E’ lo splendore della gloria di Dio, colui che regge l ‘universo
con la Parola della sua potenza
Natale 1965 – Monopoli Cattedrale-
Carissimi, abbiamo celebrato la parola di Dio.Celebrare significa: fare una cosa solennemente tutti insieme. Il Sacerdote ha proclamato la parola. Noi l’abbiamo ascoltata.
Mentre il sacerdote proclama la Parola in messo a noi, Gesù Cristo, che è sempre con quelli che annunciano la sua Parola, per mezzo del suo Spirito, è in mezzo a noi e ci introduce nel significato di ciò che ascoltiamo, nel significato delle parole che giungono al nostro orecchio.
Per questa, che è la terza Messa che ogni Sacerdote celebra il giorno di Natale, la Chiesa, si può dire, ha scelto le pagine più alte dell’ispirazione cristiana, della rivelazione che Iddio ha voluto fare di se stesso ai suoi.
Mentre la nostra fede è incentrata sul motivo del mistero del Natale di Gesù Cristo Figlio di Dio, le pagine della Rivelazione del Libro Sacro ci dicono qualche cosa di questo Figlio di Dio fatto uomo bambino a Betlemme in un momento preciso della storia dell’umanità, per essere il Figlio di Dio in mezzo a noi.
Chi è il Figlio di Dio? Chi è Dio? Chi è questo bambino? Ascoltatelo.
– E’ lo splendore della gloria di Dio,
– l’impronta della sua sostanza,
– il Figlio che regge l ‘universo con la parola della sua potenza,
– il quale viene per compiere la purificazione dei peccati,
– il quale oggi, dopo essere venuto su questa terra, è ritornato al cielo e siede alla destra della Maestà di Dio”.
Continua il Libro Santo: “Egli è superiore agli angeli, quanto incomparabilmente al di sopra degli angeli è il suo nome.” Qual è il suo nome? ” Figlio mio tu sei, oggi ti ho generato? “ E ancora: ” Io gli sarò Padre ed egli mi sarà Figlio. ” “Tu sei il Figlio mio, oggi ti ho generato”. Questo “oggi” non nel tempo, ma questo “oggi” di Dio che è tutta l’eternità. Io gli sarò Padre – dice Dio – ed egli è mio Figlio. Il Figlio di Dio! E comanda agli angeli, a riguardo di questo bambino che è suo figlio, che lo adorino.
“Colui che fa i suoi angeli simili al vento” a significare la prontezza con cui eseguiscono i suoi ordini, “e i suoi ministri come fiamme di fuoco”,
dice al Figlio, a questo bambino che è adagiato in una greppia: “il tuo trono permane nei secoli e lo scettro della tua potenza è uno scettro cha vince tutte le potenze di questo mondo”.
Tu dal principio o Signore -questo bambino – hai fondato la terra, ed opera delle tue mani sono i cieli. Essi periranno ma tu rimani. Tutti invecchieranno come invecchia un vestito, come si muta un mantello li muterai, ed essi saranno mutati . Tu, invece sei sempre lo stesso e i tuoi anni non avranno mai fine. Questa è una pagina della Sacra Scrittura che ci descrive qualche cosa del mistero della grandezza di questo piccolo bambino. Un’altra pagina, è il vangelo di S. Giovanni.
“In principio”, cioè da sempre questo bambino era presso Dio – perché è la Parola di Dio, – perché è la espressione di Dio, – perché è la manifestazione di Dio, – perché è il pensiero sostanziale di Dio, – perché é Dio.
“Tutto fu fatto per mezzo di Lui e senza di lui ,nulla fu fatto di ciò che è stato fatto. In Lui è la vita.” Ecco: la sorgente dell’esistenza. E’ la vita, – é la luce degli uomini, – è la luminosità degli uomini, – è la vivacità degli uomini, – è l’intelligenza degli uomini, – è la razionalità degli uomini, – è la luce che splende nelle tenebre. A mezzanotte è nato sulla terra il Figlio di Dio, ma le tenebre non hanno compreso questa luce. Non l’ hanno accolta.
