Gli uomini, diventati figli di Dio, portano in sé la potenza della risurrezione di Gesù Cristo
Epifania 1969 in sant’Andrea
Sia lodato Gesù Cristo.
Carissimi, Ci raccogliamo ancora una volta, in questo ciclo del tempo liturgico, intorno al mistero del Figlio di Dio fatto Uomo. Quest’oggi non celebriamo la nascita di Gesù, l’episodio, il mistero della nascita di Gesù Bambino. Oggi celebriamo il mistero della sua manifestazione che la liturgia della messa incentra soprattutto nell’episodio della venuta dei Magi ad adorare Gesù Bambino, ma che nel suo complesso, guarda anche sotto altri aspetti: – quando Gesù si manifesta al Giordano come Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, e come il Figlio nel quale il Padre ha posto tutte le sue compiacenze; – quando Gesù si manifesta alle nozze di Cana con il suo primo miracolo.
L’antifona al Magnificat dei vespri di quest’oggi, dichiara che per tre grandi avvenimenti è celebre questo giorno: – la stella ha condotto i Magi a Betlemme – Gesù è stato battezzato al Giordano – e alle nozze di Cana ha trasformato l’acqua in vino.
Gesù si manifesta e noi sappiamo che continuando la celebrazione dei misteri della vita di nostro Signore Gesù Cristo, questo fatto di manifestarsi si renderà sempre più insistente, e la manifestazione di nostro Signore Gesù Cristo diventerà sempre più evidente e,se vogliamo, convincente. Gesù si manifesterà sino al giorno in cui morirà in croce e soprattutto si manifesterà quando, dopo tre giorni dalla morte, risorgerà dal sepolcro.
Chi è Gesù che si manifesta. Lo sappiamo, ma dobbiamo saperlo sempre meglio;
– dobbiamo approfondire sempre di più questa nostra conoscenza,
– dobbiamo fare in modo che questa nostra conoscenza diventi parte della nostra vita,
– dobbiamo fare in modo che questa conoscenza penetri nel nostro essere, in tutta la nostra persona,
– dobbiamo fare in modo che questa conoscenza diventi un elemento della nostra stessa esistenza, e ci renda certi che in mezzo a noi e con noi, c’é Gesù Cristo vero Dio e vero uomo.
Gesù Cristo dobbiamo accoglierlo come è: in tutta la verità, in tutta la l’integrità del suo mistero.
Gesù Figlio di Dio é nato come bambino, come tutti gli uomini;
Gesù Figlio di Dio è cresciuto,in età, come tutti noi che da piccoli, giorno per giorno siamo cresciuti.
Gesù Figlio di Dio, ha voluto partecipare alla natura e alle condizioni della vita dell’uomo in tutti i suoi aspetti.
S. Paolo direbbe: ad eccezione del peccato, però Gesù anche il peccato lo ha esperimentato in se stesso come Figlio dell’uomo, non perché abbia commesso le colpe, ma perché su di Lui si è riversato il peccato di tutti gli uomini e ne ha portato le conseguenze: – le conseguenze della solitudine, – le conseguenze della incomprensione, – le conseguenze dell’invidia e delle gelosie che si accumulano intorno alla sua persona, – le conseguenze delle persecuzioni, – le conseguenze della sua passione e morte . Gesù Figlio di Dio, veramente uomo, ha abbracciato e vissuto tutta la condizione degli uomini fino alla morte, una morte dura, una morte dolorosa, una morte umiliante,una morte in croce.
Però, questo bambino che cresce, questo uomo che è fatto oggetto di contraddizione in mezzo agli altri uomini, e che condivide la sorte degli uomini, andando incontro alla sua morte, è Figlio di Dio. E’ veramente Dio. Alla sua nascita si muovono da tutto il mondo. I sapienti, i grandi, i potenti, i ricchi, portano i loro doni. E’ quello che si poteva fare in quei tempi. La scienza, la potenza, la ricchezza sono posti ai piedi di un povero, del povero Bambino Gesù perché: è stato riconosciuto grande, misteriosamente grande, al di sopra di tutte le potenze, di tutte le ricchezze, di tutta la scienza degli uomini.
Gesù veramente uomo, è Dio e lo proclama il Padre dal cielo. Leggiamo che una voce si é fatta sentire dalla nube. E’ questa una espressione del linguaggio della Bibbia che riporta il modo con cui Dio si è manifestato attraverso la storia dell’Antico Testamento: é la nube misteriosa dalla quale la voce di Dio era solita farsi ascoltare dagli uomini.Questa voce proclama: ” Questi è il mio Figliolo diletto nel quale ho posto le mie compiacenze, ascoltatelo”.
