La sua morte in croce
è un momento senza spazio e senza tempo
Concludiamo il nostro incontro con il Signore per compiere un passo avanti verso la conversione, per camminare più decisamente verso Dio nostro Padre con la celebrazione della Pasqua, cioè, del passaggio e quindi del cammino che ci ha aperto il Figlio di Dio fatto uomo, partecipando al sacrificio di nostro Signore Gesù Cristo, al suo passaggio doloroso che si è compiuto sulla croce: momento diventato senza spazio e senza tempo da quando Gesù Cristo è entrato nella gloria. Tutto il suo mistero è presente nel mondo e nella chiesa ed è presente specialmente durante la celebrazione eucaristica e durante la celebrazione della Parola.
Diamo compimento anche alla celebrazione della Parola, intorno alla quale ci siamo raccolti in queste poche ore, raccogliendo l’insegnamento che Gesù ci dà in questo momento. Siamo stati posti dinanzi all’amore infinito di Dio, in particolare dinanzi all’amore di un Padre che, nei confronti di un figlio piccolo, debole, esposto a tutti i pericoli, diventa un amore che protegge, un amore che circonda di precauzioni, un amore che è tenerezza.
Dobbiamo adorare questo mistero dell’amore di Dio che si manifesta così nei nostri confronti perché siamo piccoli, fragili, deboli, esposti a tutti i pericoli. Dobbiamo amare questo amore che diventa per noi espressione paterna caratteristica che è la tenerezza del Padre. E dobbiamo pensare che Dio è così nei nostri confronti, non perché egli è debole, ma perché noi siamo deboli e dal momento che noi siamo deboli, egli si fa tenerezza, delicatezza, amore che si esprime specialmente con la compassione e con la misericordia.
Penso che se intendiamo così i nostri rapporti con Dio, ne nasca di conseguenza che daremo più importanza alle piccole cose. Se c’è un amore grande che corrisponde ad un atteggiamento di tenerezza di un padre, il nostro amore deve essere delicato, riguardoso, preoccupato di non turbare mai i rapporti, di non dare alcun dispiacere sia pure piccolo al Padre, di non essere mai davanti agli occhi di questo Padre in un atteggiamento di trascuratezza, di disimpegno nelle piccole cose, perché proprio in queste è maggiormente impegnata la nostra attenzione, la nostra buona volontà, la delicatezza del nostro amore.
Non ci sono cose piccole nell’amore, non ci sono manifestazioni da poco nell’amore. Proprio nell’amore ogni piccola trascuratezza diventa un segno grande di non aver capito l’amore da cui siamo circondati. Perciò, specialmente noi che siamo i ministri dell’amore del Signore, della sua misericordia, della sua tenerezza, dobbiamo apparire davanti ai nostri fratelli segnati da uno stile particolare di vita spirituale e di comportamento, che ci distingue per la nostra delicatezza, per la nostra finezza e per il nostro impegno di attenzione alle cose di Dio.
E’ un pensiero che può maturare nel nostro spirito a conclusione di questo nostro incontro con il Signore, di questo nostro incontro fraterno, di questa grazia di cui il Signore ci ha gratificato in questo giorno.
OM 390 Sacerdoti 71 – 17-3-71