La nostra é una constatazione sulla quale, poi, possiamo fare la nostra meditazione. La constatazione mi pare che scaturisca da tutto ciò che ha fatto l’oggetto della nostra meditazione di questi giorni. Noi siamo rimasti colpiti da verità che qualcuno di voi ha definito “altissime” e che invece, se guardiamo bene, sono le cose più normali che si trovano nel Vangelo.
Donde nasce questo motivo di sorpresa e di meraviglia in noi? Nasce soprattutto dal fatto che la nostra formazione culturale non é una formazione biblica ma una formazione moralistica, non é una formazione che deriva da una teologia positiva, storica, esistenziale, ma da una teologia razionale, intellettuale ed astratta.
Noi siamo stati colpiti, mi pare, quando ci siamo riferiti alla Sacra Scrittura nella prospettiva in cui viene presentata dal Concilio nel Decreto Dei Verbum, specialmente al numero 2. La Scrittura, che contiene la rivelazione, non é soltanto un libro che contiene delle verità; contiene la verità la quale é, poi Dio che si comunica agli uomini.
Il fatto di comunicare agli uomini se stesso, il suo pensiero, la sua volontà, il suo stesso essere, avviene attraverso le parole parlate, ma soprattutto, attraverso gli avvenimenti storici, attraverso i fatti concreti i quali a loro volta hanno un significato, danno il senso di ciò che Dio ci vuole comunicare. Perciò noi ci troviamo ad essere in mezzo a degli avvenimenti. Noi ci troviamo coinvolti in una storia.
Da tenere presente che secondo la mentalità biblica quindi semitica, a differenza della mentalità ellenistica, noi non siamo soltanto gli spettatori degli avvenimenti che accadono, noi siamo dentro a questi fatti, dentro a questi avvenimenti come attori. Invece per la mentalità ellenistica, la storia, il rito, o atro avvenimento, fa spettacolo e di questo spettacolo gli uomini sono gli spettatori. Colui che assiste alla rappresentazione di una tragedia greca o altro é spettatore non é per niente attore. Quei fatti lo possono interessare, li può capire, da quei fatti può trarre degli insegnamenti, ma non lo riguardano personalmente.
Invece, i fatti, gli avvenimenti della storia sacra ci riguardano personalmente, noi siamo dentro la storia, noi siamo attori di questo fatto. Al fondo della nostra mentalità che ci impedisce una lettura cristiana della Sacra Scrittura ci sta tutto un modo di concepire, legato al tipo di cultura in cui siamo cresciuti.
E’ accaduto che, il popolo di Israele sia stato implicato nelle vicende narrate nell’Antico Testamento, é accaduto che il Figlio di Dio si é fatto uomo, é vissuto in mezzo a noi, ha compiuto determinati gesti, é stato protagonista di quegli episodi, ha detto quelle parole. Tutto il complesso di questi avvenimenti costituisce quella che noi chiamiamo “storia sacra” ma la storia della salvezza continua e la sua continuazione avviene nella chiesa.
Nella chiesa i fatti accaduti storicamente sono attuali in modo sacramentale.
Nella chiesa c’é ancora l’esodo perché la chiesa é il popolo pellegrinante che va dalla schiavitù di Egitto che é simbolo della schiavitù del peccato, alla terra promessa dei beni di Dio.
Nella chiesa c’é ancora l’alleanza, che é diventata la nuova alleanza nel sangue stesso di nostro Signore Gesù Cristo.
Nella chiesa c’é la realtà degli eventi prefigurativi del Vecchio Testamento, che é Gesù Cristo. Egli é Dio con noi, egli é il serpente innalzato nel deserto, egli é l’acqua viva, egli è il pane di vita, eccetera. Questi fatti sono attuali nella chiesa, nella loro espressione esteriore, storica, nei gesti, nei riti, nelle parole che costituiscono l’aspetto esteriore della vita della chiesa, ma sono attuali con tutta la loro efficienza perché in essi é presente Dio, autore e protagonista degli avvenimenti di quella storia.
