Fasano, 11 Maggio, 1990
Chiesa Matrice di Fasano, a un mese dalla morte di don Salvatore, ricorda con lui don Cosimo e don Bartolo
Abbiamo ascoltato la parola del Signore.
Gesù ci precede tutti e ci prepara un posto accanto a sè dove egli sta con il Padre e con il loro Spirito. Quindi, dice il Vangelo che il nostro cuore non deve essere turbato. Ma é una parola! Come fa il nostro cuore umano a non essere turbato? Se non abbiamo una grande fede e siamo sicuri della parola che il Signore ha detto e delle promesse che Gesù stesso ci ha fatto!
Dicevo della vostra carità che associa insieme la memoria di don Bartolo, di don Cosimo, di don Salvatore, tutti sacerdoti a cui, quando ero tra voi, ho imposto le mani.
Don Bartolo che sale alla Selva e non trova gente. Ricordo la piccola casa e il salone che allora servivano da chiesa. Oggi avete una splendida chiesa. Ma allora non c’era. E penso a tutti i sacrifici di rinuncia, a tutti i sacrifici e le preoccupazioni per voi della Selva. E penso sempre che tutti i nostri sacerdoti dovrebbero curarsi di più della loro salute perché é sempre un dono. Si che é un dono la vita eterna, ma é un dono anche la vita in questo mondo. Quindi lo ricordiamo nelle sue fatiche, nei suoi sacrifici e in tutto quello che egli ha fatto per voi della Selva.
Poi sono da tre anni che é mancato don Cosimo. Era molto amico di don Salvatore e, chi sa le cose, sa anche quanto don Salvatore abbia fatto per pagare i debiti non indifferenti della chiesa della Salette. Era un sacerdote veramente sacerdote. Amico di tutti e – direi – soprattutto rispettoso delle persone anche le più umili. Così ha raccolto tanti affetti e voi siete qui stasera numerosi perché gli avete voluto bene. Cosa si deve fare? Continuare a ricordarlo soprattutto ricordarlo nelle preghiere .
E poi é soltanto un mese che se ne é andato don Salvatore. Cosa dobbiamo fare? Anche qui dobbiamo pregare. Pregare molto lo Spirito Santo perché il Vescovo che ha la responsabilità di dargli un successore sia illuminato. Ci siete tutti ma ci sono particolarmente i giovani.
Ieri sera sono stato con loro in cripta per oltre un’ora. Hanno pregato. Hanno riflettuto sulla loro condotta, hanno letto gli Atti degli Apostoli e hanno cantato, proprio per continuare l’insegnamento che aveva loro dato don Salvatore. E’ di questo che il vescovo si preoccuperà. Ripeto: noi dobbiamo pregare per il Vescovo proprio perché sia illuminato.
E poi c’é una cosa che ci può addolorare ma nello stesso tempo é un esempio. don Salvatore voleva che la gente e soprattutto i suoi giovani andassero verso Gesù. Lui era solo uno strumento e non ha voluto essere sepolto qui. Ha voluto farci capire: si, il prete é il prete ma é sempre un servitore . Che conta é Gesù Cristo! E in questo senso noi dobbiamo interpretare la sua volontà, espressa con qualche amico, di ritornare a Monopoli perché chi salva é Gesù cristo, chi insegna é Gesù Cristo. E’ Gesù Cristo la via la verità e la vita.
Ora ripeto, non ci resta che pregare come i cristiani delle prime comunità che stavano insieme, mettevano insieme quello che possedevano e continuavano nella preghiera e nella frazione del pane, cioè frequentavano la Eucarestia.
Ecco- oggi si dice – il messaggio che don Salvatore lascia a tutti noi. Accogliamolo, preghiamo lo Spirito Santo , ripeto, perché il Vescovo sia illuminato a dargli un successore che rispetti i giovani, che porti avanti quello che lui ha fatto per i giovani, la loro preparazione perché parecchi di questi giovani hanno seguito un corso completo di teologia a Bari, sono degli ottimi catechisti e insegnanti di religione. Non vi dico altro. Preghiamo per il Vescovo.
N.12A –Fasano 1990-
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