Se non fosse venuto lo Spirito
i nostri tempi non sarebbero i tempi promessi da Dio
e noi non saremmo nel tempo della salvezza
I nostri incontri coincidono intenzionalmente con i tempi forti della liturgia: l’Avvento, la Quaresima, la preparazione a Pentecoste. La liturgia nei suoi testi rinnovati, per tutto il tempo pasquale, ci raccoglie intorno alla figura di Gesù risorto, entrato definitivamente nella gloria che il Padre gli ha preparato, nella vita nuova e definitiva, che egli vuole comunicare a tutti i credenti. Gesù, quindi, é sempre al centro della nostra vita spirituale. Gesù é sempre al centro della storia della salvezza perché, il Padre ci vuole salvare per mezzo di Gesù Cristo. Ma, l’opera di Gesù Cristo trova il suo compimento nella pienezza dei misteri che sono attuali e operanti per l’azione di un Altro.
Chiedo l’attenzione per poterci raccogliere, lasciarci guidare dalla Parola del Signore e chiarire al nostro spirito una realtà della vita cristiana che rimane abbastanza in ombra. Noi dobbiamo fare un esame di coscienza, e riflettere sull’insegnamento di Gesù e della chiesa per percepire il valore dei misteri e delle realtà della vita cristiana.
Noi dobbiamo riflettere sul nostro modo di concepire la vita spirituale, che si ripercuote nella vita dei nostri fedeli, anche nelle manifestazioni esterne della loro vita e nelle loro valutazioni dei misteri della vita cristiana. Dobbiamo dire che, nella valutazione dei nostri fedeli, la Pasqua non tiene il primo posto. Dobbiamo ammettere che é più sentito il Natale e che é poco rilevante la solennità di Pentecoste. Pentecoste é il dono dello Spirito Santo, é il momento in cui ha inizio la vita della chiesa, è il momento in cui ha inizio la nostra vita spirituale.
Gesù Cristo ha compiuto l’opera che gli é stata affidata dal Padre e poi si ritira. Nel vangelo di Giovanni leggiamo: se mi amate osservate i miei comandamenti. E io pregherò il Padre che vi darà un altro consolatore perché resti con voi. Dicono gli esegeti che il termine consolatore non ha tanto il significato di consolare quanto di sostenere e di proteggere.
Gesù prega il Padre perché venga un Altro. Fino a quel momento, lo dice poi esplicitamente, egli é stato con i suoi apostoli, li ha difesi e li ha custoditi. Quando Egli si ritira dal mondo e dalla storia, subentra un Altro. Dice ancora Gesù: vi ho detto queste cose mentre sto ancora con voi, ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre vi manderà nel mio nome, Egli vi insegnerà ogni cosa e vi farà ricordare tutto quello che vi ho detto.
Gesù lascia intravedere che la sua missione ha uno spazio incompiuto nel quale egli non entra, perché deve fare posto ad un Altro.
L’economia della salvezza é concepita così da Dio. Quando sarà venuto il Paraclito che io vi manderò da presso il Padre, Egli mi renderà testimonianza e voi pure mi renderete testimonianza perché siete stati con me fin da principio.
Non fermiamoci sugli effetti della presenza dello Spirito Santo nella chiesa ma sui suoi compiti. Fermiamoci a contemplare lo Spirito Santo che ha un suo ruolo preciso, determinato da Dio, sulla linea di continuità di nostro Signore Gesù Cristo.
E non vi dissi questo da principio – parla della sua passione – perché io ero con voi. Quindi ero io che vi custodivo, ero io che vi sostenevo. Ma ora io vado a Colui che mi ha mandato. Io vi dico che é meglio per voi che io me ne vada perché se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito, ma se me ne vado lo manderò a voi. Questa affermazione di nostro Signore Gesù Cristo é decisiva. E’ necessario che egli vada perché venga lo Spirito Santo ed é bene che egli vadaperché non sarebbe compiuta l’opera della salvezza, senza lo Spirito.
