Ho detto: il primo frutto é quello ricordato dalle parole di Gesù:
“in quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi”
“lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio”.
Poi ci sono i frutti dello Spirito Santo.
Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, dominio di sé. Contro queste cose non ce niente.
Lettera ai Galati cap. 5,18 sino alla fine.
Ma dove attingiamo lo Spirito Santo?
Le sorgenti dello Spirito Santo sono la parola di Dio
-non vi ho parlato dei doni dello Spirito Santo o dei carismi dello Spirito Santo. Il discorso diventerebbe interminabile-
e l’azione liturgico sacramentale
Vi ho già detto del battesimo, della cresima.
Sempre azione dello Spirito Santo.
Adesso vi voglio richiamare brevemente all’azione dello Spirito Santo rispetto al mistero eucaristico.
Chi é che trasforma il pane nel corpo e il vino nel sangue di Nostro Signore Gesù Cristo?
Lo Spirito Santo.
Tutte le preghiere eucaristiche hanno, a principio la così detta epiclesi, cioè invocazione allo Spirito Santo, perché santifichi i doni, perché trasformi i doni che noi offriamo all’altare.
Prendo la preghiera terza e leggo:
“Ora ti preghiamo umilmente: manda il tuo Spirito a santificare questi doni che ti offriamo, perché diventino il corpo e il sangue di Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro signore, che ci ha comandato di celebrare questi misteri”.
La chiesa orientale dà uno sviluppo molto grande, molto profondo, all’azione dello Spirito Santo. Si può dire che da noi ce stato un risveglio in questo senso per il rinnovamento liturgico e biblico, per l’insegnamento del Vaticano Secondo e il rinnovamento che si é fatto dei nuovi riti sacramentali, in particolare della celebrazione della eucaristia.
E’ lo Spirito Santo che é presente, che compie il grande prodigio della trasformazione dei doni.
Ma Gesù Cristo é il capo della chiesa,
é il capo del corpo di cui noi siamo le membra.
E’ lo Spirito Santo che ha il compito di realizzare il disegno del Padre, di ricapitolare tutto in Cristo, di unificare tutto in Cristo, opera (San Paolo lettera agli Efesini, 4) proprio nella celebrazione eucaristica, come del resto negli altri sacramenti.
Pensate al sacramento della riconciliazione, cioè il sacramento della penitenza. Noi ci riferiamo sempre al sangue di NSGC. Va bene. E’ stato versato una volta per sempre, ma chi rende attuale la forza purificatrice, riconciliante di quel sangue, é lo Spirito Santo. Cosi, chi rende possibile la comunione in Cristo e tra dì noi, nella celebrazione eucaristica, é lo Spirito Santo. E allora come c’è l’epiclesi prima della consacrazione, c’è la epiclesi dopo la consacrazione.
Dopo la consacrazione: “Guarda con amore e riconosci nell’offerta della chiesa, la vittima immolata per la nostra redenzione e a noi, che ci nutriamo del corpo e sangue del tuo Figlio, dona la pienezza dello Spirito Santo perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo Spirito. Egli faccia di noi un sacrificio perenne a te gradito, perché possiamo ottenere il regno promesso insieme con i tuoi eletti eccetera.Ecco le sorgenti dello Spirito Santo.
Abbiate pazienza.
Cioè, ormai avete capito che dovete avere pazienza.
cioe, nell’accoglienza di quella comunione di vita con il Padre, che si realizza in noi per cristo, con Cristo e in Cristo, sotto l’azione dello Spirito Santo e, cerchiamo discoprire proprio per la grazia dell’azione dello Spirito Santo che ci vuole introdurre in tutto il senso della verità, quello che potremmo chiamare il comportamento di Dio, oppure con delle parole un po’più difficili, l’ambito del compimento dell’incontro con Dio, oppure il senso dell’economia di Dio.
