dobbiamo acquistare il senso della Chiesa
Cattedrale di Monopoli 19.5.66 – Ascensione
Non avviene sempre che ci sia in Cattedrale, non dico tanta gente perché le occasioni in cui la gente è numerosa in cattedrale sono molte, ma persone come voi così numerose e veramente presenti non soltanto col corpo ma con lo spirito, con il desiderio, la devozione, i sentimenti più buoni, per incontrarsi, per stare insieme, per pregare insieme, per ottenere insieme, da Dio, la sua misericordia.
E, noi, oggi, abbiamo il segno della misericordia di Dio proprio nel mistero che celebriamo. Voi siete venuti per acquistare il giubileo, che è una applicazione piena della misericordia di Dio: – che dimentica le nostre offese e distrugge il peccato in noi con la potenza della morte di nostro Signore Gesù Cristo: – che ci viene applicata nel sacramento della confessione, – che ci viene ridonata durante la celebrazione della Messa,nel sacrificio eucaristico, – che si estende fino a rimetterci le pene che avremmo dovuto sopportare per i nostri peccati nell’altra vita. Questo, all’incirca, è il senso del giubileo per cui vi trovate qui.
Nel mistero dell’ ascensione al cielo di Gesù che celebriamo oggi, abbiamo la certezza, la garanzia, la prova che questa misericordia esiste, che questa misericordia è per noi e che ci viene applicata. Qual è il frutto della misericordia di Dio? Da nemici che eravamo, diventiamo i sui amici; da semplici creature che siamo, diventiamo i figli; da pellegrini su questa terra, aspiriamo ad andare per sempre, stabilmente, nella sua dimora che è il cielo, il Paradiso.
Che cos’è l’ascensione di nostro Signore Gesù Cristo, il mistero che celebriamo liturgicamente oggi? E’ un uomo in tutto simile a noi, il figlio di Dio, che lascia questa terra dopo i grandi avvenimenti della sua morte e della sua risurrezione ed entra in cielo e raggiunge il Padre e siede alla sua destra.
Questo Gesù che oggi entra in cielo e siede alla destra del Padre – ciò significa che partecipa di tutto ciò che è il Padre, e di tutto ciò che ha il Padre – è lo stesso Gesù il quale ha dichiarato che, dove sarebbe andato lui, là sarebbero andati anche i suoi discepoli; é lo stesso Gesù che ha promesso di andare avanti a preparare un posto per noi. Dunque, la casa del Padre è la nostra casa! Dunque, dove è andato Gesù, li, è la nostra meta. Dunque Gesù, che siede alla destra del Padre, è andato a preparare un seggio per noi. Gesù è andato a prepararci un posto. Là avremo certamente il nostro posto. A quali condizioni?
Miei cari, noi tutti entreremo con Gesù Cristo in cielo, per prendere il nostro posto in paradiso? Tutti? Sì. Ci saremo tutti se nella vita presente saremo nel gregge di nostro Signore Gesù Cristo, se qui su questa terra seguiremo Gesù come egli ci ha detto con chiarezza: “chi vuole venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. Tutti possiamo seguire nostro Signore Gesù Cristo anche se non abbiamo forze per camminare, anche se abbiamo abbandonato o perduto la strada e siamo andati lontani perché Lui è il buon pastore e ci viene a prendere da tutti i posti dove siamo e da tutte le situazioni purché noi siamo come la pecorella smarrita, ma nello stesso tempo docile e che si lascia prendere dalle mani salvatrici e sanatrici del divino pastore, e si lascia portare dalle sue spalle, e rientra nell’ovile.
E’ importante questo particolare: rientrare nell’ovile. Qual è l’ovile di cui Gesù Cristo è il pastore? E’ la chiesa rappresentata, su questa terra, dai suoi pastori visibili che sono il Papa e i Vescovi uniti con lui, e i sacerdoti che fanno una cosa sola col Vescovo.
Come si fa ad entrare nella Chiesa? Che cosa fa il sacerdote là, in fondo alla chiesa? Aspetta per amministrare un battesimo. E che cosa fa col battesimo? Introduce quella piccola creatura nella Chiesa.
Come si fa ritornare nella Chiesa, essere nella Chiesa, trovare i pascoli buoni del gregge di nostro Signore Gesù Cristo.? Che cosa fa il sacerdote nel confessionale? Assolve dai peccati, fa rientrare nella chiesa chi si era allontanato.
Che cosa fa il sacerdote qui all’altare, come sto facendo io, quando vi parla? Distribuisce il pascolo della parola di Dio, il pane, l’alimento della parola di Dio. Ecco i pascoli buoni a cui noi dobbiamo andare per poter seguire Gesù Cristo, pastore eterno che ci conduce verso il paradiso.
Che cosa fa il sacerdote quando presenta l’ostia davanti a voi che vi accostate all’altare e vi dice: “il Corpo di nostro Signore Gesù Cristo” e voi rispondete: “Amen”? Vi dà il corpo di Cristo, il pane disceso dal cielo e chi lo mangia non morrà mai, ma vivrà in eterno.
