Monopoli- Venerdì santo- Largo Plebiscito
Ancora una volta si compie il nostro incontro qui davanti all’impressionante immagine di Gesù Crocifisso.
Nascono molti pensieri nella mente del Vescovo che ha una volta l’anno ha la ventura di potervi parlare qui, al largo, dove la voce si spande e penso giunga non solo a molti orecchi ma soprattutto a molti cuori.
Comunque il Vescovo, quest’anno non può dimenticare che celebriamo insieme il primo Venerdì Santo dopo la chiusura del Concilio. Non è un fatto finito il Concilio. E’ un avvenimento che ha messo in moto un mondo e che ha comunicato quel movimento a tutti gli uomini. Questo movimento parte dalla Chiesa, parte dal cuore dei Vescovi di tutto il mondo stretti intorno al Papa, parte soprattutto nella sua realtà intima ma profonda e vera dal cuore di nostro Signore Gesù cristo, il nostro Salvatore.
Tutto il mondo ha guardato il Concilio e si è interessato al Concilio. Tutto il mondo ha guardato alla Chiesa e si è interessato alla Chiesa. Certamente ha scoperto qualche cosa di nuovo in quell’antica e millenaria istituzione che è la Chiesa. Almeno inconsciamente tutto il mondo -di quelli che credono e di quelli che non credono- ha avuto la sensazione che da questa Chiesa dove si predica Gesù Cristo, dove si annuncia il Vangelo, dove tutti siamo invitati a praticare il suo amore, sgorga una forza misteriosa e soprannaturale, da cui può venire qualche cosa per tutto il mondo.
Si può dire che il mondo ha espresso questo sentimento almeno inconscio e diffuso in tutti gli uomini della terra, in circostanze particolari. La massima istituzione degli uomini che desiderano la pace e la giustizia nel mondo, ha umilmente fatto un invito a chi poteva parlare nel nome di nostro Signore Gesù cristo, perché andasse là a dire una parola di luce, una parola di verità sicura, una parola di amore, una parola di pace. E quella parola è stata ascoltata con riverenza da tutti i rappresentanti di tutte le nazioni, anche da quelli che dicono di non credere in Dio e che non accettano Gesù Cristo. Guardate che, questo fa parte del mistero di Gesù Cristo che nel mondo è sempre segno di contraddizione anche e soprattutto per quelli che dicono di non accettarlo.
Questa voce che si innalza nel nome di nostro Signore Gesù Cristo è stata sollecitata in una circostanza più vicina a noi, perché nella sua persona di rappresentante di Gesù Cristo porgesse la mano in atto di mendicante di fronte a tutto il mondo per un paese e per tutti i paesi minacciati dalla fame. Dunque, miei cari, la Chiesa di Gesù Cristo è ancora qualche cosa. Riflettete: la Chiesa di Gesù Cristo è una cosa che si fa sentire nella sua funzione insostituibile per la salvezza del mondo. Il motivo, di per se, è molto semplice: perché il Salvatore del mondo è nostro Signore Gesù cristo.
Gesù Cristo ci salva donando tutto se stesso a noi poveri uomini. Gesù Cristo ci salva attraverso l’amore, l’amore vero, l’amore sincero, l’amore che porta la vita, l’amore che si dimostra donando se stessi. Gesù Cristo pendente in croce che dà fin l’ultimo respiro, fin l’ultima goccia del suo sangue, fin l’ultima stilla del suo essere umano, è il Salvatore del mondo che vive nella sua Chiesa. La Chiesa è il mistero della presenza di Gesù crocifisso che salva il mondo.
Cari fratelli, non è il Vescovo che parla in questo momento, è uno che ha ricevuto il battesimo come voi, è un redento da Gesù Cristo come voi tutti siete redenti da Gesù Cristo, e noi tutti, redenti da Gesù Cristo, siamo la Chiesa. Se siamo la Chiesa come redenti da Gesù Cristo. Come ci vuole Gesù Cristo? Com’è Gesù Cristo? Gesù Cristo è verità e se noi siamo veri, Gesù Cristo è carità e se noi siamo buoni, , Gesù Cristo è grazia e se noi siamo in grazia. Allora siamo il segno di Gesù Cristo vivente in mezzo al mondo.
