Lettera Pastorale
Maggio 1953, Monopoli
al Clero e al popolo della Città e Diocesi di Monopoli
Miei cari,
il 17 Aprile ha segnato un anno dacchè la Sovrana Volontà del S. Padre mi nominava Vescovo di Monopoli; da nove mesi mi trovo in mezzo a voi; fin dal primo giorno mi sono sentito più di qualsiasi altro uno di voi; mi sono accorto di appartenervi senza scampo: le vostre preoccupazioni, i vostri problemi, le vostre necessità, le vostre pene, le vostre gioie sono le mie; sono penetrato nel vostro modo di pensare, ho capito i vostri sentimenti, sono entrato nelle vostre abitudini. Posso dire di avervi visti tutti: non passa quasi settimana che non percorra tutta la Diocesi; mi sono intrattenuto con tutti, vi ho conosciuti e sono contento di essere qui. Qui in mezzo al vociare dei vostri bambini che io seguo sempre, circondato dall’affetto di cui il vostro cuore buono è così ricco, ascoltato con tanta attenzione, seguito in ogni movimento al punto che non vi sfugge nulla di quel che dico o faccio. E sono bastate le poche disposizioni liturgiche che ho date per capire quanto sia grande l’attaccamento alle vostre tradizoni religiose e in particolare la devozione che portate alla Madonna.
Più di una volta sono stato sollecitato a scrivervi; solo il timore di potervi sembrare convenzionale o retorico mi ha sempre trattenuto.
Siamo a Maggio. Per me e per voi questo mese porta un richiamo potente a un motivo che si lega inscindibilmente alla nostra vita religiosa, direi semplicemente a tutta la nostra vita.
La nostra storia è la storia della presenza della Madonna
Da circa dieci secoli la storia della Diocesi di Monopoli è legata in ogni suo avvenimento alla presenza della Madre di Dio, la cui Provvidenza ha forse voluto premiare una devozione già secolare e singolare facendo approdare alla nostra costa sulla grande zattera l’Immagine augusta che i nostri padri hanno venerato con culto filialissimo. E mentre di quella Immagine si moltiplicarono le riproduzioni, la dolce Effigie entrò in ogni casa ed ogni occhio che si aperse alla luce incominciò a riconoscerla Madre di Dio e le labbra si schiusero al Suo Nome e i cuori concepirono sentimenti buoni e ognuno nel percorere il cammino della propria esistenza la portò nel cuore la ricordò, l’invocò. Con Lei il lavoro fu meno pesante, la povertà meno insopportabile, la ricchezza più riguardosa, il dolore più consolato, la gioia più cristiana.
Le nostre feste sono le feste della Madonna
Di Maria avete capito la sua grandezza di Madre di Dio, i suoi privilegi, i suoi titoli, i suoi dolori e i suoi trionfi, la sua potenza e la sua bontà di Madre nostra. Non c’è ricorrenza liturgica che celebri i misteri di Maria che in Diocesi non sia solennizzata: la Natività, l’Immacolata, l’Addolorata, l’Assunta, il S. Rosario ecc.
Un popolo come il nostro che attraverso i secoli fu soggetto a tante vicende dolorose non poteva non sentirsi vicino alla Madre dei dolori: per avere conforto, per avere la forza, per avere merito.
Oggi mentre troppe cose cambiano e troppi valori tramontano, lasciate che il vostro Vescovo metta in luce nella vostra intelligenza e a fuoco nel vostro cuore questo valore inestimabile – che, guai a noi se si perdesse! – della Devozione alla Madonna.
E prima di tutto chiariamo il significato di devozione.
C’entra una persona nella devozione.
La devozione è un sentimento che proviamo verso una persona cara che ci spinge a sforzarci sinceramente per farle piacere: apprezziamo l’amabilità di una persona e ci industriamo di farla contenta.
Per noi la persona è Maria, Madre di Dio e Madre nostra.
Maria è una persona, cioè un essere reale, che esiste attualmente, che ci conosce, si interessa a noi, ci ama sinceramente, che per noi può fare tutto ciò che vuole.
