e nella vita dei nostri fedeli purtroppo è il grande sconosciuto
Il tema del ritiro lo sapete.
Noi, in questo momento, ubbidiamo al comando del Signore che ha detto ai suoi discepoli di raccogliersi a Gerusalemme, di rimanere in preghiera e di attendere Colui che doveva venire. Almeno la tradizione ritiene che insieme agli apostoli ci fosse Maria santissima, la prima creatura che ricevette in un modo definitivo lo Spirito Santo e che per opera dello Spirito Santo divenne la madre del Figlio di Dio. Questa presenza di Maria in mezzo a noi garantisce la sua preghiera, per quelli che Gesù ha scelto per mandarli nel mondo a continuare l’opera da Lui intrapresa e portarla a compimento.
Lo Spirito Santo nella vita spirituale e nella Chiesa, nel nostro ministero, nella vita dei nostri fedeli, purtroppo è il grande sconosciuto. Noi lo possiamo rilevare da tanti segni. Tra l’altro, la solennità di Pentecoste per ben pochi dei nostri fedeli dice qualche cosa. Dice molto di più il Natale, qualche cosa di più la Pasqua, ma Pentecoste non dice quasi niente. Questo dipende da un impoverimento della nostra teologia speculativa, che non è stata fedele ai dati della Rivelazione, ma si è preoccupata più della speculazione che della contemplazione.
A parte questo. Noi cerchiamo di metterci in ascolto della parola di Dio così come è registrata dagli evangelisti e in particolare da San Giovanni. Ci sono molte affermazioni che complessivamente dicono questo: Gesù deve ritirarsi, è bene, è necessario che Lui si ritiri perché venga un Altro: un Altro che ci sostenga, che ci sostiene, che ci difende, che fa quello che faceva Lui, perché Lui deve ritornare al Padre.
“E io pregherò il Padre che vi darà un altro Consolatore”; il Paraclito, il consolatore nel senso di chi sostiene,di chi difende perché resti con voi per sempre lo Spirito di verità che il mondo non può conoscere perché, non lo vede ma voi o conoscete perché abita in voi”, (Gv14,16-17). “Ma il consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre vi manderà nel mio nome Egli vi insegnerà ogni cosa e vi farà ricordare tutto quello che io vi ho detto” ( Gv. 14,26)
“Ma quando sarà venuto il Paracleto che io vi manderò da presso il Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, Egli mi renderà testimonianza e voi pure mi renderete testimonianza perché siete stati con me fin da principio”( Gv 15,26-27)
“Io vi ho detto queste cose affinché quando sarà giunta l’ora vi ricordiate che io ve ne avevo parlato” ( cf 16,1-4)
“E non vi dissi questo da principio perché io ero con voi; ma ora io vado a Colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda dove vado. Invece, perché io vi dico queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è meglio per voi che io me ne vada; perché se io non me ne vado, non verrà a voi il Paracleto; ma se io me ne vado, lo manderò a voi. E venendo, egli convincerà il mondo a riguardo del peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato perché non credono in me” ( Gv 16,4-9)
Da notare che, neppure gli apostoli credevano ancora in nostro Signore Gesù Cristo prima di avere ricevuto lo Spirito Santo.
“Alla giustizia, perché io vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio perché il principe di questo mondo è giudicato” ( Gv 16,10-11): dalla presenza nel mondo della potenza di Dio che è lo Spirito Santo.
“Molte cose avrei ancora da dirvi; ma per ora non siete capaci di portarle. Quando invece sarà venuto Lui, lo Spirito di verità, Egli vi guiderà verso tutta la verità,perché non vi parlerà da se stesso, ma vi dirà tutto quello che ascolta e vi farà conoscere l’avvenire. Egli mi glorificherà perché riceverà del mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che ha il Padre è mio; per questo ho detto che riceverà del mio e ve lo annuncerà” ( Gv 16,12-15).
I fatti, sappiamo come si sono compiuti. Luca alla fine del suo vangelo riporta le ultime parole di Gesù: “Così sta scritto che Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risuscitato dai morti il terzo giorno, e in suo Nome sarebbe predicata la penitenza e la remissione dei peccati a tutte le nazioni cominciando da Gerusalemme. Voi siete testimoni di tutte queste cose. Ecco che, io mando su di voi il Promesso dal Padre mio; ma voi rimanete nella città fino a quando non sarete rivestiti di potenza dall’alto”. (Lc 24,46-49).