Ecco miei cari un particolare tanto significativo. In un momento preciso della storia “ci fu un uomo mandato da Dio chiamato Giovanni. Questi è venuto per scuotere l’attenzione, per rendere l’uomo avvertito, attento, perché entrava nel mondo l’Agnello di Dio, Colui che veniva a togliere i peccati del mondo. Il Verbo si è fatto carne Lo abbiamo già detto con altre parole della Sacra Scrittura che il Figlio di Dio si è fatto uomo, si è fatto bambino, ed ha posto la sua dimora in mezzo a noi. Dio con noi è il Cristo, è l’Emmanuele.
“E noi abbiamo visto la sua gloria”. L’evangelista si riferisce specialmente al momento della glorificazione finale del Figlio di Dio, quando vittorioso supera la morte ed entra nella vita di Dio per sempre, quella vita di Dio per sempre che Egli ha portato sulla terra per tutti gli uomini.
“A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio.” A quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue né da volere della carne né da volere d’uomo, ma da Dio sono nati per mezzo di una partecipazione a quella vita che il Figlio di Dio è venuto a portare su questa terra.
Fratelli carissimi, queste cose che si ascoltano, che si ripetono nella chiesa, non sono cose di questo mondo, non sono cose che hanno fatto gli uomini con le cose che formano la trama della nostra esistenza quotidiana. Queste cose sono cose straordinarie. Queste cose, sono cose inconcepibili. Queste cose, sono cose sconcertanti. Queste cose sono cose del tutto piene, cariche di meraviglia. Ma, Queste cose non sono per gli altri. Queste cose Iddio le ha fatte per noi. Il Figlio di Dio dall’altezza dello splendore della sua gloria, dove siede alla destra della potenza del Padre nei cieli, è sceso nell’umiltà di questa nostra povera esistenza per venire incontro a noi, per incontrare ciascuno di noi.
Ad un certo momento della nostra esistenza che potrebbe essere anche un Natale, che potrebbe essere questo Natale di grazia: Gesù vuole incontrarsi con ciascuno di noi per manifestarci l’infinita bontà di Dio; vuole fare di ciascuno di noi un figlio di Dio; vuole farci capire che l’amore infinito di Dio coincide con il suo desiderio, con la sua volontà di introdurci nell’intimo della sua vita, nel caldo del focolare del suo amore infinito, nella partecipazione della sua stessa natura.
Miei cari, questo è il significato del Natale. Gesù Cristo Figlio di Dio si fa uomo per incontrare ogni uomo. Gesù Cristo Figlio di Dio si fa uomo perché gli uomini che credono in Lui diventino a loro volta, per grazia, per misericordia di Dio i figli di Dio, per orientarli nella loro esistenza, nella loro sorte, nella loro avventura in questo mondo, all’amore di Dio, alla sostanza della vita di Dio, alla sicurezza onnipotente della vita di Dio che deve diventare il fondamento della nostra fede.
Perché tutto questo diventi il nostro Natale, perché tutto questo diventi il Natale che il Figlio di Dio compie nella nostra persona, notate un particolare. Vi fu un uomo mandato da Dio che si chiamava Giovanni. Era il tempo in cui doveva incominciare la manifestazione di Gesù Cristo come salvatore in mezzo al mondo. Guardate che, questo si ripete. A volte si ripete con un’analogia sconcertante negli avvenimenti che si possono accostare nella loro consistenza ed evidenza storica.
Anche ai nostri giorni vi fu un uomo mandato da Dio di nome Giovanni, che ha commosso tutto il mondo, che ha scosso tutto il mondo, che ha attirato l’attenzione di tutto il mondo. Papa Giovanni XXIII. Non è venuto per attirare sopra di sé l’attenzione del mondo. E’ venuto come una voce, come un segno, come un invito agli uomini, perché gli uomini riconoscessero ancora Gesù Cristo, perché gli uomini si incontrassero ancora con Gesù Cristo, perché gli uomini credessero più risolutamente in nostro Signore Gesù Cristo.