Siamo segni di Gesù Cristo vivente in mezzo al mondo se siamo veri perché possediamo la verità, perché leggiamo, ascoltiamo, conosciamo, meditiamo il suo Vangelo e lasciamo che il suo Vangelo penetri nella nostra esistenza. Siamo segni di Gesù Cristo vivente in mezzo al mondo se la carità di Gesù Cristo, che è morto in croce per gli uomini,sarà veramente nei nostri cuori, non come ostentazione o come appartenenza a qualche associazione. No. Senza appartenere a nessuna associazione: svincolati da tutto, e vincolati unicamente nell’amore, nella lotta contro l’egoismo, nella lotta contro tutto ciò che tende a incentrarsi nella nostra persona, animati dalla carità di Gesù Cristo che ci apre verso il bisogno di tutti, animati dalla carità di Gesù Cristo da cui sgorgano pensieri, sentimenti , aspirazioni giuste.
Siamo segni di Gesù Cristo vivente in mezzo al mondo, se saremo tutti nella grazia di nostro Signore Gesù cristo. Che cos’è questa grazia di nostro Signore Gesù Cristo? E’ quella realtà nuova che Gesù Cristo ha portato al mondo con la forza con cui il Padre ha dispiegato la sua potenza, per affermarlo vivo dopo la morte, per affermarlo vivo nella risurrezione, per affermarlo vivo per sempre.
Miei cari fratelli e figliuoli, siamo noi l’espressione della vita di Cristo risorto.
Voi lo sapete, perché ve l’ ho già confidato altre volte: sono tanto angustiato dal pensiero dei nostri giovani, dei nostri ragazzi, dei nostri adolescenti, in particolare di tutti gli adolescenti e i giovani che non hanno la fortuna di frequentare la scuola, che sono costretti al lavoro e che non possono, non hanno l’opportunità, non hanno l’occasione e i mezzi per conoscere la Chiesa e nostro Signore Gesù Cristo. Non è colpa dei giovani se mentre passa l’immagine di Gesù crocifisso continuano la loro passeggiata al borgo, continuano i loro commenti oppure sorridono.
Guardate che la nostra sfilata anche del Venerdì Santo, comprendetemi voi persone mature, ha molti lati ridicoli che i nostri ragazzi non accettano, non ammettono per cui forse si allontanano da noi, perché queste manifestazioni -solo in alcuni aspetti- non sono espressioni di verità, non sono espressioni di carità, non sono espressioni di grazia, non sono manifestazioni della presenza di Gesù Cristo in mezzo a noi.
Allora? Li lasciamo perdere questi giovani e questi nostri ragazzi per l’attaccamento a certe nostre tradizioni, per l’attaccamento a certe nostre manifestazioni che sono ridicole? Non nell’intenzione, si capisce, ma nell’espressione!
Guardate che qualche cosa si muove nella Chiesa per l’impulso che ha dato lo Spirito Santo attraverso un vecchio giovanissimo Papa Giovanni.
Qualche cosa si muove nel mondo, proprio in mezzo ai nostri giovani che generalmente sono più veri di noi, più aperti di noi. E noi, siccome ci da fastidio la loro verità, ci mettiamo contro i giovani. La Chiesa non è contro i giovani. La Chiesa è aperta ai giovani e la fede di Dio è segno di giovinezza, come l’ateismo è segno di stanchezza, è segno di qualche cosa che fatalmente finisce.
Non faccio un discorso ai giovani questa sera, ma ai genitori, agli educatori, a tutte le persone responsabili, a me stesso, ai miei sacerdoti. Papà, mamme, insegnanti, autorità, sacerdoti, e tu Vescovo che parli, se saremo capaci di esprimere la verità, se saremo capaci di esprimere la grazia e la carità di nostro Signore Gesù Cristo, i giovani crederanno e avranno una fede più bella della nostra. I giovani crederanno se noi esprimeremo la Chiesa. In particolare se noi preti dimostreremo: che non è una istituzione che comanda, ma sono delle persone che si mettono al servizio, che non è una istituzione che vuole dominare, ma vuole stare in mezzo agli uomini da fratello a fratello, se mai come nostro Signore Gesù Cristo inginocchiato ai piedi degli apostoli che dice: “Non sono venuto per essere servito ma per servire”.
Nel mondo, quelli che dominano schiacciano ed opprimono. Noi, tutti, siamo l’ultimo che sta a servire. Così assicureremo la presenza di Gesù Cristo nella sua Chiesa, così la Chiesa sarà l’espressione di Gesù crocifisso, così il mondo e particolarmente il mondo dei giovani sarà salvo.
OM 35 Venerdì Santo 1966