Quaresima 1966 in Cattedrale N° 2
Continuiamo la nostra meditazione sulla Chiesa come ce la propone il solenne magistero del Concilio, perché l’insegnamento del Concilio penetri nelle nostre intelligenze, nel nostro spirito e diventi una cosa cosciente nell’anima nostra, nel nostro spirito e nel nostro cuore e, quella Chiesa che il Concilio meditando la Parola di Dio ha scoperto con più chiarezza e ci ha descritto tanto efficacemente, faccia davvero parte della nostra vita, quindi dei nostri pensieri, dei nostri sentimenti e di tutte le nostre espressioni religiose, e delle espressioni della nostra vita stessa.
Abbiamo detto fino a questo punto che la Chiesa è un mistero, cioè una realtà che mentre da una parte appare ai nostri occhi, ai nostri sensi perché di fatta di cose, o meglio di persone che si vedono, si ascoltano, si incontrano, dall’altra parte il mistero della Chiesa è fatto di realtà che non si vedono con gli occhi, non si ascoltano con le orecchie, non si toccano con mano, ma sono ugualmente sicure, ugualmente certe: realtà che si risolvono in Dio presente in mezzo agli uomini che prepara, fonda, stabilisce, fa crescere la Chiesa.
Che cosa vuole dire far crescere la Chiesa?
Chiamare sempre più persone in intimo rapporto di vita col Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, così che la famiglia del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, che è la famiglia di Dio, si dilati sempre più a raccogliere i figli degli uomini e a fare di tutti una cosa sola, come il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo che sono una cosa sola.
Dicevamo perciò che la Chiesa è un mistero di unità, che l’unità è la nota fondamentale caratteristica della Chiesa, quella a cui noi dobbiamo guardare di più, quella su cui noi dobbiamo riflettere e meditare di più, quella che dobbiamo far entrare maggiormente nella nostra coscienza, quella che ci stringe tutti insieme come una famiglia, come la famiglia dei figli di Dio, affinché il nostro cristianesimo diventi la religione della carità.
Mercoledì scorso avete ascoltato da un altro Vescovo ciò che fa il Padre per la Chiesa. Noi, nella nostra preghiera, ci rivolgiamo sempre al Padre che sta nei cieli: “Padre nostro che stai nei cieli”.
Il Padre è il Padre.
Il Padre non è il Figlio.
Il Padre non è lo Spirito Santo.
Il Padre non è né la Madonna né San Giuseppe né altri.
Il Padre è il Padre di nostro Signore Gesù Cristo.
Il Padre è la prima persona della SS. Trinità.
Il Padre non è più grande del Figlio o più grande dello Spirito Santo.
Ma il Padre è il Principio, è l’Origine, è la prima Persona.
Il Padre, possiamo dire – sempre esprimendoci secondo un nostro linguaggio umano,- è il primo che ha pensato alla Chiesa e ci ha pensato da tutta l’eternità. Quando Iddio ha creato il mondo aveva dinanzi a sè lo scopo da raggiungere: ed é la Chiesa. Questo non lo dice semplicemente il Concilio e tanto meno lo dice il Vescovo questa sera a voi. Questo lo dice lo Spirito Santo per bocca dei profeti; lo dice specialmente per bocca del grande apostolo S. Paolo. Il grande mistero, il grande arcano, il grande segreto, il grande consiglio, il grande piano nascosto a tutte le generazioni, che è stato rivelato nei tempi nuovissimi particolarmente attraverso la predicazione di S. Paolo, è questo: che Iddio, da sempre ha pensato di raccogliere tutti gli uomini intorno a Cristo, di sottomettere tutte le cose – non solo gli uomini – a nostro Signore Gesù Cristo perché sia il centro del creato, il centro di tutti gli esseri esistenti .
Perciò il Padre, attraverso tutta la storia dell’Antico Testamento, fa spingere lo sguardo dei profeti nei secoli futuri ed indica loro:
Colui che dovrà venire,
Coluiche sarà il salvatore,
Colui che sarà il pastore in mezzo al suo popolo,
Colui che sarà il re di Israele per tutti i secoli,
Coluiche sarà il re di tutte le nazioni.
Chi è Colui a cui si rivolgono continuamente i profeti illuminati nel loro sguardo dalla grazia di Dio? E’ nostro Signore Gesù Cristo.
La costituzione sulla Chiesa dice, – come d’altronde dicono i libri della Sacra Scrittura- : venuta la pienezza dei tempi ecco che giunge: Colui che era atteso, Colui verso il quale il Padre spingeva l’anelito, il desiderio, la speranza di tutti i secoli, perché si compisse la sua promessa di liberare il suo popolo dalla schiavitù del peccato e farlo entrare nella terra promessa della sua grazia, della sua amicizia, del suo amore: della comunione di vita con Lui.
