Istanbul, 6-11 febbraio 1972 per le suore della scuola italiana
Questa mattina abbiamo accennato al progetto di Dio e allo svolgimento di questo progetto, che ha il suo compimento in Gesù Cristo e la sua attuazione nello Spirito Santo nella Chiesa. Prima di accostarci più da vicino al mistero della Chiesa mettiamoci da una certa visuale per poterlo comprendere meglio.
Abbiamo detto che Dio prende l’iniziativa dell’opera della salvezza,:la comunione di vita con Lui, e che questa azione di Dio ha un termine. Allora cerchiamo di metterci in adorazione dinnanzi al mistero di Dio che é il mistero trinitario.
Il Dio dei cristiani si chiama Padre Figlio Spirito Santo. L’azione che termina a noi, per la nostra salvezza, é opera del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Quando avremo raggiunto l’ultima tappa della salvezza, ci troveremo in comunione col Padre col Figlio e con lo Spirito Santo e vivremo della stessa comunione che esiste tra il Padre il Figlio e lo Spirito Santo. La comunione che si deve stabilire tra noi qui su questa terra, come conseguenza dell’opera di salvezza di Dio, ha il suo fondamento, la sua sorgente e il suo modello nel mistero del Padre del Figlio dello Spirito Santo, che sono un solo Dio.
Quando parliamo di modello di vita cristiana, noi pensiamo a san Giovanni Bosco, a Madre Antonia, alla Madonna, a Gesù Cristo. Il modello essenziale, primo e fondamentale della vita cristiana – possiamo dire della vita umana e della creazione intera – é l’unità delle tre Divine Persone di un unico Dio.
Questo mistero non dobbiamo affrontarlo in modo speculativo, intellettuale, dottrinale. Dobbiamo accostarlo come il mistero si accosta a noi, perché é Dio che viene incontro agli uomini. Dio in cerca degli uomini!
Un autore ebreo vivente ha scritto un libro intitolato: Dio incontro agli uomini.
Ed é un libro meraviglioso. Ad un certo punto, leggendo il suo libro ci si accorge che manca Qualcuno in Dio, tuttavia é di una religiosità autentica, profonda, vera e commovente. Noi che abbiamo la grazia singolare di sapere che Dio ci viene incontro – come l’hanno sempre avuta questa coscienza gli ebrei! – dobbiamo cogliere le manifestazioni di Dio, per avere più chiara la sensazione di ciò che é Dio: Padre Figlio Spirito Santo.
Il Padre Da tutta la Sacra Scrittura, dal Genesi all’Apocalisse, noi ci accorgiamo che c’é una Persona “di sfondo” da cui tutto deriva, a cui tutto si riferisce. Un giorno questa Persona avrà un nome perché ci sarà rivelato. Se non ci fosse stato rivelato noi non avremmo potuto sapere. Ce lo rivela Gesù Cristo il quale può dire: “Nessuno conosce il Padre se non il Figlio e nessuno conosce il Figlio se il Padre non glielo rivela”. Il Vangelo, tra l’altro, é tutto una rivelazione del Padre. La rivelazione del Padre non arriva improvvisa come un lampo.
Progressivamente ci fa intendere: – chi é il Dio di Israele, – chi é il Dio dei padri nostri, – chi é il Dio della creazione, – chi é il Dio della salvezza.
Il Padre è il Padre di nostro Signore Gesù Cristo, è lo stesso Padre che ama noi e che ci ama al punto di darci il Figlio Gesù Cristo. Ecco il Padre. Il Padre é l’origine, il principio, la sorgente da cui tutto deriva. Deriva in un modo misterioso ed arcano nella profondità dell’esistenza di Dio e in un modo ancora più misterioso nella esistenza di tutte le cose. Tutte le cose derivano da Lui, ed é Lui il fine,la mèta di tutte le cose. Tutto é rivolto al Padre.
