Dio che ci salva vuole che ognuno di noi sia rispettato
come creatura di Dio e come Figlio di Dio
Non potete pensare come sia impressionante per il vescovo il fatto di incontrarsi, la prima volta, con una comunità parrocchiale.
Io sono sempre presente nelle comunità specialmente in quelle parrocchiali perché c’è chi fa le mie veci, c’è chi mi rappresenta non soltanto in un modo ufficiale, ma in un modo vero, sostanziale, cioè sacramentale ed é il parroco. Questo io lo so, ma potere esercitare il ministero in una comunità – ripeto- è una cosa in un certo qual senso che turba, perché, miei cari, qui si realizza la Parola del Signore, che ha detto agli apostoli, e quindi ai loro successori che sono i vescovi, “Andate, predicate il vangelo a tutte le creature”
Quindi, ha detto per me: -vai predica il vangelo a ogni creatura, che siete voi, miei cari fratelli, figli di Dio. Io devo venire ed annunciarvi il vangelo, che non è semplicemente il predicare, che non è semplicemente amministrare il sacramento della Cresima, che non è semplicemente esortarvi ad essere dei cristiani sempre migliori; ma è qualche cosa di più profondo.
Diciamo così: in tutte queste azioni esteriori c’é qualche cosa di più profondo. Tutto, deriva dal fatto che Dio preoccupato della nostra salvezza, ha mandato sulla terra il suo Figliolo. E il suo Figliolo, prima di essere in mezzo a noi, nella sua Chiesa proprio attraverso il ministero della Parola, attraverso il ministero della celebrazione liturgica dei suoi sacramenti, è in mezzo a noi quando noi ci riuniamo nel suo nome.
– Che cosa fa nostro Signore Gesù Cristo in mezzo a noi? – nostro Signore Gesù Cristo in mezzo a noi ci salva.
– Come ci salva? – Perché un giorno se moriremo in grazia di Dio andremo in paradiso? – Anche così. -Definitivamente così.
Ma ci salva in quanto vuole che ognuno di noi sia rispettato come creatura di Dio, vuole che ognuno di noi sia rispettato, benvoluto, come Figlio di Dio. Gesù Cristo ci ha detto esplicitamente: “Qualunque cosa fate a uno dei più piccoli dei vostri fratelli la avrete fatto a me”. Comprendete? Quello che facciamo ad uno qualunque dei nostri fratelli, piccolo o grande, parente o non, povero o ricco, lo avremo fatto a nostro Signore Gesù Cristo! -Vedete quale rivendicazione della dignità della persona umana compie nostro Signore Gesù Cristo, venendo su questa terra?
Ma non proclama soltanto la nostra figliolanza adottiva. Gesù ci comunica qualche cosa di se stesso, della sua persona di Figlio di Dio, perché anche noi, non a parole ma di fatto, fossimo figli di Dio. Comprendete quindi, la conseguenza della venuta sulla terra di nostro Signore Gesù Cristo, la conseguenza del ministero del vescovo che deve continuare ciò che ha fatto nostro Signore Gesù Cristo?
Gesù è venuto per darci una vita nuova. Il ministero del vescovo porta con sé questa vita nuova, che è la vita dello spirito, non soltanto vita spirituale, ma vita che ci viene per mezzo di nostro Signore Gesù Cristo attraverso l’azione dello Spirito Santo, che è Signore è dà la vita: una vita nuova. Questa vita nuova noi la chiamiamo grazia di Dio perché esclude il peccato mortale. Ma non è solo in quel senso. Noi, quando non abbiamo dei peccati mortali, abbiamo una realtà nella nostra persona che ci trasforma radicalmente e che fa di noi delle nuove creature: creature di una grandezza incomparabile perché – ripeto – siamo figli di Dio.
Alle volte si guarda ad un bambino, ad una bambina e si dice: è il figlio di. X. Se questi è povero, è un povero figliolo, se questi è ricco, è “un figlio di papà”. Trasferite questo modo di concepire nel mistero della paternità di Dio, dove ricchi e poveri abbiamo una decisiva uguaglianza, e abbiamo un’impensabile grandezza che è infinitamente al di sopra di ogni ricchezza, di ogni fortuna, di ogni livello culturale che ci possa essere su questa terra: siamo all’altezza di Dio. Questo è quello che fa nostro Signore Gesù Cristo nella sua Chiesa, specialmente attraverso il ministero del Vescovo, esteso a quello dei sacerdoti.
