Siate lampade e non lanterne
28 Maggio 1966, Vigilia della solennità di Pentecoste
Ore 22,30, marcia dell’amicizia
Non so che impressione vi abbia fatto quella santa Messa celebrata in una cornice singolarissima, tanto bella perché al tramonto e perché in mezzo ai nostri monti in un paesaggio così lindo e luminoso.
Non so che impressione vi abbia fatto la lettura del Vangelo di san Giovanni. Non è che io intenda farvi delle riflessioni su questo vangelo. Intendo semplicemente rileggervelo e poi lo Spirito Santo che è vivo nella Chiesa oggi, e in questi giorni, e in questa sera perché domani è Pentecoste, suggerirà egli stesso negli animi vostri i pensieri buoni, grandiosi e divini che sono contenuti in queste poche righe.
Gesù dice: ” Se mi amate osservate i comandamenti e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore, affinché rimanga sempre con voi: lo Spirito di verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede, ne lo conosce”. Quindi parla di Uno che, dopo che Gesù Cristo se ne sarebbe andato, sarebbe sempre rimasto con noi perché è in noi, e noi lo riceviamo, e l’abbiamo già ricevuto perché mandato dal Padre e da Gesù Cristo: lo Spirito Santo.
“Voi lo conoscete” Non importa, miei cari ragazzi e ragazze, quale conoscenza possiate già aver avuto nella vostra vita dello Spirito del Signore, ma è una conoscenza alla quale vi dovete accostare giorno per giorno. Penserà lo Spirito “da dentro” a farsi conoscere in tutti gli impulsi della sua vita, in tutto il fulgore della sua verità, in tutta la forza del suo amore. “Voi lo conoscete”, dice Gesù agli apostoli. Vedrete che, arriverete anche voi alla conoscenza dello Spirito Santo.
Gesù continua: “Non vi lascerò orfani, ritornerò a voi”. Miei cari, la presenza di Dio in mezzo a noi è una cosa così forte, così decisiva, così vera da parte di Dio, che deve essere la realtà più reale della nostra esistenza.
Gesù Cristo dice: “Io me ne vado ma mando un altro Consolatore. Gesù insiste: “Io me ne vado ma ritornerò a voi”. Gesù è preso dalla preoccupazione di assicurare a noi che Egli e il Padre e lo Spirito Santo sarebbero sempre stati con noi.
Ancora un po’ e il mondo non mi vedrà più visibilmente, materialmente. Voi, invece, mi vedrete nella misura della fede, perché io vivo e voi vivete. Siccome voi vivete della “Vita” voi non mi vedrete con gli occhi della carne, ma con gli occhi dello Spirito, con la vostra esperienza spirituale. Mi vedrete assicura Gesù, e in quel giorno voi conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me, e io in voi.
Riflettete un istante. Guardate quali realtà ci sono nella nostra fede!
In quel giorno, il giorno in cui gli apostoli avrebbero ricevuto lo Spirito Santo, e noi abbiamo ricevuto lo Spirito Santo nel battesimo e nella Cresima e annualmente nella celebrazione liturgica della Pentecoste, “in quel giorno voi conoscerete che io vivo nel Padre e Lui vive in me e io in voi”. Non è un gioco di parole, questo. E’ la grande realtà della vita spirituale cristiana.
ì Gesù è nel Padre.
Gesù è in noi.
Noi siamo in Lui.
Noi siamo nel Padre.
Sono dei modi semplici (semitici?) per esprimere una verità, ma vogliono dire concretamente: una comunione di vita che incomincia dal Padre al Figlio, e dal Figlio ritorna al Padre, e in questo fluire di vita c’è la nostra esistenza, c’è il fatto che noi siamo in questo mondo, c’è il fatto che noi ci troviamo qui, questa sera a meditare queste parole. Noi siamo in questo flusso di vita dal Padre al Figlio, dal Figlio al Padre, portato alla persona nostra, ad ognuno di noi, dalla vitalità dell’amore di Dio, l’amore stesso di Dio in persona, lo Spirito Santo.
