Parrocchia Sacra Famiglia – Suzzara, 14 Settembre 1968 Ore 18
Questo, permettete che lo richiami con insistenza perché germogli, e sia come fermento d’unità tra voi. Qui intanto c’é un luogo che vi raccoglie e un altare intorno a cui voi celebrate la vostra fede perché capite di essere chiamati ad esprimere sempre più evidentemente nella vostra esistenza quotidiana, che siete un’unica famiglia dei figli di Dio, che siete -come si dice oggi- una comunità.
Una comunità Si parla di spirito comunitario, si dicono tante cose interessanti, belle e valide, ma ciò che importa é attuarle, ciò che importa é realizzarle. Questa sera noi diamo inizio in modo solenne ad una nuova comunità cristiana.
Non solenne perché ci sono le autorità che richiamano a qualche cosa di straordinario, ma solenne perché c’é un impegno cosciente in ognuno di noi per questo avvenimento: che si esprime con la presenza del Vescovo, che si esprime con la celebrazione liturgica, che si esprime, come stiamo facendo, con l’ascolto e con la proclamazione della Parola di Dio.
Ma a chi ho detto di ascoltare la parola di Dio mentre la proclamo davanti a voi? Diamo inizio a questo fatto, diamo inizio a questo avvenimento: qui stabiliamo, in modo ufficiale – badate che questa parola ha un senso positivo – una nuova comunità cristiana.
Non é necessario che insista, voi avete capito. Se avviene qualche cosa di nuovo in questa zona della vostra cittadina non é il sorgere di un edificio, non é lo svolgimento di certe attività ma é il coadunarsi quotidiano di una comunità, in unità di uomini, di spiriti, di cuori che esprimono la presenza operante della carità di nostro Signore Gesù Cristo.
Ho un’altra cosa da dirvi e mi pare che siete disposti ad udirla. Ricordate bene che la comunità é un fatto vitale di esistenze umane, che comunica necessariamente perché é aperta alla comunione. “Comunità” non ha soltanto un senso interiore, interno. “Comunità” ha soprattutto un senso esteriore di apertura. Diciamo le cose molto prosasticamente; se il sorgere di una nuova parrocchia a Suzzara significasse dividere la popolazione di Suzzara in due o tre parti , se avesse il significato di non comunicare più con il resto della popolazione, se avesse il significato di erigere una barriera o altro , allora io da questo momento dichiaro che non esiste più la parrocchia. Ma io ho fiducia che queste piccole comunità – piccole per modo di dire – essendo più alla portata della dimensione umana possano essere anche più vive e più attive e saranno tanto tanto più vive e tanto più attive quanto più diventano fermento e cemento con tutto il resto della comunità cristiana .
Notate! Non termina qui l’ambito della vostra comunione. La vostra comunione deve arrivare a tutte le altre comunità vicine e, attraverso questa comunità delle comunità delle altre parrocchie, voi dovete giungere non solo fino a Mantova ma almeno fino ai confini della diocesi di Mantova. Che cos’è la Diocesi se non la comunione di chiese locali? Se ogni parrocchia fosse un’entità a sé stante non legata al resto delle parrocchie, il Vescovo di chi sarebbe Vescovo? Non é Vescovo di Suzzara perché c’é l’Arciprete; non é Vescovo della Sacra famiglia perché c’é il parroco; non é vescovo di Sailetto perché c’é il prevosto. Potrebbe andare in pensione oppure potrebbe andare a spasso.
Il Vescovo non é neppure il parroco dei parroci. Non creiamo troppe strutture! Il Vescovo é il parroco di Suzzara, é il parroco della Sacra Famiglia, é il parroco di Sailetto, é il parroco di Riva…. il Vescovo é il parroco rappresentato dal Sacerdote che fa le sue veci. Il Sacerdote rappresenta il Vescovo Il sacerdote rende presente il Vescovo nelle parrocchie, ma questo avviene quando i sacerdoti tra loro e le comunità tra di loro, sentono di costituire la Chiesa di nostro Signore Gesù cristo, sentono che in mezzo a loro c’é nostro Signore Gesù Cristo elevato sulla croce che li attrae perché siano una cosa sola.
Perché il Vescovo ha la pienezza del sacerdozio? Ha la pienezza del sacerdozio perché ha la pienezza della celebrazione del sacrificio eucaristico. E non c’é una espressione di Chiesa più piena, più valida, più esigente della celebrazione liturgica del Vescovo circondato dai suoi sacerdoti sia nella chiesa cattedrale come in qualsiasi chiesa della sua diocesi. Lì c’é la Chiesa di nostro Signore Gesù Cristo! Ma non c’é la chiesa perché c’é la mitra del Vescovo o il pastorale del Vescovo, vedete, sono venuto senza mitra e senza pastorale ma perché intorno al Vescovo che celebra il sacrificio eucaristico ed annuncia la parola di Dio, c’è nostro Signore Gesù Cristo innalzato sulla croce che attira tutti a se stesso.
Mi raccomando, lasciatevi attirare da nostro Signore Gesù Cristo, lasciatevi compaginare nell’unità dalla carità di nostro Signore Gesù Cristo, lasciate che la carità di nostro Signore Gesù Cristo vi renda capaci d’amare tutti come lui ha amato.
OM 140 Suzzara 68 – Parrocchia Sacra Famiglia – 14 Settembre 1968 Ore 18