Carlo Ferrari, dinamico vescovo non dimenticato di Monopoli negli anni 1952-’67 e padre conciliare nel Vaticano II, del quale aveva felicemente anticipato alcune intuizioni, ha raccolto in un agile opuscolo, pubblicato da Grafischena di Fasano, una serie organica di riflessioni per aiutare credenti e non credenti a conoscere il Dio cristiano come sicurezza per la salvezza dell’uomo.
Sono pagine, “frutto di oltre trent’anni di ministero episcopale, svolto al Sud e al Nord in tempi di radicale evoluzione” (p. 19), durante i quali una fede, radicata nelle fonti della rivelazione e vissuta nella consapevole partecipazione alla gioia ed ai dolori delle popolazioni, affidate alla sua responsabilità pastorale, si trasformava mediante la comunicazione verbale in fermenti di formazione e crescita spirituale.
Della predicazione come testimonianza risente lo scritto, nel quale non c’è spazio per sofismi intellettuali, per polemiche apologetiche, peggio per orpelli retorici, ma solamente per l’immediata comunicazione di un messaggio di autentica vita cristiana.
Il nucleo essenziale dell’insegnamento di mons. Ferrari è costituito dall’invito a leggere e meditare i testi biblici per un passaggio da un’economia della legge a quella della fede, per mezzo della quale si diventa figli del Padre, partecipi della natura del Figlio ed in cammino verso l’eterno sotto la guida dello Spirito.
Appare perfino rispondente al gusto del paradosso dell’Autore l’affermare che “nell’educazione alla vita cristiana si è puntata tutta l’attenzione sugli sforzi ascetici che la persona umana doveva compiere per progredire nella virtù” quasi “che la perfezione cristiana prescindesse da Dio… che a Dio non si riconoscesse l’iniziativa…”. (p.79)
Una verità questa che ritorna come motivo dominante nelle pagine di mons. Ferrari, per il quale “la lode della gloria di Dio viene prima e va oltre i comandamenti, …questo deve essere predicato in tutto il mondo”. (p.98)
Al grazie del card. Martini per le riflessioni nate “da un cuore ancora giovane e apostolico” (p.5) sia consentito aggiungere un grazie, ricco di memorie, di chi ha conosciuto la primavera di Carlo Ferrari vescovo, prima del trasferimento alla sede di Mantova.
Angelo Menga
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