Il Figlio Gesù Cristo é sempre rivolto al Padre. Gesù Cristo é sempre in cammino verso il Padre. Si legge nel Vangelo: “Quello che piace a Lui, faccio sempre”. Questo non é semplicemente un atteggiamento morale, ma é l’atteggiamento di tutta la persona di nostro Signore Gesù Cristo. Tutto il suo essere, tutto il suo agire é dominato da questo dirigersi verso il Padre. Gesù, il Figlio, il Primogenito di tutte le creature, é il modello di tutto ciò che esiste, é il Capo della Chiesa. Gesù Cristo é il centro di ricapitolazione di tutto ciò che esiste sia in cielo come in terra. Tutto esiste in Lui, tutto per mezzo di Lui é stato fatto perché Gesù Cristo é il Verbo, perché Gesù Cristo é la Parola. Che cos’è la parola? E’ l’espressione del pensiero. Se questo lo trasferiamo negli abissi insondabili del mistero di Dio, il Figlio é la Parola che esprime il Padre. Quando il Padre si esprime nella creazione ha dinnanzi a sé la Parola, il Disegno, il Modello con cui ha concepito tutte le cose. Guardate che non c’é una contraddizione tra il modello che é tutta la Trinità e il Figlio che é modello delle creature ai diversi livelli in cui si trovano, ed è modello particolarmente di coloro che sono rigenerati, perché il Figlio é la espressione del Padre. Ricordate la risposta a Pietro? “Chi vede me vede il Padre” Il Figlio é il modello ma anche il fondamento di tutto ciò che esiste. Ricordate san Paolo? “In lui tutte le cose hanno consistenza” E san Giovanni dice: “Senza di lui niente é stato fatto”.
Lo Spirito Santo
Lo Spirito santo è l’animatore unificante. Tutto questo é importante perché entra nel progetto di Dio. Poiché Dio é Padre, é Figlio, é Spirito Santo non ci può essere un altro progetto – secondo il nostro modo di esprimerci- dal momento che Lui é così.
Noi qui siamo sulla soglia del mistero. Noi qui stiamo balbettando. Noi non sappiamo come lo Spirito Santo sia l’animatore del Padre e attraverso questa animazione di amore generi il Figlio. Non sappiamo come lo Spirito Santo sia l’animatore del Figlio e attraverso questa animazione convogli il Figlio verso il Padre in una comunione di esistenza.
Non lo sappiamo, però sappiamo che é così. Non lo sappiamo perché non possiamo penetrare il mistero. Soltanto per grazia noi possiamo comprendere. La fede é un dono, ed é dono tutto ciò che accompagna la fede che ha diverse aperture, diverse capacità di penetrare, diverse illuminazioni.
Lo Spirito Santo é vivificante. Nel Credo diciamo: é il “Signore e dà la vita” – ed é unificante: crea comunione.
Il Dio unico nel mistero delle tre Divine Persone, -Padre Figlio Spirito Santo- é Colui che compie il mistero della nostra salvezza.
La creazione
Il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo compiono la creazione. L’universo in tutto il suo splendore, smaglianza, varietà ed armonia cela segretamente una unità. Tutta la creazione che si concretizza in altrettante creature, é “una” e tutte le creature sono tra loro interdipendenti in una unità mirabile, quasi imperscrutabile ma che noi molte volte percepiamo e constatiamo.
L’uomo
Nella creazione l’uomo e la donna sono l’opera della mano di Dio. Non per nulla, la Scrittura ci presenta – in un modo antropologico – Dio che, dopo avere creato tutte le cose con la potenza della sua volontà, plasma l’uomo con le sue mani per dire che c’é una intenzionalità più particolare e più profonda che lo lega all’uomo per cui lo pone come signore di tutto il creato. La creazione con tutti gli esseri che in essa esistono ci pone dinnanzi ad altri elementi che la contengono, la esprimono e le danno senso. Anche questo creato, cerchiamo di considerarlo un momento.
il tempo
Pensiamo a prima di tutto al tempo. Il tempo segna un inizio, uno svolgimento, un termine e il termine non é la fine. L’inizio é la creazione. Il termine sarà una nuova creazione perché Dio non si pente e continua la sua opera nel tempo e fuori del tempo. Dobbiamo acquistare questa nozione del tempo. Siamo nel tempo e viviamo nell’alternarsi delle vicende che hanno il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo come protagonisti. Dobbiamo quindi acquistare il senso dell’evento, dello scorrere, del camminare.
Non abbiamo qui una dimora permanente. In questa dimensione del tempo noi non ci troviamo per caso. Siamo qui, in questo istante perché Dio é con noi. Ciò che conta, è ciò che Dio compie nel tempo per noi.
L’oggi di Dio!