Nella chiesa é viva e attuale la Parola di Dio. Quando si annuncia la parola di Dio é Cristo che parla, quando si ascolta la parola di Dio o si legge la parola di Dio non sono impegnate semplicemente la nostra applicazione e la nostra intelligenza. Lo Spirito Santo é impegnato perché noi possiamo intendere quello che Dio vuole, quello che Dio dice.
Nella chiesa é presente il dono dello Spirito. Lo Spirito é dato. La pienezza dei tempi si compie con lo Spirito Santo quando finalmente é dato, perché Lo Spirito Santo in antico agiva in particolare nei profeti e dai profeti era promesso.La prima creatura che ha ricevuto lo Spirito Santo in un modo permanente é Maria. Lo Spirito Santo é in pienezza in nostro Signore Gesù Cristo, Da Gesù Cristo è promesso agli apostoli, poi finalmente viene dato.
Soltanto dal momento in cui lo Spirito Santo viene dato incomincia la vita della chiesa. Prima gli apostoli non capiscono, hanno paura, non sono uniti tra di loro, sono gelosi gli uni degli altri, sono tutto il contrario di ciò che deve essere la chiesa, sono tutto il contrario del piano di Dio, sono tutto il contrario della salvezza e soltanto dal momento della venuta dello Spirito Santo, tutto questo viene trasformato.
Noi, nella situazione attuale di fronte a quali realtà ci troviamo? Prima di tutto noi ci troviamo dinnanzi a delle realtà personali, cioè a delle persone: da una parte ci sono le Divine Persone, dall’altra parte c’è la nostra persona, quindi, la religione, il cristianesimo, la fede, é un avvenimento essenzialmente personale. Non si tratta di concetti da approfondire, di norme da seguire ma di persone e conseguentemente di rapporti di persone, perché la persona é “rapporto”. Questo lo sappiamo, lo ammettiamo, lo abbiamo abbastanza chiaro per ciò che riguarda Dio.
La persona in Dio é definita da “relatio ad” in quanto é rapporto dell’una persona con l’altra persona, un rapporto vicendevole, un rapporto reciproco. Ma anche l’uomo é persona in quanto é rapporto. La vecchia definizione filosofica di Severino Boezio é una definizione ontologica, statica, non concreta ed esistenziale della persona. Noi abbiamo conosciuto, specialmente nella nostra vita di seminario, individui che erano biblioteche ambulanti, ma che erano incapaci di comunicare, cioè, di mettersi con gli altri, di mettere in relazione la loro scienza con gli altri.
Non si può dire che questi fossero delle personalità. Le personalità non sono gli eruditi ma coloro che hanno la capacità di essere dei trascinatori per la capacità di stabilire dei rapporti con le persone. La persona é eminentemente “rapporto” vicendevole.
Il giro delle persone, da un punto di vista religioso, é: il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo, io, gli altri.
Io devo essere in rapporto con il Padre, come è il rapporto del Figlio con il Padre.
Io devo essere in rapporto con il Figlio come il rapporto del Figlio.
Io devo essere in rapporto con lo Spirito Santo come deve essere il rapporto con lo Spirito Santo.
Io devo essere in rapporto con gli altri come il Padre é in rapporto con il Figlio e con lo Spirito Santo,
con ognuno di noi e naturalmente con me, perché la vita cristiana é tutta una vicenda di rapporti personali.
E’una vicenda nella quale si verificano tutti gli avvenimenti della salvezza. Si verifica la pasqua, l’alleanza, l’adozione, l’incorporazione a Cristo, la Pentecoste: tutti gli avvenimenti della storia della salvezza, e questa é la realtà.
Ma apriamo un’altra pagina. La nostra formazione culturale, conseguentemente la nostra formazione spirituale e ancora di conseguenza il nostro ministero, come sono?
Noi dobbiamo guardare l’origine e anche gli strumenti della nostra formazione culturale che sta alla base di tutta la nostra formazione teologica. Gli strumenti sono i manuali degli autori che abbiamo studiato. Questi manuali, almeno i nostri, – voi siete più giovani, ma a quanto pare soffrite abbastanza della nostra mentalità – sono ancora la eco lontana ma ancora molto viva della situazione della controriforma. Noi siamo figli del Concilio di Trento, ma di un Concilio di Trento filtrato attraverso i manuali. Se fosse stato il Concilio di Trento, arrivato a noi attraverso la storia dei documenti, sarebbe tutta un’altra cosa.
