affinché siate riempiti di tutta la pienezza di Dio
Monopoli – 18 settembre 1966
Miei cari, è in questa piccola assemblea che sta intorno all’altare di Dio per ascoltare la sua parola e per disporsi ad offrire il sacrificio eucaristico, che si è inserito un avvenimento tanto significativo. Alcuni di voi, alcuni di quelli che come tutti voi appartengono al popolo santo di Dio, questi vostri fratelli preparati da lungo tempo non soltanto attraverso lo studio, ma soprattutto attraverso la disciplina della vita, la meditazione del significato della vita e la preghiera, sono stati chiamati per nome, qui, davanti all’altare e hanno ricevuto per bocca della chiesa l’invito a compiere una scelta: la scelta tra l’eredità di questa terra e l’eredità di Dio, la scelta tra l’amore di questo mondo e l’amore per il regno dei cieli.
Durante questa celebrazione, mentre noi siamo tutti radunati ed il Cristo col suo spirito e la sua grazia è in mezzo a noi, ha trovato la risposta. Il primo ha detto: Signore tu sei la mia eredità, la mia porzione, la mia parte di eredità e gli altri, col silenzio tanto significativo e tanto impegnativo hanno risposto – lo sappiamo, noi siamo liberi di rivolgere il nostro cuore alle creature di Dio, buone, sante come lui le ha create, ma per amore di queste creature che non sarà una, ma saranno mille e anche diecimila, noi rinunciamo a questo amore e scegliamo di amare Iddio sopra tutte le cose con tutte le nostre forze, per poterci dedicare ad amare tutti con tutto il nostro cuore e a fare di noi stessi un tutto che si dona per gli altri.
Questo, miei cari, è il significato evangelico, religioso, vero di ciò che si è compiuto durante questa santa celebrazione. E’ per voi come per tutti noi, ma per loro particolarmente che S. Paolo piega le ginocchia davanti al Padre del Signore nostro Gesù Cristo, da cui ogni paternità in cielo e in terra trae nome, come ha annunciato uno di questi che ha ricevuto il potere di leggere la parola di Dio nella Chiesa.
Questi giovani che non vogliono farsi un patrimonio e una famiglia su questa terra, riceveranno da Dio un’altra eredità e quella paternità che è partecipazione della paternità stessa di Dio. E allora l’apostolo san Paolo prega per noi perché, secondo la ricchezza della sua gloria, siano rafforzati con potenza nell’uomo interiore per mezzo del Verbo di Dio, per mezzo della Chiesa che, man mano che saliranno i gradini dell’ordine sacro, diventerà sempre di più l’azione stessa di Dio.
E l’azione stessa del suo Spirito nei loro cuori li renderà forti interiormente, rafforzati con potenza nell’uomo interiore. Perché nell’uomo esteriore cioè come creature, sono come tutti voi: siamo come tutti voi. E’ soltanto per la potenza di Dio operante in noi, per la virtù dello Spirito Santo che è in noi interiormente nei nostri pensieri, nella nostra volontà, nelle nostre decisioni, nei nostri sentimenti che noi siamo forti. Forti per resistere alle seduzioni delle ricchezze e dell’amore che ci presenta questo mondo, ma direi soprattutto forti per essere capaci a dare, giorno per giorno, tutto noi stessi; le energie, l’esistenza, la salute, il tempo per i nostri fratelli.
Ecco l’augurio che facciamo a questi presenti e che voi figli carissimi dovete fare sempre a tutti i ministri del Signore:
“Che Cristo abiti mediante la fede nei vostri cuori e radicati e fondati nella carità voi possiate comprendere con tutti i santi la larghezza la lunghezza, l’altezza, la profondità della carità di Cristo che trascende ogni conoscenza affinché siate riempiti di tutta la ricchezza di Dio”. Il mondo molto facilmente guarda a quelli che si consacrano a Dio: religiosi, religiose, sacerdoti, come a degli sciocchi che non capiscono niente e che non fanno bene i loro calcoli mentre, invece, il Signore secondo la preghiera di san Paolo, vuole che le cose siano comprese nella loro vera realtà e nella loro vera luce, che è la luce della fede.
Cristo abiti mediante la fede nei vostri cuori così che il vostro amore, la vostra carità possa avere un fondamento e possiate comprendere che l’amore di Cristo è più prezioso di qualsiasi ricchezza materiale, che l’amore che vi porta Cristo è infinitamente superiore all’amore che vi può portare qualsiasi creatura che può dirvi di amarvi con tutto il cuore. E di questo amore voi tutti i giorni, non soltanto in questo momento voi dovete scoprire la larghezza senza confine, la lunghezza senza termine, l’altezza irraggiungibile, la profondità senza fondo. E’ questa la nostra vita, miei cari.