Abbiamo detto che questi giorni sono un tempo forte dell’incontro di Dio con noi,sono il tempo della presenza di nostro Signore Gesù Cristo che ci salva. Il senso del futuro non é giusto esprimerlo come il senso dell’al di là. No. E’ il senso di ciò che ci viene incontro. Nella liturgia diciamo: “Nell’attesa della tua venuta”. E’ Dio che ci viene sempre incontro, così che noi dobbiamo sempre mettere la nostra esistenza – come intensità- nel momento presente, perché il momento più prezioso della mia vita é questo istante, ma questo istante che sfocia sempre più avanti. Non avremo mai fatto l‘ultimo passo. Il punto di arrivo si sposta continuamente e non esiste l’indifferenza impassibile di Dio. Dio é sempre presente dove noi siamo presenti.
Dio opera in un modo storico. Lo spazio, il luogo, la situazione locale. In quel punto della terra Dio si é incontrato con Abramo. Su quel monte Dio ha parlato a Mosè. A Betlemme è nato Gesù Cristo il Figlio di Dio. A Gerusalemme Gesù Cristo il Figlio di Dio è morto. Dio agisce nello spazio della sua creazione e noi siamo nello spazio delimitato da tutta la creazione. Lo spazio che pesto coi miei piedi, é una parte di spazio che non è separata da tutta la dimensione dello spazio. Io sono in questo luogo, ma da questo luogo io sono in tutti i luoghi.
A questo proposito noi cerchiamo di dire qualche cosa della dimensione universale. Ma non é facile. Noi, che vogliamo essere cattolici, abbiamo la tendenza a chiuderci e più siamo localizzati e più ci chiudiamo. No. Più ci immergiamo nel luogo e nella dimensione spazio, più dobbiamo spaziare e comunicare con tutto l’universo. Noi che diventiamo angusti e ci pestiamo i piedi, siamo posti in questa dimensione universale da Dio.
Gli scienziati, oggi, pensano di avere le prove che l’universo fugge ad una velocità inconcepibile verso una dimensione spaziale sempre più ampia. A noi pare che non cambi nulla, invece la creazione va verso il suo compimento e noi non sappiamo dove sono i confini di questo compimento. Noi che siamo radicati in questo mondo creato, in questo mondo cosmico,noi che siamo dotati di pensiero e di spirito, dovremmo viverne tutte le conseguenze. Le intuizioni di Teillard de Chardin non sono fantasia. Possono essere più o meno scientifiche, più o meno esatte da un punto di vista teologico, ma sono intuizioni che hanno una verità.
Che l’uomo sia andato sulla luna e stia scrutando da vicino Marte, non deve essere un fatto che ci lascia indifferenti, perché é un fatto che ci porta “al largo” e noi dobbiamo vivere “al largo”. Guardate che nella nostra vita spirituale mancano questi elementi che sono della stessa creazione e quindi costitutivi del nostro essere! Tanti nostri difetti anche di ordine morale possono derivare da questa mancanza, e derivano da questa mancanza perché di fatto vogliono dire che ci manca qualche cosa. Ci manca una dimensione universale!
Capisco che queste sono considerazioni povere dette poveramente, però hanno una loro verità, hanno una loro grande, importante e decisiva verità per la realizzazione del Piano di Dio, dal momento che Dio ci ha collocato nella dimensione dello spazio.
Dimensione sacramentale
Una terza dimensione del creato é la dimensione sacramentale, vale a dire: rendere visibile, manifestare ciò che sta dentro, vale a dire conoscere l’invisibile attraverso il visibile perché il visibile é tutto una manifestazione di ciò che é Dio. Se guardo un orologio dico che é intelligente la persona che lo ha realizzato. Se guardo il mondo, e lo contemplo, e mi lascio “colpire dalla meraviglia”, e mi pongo in un atteggiamento recettivo, allora il mondo intero é una parola di Dio. E’ una parola per mezzo della quale Dio mi parla e fa qualche cosa per me che sono capace di intendere.
La contemplazione dinnanzi alla creazione serve nel senso di permettere che la creazione ci venga incontro. Se guardo una rosa in tutti i suoi particolari posso essere un buon botanico, ma se mi metto davanti ad una rosa e lascio che i suoi colori mi penetrino e mi meraviglino io sono un contemplativo. Così, se ascolto la musica devo permettere che la musica mi raggiunga e mi attraversi. Se sono preoccupato delle note o della tonalità, io faccio analisi e non ascolto musica.