Ho ancora molte cose da dirvi, dice Gesù, ma voi non siete ancora capaci di sopportarle e di accoglierle, ma quando sarà venuto Lui, lo Spirito di verità, egli vi guiderà verso tutta la verità, perché non parlerà da se stesso ma dirà tutto quello che ascolta e vi farà conoscere l’avvenire. Egli mi glorificherà perché riceverà del mio e vi annunzierà tutto quello che ha il Padre mio. Per questo vi ho detto che riceverà del mio e ve lo annunzierà.
Queste affermazioni di Gesù sono così esplicite e perentorie che non possiamo trascurarle e comportarci come se non fossero state dette. Quindi non possiamo concepire il nostro rapporto con Dio come se non sapessimo che Dio si comporta così. Viene da farci una domanda: quale importanza ha la presenza dello Spirito Santo nella nostra vita spirituale personale e nel nostro modo di concepire la vita spirituale in genere.
C’é un ordine di cose che addirittura si identifica con la realtà personale di Dio. Non é indifferente e non é accidentale che il Padre sia il Padre, che il Figlio sia il Figlio, che lo Spirito Santo sia lo Spirito Santo e, dal momento che il piano della salvezza di Dio é così, noi lo dobbiamo accettare nella sua interezza.
Facciamo un’altra riflessione sulla preoccupazione moralistica che domina la nostra vita spirituale a svantaggio o addirittura a danno della vita teologale, cioè, sulla preoccupazione di quello che dobbiamo fare noi piuttosto che sulla preoccupazione di essere attenti e disponibili a quanto Dio vuole fare e fa per noi.
Il primo aspetto della vita cristiana é ciò che Dio vuole essere per noi, è ciò e vuole fare per noi e in noi. Il resto é una conseguenza, il resto é un frutto che matura, e sarà un frutto buono se l’albero é accolto totalmente nella sua bontà. Quindi la nostra vita spirituale non deve tanto dare attenzione ai singoli atti, ai singoli pensieri, ai singoli sentimenti, ma piuttosto al rapporto con l’Altro che conta più di noi perché é il Padre, é il Figlio, é lo Spirito Santo.
In questo nostro incontro vogliamo fermarci sulla Terza Persona della Santissima Trinità: lo Spirito Santo.
Lo Spirito Santo non può essere l’oggetto di una devozione come, per esempio, é la devozione al sacro cuore. Lo Spirito Santo é costitutivo della realtà di Dio ed é quindi costitutivo della realtà della nostra salvezza. Nostro Signore Gesù Cristo poteva benissimo fare a meno di comparire a santa Margherita M.A perché il suo amore lo aveva già rivelato. Quella apparizione era solo un richiamo a fare attenzione che Dio é amore. Questo é decisivo ed indispensabile.
Se ci rifacciamo alla storia della salvezza, capiamo che i tempi messianici sono i tempi nei quali lo Spirito sarebbe stato effuso sovrabbondantemente, perché tutti i figli e le figlie di Israele avessero a profetare, capiamo che sono i tempi in cui Dio avrebbe tolto il cuore di pietra per metterci un cuore di carne e capiamo che la montagna di ossa aride per l’invasione dello Spirito Santo, sarebbe stata vivificata. Questi sono i tempi messianici.
I nostri tempi sono i tempi messianici. I tempi messianici non sono gli anni della vita mortale di nostro Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo. Quelli sono gli anni decisivi, sono gli anni degli inizi, ma il tempo del compimento delle promesse di Dio, il tempo in cui la promessa diventa reale é il nostro tempo. Se non venisse dato lo Spirito, i nostri tempi non sarebbero i tempi promessi da Dio e noi non saremmo nel tempo della salvezza.
Ritorniamo alla domanda: che importanza ha per noi lo Spirito Santo? Indubbiamente il nostro impegno e la nostra attenzione, i nostri rapporti con lo Spirito Santo sono difficili. Il Padre si é manifestato nel Figlio suo il quale afferma: chi vede me, vede il Padre mio. Al Padre attribuiamo un volto perché é qualcuno che concepiamo anche nell’ordine della natura. Gesù Cristo si é rivelato al punto che, i suoi contemporanei hanno potuto vederlo, toccarlo con le mani, trattare con Lui e mangiare con Lui.
