Montanara 10 Maggio 1972, ore 18,30 40 Cresimandi
Levata di Curtatone: con il parroco e i cresimati
Carissimi, questo appellativo nasce dal cuore ogni giorno per voi, perché ogni giorno vi porto davanti al Signore nella mia responsabilità di pastore della diocesi e mi rallegro quando si presentano le circostanze in cui posso esprimere anche questo mio sentimento.
Questa sera voglio parlarvi con le stesse parole degli Atti degli apostoli, con le parole del discorso che Paolo ha tenuto ad Atene, perché vedo la vostra chiesa gremita e devo dire con lui: veramente constato quanto siete religiosi.
Il discorso di Paolo agli ateniesi é molto complesso. Constatata la loro religiosità, ad un certo punto dice con chiarezza: per carità state attenti bene che Dio non é l’oro e l’argento o il marmo e il gesso con cui voi rappresentate l’immagine di Dio. Per capire bene il significato di queste parole, dovete sapere che la superstizione di quel popolo era tanto attaccata alle cose che sapevano di sacro da sentire il bisogno di innalzare una stele al Dio ignoto.
Dio é sopra di tutto e di tutti. Dio é il creatore di tutto ciò che esiste. Dio nel tempo si é rivolto agli uomini e per farsi intendere, per farsi conoscere, per rivelare quello che Egli é per gli uomini, ha mandato suo Figlio nel mondo. Dice Paolo: il suo Figlio é venuto nel mondo e i suoi nemici lo hanno messo a morte in croce, ma il terzo giorno é risuscitato. All’udire questa affermazione alcuni degli ateniesi che ascoltavano l’apostolo si sono messi a ridere, altri se ne sono andati, ed altri hanno creduto e si sono convertiti.
Avrete notato che ad un certo punto, io ho fatto accendere il cero pasquale che é il simbolo della risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. Noi siamo davanti al simbolo, ma noi conosciamo anche il mistero della risurrezione da morte di nostro Signore Gesù Cristo e ciò che comporta questo fatto. Aggiungo, non so se avete notato. All’inizio di questa celebrazione abbiamo detto al Signore: “Accogli Signore i nostri desideri” Quali desideri? “Come ora celebriamo nel mistero la risurrezione del tuo Figlio così possiamo rallegrarci nella assemblea dei santi quando egli verrà nella gloria”.
Abbiamo pregato con una espressione di fede che riguarda due fatti: la risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo e la sua venuta nella gloria quando ritornerà nel mondo. Quando Gesù ritornerà in mezzo a noi, noi non saremo dei dispersi, dei dissolti, degli annientati, ma saremo noi stessi e Gesù verrà per introdurci nella sua gloria. Noi alla parola gloria diamo un significato molto mondano. La parola gloria, invece, nella Sacra Scrittura ha un significato diverso e vuole dire “manifestazione della presenza di Dio”, manifestazione della ricchezza dell’amore di Dio. Ecco, allora che, quando verrà Gesù noi saremo introdotti nella ricchezza della presenza dell’amore di Dio che sarà tutto in tutti.
Miei cari, ho detto che questa preghiera fatta insieme all’inizio della celebrazione può esservi sfuggita, ma adesso deve diventare la nostra preghiera. Può capitare a noi quello che é capitato ad Atene e che qualcuno in cuor suo sorrida della risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo e della nostra risurrezione quando il Signore ritornerà. Qualcuno può dire che i preti hanno del tempo da perdere e possono interessarsi di queste cose ma noi abbiamo altre cose cui pensare. Qualche altro invece sarà toccato da questa preghiera e si domanderà: fino a che punto io credo alla risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo? Fino a che punto io vivo i giorni della mia esistenza, proiettandoli verso il giorno definitivo quando il Signore ritornerà per introdurmi nella sua gloria?
Non faccio la distinzione delle tre categorie di persone che potrebbero esserci in mezzo a noi. Vi dico una cosa più importante che dovrebbe interessare tutti indistintamente qualunque possa essere lo stato d’animo, qualunque possa essere il proprio atteggiamento, qualunque possa essere il motivo della propria presenza in chiesa questa sera.
Abbiamo ascoltato il discorso di Gesù. Se ci sono state delle persone privilegiate nei confronti di nostro Signore Gesù Cristo, questi sono stati gli apostoli. Ebbene, alla fine della sua vita terrena Gesù deve ammettere d’avere ancora molte cose da dire che riguardano Dio e soprattutto molte cose di quello che noi siamo per Dio, e fa questa constatazione: “adesso non siete ancora capaci di capire” E’ vero, le cose di Dio sono al di sopra della nostra comprensione umana, sono al di sopra di qualsiasi capacità di intelligenza. Non basta la scienza del mondo e tutto il progresso del mondo per capire una sola parola che viene da Dio, perché Dio é infinitamente grande e noi siamo piccole creature anche se nell’universo creato siamo le creature più elevate.
Gesù dice: non siete in condizione di capire. Per essere in condizione di capire bisogna che venga un Altro, capace di introdurvi nella comprensione delle cose che vi dirò, perché le cose che devo dirvi non sono delle lezioni da imparare a memoria ma sono rapporti di persone che si possono accettare e anche non accettare. A questo punto o si entra in un rapporto buono con Dio in persona o si rimane esclusi da ciò che é Dio, da ciò che Dio vuole fare per noi, da ciò che noi dobbiamo essere con lui.