E perchè Maria è Madre di Dio: in collaborazione con l’opera miracolosa dello Spirito Santo, ha fatto ciò che fa ogni mamma perchè il Figlio di Dio avesse un corpo come il nostro e dal momento in cui Gesù per mezzo di Maria ebbe una vita umana, verso la propria mamma ebbe i sentimenti che prova ogni buon figliolo: di rispetto, di ubbidienza, di amore.
Come è grande la Madonna! Come una mamma il cui figliolo fosse eletto re, diventa mamma del re e partecipa della di lui grandezza, così Maria che divenne mamma di Gesù che fu e rimane sempre Dio, è Madre di Dio e partecipa della Grandezza e Potenza di Dio.
Ma il motivo più decisivo della nostra devozione a Maria è la sua bontà che non è soltanto la bontà di una persona buona, ma addirittura la bontà di una mamma.
E’ proprio vero?
Maria è nostra madre.
La nostra poca fede ci può insinuare che sia esagerato pensare una simile cosa.
Invece è proprio così.
E’ madre chi concorre a dare la vita a una creatura. Dal giorno del Battesimo in noi c’è una vita nuova, quella della Grazia.
Chi ha meritato la Grazia?
Gesù
Come ha fatto Gesù a meritare la Grazia?
Vivendo, soffrendo e morendo da uomo.
Chi ha dato la possibilità al Figlio di Dio di diventare uomo?
Maria, con il « si » con cui accettava di diventare sua Madre.
E che cosa significava per Maria diventare la Madre del Salvatore?
Significava diventare la Madre dell’Uomo dei dolori, soffrire come nessuna madre ha mai potuto soffrire al mondo.
Che cosa sarebbe accaduto se Maria non avesse detto di sì all’Angelo Gabriele e non avesse accettato di diventare la Madre dolorosa del Salvatore?
O Dio avrebbe dovuto cambiare i suoi disegni o gli uomini sarebbero rimasti privi della vita soprannaturale e si sarebbero perduti tutti per sempre.
La sorgente della Grazia è Gesù, ma la mano che l’ha fatta sgorgare è Maria.
E’ chiaro quindi che la Madonna ha concorso efficacemente a darci la vita soprannaturale; è perciò esatto dire che Maria è nostra Madre.
Maria Madre di Gesù e nostra Madre è la persona verso cui vogliamo essere devoti.
Se la vediamo nella luce di queste verità, nasce spontaneo quel movimento reverenziale e affettuoso che ci spinge a riconoscere quanto Maria sia degna di rispetto e di amore e ci sentiamo sollecitati a sforzarci sinceramente per farle piacere.
Lei ha questi desideri.
Quali cose piacciono alla Madonna?
Che cosa vuole da noi?
E’ la mamma di Gesù: è possibile che non desideri che si voglia bene a Gesù?
Gesù ha speso tutta la sua vita per fondare la Chiesa cui affidò la predicazione del Vangelo, l’amministrazione dei s.s. Sacramenti, la guida delle anime.
Maria può essere contenta di chi non ascolta la parola di Dio, non frequenta i Sacramenti e non si lascia guidare dai Pastori stabiliti dal suo Gesù?
Maria è la mamma nostra: può essere contenta che viviamo in istato di peccato mortale, cioè calpestando il dono della Grazia di Dio che è costato la morte di Gesù e i suoi atroci dolori ai piedi della Croce?
Il peccato mortale ha causato la morte di Gesù: potevano dirsi devoti di Maria i Giudei che crocifiggevano il suo Gesù? Può dirsi devoto di Maria chi Lo crocifigge nella propria anima?
Quindi che apprendano gli insegnamenti di Gesù, ubbidiscano ai suoi rappresentanti, frequentino i .s.s Sacramenti è ciò che Maria desidera sopra ogni cosa dai suoi figlioli: tutto questo deve stare a base della nostra devozione alla Madonna.
E le processioni e i ceri e i fiori?