La costituzione sulla Divina Rivelazione, al n. 13 ha delle affermazioni, se volete una affermazione che richiama tutta la tradizione della chiesa, ma che molte volte rischia di essere dimenticata. E cioè la natura del vero amore di Dio verso l’uomo che con una parola semplicissima e non troppo corrente definisce “condiscendenza di Dio”. In parole più povere, l’adattarsi di Dio alla nostra natura.
Prima che, Dio esiga che noi ci conformiamo a lui é lui che si conforma a noi, alla nostra natura.
E’ detto nella sacra scrittura, dunque, “restando sempre intatta la santità e la verità di Dio, si manifesta l’ammirabile condiscendenza della eterna salvezza, affinché possiamo apprendere l’ineffabile benignità di Dio e quanto egli, sollecito e prodigo nei riguardi della nostra natura, abbia contemperato il suo parlare.
Le parole di Dio infatti espresse con lingue umane, si sono fatte simili al parlare dell’uomo come già il verbo dell’eterno Padre avendo assunto le debolezze della umana natura si fece simile all’uomo”.
Sviluppando questo tema che riguarda la divina condiscendenza di Dio, noi possiamo fermarci su tre punti (con l’orologio!)
primo.
Dio si manifesta con parole ed opere adatte ad essere intese dagli uomini. Attraverso le parole le opere manifesta la profondità del suo mistero.
secondo.
Questo avviene particolarmente nella persona di nostro Signore Gesù Cristo
Terzo.
Questo definisce la natura misteriosa e visibile o, se volete, sacramentale della Messa.
Facciamo un passo indietro e ricordiamo le parole che abbiamo letto ieri pomeriggio.
“Questa sacra economia della rivelazione avviene con eventi e parole intimamente connessi in modo che le opere compiute da Dio nella storia della salvezza manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significate dalle parole e le parole proclamano le opere e chiariscono il mistero in esse contenute.
Poi, ciò che si riferisce al secondo punto della nostra meditazione
“la profonda verità sia di Dio, sia della salvezza degli uomini, per mezzo di questa rivelazione risplende a noi in cristo il quale é insieme il mediatore e la pienezza di tutta intera la rivelazione”.
Adesso cerchiamo di capirci.
Dio si conforma alla natura degli uomini che é una natura sensibile, che percepisce qualunque realtà di qualunque genere sia materiale sia spirituale sia affettiva, come immaginativa o altro, sempre attraverso i sensi.
Non arriva nulla nell’uomo, nella profondità dell’uomo, se non passa attraverso questa porta o questa finestra che sono i sensi.
Vi ricordate come qual mente i predicatori dei santi esercizi spirituali dicevano che bisogna tenere chiuse le finestre specialmente, gli occhi..
santo cielo!.
Ma se Dio ci ha dato il dono della vista
e il figlio suo ha fatto miracoli per restituire la vista!
e poi ha fatto tante cose belle.
Per chi le ha fatte queste cose belle?
Per le talpe?
Evidentemente le ha fatte per noi
E, tutte queste cose che Dio ha fatto nella creazione,
prima di tutto,
e poi nella storia della salvezza,
le ha fatte, le ha compiute perché noi le percepissimo con quelle possibilità di percezione che egli stesso ci ha donato.
Tutte indistintamente nessuna esclusa.
Questo, sia per comunicare lui con noi sia per comunicare noi con il creato, con le creature e con i nostri fratelli in particolare.
Perciò Dio si serve di tutti questi elementi esteriori:
prende delle sembianze umane per parlare con Adamo ed Eva.
Quando appare ad Abramo!
La prima apparizione ad Abramo non sappiamo come sia avvenuta,
se fosse una apparizione esterna oppure soltanto interiore.
La scrittura non lo dice quindi non dobbiamo stare a fare delle questioni.
Ma poi, per esempio, a Mambre si presenta in un modo percepibile.
Manda un angelo a trattenere la mano quando sta per immolare il suo figliolo.
A Mosè si presenta sotto la forma di un roveto che arde e non consuma.
Poi in tanti modi.
