Natale 1965 – Messa di mezzanotte in Cattedrale a Monopoli
Miei cari, anche questo Natale é arrivato e anche noi siamo ancora qui a celebrare il Natale. Questo giorno, questa notte fatta per tutta l’umanità, rispettata anche dai non credenti, forma l’oggetto della nostra fede.
Mentre nei giorni passati, oggi e ancora domani, con espressioni scritte e verbali andiamo ripetendoci a vicenda buon Natale, é quanto mai indispensabile che noi comprendiamo il significato di questo augurio così comune, di questo augurio così cristiano, di questo augurio così umano.
Il sacerdote che celebra con me ha letto dal Libro Sacro: “E’ apparsa l’umanità e la benignità del nostro Dio salvatore” Questo é l’oggetto specifico della nostra fede, questo fatto circostanziato, indicato in tutti i particolari dall’evangelista con i riferimenti storici e geografici più esatti. E’ accaduto che il nostro Dio, volendo diventare il nostro salvatore si é fatto uomo.
E che uomo! Bambino, piccolo, debole, povero. Lui che é venuto per essere la nostra salvezza e quindi per liberarci dalla nostra debolezza si é fatto debole. Lui che é venuto per liberarci dal nostro orgoglio si é fatto piccolo. Lui che é venuto a liberarci dalle nostre cupidigie si é fatto povero.
Miei cari, questo Natale é un Natale nuovo per la chiesa, nuovo per tutto il mondo, perché il significato del Natale, possiamo dire, é stato posto in una luce più chiara, più evidente, più semplice, più accessibile da quel grande incontro che ha compiuto la chiesa per intendere meglio il messaggio del vangelo, il messaggio di nostro Signore Gesù Cristo che é il Concilio.
Questo benedetto Concilio! Quante volte lo richiameremo! Lo richiameremo sempre perché non é qualche cosa ormai passata e consegnata alla storia. E’ qualche cosa che si edifica nell’organismo vivo della chiesa e si deve propagare in tutte le membra del Corpo di Cristo che é la chiesa, che sono tutti i credenti e tutti quelli che sono chiamati a credere.
Il Concilio ha scoperto anche il Natale, senza dubbio, perché ci ha portato più vicino a nostro Signore Gesù Cristo e al mistero dell’Incarnazione che ha le sue ripercussioni attuali e vitali nella vita della chiesa di oggi, nella vita del mondo di oggi. Riflettete. Che cos’è il Natale?
E’ Dio che si accosta all’umanità e ne assume la natura, un corpo, uno spirito e le unisce talmente a se stesso da formare una sola persona: Gesù Cristo Figlio di Dio e figlio dell’uomo, vero Dio e vero uomo. Questo é il mistero dell’Incarnazione. Questo é il mistero del Natale.
Ma il Figlio di Dio che é venuto per essere il nostro Salvatore, vuole salvare non semplicemente quell’umanità che ha assunto in unità di persona e che ha legato indissolubilmente alla sua persona. E’ venuto per unire a se stesso tutta l’umanità; non l’umanità in astratto, ma l’umanità concreta: ciascuno di noi. Ciascuno di noi in persona, Dio vuole raggiungere mandando il suo Figlio sulla terra perché si faccia uomo e diventi il fratello di tutti gli uomini, il capo di quel corpo le cui membra siamo ciascuno di noi, il capo di quel corpo che é la chiesa.
Ecco perché la chiesa é ogni battezzato. Ecco perché la chiesa é ogni credente. Ecco perché la chiesa é ciascuno di noi senza distinzione.
E’ ognuno di noi perché ognuno di noi costituiamo quelle membra che devono essere vivificate da Cristo nostro capo, per formare un solo corpo, per formare una sola famiglia, per formare un solo popolo di Dio, una sola Chiesa. Cioè per formare di tanti che siamo, una sola cosa; di tanti che siamo, uno solo, perché: siamo capaci di stare insieme, siamo uniti nella fede, siamo uniti nella grazia che riceviamo dai sacramenti, siamo uniti dal vincolo della carità.
“Appare l’umanità e la benignità di nostro Signore Gesù Cristo, del nostro Dio, nostro salvatore per fare di noi, uomini come lui, per farci creature di Dio come lui, per farci figli di Dio come lui. E per questo,- noi sappiamo la storia di nostro Signore Gesù Cristo- non soltanto é nato a Betlemme,ma é morto in croce perché c’erano i peccati da togliere. Lo abbiamo cantato e lo canteremo ancora: “Agnello di Dio che togli i peccati del mondo”.