E’ vero, la devozione alla Madonna ha tante manifestazioni: fare celebrare, ascoltare .s.s. Messe in suo onore, unirsi al suo Gesù nella S. Comunione nei giorni dedicati a Lei, recitare il S. Rosario o altre preghiere, compiere opere buone, offrire le proprie fatiche o sofferenze per suo amore; onorare le immagini con ceri o fiori, ecc.
Chi manifesta così la sua devozione a Maria ha certamente una intenzione pia e buona; ma se lo fa senza conoscere i Misteri della nostra santa Fede, trascurando di osservare i comandamenti della legge di Dio, i precetti della Chiesa, i doveri del proprio stato e quindi vivendo privo della Grazia di Dio, è come un figliolo che scrive alla mamma, le manda i fiori, l’abbraccia e la bacia ma quando la saluta ha la mente lontana, il cuore occupato da altri affetti, e spende la propria vita per altre persone; quanto sarebbe più caro alla mamma non ricevere espressioni di affetto ma essere sicura di occupare i pensieri, gli affetti e di stare al centro della vita del proprio figlio.
E le immagini?
Un’importanza notevole nella devozione alla Madonna come del resto in quella alle stesse Divine Persone e ai Santi in genere, spetta alle immagini, cioè le raffigurazioni di Dio, della Vergine e dei Santi, scolpite o dipinte
Questo è naturale: Dio è puro Spirito e non lo si può vedere; lo stesso Figlio di Dio, benché Uomo come noi, sta in Cielo o è nascosto sotto le apparenze del pane e del vino nel Sacramento della Eucarestia; la Madonna e i Santi sono gloriosi in Paradiso.
Noi invece sulla terra viviamo una vita che è tutta legata ai sensi, i quali vogliono vedere, toccare, percepire insomma e quando una persona ci è cara ma sta lontana, ce ne procuriamo una certa presenza con il ritratto, oggi reso tanto facile dalla fotografia.
Facciamo la stessa cosa con Dio e con i Santi: ce li raffiguriamo con le immagini che servono appunto a chiamarci la loro presenza.
E la Chiesa è contraria?
La Chiesa Cattolica, nostra Madre e Maestra, ha sempre favorito il culto delle Sacre Immagini perchè sono assai utili per aiutare la nostra mente a pensare a Dio, alla Madonna, o a un determinato Santo e per stimolare gli stessi affetti del cuore, soprattutto quando l’immagine esprime con vivezza ciò che intende rappresentare.
I Protestanti ci accusano di essere idolatri sia perché onoriamo i Santi sia perché pensano che noi veneriamo le statue o i quadri in se stessi; ma la Chiesa rassicura noi e a loro risponde che il nostro culto non termina alle immagini ma alle persone che esse raffigurano e dichiara che i cattolici veri non sono attaccati ai crocifissi, o alle statue o ai quadri, ma a Nostro Signore Gesù Cristo, a Maria Vergine, ai Santi.
Risponde ancora che i suoi figli devoti quando onorano la Madonna o i Santi intendono onorare Dio che nella sua Sapienza, Potenza e Bontà ha operato le cose grandi e meravigliose che in essi scopriamo. I Cattolici si appoggiano agli esempi e alla intercessione dei Santi e della Madonna per diventare capaci di vivere una vita che glorifichi Iddio. Nella pratica poi della loro devozione, si fermano prima davanti al Tabernacolo che racchiude la presenza di Gesù in persona sotto le apparenze del pane, e solo dopo si sposteranno a pregare davanti a una immagine venerata; oppure se non osservano quest’ordine è solo per ottenere di presentarsi meno indegni davanti alla Misericordia di Gesù Sacramentato, dopo aver impetrato il conforto dei meriti della sua Madre o dei suoi Amici.
Qualche volta il Signore nella sua infinita sapienza e bontà si è degnato di manifestare la sua divina munificenza operando prodigi mediante le sue immagini o a quelle della sua Madre o dei suoi Santi e per questo alcune immagini nei più celebri Santuari del mondo attirano la devozione dei fedeli; ma essi ben sanno che i prodigi non avvengono per virtù della statua o del quadro ma per l’onnipotenza di Dio, che opera per l’intercessione della Vergine o del Santo.