Conseguentemente, Gesù Cristo ha voluto che noi scoprissimo i legami che ci uniscono per costituire l’unica famiglia dei figli di Dio. Gesù Cristo ci rivela, ci comunica questa dignità di figli di Dio, ma vuole che noi realizziamo, nei nostri rapporti vicendevoli, la prerogativa della nostra persona che è quella dell’amore fraterno, dell’amore degli uni per gli altri, dell’amore vero. I cristiani non si devono distinguere dagli altri per alcune cose. Si devono distinguere perché sono capaci di volersi bene tra loro, perché sono persone preoccupate di sviluppare nel loro cuore sentimenti di altruismo, di rispetto, di comprensione, di abnegazione quando è necessario.
Ecco in che cosa consiste la conseguenza del fatto che il Figlio di Dio si è fatto uomo e ha stabilito dei ministeri, come quello del vescovo perché noi fossimo salvi, salvi perché abbiamo la grandezza della dignità dei figli di Dio, salvi perché abbiamo una vita nuova di figli di Dio, salvi perché impegnati a un precetto nuovo di volersi bene a vicenda come Gesù Cristo ha voluto bene a ciascuno i noi morendo in croce per ciascuno di noi.
Direte: come si fa a realizzare un programma di vita come quello che oggi il vescovo ci propone? Non si realizza con le nostre forze, non secondo le nostre inclinazioni, non secondo i nostri istinti ma per mezzo della grazia dello Spirito Santo che è amore. Lo Spirito Santo ha il compito di diffondere in tutti i credenti la capacità di volere bene che è nel cuore di nostro Signore Gesù Cristo. Noi siamo nati dall’acqua e dallo Spirito Santo che è Amore il giorno del Battesimo, noi siamo confermati nella capacità di amare dal dono definitivo dello Spirito Santo nella Cresima.
Adesso chiedo: -voi padrini e madrine lo sapete che siete stati confermati nella grazia dello Spirito Santo? Sapete che avete ricevuto la forza di amare come Gesù Cristo ci ha amato? Stamattina metterete la mano sulla spalla del vostro figlioccio o della vostra figlioccia. Guardate che non è un gesto, guardate che è un impegno con cui garantite a questi piccoli che dinanzi ai loro occhi sarete dei modelli di amore verso tutti e in particolare verso di loro. Ma prima di voi, padrini e madrine, ci sono il papà e la mamma. Come è bella questa presentazione che fate di voi stessi: la famiglia accanto alla propria bambina o al proprio bambino. Come è bello, ma quante cose avrei da dirvi a questo proposito!
Che cos’è la famiglia? La famiglia è il luogo dell’amore vero, autentico, sincero, sereno, senza misura. Il sacramento del matrimonio conforma gli sposi a nostro Signore Gesù Cristo che per amore della chiesa ha dato tutto se stesso. Uno sposo è veramente sposo quando per amore della sposa sa rinnegare se stesso per dimostrare di volerle bene sa dire di no a tutti i richiami per amore della sua sposa. Così è della sposa. Così è di un padre e di una madre nei riguardi dei figli. Ma guardate che questa capacità non è un’inclinazione della natura. E’ tutto bello ed idilliaco alla vigilia del matrimonio, ma poi le cose cambiano e guai se foste abbandonati a voi stessi! Ecco allora la grazia di nostro Signore Gesù Cristo che vi consolida nell’unità.
Dunque la conseguenza del nostro incontro deve essere questa:
– risvegliamo la coscienza del nostro essere, della nostra dignità di figli di Dio;
– cerchiamo di capire l’espressione “vivere in grazia di Dio”, cioè possedere in noi una realtà nuova, una vita nuova di figli di Dio;
– viverla questa vita nell’amore vicendevole per il dono dello Spirito Santo, ricevuto nel Battesimo, confermato nella Cresima, dato continuamente nell’Eucaristia e nel sacramento della Penitenza.
Intendiamo così la nostra vita, intendiamo così quello che compiamo insieme questa mattina. Guardate che non è soltanto il vescovo che cresima i vostri piccoli, siete anche voi padrini e madrine, papà e mamme, che dovete essere l’espressione vivente di quello che si celebra questa mattina in chiesa.
OM 403 Correggioli 71