Gli uomini sono nel peccato perché sono lontani da Dio, perché rifiutano Dio, perché vanno contro la volontà di Dio, perchési allontanano dalla sorgente del loro essere, della loro vita, perché rifiutano la legge del Signore. Gesù Cristo a prezzo del suo sangue, con la sua morte, vuole riconciliare gli uomini a Dio. Non solo.
Vuole riconciliare gli uomini con se stessi perché il peccato come ci allontana da Dio, così ci allontana dai nostri fratelli. Il peccato rende dominante in noi l’egoismo che ci mette contro gli altri, rende dominante in noi la superbia che ci mette al di sopra degli altri, rende dominante in noi la cupidigia che ci fa vedere soltanto il nostro interesse e non il bene di tutti. Ecco il peccato. Perché? Perché abbiamo dimenticato che il vero bene è Dio, che la vera ricchezza é Dio, che la vera grazia é quella di Dio; che la vita vera, la soddisfazione vera, la gioia vera, la pace vera non ci può venire che da Dio.
Ecco il significato del nostro Natale, il significato del Figlio di Dio che si fa uomo.
Ecco ciò che deve essere il Natale per ciascuno di noi:
Gesù Cristo che ci ricongiunge al Padre
Gesù Cristo che ci unisce a se stesso
Gesù Cristo che per il mistero della morte ci fa partecipi al mistero della sua vita,
al mistero della sua grazia,
al mistero della riconciliazione con Dio,
al mistero della carità cristiana che é dono di Dio,
alla capacità di amare: di amare tutti indistintamente per amore di Dio
Miei cari, non é il caso di prolungare il discorso, ma era necessario dire queste cose per farvi intendere l’augurio del vescovo.
Buona Natale.
Che Gesù Cristo non sia soltanto nell’immagine del presepe nella chiesa o nelle case vostre; che Gesù Cristo non sia semplicemente una commemorazione ricordando l’innocenza, il fascino di Gesù bambino, che il Natale non sia semplicemente un’occasione felice per trovarci più contenti e stare insieme, ma che il Natale ci porti quello che ci propone Dio. Ci porti la sua grazia, ci porti quindi la liberazione dal peccato, ci porti il desiderio sincero di essere migliori.
Riflettiamo un istante mentre siamo in chiesa.
C’é in noi qualche cosa che si ridesta al pensiero di Gesù bambino?
C’é qualche cosa che si ridesta in questa atmosfera di bontà che é il Natale?
Ci fa desiderare di essere migliori, più buoni, non solo stasera, non solo domani?
Ci fa sentire questo desiderio come un impegno della nostra vita?
Che cos’è il nostro cristianesimo? La nostra appartenenza alla chiesa?
Che significato ha venire in chiesa? Che significato ha celebrare i sacri riti?
Che significato ha partecipare alla Messa? Partecipare alla mensa eucaristica, cioè alla santa comunione?
Ha questo significato: portarci ad attingere vita soprannaturale, vita di carità, vita di bontà, vita di liberazione dal peccato per mezzo di Gesù Cristo, fatto uomo per essere il nostro salvatore?
Questo é l’augurio del vescovo. Che in tutti i vostri cuori si accenda un desiderio sincero di essere più buoni, di assomigliare di più a nostro Signore Gesù Cristo, di lasciare che gli insegnamenti di nostro Signore Gesù Cristo plasmino la nostra vita, di permettere che i sentimenti di umiltà, di semplicità, di amore, di carità, di perdono penetrino profondamente nel vostro spirito e nella vostra vita.
Gli altri che vi vedono uscire dalla chiesa abbiano la sensazione che avete incontrato Qualcuno: Qualcuno che vi ha convinti, Qualcuno che vi ha dato forza, Qualcuno che vi da la spinta per essere migliori.
Buon Natale ,miei cari. Buon Natale
Celebriamo insieme la santa Messa.
Tra poco Gesù Cristo sarà su questo altare per essere il cibo delle nostre anime, il pane che discende dal cielo, il pane che trasforma i cuori e li rende più buoni in forza della grazia di Gesù Cristo nostro signore.
OM 11 Natale 65 Dattiloscritto con correzioni del Vescovo