Sono – come dire – tutti modi anche ineffabili, misteriosi. Quando Dio conduce Elia a camminare lungo il deserto per quaranta giorni e quaranta notti,
e poi il profeta chiede ‘fammi vedere il tuo volto’.
No, il mio volto non lo vedrai che’ se vedessi il mio volto moriresti, ma mi farò vedere.
Spira un vento forte. Non é nel vent9 forte Dio.
lo non sono il vento forte,
neppure il fuoco ardente,
neppure questo… neppure quello….
E’ un sussurro leggerissimo, quasi impercettibile,
e il profeta ha la sensazione di aver visto – così si esprime la scrittura – il dorso di Dio.
Comunque ce qualche cosa di percettibile anche in queste visioni misteriose.
Dio che conduce il suo popolo con una nube, che lo accompagna e lo difende durate il giorno, lo difende dai raggi dardeggianti del sole, e lo guida di notte con una colonna di fuoco.
Dio che manifesta la sua presenza con la nube che copre la tenda dell’appuntamento.
Dio che conferma il sacrificio offerto da Salomone e circonda l’altare di una nube. E così via dicendo.
Il passaggio degli ebrei attraverso il mare rosso.
il passaggio del Giordano e tante altre cose meravigliose.
che Dio compie e dà ordine che tutte queste cose siano ricordate e siano tramandate da generazione in generazione, perché ci sia la testimonianza della sua presenza in mezzo al suo popolo e della sua azione in mezzo al suo popolo. Una testimonianza fatta di eventi realmente accaduti.
Per cui l’evento diventa quello che oggi noi chiamiamo sacramento:
un segno sensibile che contiene una realtà divina, una realtà di salvezza.
il segno sensibile ci garantisce dal momento che é compiuto da Dio, della sua presenza,
le parole con cui questi eventi sono accompagnati ce ne indicano il senso,
la natura stessa di questi eventi sono un linguaggio che dicono chi é Dio,
che cosa vuole fare Dio,
che cosa ci chiede Dio.
Guardate che in fondo, come prima cosa, Dio ci chiede sempre la fede in lui che é tutto per noi.
La fede nel suo amore.
In questo linguaggio fatto di eventi, di segni, di parole, é contenuta la realtà di Dio presente,
di Dio per gli uomini,
che vuole la salvezza degli uomini,
vuole intrattenersi con loro come con degli amici
per invitarli ed ammetterli nella comunione di vita con sé.
Un rilievo a questo proposito.
La lettura dell’ Antico Testamento. Alle volte diciamo: le lettere di San Paolo, il Vangelo di san Giovanni.
Tenete presente che sta bene che I’ Antico Testamento prepara il Nuovo Testamento,
che il Nuovo Testamento é definitivo, é il compimento,
ma per ciò che riguarda la descrizione degli eventi
che avranno il loro compimento nel Nuovo Testamento,
ce molta più abbondanza nell’Antico Testamento che nel Nuovo Testamento.
Ci sono delle descrizioni molto più belle, possiamo dire, nell’Antico Testamento che nel Nuovo Testamento.
La paternità di Dio nell’ Antico Testamento é descritta con dei termini così umani che non troviamo nel Nuovo Testamento.
Quando Dio dice di essere come una madre che porta tra le braccia il suo popolo, che è il suo bambino.
Quando i rapporti tra lui e il suo popolo sono descritti, come già abbiamo detto, in termini di fidanzamento.
Valga sopra tutti, non è che sia l’unico, il cantico dei cantici che é proprio un dialogo tra innamorati.
Un’altra osservazione
Iddio, sempre, non soltanto nell’Antico Testamento,
ma Gesù cristo
e quindi la chiesa che si pone sulla continuità dell’opera di nostro Signore Gesù Cristo,
animata come é dallo Spirito Santo.
il linguaggio della creazione.
La creazione.
Ci sono delle cose che si debbono dire per essere completi
Breg 27
Per essere completi. e direi anche per essere
noi abbiamo trascurato moltissimo
l’elemento creazione.