La Chiesa, custode di Verità e di Virtù, ha sempre vigilato perché le Ss. Immagini corrispondessero il più possibile alla verità ontologica o storica di ciò che dovevano rappresentare e si è sempre preoccupata che fossero composte con le materie più nobili. Quando i Santi in una chiesa si onorano con culto pubblico devono essere titolari della chiesa stessa o almeno di un altare, tanto grande è il rispetto che essa ha per la Vergine e per i Santi.
Noi abbiamo una tradizione.
I nostri Padri queste cose le hanno capite molto bene e attraverso tutti i tempi, fino a qualche secolo fa; ci hanno lasciato dei monumenti che costituiscono l’ammirazione di tutti quelli che hanno la fortuna di contemplare le nostre belle chiese e i capolavori di architettura, scultura, pittura e artigianato che esse racchiudono. Chi può trattenersi dallo stupore nell’ammirare le maestose linee della nostra Cattedrale, la sobria eleganza dell’Amalfitana, la luminosità della Matrice di Fasano, l’armonia che si intravvede nell’architettura della ex Cattedrale di Polignano e quel gioiello che si è rivelata la Matrice di Cisternino? E so di tacere di molte altre Chiese che ben figurano nelle guide turistiche e nei cataloghi d’arte. Ma come non ricordare i ricchi e splendidi altari rinascimentali e barocchi, i gruppi statuari di uno Stefano da Putignano, e i numerosi quadri dei maggiori maestri della pittura Italiana, dal Veronese al Palma, a Vivarini, a De Mura…
In tempi a noi più vicini, quando forse per le vicende esterne di rivolgimenti politici e sociali, il senso del bello e lo stesso senso religioso si attenuarono, alcune delle nostre migliori chiese furono manomesse e deturpate da sovrastrutture di dubbio gusto. Ma il fatto più doloroso è che mentre si lasciarono miseramente deperire dei veri capolavori, si sostituirono con statue di carta pesta o rivestite di stoffa e si collocarono un pò dovunque nei sacri edifici.
Capitemi
So che queste considerazioni potranno dispiacere a qualcuno e forse non le avrei espresse se non mi avesse confortato a farlo quanto uno dei più illustri Vescovi di Monopoli, Mons. Monterisi (le cui pastorali ebbero risonanza in tutta Italia e all’Estero), ha lasciato scritto in proposito e da quanto aveva disposto nell’ultimo Sinodo diocesano a Mons. Migliore. Questi miei illustri predecessori, che vivono nel ricordo tanto caro e grato di quelli che tra voi li conobbero, hanno prevenuto le disposizioni della Suprema S. Congregazione del S. Ufficio del 30 Giugno 1952 a proposito dell’Arte Sacra.
Io mi sento in dovere di continuare l’opera intrapresa da chi prima di me ha guidato da Pastore buono il gregge ora a me affidato e di eseguire quanto il Rappresentate di Gesù in terra, il Sommo Pontefice, dispone per tutta la Chiesa.
Nessuno si lasci sviare da pochi disonesti interessati che si fanno paladini di Immagini Sacre per aver modo di confondere la voce degli Apostoli della Verità di Cristo.
Ritorniamo alla miglior tradizione.
A quel forte attaccamento alla tradizione, che ho avuto modo di scoprire nei miei figli, io mi rivolgo per incitarvi a far rivivere quanto di prezioso, di bello, di umanamente buono e cristianamente religioso ci hanno tramandato i nostri Padri: la venerazione, l’amore, la devozione alla gloriosa Madre di Dio e amabile Madre nostra praticata con la conoscenza dei Misteri della propria Fede, la pratica della Legge Cristiana, e l’ubbidienza ai Pastori delle anime nostre, espressa con la ricchezza e lo splendore dell’arte.
