Assemblea delle giovani nell’Arena Adriatica
Carissime giovani, devo svolgere dinanzi a voi il tema con cui la vostra giornata si inserisce nelle manifestazioni del Congresso Eucaristico; questo Congresso così ricco di motivi, dal Giubileo Sacerdotale ed Episcopale del Vostro Eccellentissimo Arcivescovo al richiamo potentissimo alla Presenza di Gesù nel SS. Sacramento delI’ Eucaristia, in questo mese di Maggio consacrato alla Madonna.
Il tema che devo svolgere lo conoscete: ” L’Eucaristia, Cristo che si dona alla anime “. Evidentemente comporta due parti; la prima, dove conviene chiarire come l’Eucaristia sia Gesù in persona; la seconda, dove le anime a cui Gesù si dona siete voi e avremo Gesù che si dona alle giovani.
Mie buone giovani, è importante che ve ne andiate dal vostro Congresso con questo primo pensiero: L’eucaristia non è una cosa, è una Persona.
E’ essenziale considerare le realtà nel loro profondo, vero significato, nel loro significato concreto. Quando abbiamo a che fare semplicemente con delle cose, fossero pure preziosissime e, se volete, augustissime, sentiamo che esse non ci conoscono, non si interessano a noi, non reagiscono alla nostra presenza e noi non dobbiamo rendere loro nessun conto. Quando invece si tratta di una persona, fosse anche un bambino, noi ci diamo subito un contegno. La persona è uno che ci vede, che reagisce alla nostra presenza con qualche sentimento, fosse pure l’indifferenza e noi sentiamo il bisogno di darci un contegno, che sarà tanto più sincero quanto più sappiamo che la persona ci legge dentro.
Voi siete in grado di capire che differenza passa tra il considerare l’Eucaristia una cosa, piuttosto che scoprirvi una Persona, quando in particolare questa Persona è Gesù. Quel segno sensibile, palpabile, percettibile dai nostri sensi, quelle apparenze del pane e del vino ci danno la garanzia certa, sicura, assoluta che ci troviamo dinanzi allo stesso Gesù che nacque a Betlemme, che trascorse gran parte della sua vita a Nazareth, che evangelizzò la Palestina, che fu messo in croce e risuscitò da morte. Voi sapete che cosa ha fatto Gesù, che cosa ha detto, quali furono i suoi sentimenti e le sue intenzioni: L’eucaristia ci dona tutta la realtà di Gesù: Gesù che ci vede, che ci conosce, che si interessa alla nostra persona, che ci ama, che si dona a ognuno di noi.
Sapete anche fino a che punto Gesù si è donato e allora dovete sapere, che quando Lo incontrate nella S. Eucaristia Egli ha per voi lo stesso atteggiamento che avrebbe avuto per voi se vi avesse incontrate quando stava visibilmente su questa terra.
Mie care giovani, ecco il Mistero dell’Eucaristia!
Ma il tema, che mi è stato assegnato, richiama la nostra attenzione sull’atteggiamento profondo che Gesù mantiene nei nostri confronti. Il tema dice: « L’Eucaristia, Cristo che si dona alle anime ».
Sempre per quella ragione di raggiungere il concreto delle cose, ora dobbiamo dire non come Gesù si dona alle anime in genere, ma a voi, alle giovani che voi siete.
Avete già sentito: Gesù presente nella S. Eucaristia prende quell’atteggiamento che avrebbe assunto se ci avesse incontrati quando viveva visibilmente su questa terra; prende un atteggiamento personale, diretto alla persona così come è, nel suo temperamento, nei suoi sentimenti, nei suoi stati d’animo, ecc. Vi devo dire che Gesù viene incontro alle esigenze della vostra natura; sta di fronte a voi in un atteggiamento ben diverso da quello che avrebbe nei confronti di un giovane.
Una giovane quando si apre all’amore cerca tre cose: cerca la sicurezza, la fiducia e un cuore che sia tutto per lei.
Vedete se non è vero?
Quando eravate piccole la famiglia era tutto per voi; I’amore dei vostri cari era la vostra sicurezza; al tempo della adolescenza, tra l’altro c’è stata una crisi che possiamo chiamare di sicurezza: la famiglia non è più stata il punto in cui istintivamente vi rifugiavate di fronte a una difficoltà, a una incertezza o a un pericolo. La vostra fantasia vi ha condotto altrove, vi siete accusate di indifferenza verso i vostri cari, perché i vostri sentimenti si orientavano di più verso l’amicizia che verso gli affetti familiari. Diventate più mature avete scoperto che la sicurezza vi sarebbe venuta dalla presenza dell’uomo in una famiglia tutta vostra. L’ipotetico Principe Azzurro lo avete sentito come la sicurezza, il rifugio, la difesa sotto cui costruire la vostra esistenza.