Siccome la ri-creazione, operata da Dio, per mezzo di nostro Signore Gesù Cristo, é la meraviglia delle meraviglie,
abbiamo finito di dimenticare la creazione.
Ma, la ricreazione é il riportare la creazione al piano del progetto di Dio,
del modo con cui Dio l’aveva concepita.
E la vuole sul piano al quale Dio la vuole riportare, per mezzo della redenzione.
Ma, questa ricreazione non ci potrebbe essere se non ci fosse la creazione.
Come la grazia non ci sarebbe se non ci fosse la natura, perché la grazia si inserisce nella natura, non per distruggerla ma per elevarla, purificarla, esaltarla.
Perché, specialmente noi oggi, dobbiamo avere il senso della creazione?
Perché noi dobbiamo saper leggere il linguaggio della creazione?
Per un fatto molto pesante -direi –
perché l’autosufficienza dell’uomo,
che é l’espressione più diabolica del peccato,
sta manipolando la creazione,
non soltanto per gli inquinamenti.
Non nel senso che si serve della creazione a servizio dell’uomo,
ma perché fa servire la creazione all’interesse economico, edonistico dell’uomo.
Quindi, servendosi della scienza e particolarmente della tecnica, diventa padrona della creazione – qui niente di male – ma non la ordina al suo fine, al suo scopo che é il benessere dell’uomo. La ordina, invece, nel senso della soddisfazione dell’egoismo:
dei grandi egoismi internazionali,
dei grandi egoismi occulti delle multinazionali,
dei piccoli egoismi borghesi un poveri di tutti gli uomini
con una squilibrio inqualificabile che si produce nel mondo.
Ritorno appena da Israele.
Israele vanta quello che ha fatto in Palestina,
e per sé ci sarebbe da vantarsi,
ma lo ha fatto – intanto perché ha alle spalle le finanze di tutto il mondo –
ma lo ha fatto unicamente per gli israeliti.
E per gli altri che già abitavano in Palestina che cosa ha fatto?
O li ha costretti e li ha messi in condizione di doversene andare, e adesso stanno trucidandoli,
oppure lasciando che menino una vita grama, stentata pur rimanendo nel territorio della Palestina.
Si dirà: gli ebrei sono intraprendenti,
gli arabi invece sono dei sonnolenti,
tutto quello che si vuole.
Fatto sta ed é che le cose vanno in questo senso.
Poi ce un altro aspetto che con questo tipo di manipolazione della creazione, per esprimermi con semplicità,
tutti sono incantati dinnanzi ad una vetrina illuminata ma hanno perduto la possibilità di incantarsi
dinanzi ad un cielo stellato,
dinnanzi alla vastità del mare,
dinnanzi alla grazia di un fiore,
dinnanzi alla profondità della innocenza degli occhi di un bambino.
Anzi i bambini non li vogliono perché sono contro l’interesse. Ma perché tutta questa campagna nel mondo per la pianificazione delle nascite?
Perché, invece di impegnarsi a sfruttare le risorse,
che ci sono nella natura per alimentare tutte le genti, tutti i popoli,
pur che non ne venga uno scapito – scusate se mi esprimo male – alle economie affermate,
si preferisce sopprimere le bocche che aumentare il pane.
Il prezzo si. La quantità no.
Ora, vedete, come sia in atto, come ingaggiata,
una lotta proprio per il dominio della creazione,
da sottrarre al suo significato naturale di essere per l’uomo,
ma anche il linguaggio per l’uomo:
linguaggio di Dio, ma anche segno per l’uomo:
segno di ciò che è Dio,
di ciò che é la natura di Dio:
bellezza, grandezza, varietà,potenza
Termina la cassetta n.27
cioe, nell’accoglienza di quella comunione di vita con il Padre, che si realizza in noi per cristo, con Cristo e in Cristo, sotto l’azione dello Spirito Santo e, cerchiamo discoprire proprio per la grazia dell’azione dello Spirito Santo che ci vuole introdurre in tutto il senso della verità, quello che potremmo chiamare il comportamento di Dio, oppure con delle parole un po’più difficili, l’ambito del compimento dell’incontro con Dio, oppure il senso dell’economia di Dio.
