato é la vita.
OM 295 matrimonio 70 – Caserma, 4 Giugno 1970, ore 19