Mantova 4 novembre 1968, Assemblea di Azione Cattolica
Gesù, Figlio di Dio ha dovuto rivestirsi della nostra umanità per caricarsi anche dell’indigenza della vita umana, per assumere tutto ciò che costituisce il nostro essere mortale, tutto ciò che costituisce la nostra esistenza. E ha voluto che la sua azione di pontefice, di sacerdote, di pastore fosse continuata in mezzo alla sua chiesa per mezzo delle creature totalmente umane che perciò portano il peso della loro infermità umana, della loro fragilità, dei loro limiti, di tutto ciò che costituisce il nostro patrimonio di povertà, e fosse assunto da lui perché diventi un patrimonio di ricchezza.
Direte: perché questo preambolo? Per dirvi una cosa semplicissima che vorrei assumesse un significato veramente religioso e che si inserisse veramente in questa celebrazione.
Un anno fa, proprio in questo giorno io lasciavo un gregge che avevo condotto -non so se avanti o indietro – per quindici anni e, celebrare S. Carlo qui questa mattina, costituisce evidentemente un richiamo fortissimo proprio a quella ricorrenza, e proprio a quella liturgia dei pastori che rappresentano nostro Signore Gesù Cristo, che devo ascoltare che mi chiama ad essere pastore e perciò mi chiama ad essere col mio gregge, ad essere con voi miei cari sacerdoti che siete intorno all’altare e celebrate con me, ed esprimete insieme con me l’unico sacerdozio di nostro Signore Gesù Cristo, e con voi, che con la vostra presenza certamente rappresentate tutti i fedeli della diocesi, ed esprimete lo spirito di impegno che vi contraddistingue che vi ha portato qui per dare un segno della vostra partecipazione alla sollecitudine pastorale del vostro vescovo e dei vostri sacerdoti.
E così siamo insieme davanti al nostro unico Pastore, al vero Pastore delle anime nostre. Gesù Cristo è la ragione di essere di ciascheduno di noi, è la ragione per cui stiamo insieme, è la ragione dei nostri discorsi coi quali vogliamo condurre avanti un incontro di pastorale già avvenuto. Gesù è il buon pastore. Abbiamo ascoltato come ne parla S. Giovanni riportando le parole di Gesù stesso. Egli è il buon pastore. Egli conosce le sue pecorelle, le chiama per nome, le conduce ai pascoli sicuri. Egli soprattutto dà la propria vita per coloro che guida, per coloro che porta alla salvezza.
Come devono assumere un atteggiamento di adorazione tutti i nostri pensieri, tutti i nostri sentimenti, tutti i nostri giudizi! Un sentimento e un atteggiamento di adorazione perché Gesù deve avvolgere completamente tutto ciò che siamo, tutto ciò che pensiamo, tutto ciò che desideriamo, tutto ciò in cui ci impegniamo, perché: se non ci fosse Lui, se non fosse per lui, se non fosse con lui, sarebbe tutto vano. E’ impegnativo,lasciare prevalere nostro Signore Gesù Cristo, permettere a lui solo di fare il pastore e lasciarci guidare da Lui.
Gesù aveva già detto che ci sarebbero stati nella chiesa quelli che presumono di parlare in suo nome e che avrebbero generato confusione e soprattutto divisione. La nostra attenzione deve essere rivolta totalmente a Lui, esclusivamente a Lui, nel quale si raccoglie tutto ciò che è valido e si riuniscono tutti quelli che sono i suoi, per fare di tutto e di tutti una cosa sola. “Io do la mia vita per le mie pecore”. Perché Gesù sacrifica la sua vita? Perché si faccia un solo gregge e ci sia un solo pastore. Dice Gesù: “Quando sarò innalzato dalla terra, nell’istante in cui darò la vita attirerò tutti a me stesso. Da quel momento c’è nel mondo la forza, la grazia per costituire un solo gregge che riconosce un solo pastore.
Miei cari, siamo qui per essere l’unico gregge di nostro Signore Gesù Cristo, per essere attratti da Lui e formare una cosa sola fra di noi, per corrispondere alla preghiera “ut unum sint”, ed essere qui dove ci raccogliamo, dove viviamo, l’autentica chiesa di nostro Signore Gesù Cristo, perché siamo coloro che stanno insieme, uniti nella carità, nell’amore più sincero, più disinteressato, più generoso.
Continuiamo la nostra azione liturgica, continuiamo a stare insieme, continuiamo a lasciare che la parola del Signore penetri nei nostri cuori e che, per mezzo della sua parola, Gesù, faccia di noi il popolo del Padre suo, la famiglia dei figli del Padre. Ci aduni nella carità con il sacrificio che rende presente sacramentalmente in mezzo a noi.
Cerchiamo di intendere la preghiera Gesù, cerchiamo di capire il motivo del nostro stare insieme per comprendere rettamente ciò che Gesù vuole, da parte del Padre, per ciascheduno di noi.
OM 163 Azione Cattolica 68 – 4 Novembre Ore 9