Monopoli Cattedrale, festa di tutti i santi 1966
La liturgia di questa solennità ci pone dinanzi allo spettacolo più grandioso che Iddio abbia voluto manifestare a noi, per mezzo del suo apostolo Giovanni: uno spettacolo più grandioso di quello celebrato dal Natale e dalla stessa Pasqua anche se queste sono la chiave che ci aprono la possibilità di entrare in questo grande avvenimento, non soltanto come spettatori ma come attori.
Nel complesso di tutta la liturgia la chiesa ci fa leggere i capitoli 4 – 5 – 6 – 7 del libro dell’ Apocalisse, cioè del libro della visione, e la visione é questa : ” una porta aperta nel cielo” … un trono innalzato nel cielo e sopra al trono Uno a sedere … e Colui che vi stava seduto, nell’aspetto era simile alla pietre di diaspro e di sardio, e il trono era circondato da un’iride simile allo smeraldo ( cf 4,2-3).” Sono tutti simboli e figure per tentare una descrizione di Colui che siede sul trono e che non è nominato perché è ineffabile, indescrivibile indicibile: é Iddio stesso.
“E, attorno al trono erano altri 24 troni e sopra questi, vidi, seduti i 24 vegliardi, vestiti di bianche vesti e sulle loro teste avevano corone d’oro. E dal trono partivano lampi e voci e tuoni. E sette lampade di fuoco ardevano davanti al trono che sono i sette spiriti di Dio. E in faccia al trono come un mare di vetro, simile a cristallo; e in mezzo al trono e intorno al trono quattro esseri viventi pieni di occhi davanti e di dietro” (cf 4,4-6). E continua la descrizione alla quale ho appena accennato.
” E vidi nella destra di Colui che sedeva sul trono un libro scritto di fuori e di dentro, ma sigillato con sette sigilli” (5,I).
E Giovanni dice: “Io piangevo molto perché nessuno era degno, di aprire il libro e di leggere ciò che vi era contenuto” (5,2). ” Poi guardai…. ed ecco in mezzo fra il trono e i quattro viventi e i vegliardi un Agnello in piedi, che pareva essere stato sgozzato; aveva sette corna e sette occhi che erano i sette spiriti di Dio mandati per tutta la terra… Ed egli venne e prese il libro dalla destra di Colui che sedeva sul trono… Dopo che Egli prese il libro i quattro viventi e i 24 vegliardi si prostrarono davanti all’Agnello tenendo ciascuno in mano una cetra e delle coppe d’oro piene di profumo che sono le preghiere dei santi. . E cantavano un cantico nuovo dicendo,”Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli perché tu sei stato ucciso e ci hai riacquistati a Dio uomini di ogni tribù lingua e popolo e nazioni ed hai fatto di loro un regno di sacerdoti per il nostro Dio e regneranno sopra la terra.” (5, 6-I0).
“E udii la voce di molti angeli intorno al trono e ai quattro viventi e ai vegliardi e il loro numero era di miriadi e miriadi e migliaia di migliaia che dicevano a gran voce, “L’ Agnello che è stato ucciso è degno di ricevere la potenza, la ricchezza, la sapienza, la forza, l’onore,la gloria e la lode”
E, tutte le creature, non soltanto i vegliardi e gli angeli, che sono in cielo e sulla terra e sotto la terra e nel mare sentii che dicevano: – a Dio che è assiso sul trono e all’agnello che è stato ucciso sia lode onore e potenza e gloria nei secoli dei secoli! E i quattro viventi rispondevano: Amen! ” (5,11-14)
Nella fede, illuminata dalla parola di Dio, sappiamo che tutte queste cose sono vere, autentiche, esistenti:
1) Il trono di Dio con la sua potenza,saggezza e grandezza;
2) alla destra del trono di Dio il libro che contiene già scritta la storia degli avvenimenti degli uomini;
3) il libro che può aprire soltanto l’agnello che è stato ucciso perché la sorte della storia di tutti gli uomini e di tutti gli esseri viventi dipende dal Cristo che ha dato la sua vita affinché il Dio dei viventi potesse essere circondato da coloro che erano morti per il peccato, e tutte le creature dalle più potenti: i vegliardi; dalle più pronte ad eseguire gli ordini di Dio: i quattro esseri viventi; alle miriadi e miriadi di angeli e tutte le creature, specialmente uomini di ogni lingua razza e nazione potessero cantare Santo per tre volte, a Dio e all’agnello che è degno di lode e di gloria e di potenza, perché ha compiuto la nostra salvezza.