Dal Concilio di Trento sono nati i così detti apologisti o controversisti che hanno cercato di difendere, di giustificare, di mettere in evidenza tutte le verità che negavano i protestanti. Quindi noi non abbiamo un cristianesimo intero, noi abbiamo soltanto e prevalentemente quegli aspetti del cristianesimo che erano negati dai protestanti, allora la tradizione prevale rispetto alla Sacra Scrittura e la presenza reale rispetto alla cena sacrificale del Signore non é necessaria.
Altri aspetti – non é necessario toccarli tutti – riguardano i sacramenti e tutte le questioni relative all'”ex opere operato” che produce la grazia! Intanto si é notevolmente dimenticato che il Concilio nella sua completezza insegna che il sacramento per essere efficace ha bisogno della collaborazione del soggetto, “ex opere operantis”, Ma quale insistenza sull'”ex opere operato”!
La grazia è una grazia non definita.
La questione disputata, accidente, qualità, abito operativo, sufficiente, insufficiente, preveniente, concomitante, conseguente… oltre l’inconveniente della incompletezza del contenuto della rivelazione, poco per volta, – questo era già avvenuto prima del Concilio di Trento -, si va dallo storico, dal concreto, dal personale nell’astratto, nel concetto, per cui tranquillamente il nostro trattato di teologa fondamentale definisce il cristianesimo come un complesso di verità da credere, di forme morali da seguire e di riti da celebrare. Un complesso!
Così siamo arrivati al seppellimento di ciò che é eminentemente personale, del rapporto interpersonale e dell’evento. Che io dall’altare predichi é un evento di salvezza; che io battezzi é un evento di salvezza; che io faccia una autentica direzione spirituale é un evento di salvezza, nei quali eventi, sempre é presente il Padre il Figlio lo Spirito Santo. Ciascheduno fa la sua parte e ciascuno è segno esterno dell’azione che compie Dio. C’é il significato dell’evento.
Definendo i sacramenti come mezzo di grazia e non come segno della grazia, tutti i sacramenti sono uguali. Il battesimo dà la grazia, la cresima dà la grazia, la penitenza dà la grazia, l’eucaristia dà la grazia, l’olio degli infermi dà la grazia. Sarebbe bastato un solo sacramento, ma pensate a quale differenza c’é:< dal nascere dall’acqua e dallo Spirito Santo, dalla Pentecoste, dal banchetto della Pasqua! Tutto questo era perduto. Tutto questo deve essere recuperato. Noi dobbiamo avere la pazienza di recuperare il tempo. Dobbiamo avere la conoscenza, la cultura per recuperare la nostra formazione.
Questo mi pare possa essere a vostro incoraggiamento. Io ho scoperto la Sacra Scrittura circa dieci anni fa. Tutti questi concetti, questi contenuti erano presenti, grazie a Dio, tanto nella mia vita spirituale come nel mio ministero perché mi ero formato al di fuori dei testi scolastici che pure – modestia a parte – senza troppo sforzarmi avevo anche studiato.
Per me il grande maestro, prima di tutti, é Marmion il quale é formato, tutto, sulla Sacra Scrittura e sulla liturgia. Poi ci sono gli autori della così detta scuola francese, Olier in particolare, Giraud, Berulle. Sono autori già a livello di riflessione, ma é una riflessione fatta sulla Bibbia: (Scheeben), una riflessione positiva, non tanto speculativa ed astratta. Ma la Bibbia come Bibbia io ho incominciato a scoprirla leggendo
gli atti della settimana di Anger pubblicati da Lumen Vitae e poi seguendo la rivista Lumen Vitae e quindi leggendo libri che specificamente trattano questi argomenti biblici.
Guardate che, i miei sono limiti forti quanto alla conoscenza della Bibbia, ma é mia preoccupazione che il mio ministero si svolga in questo ambito, sia più fedele alla parola di Dio che alla parola dei teologi.
OM 336 sacerdoti 70 –
Montecastello 24 settembre 1970 ai sacerdoti – con correzioni del Vescovo