All’inizio degli atti: ” Mentre mangiava con loro, comandò a loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre che voi avete udita da me, poiché Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi, fra pochi giorni ,sarete battezzati nello Spirito Santo. ( At 1,4-5) Gli apostoli gli chiedono: quando? “Ma Egli rispose loro: -non sta a voi conoscere i tempi che il Padre ha riservato in suo potere, ma con la venuta dello Spirito Santo riceverete dentro di voi una potenza tale da essermi testimoni in Gerusalemme, in tutta la Giudea, in Samarìa e fino all’estremità della terra”. ( At 1,7-8)
Di fronte a queste affermazioni di Gesù così esplicite di fronte a questi avvenimenti che segnano il compimento delle parole di nostro Signore Gesù Cristo, noi non possiamo ignorare, non tenere conto, di questo Altro che viene dopo di Lui e che viene, in un certo qual senso, al posto di Gesù a compiere quello che Gesù ha fatto, ma che non ha ancora portato a compimento in un modo definitivo, neppure in mezzo ai suoi apostoli, che non sono ancora in grado di capire nostro Signore Gesù Cristo, che non hanno ancora il coraggio di seguire nostro Signore Gesù Cristo e di dare testimonianza della loro fede in nostro Signore Gesù Cristo.
E’ evidente che nel piano di Dio c’è uno spazio per lo Spirito Santo e, nel piano di Dio, c’è un momento in cui per tutta l’umanità si avvera la promessa antica e la promessa recente. La promessa antica è quella che Dio ha fatto attraverso tutti i tempi, descrivendo quelli che sarebbero stati i tempi della salvezza e, in queste descrizioni anticipate dai profeti è anticipato abbastanza con chiarezza lo Spirito Santo, e noi, con la Rivelazione che si è compiuta, lo sappiamo. Isaia: “E si poserà su di lui lo Spirito del Signore: Spirito d’intelligenza e di sapienza, Spirito di consiglio e di fortezza, Spirito di conoscenza e di timore del Signore” ( Is 11,2). (Ez 36, 26 s)
“Ed io profetai, come mi aveva comandato, e lo Spirito entrò in loro e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, grande assai” ( Ez 37,10) – sono le ossa aride di cui parla Ezechiele che diventano vive per lo spirito che entra in loro e “Dopo di questo avverrà che io effonderò il mio spirito sopra ogni carne e profetizzeranno i vostri figli e le vostre figlie. E darò loro un altro cuore e metterò nel loro intimo uno spirito nuovo, toglierò dal loro petto il cuore di pietra e darò loro un cuore di carne affinché seguano i miei statuti e osservino le mie leggi e le mettano in pratica e saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio” (Gioele 3,1). Guardate che, “essere popolo di Dio” è il compimento della Alleanza proprio per la presenza e l’azione dello Spirito Santo.
I tempi messianici descritti dai profeti si compiono il giorno di Pentecoste con la discesa dello Spirito Santo. Pietro nel suo discorso riferisce le parole, l’adempimento della profezia di Gioele. Non siamo di fronte ad un fatto qualsiasi di cui possiamo tenerne conto ma possiamo anche farne a meno. E’ certo che lo Spirito Santo porta a compimento l’opera che il Padre ha dato da compiere a nostro Signore Gesù Cristo. L’unica opera è quella della nostra salvezza, ma ognuna delle Divine Persone ha la sua parte e noi non possiamo scambiare queste parti, non possiamo scambiare la parte propria di ciascuno. Non è in nostra facoltà.
La prima disposizione religiosa, quindi, la prima disposizione spirituale e anche morale, deve essere questa: non di adattare le cose di Dio a noi, ma di adattare noi stessi a Dio, a ciò che Dio fa, per adattare noi stessi a ciò che Dio è. Se a riguardo dei comandamenti della legge di Dio, chi ne tralascia uno si rende colpevole di tutti, non vale neppure il paragone affermare che chi trascura una Divina Persona, trascura Dio. Se l’economia della salvezza è questa, noi la dobbiamo rispettare e non deve sembrare esagerato un richiamo a questa fedeltà a Dio, a Dio come è, a Dio come si è rivelato.
E non è sbagliato ritenere che la nostra vita spirituale e la vita spirituale dei credenti è carente perché, da parte nostra manca la presenza e l’azione di Uno senza del quale non possiamo fare niente. Questi non è tanto nostro Signore Gesù Cristo. Se vogliamo è nostro Signore Gesù Cristo in quanto ci manda il suo Spirito, in quanto dopo di Lui deve venire Colui che è mandato dal Padre nel Nome suo.