E viene nostro Signore Gesù Cristo. Gesù Cristo è il centro della Chiesa. E’ il centro di tutti coloro che il Padre, da sempre, vuole raccogliere perché costituiscano la famiglia dei suoi figli. Cristo è stabilito come centro e pienezza della Chiesa. Cristo é stabilito come pietra angolare su cui si deve edificare la Chiesa. Ricordate le parole di Gesù a Pietro? “Tu sei pietra e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”, Ma sei una pietra.
La pietra angolare che sostiene tutto l’edificio, che costituisce il fondamento sicuro è nostro Signore Gesù Cristo, Questa pietra rigettata dagli uomini , questa pietra gettata a morte, è stata scelta dal Padre da tutta l’eternità perché fosse il fondamento di quell’edificio costituito di pietre vive che siamo noi, e che deve corrispondere al piano che Lui ha avuto da tutta l’eternità: la sua Chiesa.
“E’ venuto il Figlio mandato dal Padre” sono parole della costituzione della Chiesa “il quale in lui prima della fondazione del mondo ci ha eletti” – il pensiero di Dio è un pensiero eterno – “e ci ha predestinati ad essere adottati in figli perché in lui, in Gesù Cristo, volle accentrare tutte le cose”. -Vedete il mistero dell’unità della Chiesa: tutte le cose incentrate in Gesù Cristo, tutto a formare una cosa sola, tutti intorno ad uno solo, al Figlio, a Gesù Cristo.
Gesù Cristo è perciò il primogenito in mezzo a una moltitudine di fratelli, ma di fratelli, cioè di persone che costituiscono una unità; è il capo del suo corpo che è la Chiesa e noi siamo le membra, ma non le membra disgiunte ognuna delle altre ma le membra articolate, organizzate in un solo corpo e che perciò formano una cosa sola tra di loro.
Gesù Cristo è il mediatore che sta in mezzo, tra il Padre e l’umanità, e che sta anche in mezzo ad ognuno di noi per metterci d’accordo; è il mediatore intorno al quale avviene la convocazione del popolo di Dio. Come fa tutto questo Gesù Cristo? Come fa a portare a compimento il disegno, la volontà, il progetto del Padre che tutte le cose siano accentrate in lui e intorno a lui? Gesù Cristo compie tutte queste cose, compie la volontà del Padre che vuole la Chiesa, cioè la famiglia dei suoi figli intorno a Lui uniti nell’amore, come Maestro, come Sacerdote, come Pastore.
Gesù Cristo edifica la sua Chiesa come Maestro.
Gesù Cristo come maestro che cosa fa? Parla, dice le cose del Padre, dice le cose del cielo, dice le cose dell’anima nostra, dice la volontà del Padre, dice le cose che fa Iddio. Ma, notate bene, Gesù Cristo è maestro non semplicemente quando apre la bocca e dice belle parole; Gesù Cristo parla anche quando compie i suoi gesti, anche quando compie le azioni della sua esistenza terrena, anche quando come uomo fa tutto ciò che fanno gli uomini. Quella è una parola. E’ una parola espressa attraverso l’episodio, attraverso il gesto particolare che ha un significato, per fare intendere quello che devono intendere e fare gli uomini.
Che cosa sono le parabole raccontate da nostro Signore Gesù Cristo? Sono modi con cui egli illustra la volontà del Padre, il piano del Padre: che tutti siano una cosa sola. Tutte le parabole, raccontate da gesù Cristo, illustrano sempre qualche aspetto del mistero della Chiesa. Gesù Cristo, ripeto, incomincia a edificare la sua Chiesa, edifica la sua Chiesa per mezzo della parola. Capite allora che, ciò che Gesù Cristo ha fatto per fondare la sua Chiesa, per stabilire la sua Chiesa, per dilatare la sua Chiesa in tutto il mondo, si deve fare in tutti i tempi. Gesù Cristo, infatti, dice agli apostoli: “Andate in tutto il mondo e predicate”…”Io sarò con voi fino alla fine dei tempi”: con voi che predicate, con voi che annunziate la parola.
Gli apostoli, S. Paolo in particolare, intende così bene questo comando del Signore, ed è così convinto che la chiesa, le chiese, si fondano e si edificano e si dilatano per mezzo della parola, che si rifiutava persino di battezzare e di fare degli altri atti di ministero, perché la parola era la prima cosa da fare. E così per noi. Qual è il primo ministero del Papa, del Vescovo, dei sacerdoti? Quello della parola.
Come si edifica la Chiesa? Facendo delle chiese di pietra? No! Gettando nelle anime, scusate l’espressione, il seme della parola di Dio e sarà questo seme della parola di Dio che metterà le radici della fede, il fondamento della vita cristiana su cui poi si edificherà la sua Chiesa. Gli Atti degli Apostoli, che raccontano i primi tempi della vita del la Chiesa, dicono che la Chiesa si dilatava in proporzione della parola di Dio che percorreva tutte le vie del mondo. Quindi: prima la parola di Dio e, dove passa la parola di Dio, e dove si diffonde la parola di Dio, lì si edifica la Chiesa, lì cresce la Chiesa.