E Gesù Cristo si è manifestato al mondo oggi. Il concilio è stato una stupenda Epifania, cioè una manifestazione straordinaria del Signore nella sua Chiesa: Gesù Cristo è più presente, Gesù Cristo è più attuale nel mondo, Gesù Cristo è più intento, se così si può dire, a salvare il mondo.
Cercate di intendere la voce del Vescovo che vi reca testimonianza di queste cose che sono accadute. Non sono cose di uomini, sia pure uomini grandi, esperti e colti. Tutto è accaduto per l’azione straordinaria dello Spirito di Dio. Tutti gli uomini si sono sentiti strumenti di una volontà più grande, di una volontà più buona, di un amore straripante che è l’amore di Dio che coordina i fatti di questo mondo. Di questo povero mondo di oggi.
E’ un povero mondo quello di oggi anche se è ricco, anche se è ricchissimo. Questo mondo è povero perché è debole, perché il mondo degli uomini è molto limitato: – ha moltiplicato gli strumenti della forza ed ha moltiplicato i pericoli della distruzione; – ha moltiplicato le risorse in tutti i campi ed ha svuotato gli spiriti, ed ha svuotato i cuori; – ha moltiplicato le ricchezze da una parte, ed ha centuplicato la fame dall’altra.
E’ grande da una parte il mondo di oggi, ma é anche tanto un povero mondo che non è più capace di dominare la sua forza e di corrispondere alla più elementare aspirazione di tutti. Dovrebbe, questo mondo, comprendere che ha bisogno di un Salvatore e dorrebbe avvertire che un Saltatore si presenta nuovamente nella vicenda della storia per proporre una salvezza: – una salvezza che non viene dal sangue, – una salvezza che non viene dal potere della carne, – una salvezza che non viene dalla potenza dell’uomo; – una salvezza che viene da Dio.
Allora, a questa salvezza ci dobbiamo accostare aprendo il nostro spirito, dilatando la nostra anima, permettendo a Gesù Cristo di entrare in noi,e di fare di noi la famiglia dei figli di Dio, di disporre di ciascuno di noi come di altrettante pietre per la edificazione del tempio del Signore in mezzo agli uomini: la sua Chiesa. Non la chiesa in muratura, non semplicemente la chiesa così detta gerarchica, ma: la sua Chiesa. che inaugura il regno di Dio in questa terra, voluta da Dio per la salvezza degli uomini e che raggiungerà il suo compimento in cielo; la sua Chiesa. degli uomini che credono a Dio più che a se stessi e più che agli altri uomini, la sua Chiesa. degli uomini che hanno più fiducia in Dio che nelle possibilità del mondo, della scienza, della tecnica, della potenza. Soprattutto la sua Chiesa.di coloro che amano, essendo nati da Dio, e come figli di Dio amano tutti gli uomini. Amano tutti gli uomini come fratelli. Li amano sinceramente, li amano disinteressatamente, li amano tanto, fino a dare se stessi come il Cristo, questo nostro Salvatore che per liberarci dal nostro male, dal nostro egoismo, ha dato se stesso fino alla morte ed ha insegnato: “Amatevi come io vi ho amato”.
Insisto. Questo ci ripete oggi: “Amatevi come io vi ho amato”. – Per amarci il Figlio di Dio si è fatto uomo, – Per amarci il Figlio di Dio si è fatto povero, – Per amarci il Figlio di Dio si è fatto paziente, – Per amarci il Figlio di Dio ha dato se stesso, – Per amarci il Figlio di Dio è morto per noi. Amatevi, amiamoci, nel nome di nostro Signore Gesù Cristo, e Cristo sarà in mezzo a noi, e Cristo sarà il nostro Natale, e Cristo sarà la nostra vita nuova. e Cristo è il buon Natale che il Vescovo augura a voi, fratelli nella fede e figli nella grazia di nostro Signore Gesù Cristo.
OM 13 Natale 65 Monopoli Cattedrale, ore 11
Omelia trascritta dal registratore e riveduta dal vescovo come tutte quelle di Monopoli