Gesù, veramente uomo, è Figlio di Dio e manifesta la potenza di Dio sulle creature, con il primo miracolo compiuto alle nozze di Cana: un miracolo evidente, chiaro, che avviene sotto gli occhi meravigliati e attoniti dei commensali e in particolare dei discepoli. Nota l’evangelista: questo è il primo segno compiuto da Gesù e i discepoli incominciarono a credere in Lui e lo seguirono. E’ stato riconosciuto grande, misteriosamente grande.
Ecco miei cari, come deve essere la nostra fede. San Paolo aggiungerà che la nostra fede ha il suo fondamento, la sua certezza, la sua pienezza, nel mistero della risurrezione da morte di nostro Signore Gesù Cristo perché, avendo dimostrato di avere la forza di vincere la morte, avendo dimostrato di essere l’autore della vita, ha dimostrato di essere il Salvatore, colui che doveva venire: ha dimostrato di essere il Figlio di Dio.
Miei cari, esaminiamola la nostra fede. Crediamo noi veramente in Gesù Cristo?
Crediamo noi veramente in Gesù Cristo Figlio di Dio fatto uomo, che diventa uno di noi, che vive come noi, che muore come noi, che assume tutto quello che di buono e di male porta con sé l’esistenza umana? Crediamo quindi al Vangelo, che ci riporta tutta questa storia, cioè un numero notevole degli episodi della vita di nostro Signore Gesù Cristo? Crediamo che Gesù veramente Dio e veramente uomo, è venuto in mezzo agli uomini – ripeto – per essere uno di loro, come loro, ma per essere, – ecco qui il motivo dominante- la testimonianza, la prova, che Dio non è indifferente agli uomini, che Dio non é lontano dagli uomini, che Dio ama gli uomini, che Dio partecipa a tutto ciò che interessa l’uomo, che a Dio interessa che gli uomini siano uomini, siano le creature più grandi, siano il valore più alto dinanzi a cui tutti gli altri valori debbono cedere?
Gesù presenta un bambino ai suoi discepoli, e proclama: “se non vi farete piccoli come questo bambino non entrerete nel Regno dei cieli” e insiste: ‘tutto quello che avrete fatto a uno dei miei più piccoli lo avrete fatto a me”.
Oggi da qualche parte, ma quasi sempre parzialmente, si vuole affermare che Gesù Cristo è veramente uomo, che Gesù Cristo ha condiviso la condizione degli uomini, che Gesù Cristo è con gli uomini, che Gesù Cristo è particolarmente con gli uomini più deboli, più indifesi, che soffrono ingiustizia da parte dei loro fratelli. E’vero. E’ vero che Gesù è così, ma questo Gesù, che vuole essere riconosciuto nei poveri, nei perseguitati, negli oppressi, in tutti quelli che soffrono, questo Gesù è il Figlio di Dio, questo Gesù è Dio ed è venuto per salvare gli uomini.
Come è la salvezza di nostro Signore Gesù Cristo Figlio di Dio, che come uomo, ha voluto portare agli uomini?
E’ la salvezza dalla ingiustizia? senz’altro;
è la salvezza dalla oppressione? senz’altro;
è la salvezza dalle conseguenze della ignoranza? senz’altro;
é la salvezza dalle conseguenze della ingiustizia? senz’altro;
é la salvezza dalle conseguenze delle oppressioni, delle guerre, delle malattie, di tutti i mali? senz’altro.
Ma come vuole salvare gli uomini Gesù Cristo? In che senso vuole salvare gli uomini Gesù Cristo? Li vuole salvare “da dentro”. Ecco, nostro Signore Gesù cristo, il Figlio di Dio, li vuole salvare “da dentro” introducendo nella persona degli uomini, qualche cosa della vita di Dio. Lo abbiamo già ripetuto nelle altre celebrazioni di questo tempo: il mistero cristiano porta i suoi frutti, perché Gesù Cristo facendosi uomo ha dato la possibilità agli uomini di diventare figli di Dio. Gesù Cristo salva gli uomini introducendoli alla partecipazione della vita di Dio, comunicando loro una dignità più grande di quella che si può concepire in mezzo a tutte le grandezze del creato, perché sono figli del Padre e hanno la dignità di figli del Padre.