La visione di Giovanni continua: scorge un Angelo che dà un ordine ai quattro angeli che stanno a capo della creazione, affinché sospendano i loro movimenti e le loro azioni e gli diano il tempo di segnare coloro che devono stare intorno al trono di Dio. Avete già sentito che, ve ne sono migliaia di tutte le tribù di Israele e una turba senza numero che proviene da tutte le nazioni. Poi, uno dei vegliardi gli rivolse la parola e domandò: “chi sono costoro che sono vestiti di bianche vesti? E da dove sono venuti? – Ed io gli risposi – Signore mio, tu lo sai – Ed Egli mi disse – Questi sono coloro che vengono dalla grande tribolazione ed hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello ( 7,13-14)
Con la mente illuminata dalla visione di Giovanni staremo intorno all’altare dove, sotto altri simboli ed altri segni, è realmente presente il Cristo, l’Agnello ucciso per i nostri peccati. E perciò, intorno all’altare ci viene data la possibilità di essere nel numero di quelli che portano il sigillo di Dio, il segno della salvezza per poter entrare, un giorno, tra coloro che cantano la sua gloria, magnificano la sua grandezza e godono della sua beatitudine. Gesù che è stato il perseguitato, il contraddetto, il calunniato, il maltrattato, il condannato a morte ed è spirato sulla croce è in mezzo a noi e può ben stare a capo dell’esercito di coloro che vengono dalla grande tribolazione della vita.
Sì, la vita è una tribolazione perché nella vita degli uomini è entrato il peccato, che ha tolto la pace e l’armonia. Il peccato ha distrutto l’amore e disseminato l’odio, per cui l’un l’ altro ci procuriamo la grande tribolazione, che forse è costituita da piccole mancanze di riguardo, da piccoli sgarbi, da manifestazioni di piccole o grandi gelosie, da risentimento, da odio ed altro che rendono la nostra esistenza il luogo della prova da cui dobbiamo uscire per i meriti di nostro Signore Gesù cristo, il grande tribolato, il solo che poteva aprire il libro della nostra storia e darci la possibilità di essere salvati nel suo sangue.
Ad un certo punto della nostra celebrazione liturgica diremo: Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. E’ una ripetizione sulla terra ed una realizzazione nella storia, di quanto si celebra in cielo e di quanto è avvenuto sulla terra per la misericordia, la grandezza e la santità di Dio.
Noi siamo quelli che vengono dalla grande tribolazione e siamo lavati nel sangue dell’Agnello. E noi saremo salvati se sopporteremo la grande tribolazione della vita e se c’immergeremo nel sangue dell’Agnello che cola, se così si può dire, dai nostri altari e come sette rivoli si spande nei sette sacramenti, perché diventino per noi strumenti di purificazione e di vita nuova, che ci incorporano nella famiglia dei figli di Dio.
Oggi, dunque,celebrando la festa dei santi celebriamo il Paradiso, la visione della vita eterna, quella che sarà la nostra vita, se avremo portato la nostra croce dietro anostro Signore gesù Cristo e se ci saremo purificati nel suo sangue. Affrontiamo la nostra esistenza nella sua durezza, nella sua monotonia,nei suoi sconforti, nella sua solitudine ma con la certezza che, se crederemo in nostro Signore Gesù cristo avremo la vita eterna, se saremo purificati nel suo Sangue saremo rivestiti della veste candida della gioia e per noi non ci sarà più né separazione né lutto, né pianto, né fame, né sete, e la vita che viene da Dio sarà la nostra vita perché Egli è il vivente.
OM 46 Santi 1966