L’esercizio del ministero dei sacri pastori è tutto: – per introdurre nella Chiesa, – per ricondurre alla chiesa, – per dare i pascoli buoni al gregge di nostro Signore Gesù Cristo perché, – tutti insieme, notate, tutti insieme, – si possa raggiungere la patria celeste, quel nido sicuro nel quale più nessuno si potrà perdere, che è in cielo intorno a Gesù Cristo, intorno al Padre, – per costituire la sua famiglia e godere della sua felicità infinita.
Voi siete venuti per stare insieme, pregare insieme, ottenere insieme la misericordia di Dio. Per volontà del Papa, siete venuti nella cattedrale e acquistate il giubileo mentre il Vescovo concelebra, circondato dai suoi sacerdoti, i vostri pastori quotidiani: i parroci. Perché il Papa ha voluto che il giubileo si acquistasse in questo modo? Perché il giubileo deve insegnare il senso del concilio, deve servire a fare entrare profondamente il senso della chiesa in noi pastori e in voi pecorelle di Dio.
Noi tutti battezzati e credenti in Gesù Cristo, dobbiamo acquistare il senso della Chiesa, cioè, dobbiamo acquistare coscienza che, noi non andiamo a Dio per nostro conto, per nostro interesse, per noi stessi, ma dobbiamo andare a Dio come figli, come fratelli, come degli amici animati dallo Spirito di Dio che é l’amore. Dobbiamo andare a Dio come figli di questo Dio che è Padre. Allora, può mancare tra di noi l’amore? Siamo veramente dei figli che danno consolazione al Padre, quando tra di noi ci vogliamo bene. Dobbiamo andare a Dio come fratelli in Gesù Cristo, il primogenito, colui che ci salva, colui che ci guida, colui che é morto per noi. Tutti noi siamo stati acquistati non con l’oro o l’argento, ma col suo sangue preziosissimo e allora ciascuno di noi che è segnato col suo sangue preziosissimo, ha in se la dignità di figlio di Dio ed ha la certezza dei figli di Dio.
Questi fratelli intorno a Gesù Cristo, come si devono distinguere? Come si devono comportare? Da quale spirito devono essere animati, se non dalla carità? Dall’ amore vicendevole? “In questo vi riconoscerete – dice Gesù – se vi vorrete bene gli uni gli altri” .
“Vi do un comandamento nuovo, che vi vogliate bene come io vi ho voluto bene”, dice Gesù. Dobbiamo andare a Dio come amici dello Spirito Santo. Il giorno del battesimo siamo stati rigenerati ad una vita nuova e fatti figli di Dio, coeredi con Gesù Cristo del Paradiso, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Siamo figli del Padre, fratelli di Gesù Cristo, tempio dello Spirito Santo. Ma, dov’è questo tempio? Questo tabernacolo dello Spirito Santo non è di pietra e neppure di marmo o di cristallo. Questo tempio è il nostro cuore ma un cuore che ama, un cuore che ama gli altri. Per questo dove c’è più di uno che si vogliono bene, lì trova il suo tabernacolo, la sua dimora.
E’ così che dobbiamo essere. E quando siamo così: – figli di Dio, – fratelli a Gesù Cristo, – amici tra di noi perché accogliamo lo Spirito Santo, – animati tutti dalla carità fraterna, -allora, siamo nella Chiesa. -allora siamo veramente come vuole il concilio, la Chiesa, quella grande realtà che deve diventare più bella, più chiara, più imponente, più necessaria, – quella grande realtà che deve attuarsi nel mondo, – quella grande realtà che deve essere attraente e chiara nel mondo, secondo il desiderio del santo papa Giovanni: “che il volto della Chiesa risplenda di amabilità e di dolcezza e, tutti coloro che vedono il volto della Chiesa abbiano a credere in nostro Signore Gesù Cristo”.
Dei primi cristiani si diceva: guarda come si vogliono bene. E’ questo fatto particolare che deve caratterizzare i cristiani, che deve risplendere in quelli che appartengono a Gesù Cristo, che deve essere limpido e luminoso in quelli che professano di credere in Gesù Cristo, in quelli che vogliono essere la chiesa. E’ questo il distintivo che ci deve fare apparire davanti al mondo: quelli che si vogliono bene.
Questi pensieri, miei cari, rimangano un po’ nella vostra mente come frutto del vostro pellegrinaggio alla cattedrale. Perché siete venuti alla cattedrale? Per prendere maggiormente coscienza della Chiesa, perché la Chiesa è quella realtà venuta da Dio, attraverso la quale noi crediamo alla potenza di Dio, alla possibilità di avere la misericordia di Dio e di entrare in Paradiso.
Continuiamo la nostra celebrazione. Qui, in mezzo a noi ci sarà tra poco, sotto le specie del pane e del vino, Gesù che è andato in cielo a prepararci un posto. Quel posto ci sarà assicurato se noi rimarremo fedelmente nella Chiesa e rimaniamo nella Chiesa soprattutto quando siamo animati da grande carità vicendevole, quando questa carità splende sul nostro volto e nella nostra vita.
Giubileo delle parrocchie di Cisternino e della città di Monopoli
OM 40 Ascensione 66