nei suoi rapporti con Gesù Cristo
e Madre di quelli che credono in Gesù Cristo nei suoi rapporti con la Chiesa
Monopoli, 16.2.66, incontro con le giovani
Questa sera il nostro incontro è più vivo perché la parola del Signore viene rivolta nella chiesa durante la celebrazione della santa liturgia che compiamo insieme.
Quanta parte avete fatto voi, quante preghiere avete detto voi, quante implorazioni avete rivolte voi al Signore? Si può dire: più che il sacerdote.
Il sacerdote a questo punto prende la parola, non per aggiungere una parola sua, ma per cercare di intendere bene ciò che è stato annunziato durante il sacro rito, quanto abbiamo letto dal libro di san Giovanni e quanto abbiamo letto dal vangelo Secondo Luca.
S. Giovanni nell’Apocalisse, ha una grande, stupenda visione e avete udito di che cosa si tratta: una donna avvolta nel sole, con la luna sotto i suoi piedi e sulla testa una corona di dodici stelle. E’ meravigliosa questa donna.
Se vi dicessi che è così che ognuna di voi sarà rivestita di gloria, di splendore, di fulgore, di ricchezze, di doni di Dio, che è così che ognuna di voi un giorno apparirà in cielo?… Perché questa visione che ha san Giovanni, immediatamente, direttamente, è la visione della chiesa, non una chiesa astratta, immaginaria, ma la chiesa concreta di tutte le anime? Abbiamo detto in queste sere: non delle anime semplicemente, ma di tutte le creature umane che sono salvate per grazia di nostro Signore Gesù Cristo ed hanno acquistato quella pienezza di vita di cui abbiamo parlato. Questa visione è la visione che noi vogliamo insieme, questa sera, che abbia per oggetto addirittura la nostra persona.
La chiesa ci fa leggere queste parole nella Messa in onore della Madonna, perché la Madonna più di tutti noi, immensamente al di sopra di noi, realizza questa grandezza e questa dignità: una dignità di creatura umana che è elevata ad una partecipazione singolare della grandezza di Dio, al punto di diventare la madre di Dio.
Pensateci, figliuole, la madre di Dio! Quel bambino che è nato da Lei, Gesù Cristo, è eterno come il Padre che è nei cieli, è onnipotente come il Padre che ha creato il cielo e la terra, anzi, Lui e il Verbo per mezzo del quale tutte le cose sono create, Lui è la sapienza infinita di Dio. Gli uomini fanno tante cose ma Gesù Cristo, figlio di Dio, ne fa infinitamente di più: fa tutte le cose.
Ebbene questa figliuola del popolo di Israele è la madre di questo bambino che è il Figlio di Dio. Che grandezza ! E’ associata alla grandezza di Dio. E’ portata, in un certo qual senso, al livello della grandezza di Dio, tanto è vero che, quando è scelta per questo altissimo ufficio, per questa altissima dignità, l’angelo la saluta “piena di grazia”, la grazia nel senso più esteso, la graziosità nel senso più completo: umano e soprannaturale, umano e divino.
Ma questa grazia donde le viene? E’ dono di Dio, è grazia, è gratuito dono di Dio. Questa fanciulla del popolo ebreo che accoglie l’angelo che le annuncia il grande mistero, è della stirpe umana che ha bisogno come tutti di salvezza, ma la salvezza la accoglie assai prima di tutti, la accoglie da quello stesso figlio che nascerà da lei, per i meriti che questo figlio suo che è di Dio, si farà morendo in croce.
Maria è piena di grazia, ha tutta la sua dignità, ha tutta la sua grandezza, per la misericordia di Dio, per la benevolenza di Dio, per i meriti di nostro Signore Gesù Cristo.
Cogliamo Maria nel momento in cui viene visitata dall’angelo in un atteggiamento di profondissima umiltà: “Ecco l’ancella del Signore, si faccia di me ciò che lui vuole”. Ecco l’atteggiamento giusto, buono, ammirevole che vuole Maria così grande nei suoi privilegi, così singolare nella sua grazia accanto a noi.
E’ della nostra stirpe, è della nostra razza, è una creatura come noi, ha vissuto la nostra vita. Sono storie quelle di certe immaginette, con gli angeli che servono la Madonna bambina. La Madonna, quando era bambina era come tutte le bambine, e quando era ragazza viveva una vita di umiltà, di povertà, di nascondimento, di fatica come tutte le donne del popolo di Israele.