La persona
Questo è l’ambiente in cui il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo agiscono. E noi? Ho avanzato una premessa per dire che noi non siamo spettatori nel Piano di Dio. Ho detto di lasciare che il creato venga verso di noi, perché in questo ambiente dell’azione di Dio, noi siamo chiamati ad essere, a nostra volta, attori protagonisti.
Il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo sono protagonisti. Noi siamo coinvolti in tutto ciò che Dio ha fatto, vuole fare ed esprimere per noi, quindi l’azione di Dio ha come suo termine diretto la persona umana. Di fronte a Dio noi siamo il termine immediato a cui egli si rivolge, per dire tutto quello che vuole dire, per fare tutto quello che vuole fare. Questa è la nostra persona! Notate che non dico: ecco la nostra anima, non dico- ecco la salvezza della nostra anima, perché Dio ci salverà così come siamo. Dio salva tutta la nostra persona, quindi il nostro corpo, la nostra anima, il nostro spirito. La concezione della persona nella antropologia biblica non é dualista come in quella greca che distingue anima e corpo.
La persona umana a cui Dio si rivolge, per la quale egli compie tutto, per la quale egli dà il suo Figliolo unigenito, é tutta la persona, è quindi il suo corpo, la sua anima, il suo spirito. Il nostro corpo é la nostra persona in quanto visibile per mezzo del quale noi ci incontriamo. Se non avessimo il corpo, non ci vedremmo, non ci sentiremmo, non comunicheremmo. Il nostro corpo ci mette in comunione con tutto ciò che ci circonda. Noi diventiamo sempre più dei “mutilati” perché non siamo più abituati a comunicare con l’universo. Anche questo non misurare più le distanze con i passi, non so come entra nel piano di Dio che ci ha fornito di gambe. Noi lasciamo che le nostre gambe si atrofizzino e ci portino, di conseguenza, tanti inconvenienti al fegato e ai reni. E al cervello! Noi, come creature di Dio, attraverso questo corpo col quale risorgeremo, dovremmo essere in comunione con tutto l’universo, con tutte le persone, per arrivare alla comunione con Dio.
Il nostro corpo non è una prigione, é la soglia dalla quale ci affacciamo sull’abisso del creato. Allora diventa importante anche una cultura fisica, proprio in ordine a quella spirituale. C’é gente che non dorme perché corre freneticamente, c’è gente che non digerisce perché non si muove. Non possiamo pretendere che questa gente faccia contemplazione! Non siamo nel progetto di Dio!
Sento la vostra domanda: e la nostra anima? e la nostra coscienza? e non semplicemente la coscienza morale? E io vi dico: siamo coscienti di tutta la realtà che Dio dispone intorno a noi nel mondo cosmico, nel mondo storico, nel mondo delle creature e degli avvenimenti? Essere coscienti, non significa sapere le notizie come si leggono sui giornali. Essere coscienti é prendere coscienza. Prendere coscienza é la funzione principale della nostra anima e del nostro corpo. Essere coscienti è essere desti e in sintonia con l’universo. Dio ci ha fatto così, quindi la coscienza é questa sintonia che sta molto prima della capacità di distinguere il bene dal male.
La nostra persona é costituita di Spirito di Dio, che ha spirato la vita nel primo uomo. La nostra persona é costituita di Spirito che “aleggiava sulla superficie delle acque”. E’ un linguaggio biblico per dire che, incominciava ad animare una creazione che era ancora inanimata. Il primo e l’ultimo respiro – come siamo soliti dire – sono fatti fisici dei quali sappiamo la natura, ma sono dei fatti che hanno un legame con la nostra stessa vita. Fatto sta ed é che questa nostra animazione, questo nostro essere vivi dipende da un elemento che ci comunica Dio, poiché Dio é l’animatore.
Nella Scrittura, quante volte é nominato lo Spirito, lo Spirito di Dio, lo Spirito Santo! E’ tutto un respirare in sintonia con un Altro respiro: di Uno che anima da dentro, di Uno che anima più profondamente, di Uno che anima più decisamente la nostra vita spirituale che é legata all’azione dello Spirito Santo.
Ecco come Dio ci raggiunge in ciò che egli vuole compiere per noi, in noi, con noi!
OM 435 Istanbul 72
Istanbul, 6-11 febbraio 1972