ma tenendo presente di avere dei fratelli
Celebriamo la Parola del Signore.
La forza della Parola del Signore é dispiegata in nostro favore per la nostra salvezza. La Parola del Signore é il mezzo con cui Egli ci convoca a stare insieme, e insieme, a ritornare a Lui. Iddio, per mezzo del profeta, fa comprendere come si ritorna a lui. Rimprovera il suo popolo così: ” mi cercano ogni giorno, anelano la conoscenza delle mie vie come un popolo che pratichi la giustizia e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio”. Abbiamo udito quali sono le vie che non conducono al Signore e quale sia la giustizia che non porta verso di Lui.
Siamo confermati nella verità che Dio é nostro Padre, che Dio é Padre di tutti gli uomini. Allora dobbiamo andare a Lui come i figli che vanno verso il Padre, come i figli che vanno verso il suo amore e quindi verso i suoi desideri, verso la sua volontà. Ma come figli! Non da soli. Non ognuno per proprio conto, ma come figli che vanno verso di Lui tenendo presente di avere dei fratelli. Allora il cammino che conduce a Lui, le vie che conducono al Signore sono le vie che conducono all’uomo, sono le vie che conducono a tutti i nostri fratelli che sono figli di Dio.
La Parola del Signore, nell’Antico e nel Nuovo Testamento, é molto esplicita. Il Signore ci prende, così, come ci ha creati. Lui, che é puro spirito, si rese visibile e palpabile nel mistero dell’Incarnazione del suo Figlio. Ma questo mistero della sua presenza nell’umanità ha un senso molto largo, molto completo in quanto raggiunge tutti gli uomini.
Dio nel suo Figlio diventa visibile e palpabile, e noi lo incontriamo sui nostri passi nei nostri fratelli e, qualunque cosa avremo fatto ad uno dei nostri fratelli l’avremo fatta a lui. Se i nostri pensieri e particolarmente i nostri sentimenti sono contrari al rispetto che dobbiamo ai figli di Dio, ai diritti dei nostri fratelli, alla benevolenza, all’amore, al compatimento che i nostri fratelli debbono incontrare in noi, noi non andiamo verso il Padre, noi ci allontaniamo dal Padre. Dio si incontra con noi in questo modo concreto, tutti i giorni della nostra vita, della nostra esistenza.
La Parola del Signore diventa molto forte quando, per mezzo di Giovanni dice: come possiamo dire di amare Dio che non vediamo, se non amiamo il nostro prossimo che vediamo? Se diciamo di amare Dio, e non amiamo i nostri fratelli, siamo bugiardi e la grazia di Dio non é in noi. Ecco uno dei punti su cui la Parola del Signore, in questo tempo di quaresima insisterà perché veramente noi compiamo la nostra penitenza: la penitenza di saper vivere bene in armonia, in un legame autentico di amore con i nostri fratelli; la penitenza che si esprime nel privarci non soltanto del superfluo, ma nell’andare al di là per il bene dei nostri fratelli, -secondo la parola di Paolo VI°, nostro sommo Pontefice,- di non misurare ciò che si deve agli altri dalle nostre possibilità, ma di misurarlo secondo le necessità del nostro prossimo. E’ una parola molto impegnativa che spinge la parola di Dio al senso più profondo e più recondito. E’ una parola molto seria, molto austera.
Gesù Cristo si é comportato così nei nostri confronti. Il Primogenito, in mezzo ai propri fratelli, ha dato l’esempio: un esempio di umiltà, un esempio di servizio, un esempio di dedizione. Non inutilmente, mentre ci accostiamo a concelebrare il sacrificio, la sua prova di amore, risuona al nostro orecchio la sua parola “amatevi come io ho amato”.
SLGC
OM 383 sacerdoti 71 – 26-2-71