Gesù dice: “quando verrà un Altro” Chi é questo Altro che verrà per introdurci nella capacità di capire le cose di Dio? Abbiamo toccato un tasto molto delicato e nello stesso tempo estremamente importante per la nostra vita spirituale, per la nostra vita religiosa. Noi rischiamo di essere come i pagani di Atene che vanno in chiesa e, siccome sanno che la chiesa é un luogo sacro pensano di essere religiosi; vanno in chiesa e, siccome sanno che nel tabernacolo c’é una presenza misteriosa di nostro Signore Gesù Cristo, fanno un segno di croce e pensano di essere religiosi; vanno in chiesa e, siccome hanno insegnato che é buona cosa confessarci e fare la comunione, pensano di essere religiosi; vanno in chiesa specialmente di domenica dopo che il prete ha terminata la predica e pensano di essere religiosi.
Miei cari, questi atteggiamenti si potevano spiegare nel tempo passato. Oggi non si spiegano più. Certe cose potevano accadere nel passato. Oggi bisogna capire. Oggi bisogna rendersi conto. Oggi bisogna fare delle scelte. O si capisce che ciò che ci propone la fede è valido e allora bisogna accettarla fino in fondo. Oppure non si capisce o non si vuole capire e allora, bisognerebbe avere il coraggio di lasciare perdere alcune tradizioni. Certo non é il vescovo che vi dice di lasciare le tradizioni religiose che san Paolo chiama superstizioni. Il vescovi vi dice: cerchiamo di comprenderle per poterle apprezzare.
Ora, per capire le cose della fede non bastano la televisione, la radio, le notizie che si leggono sui giornali neppure nei canti spirituali. Bisogna che venga lo Spirito Santo e bisogna che noi lo accogliamo. Bisogna che venga Colui che é venuto sugli apostoli il giorno di Pentecoste e li ha trasformati completamente infatti da persone che non capivano sono diventati intelligentissimi del mistero di nostro Signore Gesù Cristo e hanno consumato la vita per testimoniarlo davanti a tutti gli uomini.
Lo Spirito Santo deve diventare una presenza nella nostra vita spirituale, che si può ascoltare mentre svolge la sua missione nella chiesa, per farci comprendere il valore della nostra religione e l’importanza di una fede intelligente. Se lo ascoltiamo gli avvenimenti più carichi di grazia che avvengono nella chiesa non ci lasciano indifferenti. Di questo dobbiamo prendere coscienza in occasione della Cresima dei vostri bambini e delle vostre bambine che questa sera ricevono lo Spirito Santo per la imposizione delle mani del vescovo.
I padrini e le vostre madrine, i papà e le mamme lo hanno già ricevuto. Mi viene da rivolgere loro questa domanda, con rispetto e con lealtà nello stesso tempo: che cosa ne avete fatto dello Spirito Santo che avete ricevuto il giorno della Cresima? Qualcuno può rispondere che quel giorno non ha provato niente. Può essere che non abbiate sentito niente e che non abbiate capito niente, perché, lo Spirito Santo non si tocca con le mani e non si percepisce con i sensi.
Lo Spirito Santo vivifica dal di dentro. Lo Spirito Santo é come una sorgente posta nel nostro cuore dalla quale zampilla acqua di vita eterna. Questa è una immagine umana per dire con le parole, che lo Spirito Santo ci fa vivere la vita di Dio, ci trasforma da semplici creature terrestri in figli di Dio e ci trasforma al punto che non ci sono più differenze di persone.
San Paolo dice non c’é più né giudeo, né tartaro, né greco, né sciita. Oggi si può cambiare questo linguaggio di Paolo e dire che ci sono soltanto dei fratelli impegnati a volersi bene vicendevolmente, proprio perché sono vivificati da un unico Spirito. Che cosa ne abbiamo fatto di questo dono? Non bisogna dire quello che é fatto é fatto. Per noi adulti tutti i giorni sono buoni per ricominciare seriamente perché lo Spirito Santo, che abbiamo ricevuto nel battesimo e ci é stato confermato nella Cresima, é sempre vivo ed attuale in noi.
Ma io penso ai vostri figlioli e a voi genitori che siete impressionati e turbati e a volte angosciati dell’ambiente in cui vivono i vostri figli. Se noi adulti fossimo vissuti a dodici anni nel mondo in cui sono costretti a vivere i vostri figli, come saremmo? E loro quando avranno la nostra età di oggi, che cosa saranno se invece di essere operante in loro lo Spirito Santo di Dio sarà operante lo spirito del mondo? Sapete qual é lo spirito del mondo. E’ l’egoismo, l’invidia, il razzismo, lo sfruttamento, l’interesse ad ogni costo.
Lo Spirito di nostro Signore Gesù Cristo, invece, é l’amore, la dedizione, il vivere per gli altri, il mettere la persona al di sopra di tutto, perché la persona vale più del mondo. Quando si sente affermare che dei responsabili della pace nel mondo sono disposti a sacrificare dei soldati, ci domandiamo: non pensano che questi soldati sono figli di un papà e di una mamma? Non pensano che sono uomini, fratelli, creature umane che valgono più di una nazione, più di un canale! Vedete dove porta lo spirito del mondo?
Questi piccoli impareranno da noi quale spirito devono seguire: se devono scegliere lo Spirito di nostro Signore Gesù Cristo o lo spirito del mondo. Si fa presto a celebrare la Cresima. La cresima é un punto di partenza. Poi i vostri figli cresimati vivranno la loro Cresima con voi, e la vivranno come voi vivrete la vostra Cresima. Questa é la responsabilità che dovete portare nei vostri cuori, da questa sera!
Grazie della vostra pazienza. Che lo Spirito Santo di Dio invocato su questi piccoli e per tutti noi, ci faccia comprendere ciò che Egli vuole dire al cuore di ciascuno.
OM 478 Montanara 72 –
Montanara 72 10 Maggio 1972, ore 18,30 40 Cresimandi