Il Magistero del Concilio ha fatto un passo avanti in questo senso. Ha riequilibrato la teologia e anche il magistero. I nuovi riti liturgici sono notevolmente intonati alla realtà di Dio e quindi sono permeati della presenza dello Spirito Santo. Bastano le tre ultimi preci eucaristiche, con le epiclesi, prima e dopo della consacrazione,per dire come direbbero gli orientali: lo Spirito Santo finalmente è rientrato nella Chiesa latina.
Guardate che si trovano ancora indizi di rispetto umano! Anche nella stessa “istitutio o Instructio” del nuovo messale, quando si parla delle epiclesi si usa una circonlocuzione, non si dice esplicitamente lo Spirito Santo, si dice la potenza dell’Alto che, biblicamente parlando, equivale lo Spirito Santo. In ogni modo, facciamo fatica ad abituarci. Questa è oggettivamente la vera ragione, per cui la nostra pratica religiosa è stata dominata da una preoccupazione moralistica e non teologale.
Tutto ciò che c’è di Dio in noi, è opera dello Spirito Santo. Dimenticato lo Spirito Santo è dimenticata la presenza e l’azione di Dio in noi, e la vita spirituale diventa una preoccupazione di ordine morale, e la facciamo dipendere più dal nostro sforzo di quanto non si creda che dipende unicamente – inteso bene – dalla presenza di Dio e dalla sua azione in noi.
La stessa fede è diventata una fede intellettuale: credere perché Dio non può né ingannarsi né ingannare, piuttosto che un ” tu a tu” con una Persona. La Persona era scomparsa. La Persona che ci doveva introdurre nell’intelligenza delle cose di Dio, nella vita stessa di Dio, la Persona che doveva fare di noi dei figli di Dio e darci la coscienza di essere figli di Dio, era scomparsa e perciò la nostra fede era diventata una fede intellettuale che non incideva nella vita.
Nei nostri manuali di morale era poca la preoccupazione per gli atti della vita teologale: fede, speranza, carità, mentre invece c’erano tanti i trattati sui comandamenti . Ho detto: il Concilio, nel suo insegnamento, è stato esplicito in tutti i documenti,particolarmente nella Dei Verbum e poi al n 4 della Lumen Gentium, dove espressamente dichiara:-Compiuta l’opera che il Padre aveva affidato al Figlio sulla terra (cf Gv 17,4) il giorno di Pentecoste fu inviato lo Spirito Santo per santificare continuamente la Chiesa, e i credenti avessero così per Cristo accesso al Padre in un solo Spirito (cf Ef 2,18).
Questi è lo Spirito che dà la vita, o la sorgente di acqua zampillante fino alla vita eterna ( cf Gv 4,14;7,38-39);
per Lui il Padre ridà la vita agli uomini, morti per il peccato, finché un giorno risusciterà in Cristo i loro corpi mortali ( cf Rm 8,10-11).
Lo Spirito dimora nella Chiesa e nel cuore dei suoi fedeli come in un tempio ( cf 1 Cor 3,16;6,19)
e in essi prega e rende testimonianza della loro adozione filiale( cf Gal 4,6; rom 8,15-16 e 26).
Egli guida la Chiesa verso tutta intera la verità, la unifica nella comunione e nel mistero, la istruisce e dirige con diversi doni gerarchici e carismatici, la abbellisce dei suoi frutti ( cf Ef 4, 11-12; 1 Cor 12,4; gal 5,22).
Con la forza del vangelo fa ringiovanire la Chiesa, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione con il suo Sposo.
Poiché lo Spirito e la Sposa dicono al Signore Gesù “vieni ( cf Ap 22,17).
Così la Chiesa universale si presenta come un “popolo adunato nell’unità del Padre del Figlio e dello Spirito Santo” ( Cipriano e Padri).
San Paolo che è il teologo dello Spirito Santo fa delle affermazioni che sono molto decisive e che ci dovrebbero impressionare: “Ma voi non siete nella carne, ma nello Spirito, perché lo Spirito di Dio abita in voi”(Rom 8, 9 ).
