Non soltanto nell’anima ma in tutta la persona
Una breve meditazione della parola del Signore. Oggi tutti, si può dire, sono stati al cimitero in mezzo alle tombe dove si compie la corruzione della carne. Tutti sono stati battezzati nel nome del Signore, sono stati redenti dal suo sangue, sono stati salvati dalla sua passione e morte e tuttavia portano con sè, al pensiero di questa corruzione, un senso incancellabile di tristezza, di desolazione da cui non sanno difendersi.
Noi, questa sera, qui in chiesa, abbiamo sentito affermare con forza e ripetutamente, di un’altra carne non dissimile dalla nostra, che ci viene proposta come cibo, come nutrimento, come pegno di resurrezione. Voi lo capite che questa carne è il corpo di Gesù nel sacramento dell’Eucaristia. Il cristiano durante la sua vita ha accolto ripetutamente, l’eucarestia e si è alimentato, con un realismo materiale anche se misterioso e sacramentale, del Corpo di Gesù.
…si domandano: “Come mai Costui può darci la sua carne da mangiare?” Gesù conferma: “Chi non mangia la mia carne non avrà la vita eterna. E quelli, le cui spoglie corruttibili e in corruzione noi abbiamo visitato nel cimitero, sono andati a contatto di questa carne, che é la carne di nostro Signore Gesù Cristo data per la nostra salvezza. E’ una carne che é passata nel sepolcro, come il corpo dei nostri cari che sono sepolti nella oscurità del sepolcro, ma é la carne del Figlio dell’uomo Gesù Cristo, del Figlio di Dio che ha vinto la morte, che ha vinto la corruzione ed é stata rivestita dalla potenza dello Spirito Santo di una vita definitiva che non si toglie più.
Ora vedete, quanto é giusto che Gesù dica: “Chi mangia la mia carne avrà la vita eterna”, non soltanto nell’anima ma in tutta la persona; non soltanto nello spirito ma nel proprio corpo, nella propria carne. Noi, rivestiti di questa carne risorgeremo con questa carne, perché ci siamo nutriti della carne di Gesù morto e risuscitato. ” In verità, in verità vi dico, se non mangiate la carne del figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue non avrete la vita in voi” ; “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.
Miei cari, che contrasto…! la nostra mortalità e l’immortalità del nostro Salvatore Gesù Cristo! La vita é il mezzo per partecipare a questa immortalità. La nostra vita umana con Cristo risorto, che ci é dato come cibo nel sacramento eucaristico, è per preparare il giorno della nostra risurrezione. Ma dobbiamo pensare: – la comunione come seme di vita; – la comunione segno di resurrezione per il nostro corpo mortale; – la comunione sorgente di vita piena nello spirito e nel corpo per una terra nuova, per cieli nuovi dove il nostro corpo vivrà glorioso nella pienezza del nuovo “se stesso” perché si é innestato a Gesù, il Figlio dell’Uomo, il Figlio di Dio.
Vediamola così la nostra comunione, l’ Eucaristia. E’ pane vivo per tutta la nostra vita. Se é per tutta la nostra vita, é per ogni istante della nostra vita, é per ogni circostanza della nostra vita. Quando san Paolo dice: “Vivo ego iam non ego vivit vero in me Cristus” afferma la permanenza della dignità e della presenza di Gesù Cristo in noi: presenza e permanenza di Gesù Cristo in noi dal sacramento della Eucaristia; presenza e permanenza in noi e dei suoi effetti in ogni circostanza della nostra esistenza.
Allora, quando siamo uniti in Cristo in questo modo, siamo uniti a quelli che ci hanno preceduto nel segno della fede, siamo anche uniti a quelli che con noi credono che Gesù Cristo é la risurrezione e la vita, siamo anche uniti con coloro che credono che chi mangia la sua carne e beve il suo sangue ha la vita per la eternità: una vita che si compie in noi in ogni istante, che si compirà definitivamente perché, é ancora promessa di Gesù: “io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.
Cattedrale di Monopoli, Messa vespertina del giorno dei morti
OM 80 Morti 67