Lo Spirito Santo non ha una fisionomia. Lo Spirito Santo ci porta nel mistero. Lo Spirito Santo é qualcuno che si avverte ma non si sa donde venga e dove vada, eppure é lo Spirito che vivifica, é lo Spirito che é Signore e che dà la vita. Noi ci accorgiamo quando una persona é viva oppure é morta ma la vita non la vediamo. Per questo motivo, per la nostra natura, le difficoltà sono più serie.
Qui non possiamo impegnare la nostra immaginazione o la nostra sensibilità. Qui l’unica facoltà da impegnare é la fede. E, la fede é già dono di Dio, la fede é già conseguenza del dono dello Spirito, é conseguenza di una nascita già compiuta. Siamo nati dallo Spirito Santo. Non siamo nati da Gesù Cristo. Siamo nati da Dio ma precisamente dallo Spirito. Gesù dice a Nicodemo: bisogna nascere di nuovo dall’acqua e dallo Spirito. Costatiamo le difficoltà che ci sono in noi per un rapporto personale e quindi per quanto possibile ben definito.
Ciò che é singolare della missione e dell’azione dello Spirito Santo, é proprio il personalizzare la salvezza.
Gesù é morto per tutti perché la sua morte diventi la morte di ognuno di noi. Gesù é risorto per tutti perché la sua risurrezione diventi la nostra risurrezione, ma é necessario che, la sua morte e la sua risurrezione diventino un fatto personale.
E’ interessante notare, nella lettura dei vangeli, come Gesù Cristo abbia un rapporto stretto sia con il Padre come con lo Spirito Santo. Gesù da una parte é la rivelazione del Padre, ma dall’altra parte é sempre guidato dallo Spirito Santo. Ciò che c’é di più decisivo é che, il compimento della sua missione la affida allo Spirito Santo. Leggiamo una affermazione che vale per tutta la missione di nostro Signore Gesù Cristo anche se ne mette in risalto soltanto un aspetto: – molte cose ho ancora da dirvi, ma per ora non siete capaci di portarle, – quando invece verrà Lui, lo Spirito di verità, Egli vi guiderà verso tutta la verità, – perché non vi parlerà da se stesso ma vi dirà tutto quello che scolta. – Egli mi renderà testimonianza.
Gli apostoli riconosceranno nostro Signore Gesù Cristo come Figlio di Dio non per l’esperienza che hanno fatto di vivere con lui, ma per il dono dello Spirito Santo. Gesù lo aveva rivelato a Pietro quando aveva detto che non il sangue e la carne gli avrebbero fatto capire che egli era il Figlio di Dio, ma il Padre per l’azione dello Spirito. E così i discepoli ad Emmaus tutti gli apostoli, tutta la chiesa, il giorno in cui discende lo Spirito Santo capiscono veramente e acquistano la certezza.
La testimonianza, secondo l’insegnamento di san Paolo, é un fatto che ci riguarda personalmente perché lo Spirito Santo ci rende testimonianza che siamo figli del Padre.
Credo che non sia necessario insistere. Così dobbiamo concepire la nostra salvezza e il posto che occupa lo Spirito Santo nella nostra salvezza. Potrete leggere queste affermazioni nel vangelo di san Giovanni, qualche rara affermazione nei sinottici, e negli atti degli apostoli che sono detti i vangeli dello Spirito Santo e dove vediamo lo Spirito Santo all’opera.
Rendiamoci disponibili allo Spirito. Mettiamoci nella disposizione di liberarci dalle opere della carne perché prevalgano le opere dello spirito. Allora lo Spirito troverà la libertà che gli permetterà di rivelarsi. Una affermazione di Gesù: “il mondo non conosce lo Spirito ma voi lo conoscete perché é in voi”. Noi siamo nella condizione di conoscere lo Spirito Santo perché é in noi. Questa certezza deve essere la più decisiva per la nostra meditazione.
OM 393 Sacerdoti 71 – 30-3-71