Sono questi uomini, figli di Dio,
che portano in sé la potenza della vita della risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo,
che hanno il compito di togliere l’ingiustizia,
che hanno il compito di togliere le oppressioni,
che hanno il compito di alleviare le sofferenze che sono in mezzo agli uomini.
Non è Gesù Cristo che deve fare il miracolo. Il miracolo deve avvenire nelle nostre persone trasformate. Il miracolo deve avvenire nelle nostre persone cambiate. Il miracolo deve a avvenire nelle nostre persone convertite, cioè: che si rivolgono a Dio, che cercano Dio, che camminano sulla strada di nostro Signore Gesù Cristo per arrivare a Dio, che comunicano alla parola, alla grazia, alla carità di nostro Signore Gesù Cristo per andare verso Dio.
Il Vangelo che abbiamo udito dice dei Magi che avvisati in sogno, sono ritornati per “un’altra strada”. I santi padri commentando questa espressione del Vangelo, fanno notare che dopo che i Magi si sono incontrati con nostro Signore Gesù Cristo non hanno più seguito le loro vie, ma hanno seguito una via nuova. E’ una espressione come un’altra per dire non erano più quelli di prima, si sono sentiti trasformati, e sono vissuti come uomini che avevano visto il Figlio di Dio fatto uomo: sono diventati dei testimoni.
L’altro brano di Vangelo che ricorda il battesimo di Gesù fa notare che quelli che hanno udito la voce del Padre hanno avuto timore, e incominciarono a fare penitenza, si sono convertiti, hanno cambiato vita.
L’altro brano ancora di Vangelo, che riguarda questa solennità, dice dei discepoli: “credettero in lui e lo seguirono”
Miei cari, noi che abbiamo celebrato le solennità del S. Natale, noi che ci siamo incontrati con nostro Signore Gesù Cristo, noi che abbiamo cercato di illuminare la nostra fede e di approfondirla, sentiamo che abbiamo un dovere in più dopo avere celebrato un’altra volta la solennità del Natale. Sappiamo che, se veramente ci siamo incontrati con nostro Signore Gesù Cristo e crediamo in Lui vero uomo e vero Dio, dobbiamo essere diversi da quello che eravamo prima, dobbiamo convertirci, dobbiamo seguire più da vicino nostro Signore Gesù Cristo, dobbiamo essere quelli che danno testimonianza a nostro Signore Gesù Cristo.
Oh guardate che ai tempi nostri – quante volte lo sentite ripetere – non valgono più le parole, non valgono più i discorsi, non valgono più i ragionamenti, ma valgono i fatti. Noi che veniamo in chiesa dobbiamo avere chiaro che non ci veniamo per soddisfare un bisogno della nostra vita religiosa, per compiere un dovere, anche se compiere un dovere e soddisfare ad un bisogno della vita religiosa sono sempre una cosa buona. Noi veniamo in chiesa soprattutto, per prendere coscienza che la nostra fede ci impegna.
Se gli altri ci vedono venire in chiesa, debbono anche vedere che nella vita esprimiamo veramente la fede di nostro Signore Gesù Cristo. Noi dobbiamo partire da queste celebrazioni rinnovati interiormente nel nostro modo di pensare, nei nostri sentimenti. Dobbiamo impegnarci a prendere degli altri atteggiamenti che siano corrispondenti al Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo, alla verità che Gesù è Figlio di Dio e Figlio dell’uomo.
Quelli che hanno creduto in nostro Signore Gesù Cristo, dai re Magi ai discepoli di Giovanni, ai discepoli di nostro Signore Gesù Cristo, hanno creduto perché hanno visto dei segni. Quali sono i segni che oggi il mondo chiede per poter credere a nostro Signore Gesù Cristo? Leggiamoli questi segni in quel bisogno diffuso, che c’è da tutte le parti, di una giustizia più grande, di una autenticità più sincera, di una coincidenza più fedele tra le parole e i fatti. Questo lo esigono i nostri giovani, questo lo esigono i popoli, soprattutto i popoli poveri e oppressi di tutto il mondo, questo lo esige nostro Signore Gesù Cristo perciò lo deve esigere la nostra coscienza.
Leggiamo i segni dei tempi, e poi diventiamo anche noi segno, dimostrazione, prova, manifestazione che veramente nella nostra vita c’è Gesù vero Dio e vero uomo.
Sia lodato Gesù Cristo .
OM 590 Epifania 69