Tutta la nostra trasformazione: il nostro essere di cristiani, la nostra partecipazione alla pasqua, alla morte e alla risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo; il Padre la compie per opera dello Spirito Santo, come per opera dello Spirito Santo ha concepito suo Figlio e lo ha risuscitato. E’ nella forza dello Spirito che il Padre risuscita il Figlio da morte! ” Voi avete ricevuto uno spirito di figli adottivi, per cui gridiamo: Abbà il Padre.” ( Rm 8,15)
Quindi il nostro essere di figli di Dio, il nostro rapporto di figli con il Padre è tutta azione dello Spirito Santo, è tutto compito suo “Lo Spirito stesso rende testimonianza insieme al nostro spirito che noi siamo figli di Dio” ( Rm 8,16)
Da dove ci può nascere questa certezza d’essere figli di Dio? Dai nostri ragionamenti? Dalle nostre argomentazioni architettando una serie di testi biblici per fare uno dei nostri sillogismi? No! Questa certezza ci viene da Dio e ce la pone in fondo al cuore lo Spirito Santo, perché è lo Spirito del Padre ed è lo Spirito del Figlio. E’ lo Spirito della paternità di Dio nei nostri confronti, ed è lo Spirito della figliolanza adottiva nei confronti di Dio, che opera in noi. “Se figli anche eredi; eredi di Dio, coeredi di Cristo, poiché soffriamo insieme per essere insieme glorificati” ( Rm 8,17).
Sapete che i testi si potrebbero moltiplicare. Lasciamoci colpire, non in un modo emozionale, ma proprio da ciò che Dio fa, per cambiare il nostro atteggiamento, le nostre disposizioni e per orientare rettamente la nostra vita spirituale. Teniamo presente bene ancora le parole di Gesù che ci danno una grande rassicurazione. “Lo Spirito di verità che il mondo non può conoscere perché non lo vede e non lo conosce ma voi lo conoscete perché abita con voi e sarà in voi ( Gv14,16-17) .
Noi siamo in grado di conoscere lo Spirito Santo. In noi c’è una affinità con lo Spirito Santo perché è in noi ed è con noi. Il mondo non lo conosce perché non ne ha alcuna esperienza. Noi possiamo avere questa esperienza perché, di fatto, lo Spirito Santo è in noi. C’è una sintonia tra il nostro spirito e lo Spirito di Dio. E’ lo stesso pensiero di san Paolo: “Lo Spirito stesso rende testimonianza insieme al nostro spirito che noi siamo figli di Dio ( ). C’è un’affinità che è entrata in noi il giorno del battesimo, che si è sviluppata in noi il giorno della cresima.
Ancora un pensiero.
C’è una difficoltà a stabilire un rapporto personale con lo Spirito Santo perché, come si esprime il dizionario di teologia biblica, lo Spirito Santo non ha una fisionomia. Al Padre noi possiamo attribuire una fisionomia perché, del Padre abbiamo l’immagine che il Figlio ci ha rivelato. Il Padre tra l’altro è visibile nel Figlio: “Chi vede me, vede il Padre mio”. Lo Spirito è come il vento che spira e non sai donde venga e dove vada. Lo Spirito è la Persona più misteriosa, noi non possiamo appoggiarci alla nostra fantasia, dobbiamo unicamente abbandonarci alla sua azione ed essere condotti dalla fede storica.
Lo Spirito Santo e la povertà.
Lo Spirito Santo è la potenza di Dio. Noi conosciamo la povertà, la debolezza e l’incapacità umana, ma noi abbiamo la garanzia dello Spirito. Perciò ci può essere un rapporto con lo Spirito Santo quando c’è un grande distacco dentro di noi: distacco dalla nostra intelligenza, dalle nostre capacità, dai nostri mezzi, per essere unicamente disponibilità creata da Dio stesso. Pensiamo alla Madonna dinanzi al mistero dell’Incarnazione. Il problema non è: come potrà concepire senza aver avuto rapporti con nessuno. Il problema è: che è incomprensibile, che non è pensabile ciò che Le presenta Dio. Ed ecco la povertà assoluta, totale: “Fiat mihi secundum verbum tuum quia respexit humilitatem ancillae suae”
Questa “humilitatem” che la tradizione traduce con “umiltà” non c’entra. E’ la povertà, è il niente della creatura dinanzi a Dio che è tutto, e fa tutto in noi, e quando saremo al momento del compimento, sarà tutto in noi definitivamente.
Raccogliamoci nel senso di metterci disponibili all’azione dello Spirito Santo e invochiamo la Madonna che sa qualche cosa dello Spirito di Dio, perché ci faccia comprendere come dobbiamo correggere, nell’intimo di noi stessi, i nostri atteggiamenti. Mettiamoci disponibili: fiat mihi secundum verbum tuum.
OM 400 Sacerdoti 71