Cattedrale di Monopoli – 15 Agosto 1966
Già avete ascoltato la lettura della parola del Signore che ci richiama al fatto, al senso e alle conseguenze del mistero che celebriamo.
Questa mattina il nostro ingresso in Chiesa, per trovarci insieme uniti nel nome del Signore e dare luogo alla nostra celebrazione, é stato segnato dalle parole: “Un grandioso prodigio è apparso nel cielo”. Qual è questo prodigio? ” Una donna rivestita di sole e la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle”.
Miei cari, noi che incominciamo ad acquistare il senso cosmico dell’universo, immaginiamo questa donna rivestita di sole al di sopra di quella luna, meta agognata dei nostri astronauti, con il capo circondato da dodici stelle. E, sappiamo cosa sono le stelle e conosciamo la loro grandezza e la loro distanza. Questa donna ha come sgabello l’universo intero per proclamare la sua grandezza nei cieli.
Per la fede che abbiamo professato nella preghiera, crediamo che questa donna, Maria, è la Madre del Salvatore nostro Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, che è stata assunta in cielo in corpo e in anima. Questa donna che é stata assunta in cielo, è una donna di questo mondo della quale conosciamo i natali, il piccolo paese di nascita, il segno della sua esistenza, gli episodi della sua vita, e della quale la Chiesa è certa del suo transito da questa terra a quel cielo, descritto dalla parola di Dio, perché è Vergine immacolata ed è madre del Salvatore.
Questo è l’oggetto della nostra fede. Ma la nostra fede miei cari, non deve limitarsi ed appoggiarsi alle cose e neppure terminare nelle persone, siano pure esse delle creature tanto grandi da avere come vestimento il sole e per ornamento le stelle del firmamento.
La nostra fede termina in Dio perché è Iddio che compie queste meraviglie, è Iddio che prepara queste creature, è Iddio che ha preparato la Madonna ed ha riposto in lei quei tesori di natura e di grazia che hanno fatto grande la sua persona perché incomparabile era la missione a cui era destinata
La Chiesa applica a Maria santissima le parole del popolo ebreo in un momento di entusiasmo dopo la vittoria sull’oppressore che minacciava di sterminarIi, per la gioia della liberazione operata da una donna: ” Il Signore nella sua potenza ti ha benedetta e per mezzo tuo ha annientato i nostri nemici”(Giuditta I3,22). Maria è veramente la forza che annienta i nostri nemici. Al principio della creazione Dio, costretto a cacciare Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre per il peccato, fa una promessa: “Verrà una donna che schiaccerà il capo al nemico”.
“Tu sei benedetta fra le donne” è l’affermazione che ripeterà la cugina Elisabetta e che noi quotidianamente lo spero, ripetiamo salutando Maria santissima con la preghiera dell’Ave Maria. E diciamo: benedetto sia il Signore, creatore del cielo e della terra, che ti ha fatto schiacciare la testa al principe dei nostri nemici, che ha reso grande il tuo nome, perciò la tua lode sarà sempre sulla bocca degli uomini.
Miei cari notate come la Scrittura pone l’accento sulle meraviglie che compie Iddio per mezzo di una donna a favore del suo popolo, e per mezzo di Maria a favore di tutti coloro che sono i suoi figli perché fratelli di Gesù Cristo, i figli stessi di Dio, i figli della Redenzione, i figli della salvezza.
Non so se la nostra coscienza è veramente sensibile e porta con sè abitualmente il pensiero che siamo circondati da nemici, che contro di noi ci sta il principe del mondo nel senso del male e del peccato. Non so se portiamo viva nella nostra coscienza la consapevolezza che abbiamo bisogno tutti i momenti di essere protetti, difesi, liberati e salvati. La salvezza, la difesa, la liberazione, ci vengono da questa donna, da questa donna come strumento nelle mani dell’amore struggente di Dio perché è la Madre immacolata del Salvatore, nostro Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo.
E’ nostro Signore Gesù Cristo che opera la salvezza perché: con la sua morte distrugge il peccato, con la sua resurrezione ha ragione del nemico, del demonio, del male, con la sua resurrezione afferma la vita, porta la vita e quindi opera la salvezza.
Noi che oggi celebrando la festa della Madonna assunta in cielo, che celebriamo anche la festa caratteristica della nostra città, abbiamo bisogno di pensare a queste cose e ravvivare le verità della nostra fede perché diventino operanti nella nostra vita.
Noi dobbiamo attraversare la lunga vita carica di sorprese, piena di contrasti, insidiata da pericoli ed abbiamo bisogna che qualcuno ci protegga e ci porti alla salvezza.
Dov’è questa salvezza? La salvezza definitiva è in cielo, ma si compie momento per momento nella nostra esistenza e raggiungerà il suo vertice in cielo. E saremo con Maria santissima, nostra madre, se in ogni momento della nostra esistenza sono in noi e diventano operanti in noi, il dono di Dio, la grazia di nostro Signore Gesù Cristo, i meriti della sua passione, morte e risurrezione,
Come possiamo noi camminare giorno per giorno verso questo traguardo a cui è giunta Maria santissima?
Togliamo dalla nostra mente che la Madonna sia una creatura piena di privilegi e perciò per Lei tutto è stato facile. Anche Lei ha avuto le sue prove, ha dovuto superare gli ostacoli e abbracciare la sofferenza, ma nel suo cuore ha corrisposto a tutti i doni di Dio con i sentimenti ben caratteristici che il Vangelo oggi ci ricorda: ” Fecit mihi magna qui potens est quia respexit humilitatem ancillae suae. La Madonna riconosce i doni di Dio in lei, professa le sue meraviglie ed è tutta umiltà davanti alla sua grandezza. Ed è in questa umiltà, ed è in questo sentimento di sé che non presume di essere sufficiente a se stessa, per cui riconosce di dipendere da Colui in cui crede, che Dio costruisce la grandezza della Madonna di cui abbiamo detto a principio.
A quali condizioni Dio opera in noi la salvezza? A condizione della nostra umiltà. Ecco una disposizione per celebrare convenientemente la nostra festa!
Riconosciamo di essere delle creature.
Riconosciamo che altri ci hanno fatto, che non ci siamo fatti da noi stessi.
Riconosciamo i doni di Dio in noi: quelli dell’intelligenza, del cuore e di tutte le nostre capacità.
Riconosciamo in noi il dono gratuito della fede.
Riconosciamo la misericordia del Signore che ci santifica di giorno in giorno perdonandoci.
Riconosciamo che abbiamo continuamente bisogno che il Signore ci salvi
Riconosciamo di aver bisogno che la Madre ci sia accanto, ci accompagni con la sua bontà, con la sua tenerezza, col suo compatimento, con la sua fiducia che diventa la nostra fiducia nell’andare incontro a Dio verso l’eternità.
OM 43 Assunta 1966