Gesù Cristo edifica la sua Chiesa come Sacerdote.
Cosa vuole dire come sacerdote? In parole molto semplici, già ricordate altre volte, Gesù Cristo in croce è il sacerdote che per mezzo del suo sangue, espressione del suo amore infinito, raduna tutti gli uomini e li riconcilia col Padre. Notate bene. Raduna tutti gli uomini per mezzo del suo sacrificio, perché gli uomini che sono nel peccato sono uomini disgregati, sono uomini che non vanno d’accordo tra di loro, e allora Gesù Cristo, per mezzo del suo sangue vuole, prima di tutto, riconciliare gli uomini tra di loro, perché siano riconciliati col Padre.
Gesù Cristo dice: quando vieni per offrire il tuo dono, la tua offerta all’altare, se ti ricordi che hai qualche cosa con il tuo fratello o con la tua sorella, vai prima a riconciliarti e poi vieni e farai la tua offerta.
Sull’altare si compie l’unione, la comunione di tutti quelli che credono in nostro Signore Gesù Cristo.
Gesù Cristo, per mezzo del suo sacrificio in croce che è reso presente sull’altare, vuole operare questa unificazione di tutti, e corrisponde alla volontà del Padre: che tutti siano una cosa sola, che tutti siano la Chiesa, che tutti facciano la Chiesa.
Gesù Cristo è Pastore.
Chi è il pastore? E ‘ colui che va a capo del gregge, è colui che sta in mezzo al gregge, è colui che cerca i pascoli per il gregge, è colui che guida il gregge verso i pascoli buoni. Non insistiamo su questo pensiero. Ma, come ci può essere gente che forma una cosa sola se in mezzo a loro non c’è un capo? Non c’è una guida, un pastore, un padre? Il Pastore dei pastori è Gesù Cristo.
Noi siamo pastori, ma poveri rappresentanti del pastore eterno che è Gesù Cristo. Noi siamo dei padri, dei poveri padri, ma in noi c’è la paternità di Dio, c’è la paternità di Gesù Cristo, c’è l’amore di Gesù Cristo. Noi ne siamo la manifestazione. Siamo come il sacramento di questa paternità che Iddio vuole stabilire in noi rendendoci partecipi degli uffici, dei doveri, del ministero di nostro Signore Gesù Cristo.
Ecco il perché del ministero sacro in mezzo alla Chiesa: per unire il popolo di Dio, per far sì che il popolo di Dio sia una cosa sola.
Gesù Cristo, è sulla terra per portare a compimento il disegno del Padre. Come il Padre, durante tutti i tempi della storia della salvezza, dirige gli uomini a Gesù Cristo loro capo, loro maestro, loro sacerdote, Gesù Cristo nostro capo, nostro maestro, nostro sacerdote ci dirige verso il Padre. E’ il mistero della vita di Dio.
Nella vita di Dio, il Padre non si riferisce mai a se stesso, non guarda a se stesso, non si preoccupa di se stesso, ma è tutto rivolto verso il Figlio, e allora nel mondo, tutto quello che fa il Padre, lo dirige verso il Figlio. E il Figlio, nella vita intima di Dio, non è rivolto verso se stesso, non guarda al suo interesse, non guarda alla sua gloria, ma è tutto rivolto verso il Padre. E noi lo scorgiamo questo in Gesù Cristo, quando viene su questa terra e dice: “Ecco, Padre, io vengo per fare la tua volontà”… “Tutto ciò che piace al Padre io lo faccio sempre”.
Quando incomincia la sua predicazione non fa altro che rivelare il Padre e indirizzare al Padre. “Nessuno viene al Padre se non per me”… “Io sono la via” ma la meta è il Padre. “Io sono la vita”, ma la sorgente e il termine di questa vita è il Padre: “Come il Padre vive, così io vivo di lui, e chiunque crede in me vivrà di me” (Giov.6,57). Una vita che scende e una vita che sale, che si rivolge verso il Padre. Gesù Cristo ci riporta verso il Padre. Noi siamo una famiglia in cammino, noi siamo un popolo in cammino con a capo nostro Signore Gesù Cristo e andiamo tutti insieme, non ognuno per proprio conto, verso la casa del Padre.
Quanti siamo questa sera! Che bello!
Se siamo di più preghiamo di più, Iddio è in mezzo a noi,Gesù Cristo ci è più vicino. Io rivolgo una preghiera agli uomini, ai giovani e anche alle devote del primo venerdì del mese, perché anche le donne questa sera sono più numerose:venite tutti i lunedì, tutti i mercoledì, tutti i venerdì ! E’ una bella cosa trovarci qui, davanti all’altare del Signore, in questo tempo sacro della Quaresima, per edificare la Chiesa edificandoci gli uni gli altri con la nostra preghiera e con la nostra carità.
OM 24 Quaresima 1966