Che cosa pensate sia la vita del sacerdote, di coloro che sono consacrati a Dio? La vita di coloro che sono consacrati a Dio è questa: tutti i giorni scoprire che l’amore di Dio, l’amore che ci porta Dio, l’amore di Gesù Cristo è la cosa più bella, più grande, più preziosa, più entusiasmante di quanto non sia qualsiasi cosa di questo mondo. Solo così noi riusciamo ad essere fedeli al nostro impegno di andare rivestiti di nostro Signore gesù Cristo, come è stato simboleggiato dalla cotta bianca posta sulle spalle di uno di voi, soltanto così sarà possibile non retrocedere mai da quel passo che voi avete compiuto.
Insisto: la scoperta dell’amore di nostro Signore Gesù Cristo, la scoperta dell’amore che nostro Signore Gesù Cristo porta a noi.
Notate miei cari, tutti quanti, non è che noi siamo degli eminenti o eccellenti egoisti, ci beiamo beatamente nell’amore che ci porta il Signore. Noi sappiamo molto bene che Gesù Cristo ci ama perché noi diventiamo capaci di amare. Gesù Cristo ama la nostra persona perché noi diventiamo capaci di amare tutte le persone. Questa capacita di amare è un mistero di amore ed è un mistero di amore e di predilezione, che per alcuni diventa una responsabilità rispetto a tutti, perché lo stesso Amore possa raggiungere tutti i fratelli.
E perciò mentre noi c’impegniamo a meditare la Scrittura del Signore cioè l’amore di Dio per scoprire il suo amore, voi dovete guardare a noi ministri dell’altare e pregare come prega l’apostolo san Paolo, perché “possiamo comprendere con tutti i santi la larghezza, lunghezza profondità e conoscere la carità di Cristo che trascende ogni conoscenza affinché siate riempiti di tutta la pienezza di Dio”. E noi abbiamo bisogno di essere riempiti di questo amore. Il nostro cuore non deve mai diventare vuoto perché, se si svuota e non c’è più la pienezza dell’amore di Dio che trabocca in amore per i nostri fratelli, si fa posto all’amore per le altre cose.
Siamo creature, siamo uomini, siamo di questo mondo. Se non c’è tutta quanta la pienezza di Dio in noi attraverso la conoscenza, la sicurezza dell’amore che ci porta nostro Signore Gesù Cristo, noi come tutti voi, cominciamo ad attaccarci alle cose della terra andiamo più volentieri davanti ai morti piuttosto che dietro ai vivi, andiamo più volentieri dove c’è la messa di una persona più devota che al servizio del popolo che ha bisogno del nostro ministero. E se non abbiamo figli, è più facile preoccuparsi dei fratelli da sistemare e dei nipoti da arricchire piuttosto che ridurci in povertà per amore dei poveri. E se Dio non costituisce tutta la nostra pienezza, la pienezza della nostra vita, noi andremo a cercare i surrogati dell’amore per riempire il cuore che non può rimanere vuoto. Capite che cose serie! Sono la vita, l’essenza, il mistero del sacerdote e di tutti coloro che sono consacrati a Dio.
E allora non portate soltanto del rispetto, guardateli anche con una carità grande ed aiutateli, ed aiutateci anche col vostro esempio perché, se noi siamo costretti a vivere in mezzo a persone che non parlano altro che di interessi, di soldi, di stare bene, di far bella figura e di godersela, un po’ di polvere potrà scendere anche sopra di noi ed offuscare la nostra visione soprannaturale che deve continuamente illuminare le realtà che ci circondano.
Dateci anche voi il buon esempio, confortateci con la vostra corrispondenza e poi pregate. Pregate
perché tutti i giorni noi possiamo salire all’altare rinnovando noi stessi, perché tutti i giorni possiamo salire all’altare unendoci a Nostro Signore Gesù Cristo perché tutti i giorni possiamo salire all’altare sacrificandoci per amore e in unione con nostro Signore Gesù Cristo, perché tutti i giorni possiamo salire all’altare per aumentare la nostra grazia su tutto il mondo perché tutti i giorni possiamo salire all’altare e dire: mi sono dato tutto a tutti per amore del Signore e perché tutti siano salvi
Parrocchia San Giuseppe 18 settembre 1966. Ammissione e Tonsura
OM 44 Sacerdoti 66