La costituzione sulla Divina Rivelazione, al n. 13 ha delle affermazioni, se volete una affermazione che richiama tutta la tradizione della chiesa, ma che molte volte rischia di essere dimenticata. E cioè la natura del vero amore di Dio verso l’uomo che con una parola semplicissima e non troppo corrente definisce “condiscendenza di Dio”. In parole più povere, l’adattarsi di Dio alla nostra natura.
Prima che, Dio esiga che noi ci conformiamo a lui é lui che si conforma a noi, alla nostra natura.
E’ detto nella sacra scrittura, dunque, “restando sempre intatta la santità e la verità di Dio, si manifesta l’ammirabile condiscendenza della eterna salvezza, affinché possiamo apprendere l’ineffabile benignità di Dio e quanto egli, sollecito e prodigo nei riguardi della nostra natura, abbia contemperato il suo parlare.
Le parole di Dio infatti espresse con lingue umane, si sono fatte simili al parlare dell’uomo come già il verbo dell’eterno Padre avendo assunto le debolezze della umana natura si fece simile all’uomo”.
Sviluppando questo tema che riguarda la divina condiscendenza di Dio, noi possiamo fermarci su tre punti (con l’orologio!)
primo.
Dio si manifesta con parole ed opere adatte ad essere intese dagli uomini. Attraverso le parole le opere manifesta la profondità del suo mistero.
secondo.
Questo avviene particolarmente nella persona di nostro Signore Gesù Cristo
Terzo.
Questo definisce la natura misteriosa e visibile o, se volete, sacramentale della Messa.
Facciamo un passo indietro e ricordiamo le parole che abbiamo letto ieri pomeriggio.
“Questa sacra economia della rivelazione avviene con eventi e parole intimamente connessi in modo che le opere compiute da Dio nella storia della salvezza manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significate dalle parole e le parole proclamano le opere e chiariscono il mistero in esse contenute.
Poi, ciò che si riferisce al secondo punto della nostra meditazione
“la profonda verità sia di Dio, sia della salvezza degli uomini, per mezzo di questa rivelazione risplende a noi in cristo il quale é insieme il mediatore e la pienezza di tutta intera la rivelazione”.
Adesso cerchiamo di capirci.
Dio si conforma alla natura degli uomini che é una natura sensibile, che percepisce qualunque realtà di qualunque genere sia materiale sia spirituale sia affettiva, come immaginativa o altro, sempre attraverso i sensi.
Non arriva nulla nell’uomo, nella profondità dell’uomo, se non passa attraverso questa porta o questa finestra che sono i sensi.
Vi ricordate come qual mente i predicatori dei santi esercizi spirituali dicevano che bisogna tenere chiuse le finestre specialmente, gli occhi..
santo cielo!.
Ma se Dio ci ha dato il dono della vista
e il figlio suo ha fatto miracoli per restituire la vista!
e poi ha fatto tante cose belle.
Per chi le ha fatte queste cose belle?
Per le talpe?
Evidentemente le ha fatte per noi
E, tutte queste cose che Dio ha fatto nella creazione,
prima di tutto,
e poi nella storia della salvezza,
le ha fatte, le ha compiute perché noi le percepissimo con quelle possibilità di percezione che egli stesso ci ha donato.
Tutte indistintamente nessuna esclusa.
Questo, sia per comunicare lui con noi sia per comunicare noi con il creato, con le creature e con i nostri fratelli in particolare.
Perciò Dio si serve di tutti questi elementi esteriori:
prende delle sembianze umane per parlare con Adamo ed Eva.
Quando appare ad Abramo!
La prima apparizione ad Abramo non sappiamo come sia avvenuta,
se fosse una apparizione esterna oppure soltanto interiore.
La scrittura non lo dice quindi non dobbiamo stare a fare delle questioni.