“Chi ama, ama i miei comandamenti e li osserva. Ecco. “Chi mi ama”! Naturalmente è di peso questo osservare i comandamenti, ma si possono osservare i comandamenti di Dio quando: Dio è una realtà presente alla nostra esistenza, Dio è una realtà operante nella nostra vita, Dio è “Uno” più reale nei nostri confronti, di quanto noi non siamo presenti a noi stessi, più reale di quanto noi siamo presenti ai nostri amici e i nostri amici a noi.
“E colui che mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui” Guardate che questo fatto: che il Padre è nel Figlio, che il Figlio è in noi, che noi siamo nel Figlio, è lo stesso fatto che il Padre ama noi, che il Figlio ama noi, è in noi e rimane in noi e si può manifestare a noi.
Cari ragazzi, quanto siete cari questa sera! Siete soprattutto cari al cuore del Signore. Il gesto che avete compiuto è un gesto non semplicemente materiale che ha impegnato anche fisicamente le vostre energie, ma è un gesto che deve avere un suo significato. Voi siete partiti insieme e siete arrivati insieme portando una fiaccola. Avete camminato. La vita è un cammino.
Miei cari, non concepite la vita come un punto d’arrivo. Sì, verrà la sistemazione professionale ed economica, ma noi non siamo mai “arrivati”. Noi siamo in cammino nella nostra stessa personalità, – per acquistare sempre qualche cosa di più, – per fare un passo sempre più avanti, – per avvicinarci a quella meta che non è una favola, – se mai è la favola di Dio!-, – dove c’è il Padre nostro, – dove c’è Gesù Cristo che è morto per noi, – dove c’è lo Spirito che ci è stato dato come sorgente di amore nella vita. Noi siamo in cammino.
Quanto è indispensabile, -ve lo dico con una povera espressione- estirpare dalla nostra vita ogni spirito borghese, perché è lo spirito di colui che è beato possidente e non ha più alcuna aspirazione!Noi non ci accontentiamo di quello che ci può dare il mondo e di quello che ci può venite dal mondo, perché noi siamo più grandi del mondo e valiamo infinitamente più di tutti i tesori, e di tutti i beni del mondo.
Avete camminato insieme. Anche questo ve lo dico con un’espressione banale. La storia, – non faccio un’accusa ma solo un’osservazione – dei movimenti studenteschi non solo a Monopoli ma in tutto il mondo, è sempre stata la storia di quelli che si mettono insieme, che stanno insieme per tre mesi o un anno e poi non vanno più d’accordo. Non sanno più stare insieme. Voi avete camminato per due ore e mezza insieme? Voi dovete essere capaci di camminare insieme tutti i giorni della vostra vita. Sì, la composizione cambierà, ma dovete essere capaci di acquistare questa capacità nuova di camminare insieme. La vita nuova non sarà un’altra cosa, sarà principalmente questa: che tra di noi ci rispettiamo, ci stimiamo, ci vogliamo bene.
E dopo, nell’ultimo tratto del vostro percorso, in mezzo ad una discreta indifferenza avete attraversato la città, avete pregato, cantato, portato tanta luce con le vostre fiaccole materiali. Questo è soltanto un gesto che forse vi ha aiutato a mantenere un po’ di raccoglimento, che forse può aver detto niente, ma questo non ha importanza.
La vostra vita, la vostra persona è una lampada! C’era un nostro modesto scrittore che diceva: “siate lampade e non lanterne”. Voi dovete essere luce. “Voi siete la luce del mondo” ha detto Gesù.
Per tutto questo, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, vi do tutta la mia benedizione e la benedizione dei sacerdoti che si occupano di voi e che costatate che vi vogliono bene. E con la benedizione vi mando alle vostre case.
Diciamo insieme una Ave Maria alla Madonna. Maria è stata la testimone della trasformazione degli Apostoli per opera dello Spirito Santo. Se noi amiamo Maria abbiamo la garanzia che lo Spirito Santo sarà con noi con tutte quelle realtà che abbiamo appena accennato. E da Maria, dalla sua intercessione imploriamo, io e i vostri sacerdoti, che la benedizione di Dio sia larga per ognuno di voi e per tutti i vostri cari.
OM 41 Amicizia 66 Monopoli