quando subentra Cesare De Agostini 1977
Hai dato lo spunto anche per completare il discorso che io in altre occasioni, mi pare nel consiglio presbiterale, ho detto più volte che, per diventare un giornale locale e deve essere un giornale locale, non un bollettino parrocchiale, ma deve un giornale locale, cioè della Diocesi di Mantova quindi, conseguentemente della provincia di Mantova. Ci debbono essere dei servizi che riguardano i problemi dei comuni e della provincia di Mantova.
Io dicevo che ci dovrebbe essere una persona -non so se tra di voi ci può essere questa persona che ha anche il tempo perché partecipi ai consigli più importanti della provincia, del comune di Mantova, a certe adunanze che si fanno a diversi livelli più o meno di provveditorato, di commissioni, sui quali si potrebbe riferire e sui quali l’opinione pubblica finalmente aprirebbe gli occhi, si accorgerebbe di quello che avviene dietro le quinte.
Quindi io se posso esprimere un desiderio rispetto a un personaggio che voi sapete che io conosco , cioè a don Stefano é proprio quello di curare un po’ i servizi.
Quindi, quando io ti vedo giù non é che mi convinci. Io ti vedrei molto più volentieri fuori come già facevi a principio. Lo hai fatto più di una volta. Ti sei portato nei vicariati o in altre zone e lì hai scoperto i problemi, lì sei venuto a contatto con le realtà della Diocesi, ma anche con le realtà politiche, amministrative, eccetera, della Diocesi.
Mi pare che tu abbia fatto dei servizi sulla tua zona .Ma questi servizi devono diventare più organici, devono diventare più puntuali. Insomma questo é il compito. Lui (De Agostini) che vive di notte e dorme di giorno, questi servizi non li può fare, mentre tu li potresti fare.
Questo vale anche per la divulgazione del giornale. I titoli e le colonne stampate le può fare anche don Giannino. Tanto non vi offendete se vi dico le cose come le penso e come potrebbero essere.
Quello che tu hai detto, quindi, lo condivido pienamente e desidero che il giornale abbia, non tanto più grinta o sia più graffiante, no, perché non é nello spirito del nostro giornale di essere magari polemico, ironico o altro, ma di mettere il dito sulla piaga, con molto rispetto, ma nello stesso tempo a viso aperto, con documentazioni sicure e con giudizi critici sempre ispirati al Vangelo, per quanto si possono emettere giudizi su realtà umane
Questo il giornale lo deve fare proprio per svolgere quella azione di cui parlava Bollini. cioè noi abbiamo proprio – adesso vediamo le reazioni di Monsignor Mantovani e mi ci metto dentro anch’io – conseguentemente una Diocesi e una provincia che un po’ dormono.
Mormorio
Questo l’ ho detto io. E’ che, non siamo sufficientemente attenti alle novità che ci vengono incontro, i problemi quindi che ci vengono incontro. Facciamo fatica adattarci alle richieste che ci vengono e quindi anche ad avere le risposte convenienti per queste richieste che ci vengono fatte. Non é compito facile però deve essere compito del giornale e poco per volta, il giornale si deve orientare a questo.
Avete sentito che io non ho pronunciato giudizi sul giornale.
Io, il giudizio che pronuncio sul giornale é l’impegno, la fatica e i sacrifici che tutti fanno per farlo uscire da quello che ho chiamato buco, con quella povertà di mezzi e di strumenti di cui siamo dotati. Ma viva la povertà quando ci dà la possibilità di fare cose che fanno meravigliare anche i grandi tecnici.
continua una lezione di giornalismo fino alla fine della cassetta
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