Ma poi, per esempio, a Mambre si presenta in un modo percepibile.
Manda un angelo a trattenere la mano quando sta per immolare il suo figliolo.
A Mosè si presenta sotto la forma di un roveto che arde e non consuma.
Poi in tanti modi.
Sono – come dire – tutti modi anche ineffabili, misteriosi. Quando Dio conduce Elia a camminare lungo il deserto per quaranta giorni e quaranta notti,
e poi il profeta chiede ‘fammi vedere il tuo volto’.
No, il mio volto non lo vedrai che’ se vedessi il mio volto moriresti, ma mi farò vedere.
Spira un vento forte. Non é nel vent9 forte Dio.
lo non sono il vento forte,
neppure il fuoco ardente,
neppure questo… neppure quello….
E’ un sussurro leggerissimo, quasi impercettibile,
e il profeta ha la sensazione di aver visto – così si esprime la scrittura – il dorso di Dio.
Comunque ce qualche cosa di percettibile anche in queste visioni misteriose.
Dio che conduce il suo popolo con una nube, che lo accompagna e lo difende durate il giorno, lo difende dai raggi dardeggianti del sole, e lo guida di notte con una colonna di fuoco.
Dio che manifesta la sua presenza con la nube che copre la tenda dell’appuntamento.
Dio che conferma il sacrificio offerto da Salomone e circonda l’altare di una nube. E così via dicendo.
Il passaggio degli ebrei attraverso il mare rosso.
il passaggio del Giordano e tante altre cose meravigliose.
che Dio compie e dà ordine che tutte queste cose siano ricordate e siano tramandate da generazione in generazione, perché ci sia la testimonianza della sua presenza in mezzo al suo popolo e della sua azione in mezzo al suo popolo. Una testimonianza fatta di eventi realmente accaduti.
Per cui l’evento diventa quello che oggi noi chiamiamo sacramento:
un segno sensibile che contiene una realtà divina, una realtà di salvezza.
il segno sensibile ci garantisce dal momento che é compiuto da Dio, della sua presenza,
le parole con cui questi eventi sono accompagnati ce ne indicano il senso,
la natura stessa di questi eventi sono un linguaggio che dicono chi é Dio,
che cosa vuole fare Dio,
che cosa ci chiede Dio.
Guardate che in fondo, come prima cosa, Dio ci chiede sempre la fede in lui che é tutto per noi.
La fede nel suo amore.
In questo linguaggio fatto di eventi, di segni, di parole, é contenuta la realtà di Dio presente,
di Dio per gli uomini,
che vuole la salvezza degli uomini,
vuole intrattenersi con loro come con degli amici
per invitarli ed ammetterli nella comunione di vita con sé.
Un rilievo a questo proposito.
La lettura dell’ Antico Testamento. Alle volte diciamo: le lettere di San Paolo, il Vangelo di san Giovanni.
Tenete presente che sta bene che I’ Antico Testamento prepara il Nuovo Testamento,
che il Nuovo Testamento é definitivo, é il compimento,
ma per ciò che riguarda la descrizione degli eventi
che avranno il loro compimento nel Nuovo Testamento,
ce molta più abbondanza nell’Antico Testamento che nel Nuovo Testamento.
Ci sono delle descrizioni molto più belle, possiamo dire, nell’Antico Testamento che nel Nuovo Testamento.
La paternità di Dio nell’ Antico Testamento é descritta con dei termini così umani che non troviamo nel Nuovo Testamento.
Quando Dio dice di essere come una madre che porta tra le braccia il suo popolo, che è il suo bambino.
Quando i rapporti tra lui e il suo popolo sono descritti, come già abbiamo detto, in termini di fidanzamento.
Valga sopra tutti, non è che sia l’unico, il cantico dei cantici che é proprio un dialogo tra innamorati.
Un’altra osservazione
Iddio, sempre, non soltanto nell’Antico Testamento,
ma Gesù cristo
e quindi la chiesa che si pone sulla continuità dell’opera di nostro Signore Gesù Cristo,
animata come é dallo Spirito Santo.
il linguaggio della creazione.
