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216 Ferrari 66 intervento del Vescovo Ferrari nell’incontro ecumenico
avvenuto ad Atene Incontro ecumenico Atene, 12 Settembre 1966 Veramente
io sono un po' come un anacoluto non so se capiscono il significato di
questa parola ma un certo legame con quanto sta avvenendo mi pare di
averlo non soltanto perché sono anch'io Vescovo della Chiesa di Dio, ma
c' è anche un motivo del tutto particolare. Se
c'è un ponte tra l'occidente e l'oriente è un ponte che è stato
stabilito nell'antichità e le cui vestigia sono ancora visibili e che
dovranno essere vivificate proprio dalla nostra fede nella nostra
persona: io sono il Vescovo di Monopoli ma sono il Vescovo di
Egnazia-Ecnatia- il porto che congiungeva le sponde italiane con la
seconda Roma, con la nuova Roma, con Bisanzio. Inoltre
ho la fortuna di avere la Cattedrale che è anche santuario che, come
oggetto di una devozione singolarissima, ha una splendida icona che
certamente ci viene dall'oriente in un modo del tutto provvidenziale,
oltre tutto ha un grande pregio artistico. Questi
fatti così semplici che pare che siano nati quasi per caso, non sono
nati per caso: sono nati da chi muove la Chiesa e da chi anima la
Chiesa. Noi ci confessiamo davanti a voi che per merito del Concilio
abbiamo scoperto la terza persona della SS. Trinità lo Spirito Santo.
La dottrina dello Spirito Santo che il Concilio ha così evidenziato ha
così approfondito, ha così posto dinanzi alla nostra attenzione, perché
comprendiamo che siamo proprio sotto la sua azione come sotto la sua
guida. Se mi è permesso di parlare con libertà in
un momento che è tanto significativo pur contenuto nella semplicità di
un incontro senza ufficialità, senza altri apparati dico questo: c'è
stata una prima (traducete le parole perché uso delle parole strane
oggi) c'è stata una prima beffa dello Spirito Santo quando ha disposto
che a capo della Chiesa ci fosse un uomo che si chiamava Giovanni, che
ci fosse papa Giovanni e contro tutti i calcoli contro tutte le
"trovate" della saggezza umana un uomo proprio mandato da Dio
ha, si può dire cambiato rotta al cammino della Chiesa. E questa rotta
è certamente orientata verso tutte le Chiese sante di Dio che sono
un'unica santa Chiesa di Dio. Ancora la provvidenza che ha fatto vivere
quell'uomo per tanti anni proprio qui in Oriente a contatto vivo sia del
popolo come dei rappresentanti delle Chiese, come dei sacerdoti a cui ha
dimostrato tanta simpatia non è un gioco della diplomazia vaticana ma
è gioco della diplomazia dello Spirito Santo e noi in questo momento,
in certo qual senso, incominciamo a goderne i frutti. E i frutti sono
questi : che oltre cinquanta sacerdoti e due Vescovi della Puglia che
confina più direttamente con la Grecia e quindi con l'Oriente, si
trovino qui in questo istante e noi ci auguriamo, tra non molto
possibilmente presto, un gruppo dei vostri sacerdoti con alcuni dei
vostri Vescovi - non dico venite a renderci la visita perché ha un
sapore un po' particolare "rendere la visita"- no, veniteci a
vedere, incontriamoci, conosciamoci: conosciamoci vicendevolmente,
apriamoci alla mutua simpatia, apriamoci alla cordialità schietta e
senza sottintesi, apriamoci soprattutto all'azione dello Spirito Santo
che diffonde nei cuori la carità. Il
massimo rappresentante della Chiesa di Oriente, l'anno scorso quasi di
questi giorni, mi chiedeva a bruciapelo:
-
"E' teologo lei?" -
"no," "neppure
io! Lasciamo ai teologi che risolvano tutte le questioni di dottrina,
hanno tempo e concediamo loro tutto il tempo che vogliono. Intanto
conosciamoci, frequentiamoci e vogliamoci bene"- E'
questo l'ecumenismo, cioè, è questo che desidera nostro Signore Gesù
Cristo. Ciò che il tempo ha depositato sulla nostra storia, sulle
nostre istituzioni, contrarie alle intenzioni di Cristo, si cancellerà
ben presto quando nei cuori c'è questa disponibilità. Non possiamo
dimenticare la prerogativa della spiritualità di Papa Giovanni "oboedientia
et pax" . Tutto talmente disponibile all'azione dello Spirito Santo
e lo Spirito Santo compirà senz'altro i suoi miracoli per ora
invisibili, per ora con delle piccole manifestazioni come può essere
questa.
Domani,
il tempo è nelle mani di Dio, non va calcolato da noi, non va
affrettato da noi, niente premura: Iddio è eterno e noi siamo le
piccole creature che appaiono nel tempo e poi Iddio le prenderà, ci
prenderà - speriamo nella sua Misericordia - nel seno della eternità
ma quello che è avvenuto qui nella storia semplice di una cordialità
sincera non si cancellerà sai più. Eccellenze
e se ci fosse un altro nome per chiamarci sarebbe tanto meglio anche qui
in Grecia :Padri veneratissimi. Carissimi
delle Chiese e della Chiesa santa di Dio, accogliete i sentimenti che
sono nel cuore di tutti questi nostri sacerdoti proprio come un omaggio
devotissimo, figliale senza distinzioni, animato da un unico desiderio
che il Cristo sia veramente il nostro Capo e che Maria, che oggi noi
nella liturgia romana ne onoriamo il Nome santissimo, diventi la nostra
Madre e ci benedica.
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