Pochi anni or sono l’augusta immagine della Madonna della Madia ha percorso tutte le vie della nostra Diocesi come una Madre che va a visitare i suoi figli e dovunque è stata accolta con manifestazioni commoventi ed entusiaste di devozione incontenibile; in questo Mese di Maggio io mi riprometto che Maria attraverso questo mio semplice scritto entri in tutte le case e sia accolta con gioia e generosità filiale.
Maria non vi accusa.
Il messaggio evangelico non presenta il benchè minimo pretesto per una lotta di classe. Oggi tutti accusano i ricchi. Li potrebbero accusare solo quelli che non lo vogliono diventare. Maria non vi accusa; se la accogliete in casa vostra essa vi farà sentire soltanto le sue preoccupazioni materne: la ricchezza non è un male, è un pericolo: per il cuore, per lo spirito, per l’anima. Il cuore può diventare insensibile, lo spirito può traboccare di egoismo, l’anima può sentirsi paga delle cose della terra e allora la miseria degli altri lascia indifferenti , i diritti degli altri non si vogliono riconoscere, il Paradiso lo possedete già.
Lasciate che Maria i ricordi che quei beni che dite vostri, prima di servire ad aumentare i vostri patrimoni, devono garantire casa, pane e vestito a chi li rende fruttiferi col proprio sudore.
C’è un posto in casa dei poveri?
Quando nacque il suo Bambino si trovava in una stalla, poi dovette emigrare lontano dalla propria casa in un paese straniero; Gesù quando fu adulto non aveva neppure una tana che fosse tutta per Lui.
Poveri, non è così anche di voi?
Ma voi lo credete che i vostri bambini sono tesori più preziosi dei campi dei ricchi? lo credete che l’affetto dei vostri figli vale molto di più delle gioie che procura la ricchezza? lo credete che i vostri affanni , i vostri disagi, le vostre privazioni e quelle delle vostre creature se sono supportate, come fece Maria, per amor di Dio, vi meritano una felicità infinita?
Maria ha creduto tutte queste cose, e fu beata lei e portò la salvezza al mondo.
Non ignorate più, ormai, con quanta simpatia io vengo verso di voi: appena mi rimane un pò di tempo scendo di preferenza nel « paese vecchio » e percorro tutti i vicoli, per me ancora tanto complicati, e spio attraverso ogni apertura la vostra vita. Quando porto una misera caramella ai vostri bambini, che sbucano da tutti gli angoli, come vorrei arrivare carico di tutto l’oro del mondo per togliervi dai vostri sotterranei, dall’unica stanza forse umida e senza sole – ma sempre pulita – dove vi pigiate in cinque o in nove; per dare lavoro a chi me lo cerca ogni giorno; per retribuire chi lavora, in proporzione delle molte bocche cui non è giusto che debbano bastare pane e foglie di insalata.
Sapete anche che non ho mai taciuto o trascurato nulla perché ne ha il dovere e il compito provveda alle vostre più che legittime esigenze, non con la semplice assistenza ma dandovi la possibilità di lavorare, risparmiare e migliorare le vostre condizioni.
Però quante volte mi capita di pensare: e quando avranno un lavoro, una casa e un piccolo patrimonio che renda più consistente la loro vita ci crederanno ancora che il più prezioso tesoro sono i bambini, che le più belle gioie sono gli affetti familiari, che i dolori della vita presente servono a preparare la felicità della vita futura?
Maria ha creduto.
Non vi fidate almeno di Lei?
Basta con noi! La tradizione ci ricorda che almeno in tre casi la Gran Madre di Dio operò prodigi per sottrarre i suoi simulacri ai pericoli di profanazione in cui si trovavano sull’altra sponda adriatica li fece approdare sul suolo della nostra privilegiata Italia. I luoghi prescelti furono Loreto, Genazzano, Monopoli.
Le eresie e gli scismi che sconvolsero il Medio Oriente prima e le invasioni della Mezzaluna che portarono ovunque distruzione e morte, avevano reso impossibile in quelle terre il culto cattolico.