La creazione.
Ci sono delle cose che si debbono dire per essere completi
Breg 27
Per essere completi. e direi anche per essere
noi abbiamo trascurato moltissimo
l’elemento creazione.
Siccome la ri-creazione, operata da Dio, per mezzo di nostro Signore Gesù Cristo, é la meraviglia delle meraviglie,
abbiamo finito di dimenticare la creazione.
Ma, la ricreazione é il riportare la creazione al piano del progetto di Dio,
del modo con cui Dio l’aveva concepita.
E la vuole sul piano al quale Dio la vuole riportare, per mezzo della redenzione.
Ma, questa ricreazione non ci potrebbe essere se non ci fosse la creazione.
Come la grazia non ci sarebbe se non ci fosse la natura, perché la grazia si inserisce nella natura, non per distruggerla ma per elevarla, purificarla, esaltarla.
Perché, specialmente noi oggi, dobbiamo avere il senso della creazione?
Perché noi dobbiamo saper leggere il linguaggio della creazione?
Per un fatto molto pesante -direi –
perché l’autosufficienza dell’uomo,
che é l’espressione più diabolica del peccato,
sta manipolando la creazione,
non soltanto per gli inquinamenti.
Non nel senso che si serve della creazione a servizio dell’uomo,
ma perché fa servire la creazione all’interesse economico, edonistico dell’uomo.
Quindi, servendosi della scienza e particolarmente della tecnica, diventa padrona della creazione – qui niente di male – ma non la ordina al suo fine, al suo scopo che é il benessere dell’uomo. La ordina, invece, nel senso della soddisfazione dell’egoismo:
dei grandi egoismi internazionali,
dei grandi egoismi occulti delle multinazionali,
dei piccoli egoismi borghesi un poveri di tutti gli uomini
con una squilibrio inqualificabile che si produce nel mondo.
Ritorno appena da Israele.
Israele vanta quello che ha fatto in Palestina,
e per sé ci sarebbe da vantarsi,
ma lo ha fatto – intanto perché ha alle spalle le finanze di tutto il mondo –
ma lo ha fatto unicamente per gli israeliti.
E per gli altri che già abitavano in Palestina che cosa ha fatto?
O li ha costretti e li ha messi in condizione di doversene andare, e adesso stanno trucidandoli,
oppure lasciando che menino una vita grama, stentata pur rimanendo nel territorio della Palestina.
Si dirà: gli ebrei sono intraprendenti,
gli arabi invece sono dei sonnolenti,
tutto quello che si vuole.
Fatto sta ed é che le cose vanno in questo senso.
Poi ce un altro aspetto che con questo tipo di manipolazione della creazione, per esprimermi con semplicità,
tutti sono incantati dinnanzi ad una vetrina illuminata ma hanno perduto la possibilità di incantarsi
dinanzi ad un cielo stellato,
dinnanzi alla vastità del mare,
dinnanzi alla grazia di un fiore,
dinnanzi alla profondità della innocenza degli occhi di un bambino.
Anzi i bambini non li vogliono perché sono contro l’interesse. Ma perché tutta questa campagna nel mondo per la pianificazione delle nascite?
Perché, invece di impegnarsi a sfruttare le risorse,
che ci sono nella natura per alimentare tutte le genti, tutti i popoli,
pur che non ne venga uno scapito – scusate se mi esprimo male – alle economie affermate,
si preferisce sopprimere le bocche che aumentare il pane.
Il prezzo si. La quantità no.
Ora, vedete, come sia in atto, come ingaggiata,
una lotta proprio per il dominio della creazione,
da sottrarre al suo significato naturale di essere per l’uomo,
ma anche il linguaggio per l’uomo:
linguaggio di Dio, ma anche segno per l’uomo:
segno di ciò che è Dio,
di ciò che é la natura di Dio:
bellezza, grandezza, varietà,potenza
Termina la cassetta n.27