Sapete cosa avviene in oriente ancora ai tempi nostri? La donna ancora ai tempi nostri, – non sia disdicevole dirlo qui mentre celebriamo la parola del Signore, lo diciamo per vedere con realismo l’umiltà della Madonna, per constatare con realismo quanto la Madonna ci è vicino – la donna in oriente ancora ai tempi nostri viene subito dopo l’asina. E’ così poco considerata, è così misconosciuta, è così poco trattata bene.
Direte: ma nella famiglia della Madonna come andavano le cose?
Come nelle famiglie di tutte le donne del popolo di Israele. Questa è l’umiltà di Maria. Questa è Maria che è accanto a noi, che ha vissuto la nostra stessa esistenza accanto a nostro Signore Gesù Cristo e sappiamo che vivere accanto a Gesù Cristo, per Maria non a stato una preservazione dalle conseguenze di una vita povera, umiliata, perseguitata.
Soprattutto, Maria ha sofferto accanto al Figlio di Dio, nostro Signore Gesù Cristo, ma tutto ha abbracciato per compiere la volontà del Signore, per essere accanto a Gesù Cristo che doveva essere il redentore, il salvatore degli uomini.
Soprattutto é stata accanto al suo figliuolo ai piedi della croce, quando Gesù morente, dall’alto della croce le dice: -donna ecco il tuo figlio – e indicava Giovanni.
E la chiesa e tutto l’insegnamento della tradizione cristiana interpreta queste parole, come l’indicazione dall’alto del Calvario di un’altra maternità di Maria. Maria, madre del figlio di Dio, diventa la madre dei credenti, dei redenti, di quelli che sono salvati dal sangue di nostro Signore Gesù Cristo.
Dove Gesù aveva ricevuto quel sangue che versava sulla croce? Chi glielo avrà comunicato in una maternità prima spirituale che materiale, prima soprannaturale che naturale, prima fatta di bene e di amore che di cooperazione semplicemente fisica? Maria santissima aveva dato il suo sangue e lo dava ancora una volta stando ai piedi della croce, abbracciando quella volontà di Dio che voleva la sua salvezza a prezzo di quell’amore per cui Gesù Cristo moriva sulla croce, per cui Maria accettava di stare ai piedi della croce perché noi fossimo salvi.
Questi pensieri ci suggerisce la meditazione dei testi liturgici di questa sera.
Questi pensieri ci sono fortemente richiamati del concilio.
Il concilio vede la Madonna nei suoi rapporti con nostro Signore Gesù Cristo: la madre di Dio; vede la Madonna nei suoi rapporti con la Chiesa: madre di quelli che credono in nostro Signore Gesù Cristo.
Vede la Madonna nella grandezza della sua dignità, quella grandezza e dignità che formano l’oggetto della nostra stessa vocazione:conservare la grandezza della creatura umana, far trionfare sempre più quella dignità che è propria dei figli di Dio, i quali ricevono la restaurazione della loro dignità attraverso i meriti di nostro Signore Gesù Cristo, ed hanno il più grande esemplare in Maria.
Maria perciò, è madre dei redenti, è madre della chiesa perché ha cooperato con la sua pena, col suo amore, col suo sacrificio, attraverso il sacrificio del suo figliuolo Gesù Cristo, perché noi fossimo salvi.
Cosa vuole dire essere redenti? Vuole dire avere la possibilità, ognuno di noi:
di vivere quella dignità di creature che stanno al di sopra di tutte le creature di questa terra,
di vivere quella dignità di creature che, hanno per vocazione di diventare figli di Dio, fratelli a nostro Signore Gesù Cristo,
di vivere quella dignità di creature che hanno la possibilità di custodire in se stessi per mezzo della grazia,
di vivere quella dignità di creature che hanno la possibilità di vivere in questa vita, – per i doni dello Spirito santo – da veri figli di Dio, da fratelli che si vogliono bene perché nel loro cuore portano la carità, così come Maria santissima ha portato la carità di Dio che ha attinta ai piedi della croce e che l’ha elevata alla dignità di Madre di Dio e di madre nostra.
Cerchiamo di meditare queste verità, di gettare il nostro sguardo in Maria santissima, nella sua grandezza e nella sua umiltà.
Cerchiamo di lasciare nascere nei nostri cuori dei desideri di vera grandezza che si realizzano per la grazia del Signore e per l’intercessione di Maria.
OM 22 Immacolata 1966