Ciò che si prepara in Italia in questi giorni, può avere delle conseguenze irreparabili. In tutte le piazze una propaganda sleale sta facendo balenare miraggi di chissà quali soluzioni economiche per carpire l’appoggio del popolo, arrivare al timone di governo della Nazione e instaurare nella legge e nel costume false ideologie negatrici di Dio, della Chiesa e della Morale Cattolica. Ma ciò che più allarma qui nell’Italia Meridionale, dove un popolo sano e devoto attende una giustizia da tanto tempo negata , è che tutti si protestano religiosi e rispettosi di ogni religiosa tradizione.
Si preparano forse i giorni in cui Maria sarà costretta a portare in altre terre la sua augusta Immagine?
O Maria che hai tanto prediletto il mio popolo da stabilire in mezzo ad esso il segno della tua presenza attraverso i prodigi operati dal giorno che qui approdasti con la tua dolce effigie, illumina questi tuoi e miei figlioli perché sappiano guardarsi da tutti i falsi profeti. E come a chiari segni hai fatto intendere che solo per le mani del Vescovo stabilivi qui la sorgente delle tue grazie, così oggi ottieni che essi siano docili e dal loro Vescovo si lascino condurre ai tuoi piedi per ottenere dal tuo cuore pegni sicuri di prosperità e di pace.
Mentre il cielo si oscura carico di minaccia per gli errori e le distruzioni che incombono, resta con noi, o Maria, Madonna della Madia, Protettrice nostra.
Monopoli, 8 maggio 1953
Carlo Ferrari – Vescovo
Per la prima S. Comunione e S. Cresima
A voi genitori,
La prima Comunione e la S. Cresima sono gli atti più significativi e importanti della fanciullezza dei vostri bambini: si incontrano la prima volta con Gesù e ricevono la grazia di vivere da forti la loro fede.
Non è solo il dovere del Sacerdote di proedere alla loro preparazione, ma è dovere e soprattutto interesse vostro che da questi atti i vostri bambini ricavino il maggior vantaggio possibile.
Si tratta di due Sacramenti e il loro frutto è proporzionato alle disposizioni di chi li riceve.
Affinchè i vostri bambini imparino a « leggere e scrivere e far di conto » li mandate a scuola per nove mesi all’anno, per cinque anni e, se appena potete, li fate continuare a studiare. E perchè imparino cose molto più difficili della grammatica e dell’aritmetica, come sarebbero l’ubbidienza, la sincerità, la generosità e tutti i doveri della vita cristiana, vi pare che debbano bastare le affrettate lezioni di catechismo della prima Comunione?
Capita assai comunemente di sentirvi ripetere che i bambini di oggi non sono più quelli di una volta, vi lagnate che non sono più rispettosi e ubbidienti; forse vi preoccupa anche il fatto di scoprirli assai maliziosi. Dite un po’: in proporzione di tutto ciò che vedono, ascoltano e leggono di licenzioso, di immorale e di violento, quanto vedono e ascoltano di buono, virtuoso e cristiano?
Non vi pare che i vostri bambini abbiano proprio bisogno di tanto catechismo?
E allora capite anche voi che faccio bene, per quest’anno, a non amministrare la S. Cresima a quelli che si accostano appena alla prima Comunione e che farò ancor meglio nei prossimi anni ad esigere per l’ammissione alla Cresima l’attestato di frequenza delle quattro classi parrocchiali di catechismo. Dagli adulti il prossimo anno esigerò che portino il catechismo a memoria, come i bambini.
Non voglio pensare che della prima Comunione e della Cresima se ne faccia un « interesse » o un occasione per sfoggiare del lusso; il giorno che me ne persuadessi, disporrei che i bambini e le bambine si presentino alla chiesa con i grembiulini della scuola.
So di essermi rivolto a genitori cristiani che vogliono, a costo di qualunque sacrificio, il bene dei loro figli e perciò ritengo di essere stato inteso.
Per questo vi benedico assai.
Carlo Ferrari – Vescovo
La Presidenza Diocesiana di A. C. curerà la distribuzione della presente in tutte le famiglie