Per costruire una vita ci vuole un fondamento sicuro, ci vuole la consistenza della roccia, altrimenti non si ha il coraggio di affrontarla la vita. Io vi potrei ricordare che Dio nella letteratura biblica si è rivendicato continuamente i titoli di ” difensore “, di « rifugio », di ” roccia », perché questo Egli è per la sua creatura; richiamo la vostra attenzione sugli episodi registrati nei Vangeli di Gesù di fronte alle donne, Lo trovate sempre in un atteggiamento di difesa.
Sentitelo così Gesù nei vostri incontri nel Mistero Eucaristico: vostra difesa, vostro rifugio, vostra sicurezza.
La vita si incaricherà fin troppo presto di farvi sperimentare quanto siano deboli gli uomini: sono creature come voi, sono piuttosto il simbolo della forza che la forza in persona, e in più di una circostanza avranno bisogno di appoggiarsi alla loro volta.
Adesso sapete in che senso deve orientarsi il vostro cuore che nella vita cerca sicurezza; non confondetevi!
Poi nell’amore cercate fiducia: qualcheduno che vi creda, che vi apprezzi, che vi tenga in considerazione, che avverta ciò che fate per lui.
Da piccole la fiducia, la stima per voi era quella che si dimostrava per la vostra famiglia: c’era una identificazione; al tempo dell’adolescenza c’è stata una crisi anche di fiducia: nessuno vi voleva tenere in considerazione. Speriamo che nella vita troviate qualcuno che abbia fiducia in voi, ma come sarà sempre limitata! Come rimanete male e soffrite quando un’amica non vi comprende! Ma che cosa sarà la vostra sofferenza quando a non comprendervi, a non capirvi, a non vedere sarà colui a cui avete legata la vostra esistenza? Al sicuro per la sua presenza, voi sarete tutte protese a tessere la trama di una vita e il vostro sarà tutto un impegno di amore, di attenzioni, di delicatezze, di prevenienze che attendono in segreto il compenso di essere avvertite e lui, il più delle volte, ne coglierà il frutto come se venisse da un estraneo.
Solo Gesù è infinitamente attento, coglie tutte le sfumature, sa che ci siete, conosce che cosa racchiude il vostro cuore, ha fiducia nella donna.
Infine nell’amore voi cercate un cuore che sia tutto per voi.
Quando si fa dell’ironia sulla vostra proverbiale gelosia, si può anche essere ingiusti: è difficile stabilire dei confini tra questo sentimento meschino e la giusta esigenza dei vostri diritti. Se il vostro amore equivale al dono di tutto voi stesse, è giusto che chi ne è l’oggetto sia esclusivamente vostro. Ma anche qui appaiono ben evidenti i limiti della creatura. Anche l’uomo ideale, che non sia dominato dall’egoismo nella vita, è sempre diviso: interessi vari, lavoro, relazioni di ogni genere lo sottraggono alla possibilità di essere esclusivamente della creatura che ha associato a lui la propria esistenza.
C’è un momento nella vita mie buone giovani, che è decisivo: quando si ha la grazia capire che Gesù ci ama di tutto il suo amore, come se fossimo soli al mondo. Nella luce di questa grazia S. Paolo ha potuto affermare: « Gesù mi ha amato e ha dato tutto se stesso per me » !
A principio vi ho detto che la realtà profonda della Eucaristia è una Persona; adesso concludo dicendovi che la conseguenza più diretta di questa affermazione è che ognuna di voi può essere sicura che Gesù le vuole bene e il suo Cuore è tutto per lei.
E questa, mie care, è una verità che non si dimostra: è una certezza della nostra fede e si arriva alla gioia entusiasmante di essere sicuri, quando si ha l’umiltà e la fiducia di chiedere e di attendere la rivelazione dell’Amore.
Relatore: S. E. Mons. Carlo Ferrari Vescovo di Monopoli
Stampa: Atti del Congresso Eucaristico Interdiocesano Brindisi-Ostuni – 20-27 Maggio,1962 – numero unico- Fotografie dal libro degli Atti
ST 198 Brindisi 1962