l’incomparabile disegno di Dio per la salvezza degli uomini
Ci troviamo insieme in un giorno in cui stiamo vicendevolmente uniti in un modo vivissimo.
Abbiamo proclamato la parola del Signore, una Parola seria e impegnativa che non lascia scampo alle nostre divagazioni, alle nostre preoccupazioni e ai nostri impegni.
Una parola che ci pone dinanzi alle nostre responsabilità, che ci pone con le nostre responsabilità dinanzi a un Signore largo nel dare i suoi doni, ma altrettanto esigente nel richiedere i frutti dei doni che abbiamo ricevuto.
Abbiamo ascoltato che il Signore dà a chi più e a chi meno. Non è per fare delle preferenze, semmai è per definire degli impegni e delle responsabilità.
Voi capite come questa parola del Signore risuoni nel cuore del Vescovo prima che nel vostro cuore.
Stare intorno al Vescovo, oggi, nella celebrazione della festa di S. Carlo di cui egli porta il nome, significa pensare alle sue responsabilità, comprenderle, aiutarlo a portarle queste responsabilità il cui oggetto non è tanto la sua persona quanto invece siete tutti voi.
Voi che siete i talenti affidati al Vescovo dal Signore, perché li traffichi, perché li faccia fruttificare secondo la natura e la esigenza della lode di Dio.
Celebrando con voi, oggi, la festa del mio santo protettore è normale ripensare alla sua vita e al momento particolare della sua vita che tutti sempre richiamano.
San Carlo che era Vescovo, dopo la celebrazione del grande Concilio di Trento si è trovato con l’impegno e la responsabilità di farlo fruttificare.
Oggi è portato come grande esempio di pastore che ha saputo interpretarlo e attuarlo nel suo spirito oltre che nella sua lettera.
Si ricorda di lui la riforma del clero, la istituzione del seminario, la sollecitudine per la istruzione religiosa del popolo.
Oggi i tempi sono cambiati.
A nostro conforto possiamo anche dire che i tempi sono molto migliorati proprio in conseguenza del Concilio di Trento e dell’ attività del ministero dei Vescovi dopo il concilio.
Ma non è detto che a noi non rimangano degli impegni.
Ormai tutti sono d’accordo nel riconoscere che il Concilio appena terminato, ha una grande portata e deve avere delle conseguenze più decisive dello stesso Concilio di Trento.
Questo significa che lo Spirito Santo è presente nella sua Chiesa con un impulso ad andare oltre.
Questo significa che la nostra responsabilità di pastori è incalcolabile.
Questo significa che anche la vostra responsabilità è impegnata in un modo straordinario.
Tra le altre definizioni, il Concilio Vaticano II°, ha avuto la definizione di “Concilio dei laici”, perchè scoperto ai laici la loro dignità di membri del popolo di Dio ed ha detto loro questa verità: tutti siamo chiesa, tutti allo stesso titolo apparteniamo a questa unica istituzione, che forma l’incomparabile disegno di Dio, da tutti i tempi, per la salvezza degli uomini.
– Chi dovrà risvegliare questa coscienza,
– chi dovrà sollecitare questa coscienza,
– chi dovrà educare questa coscienza,
– chi dovrà trovare i mezzi perché questa coscienza si traduca in esistenza, in vita cristiana, siamo sempre noi, i pastori delle anime vostre, posti da nostro Signore Gesù Cristo.
Certo, oggi il Vescovo è in una condizione migliore di quella in cui si trovava S.Carlo.
Basta leggere alcuni episodi dello stato in cui si trovava il clero in quei tempi.
I nostri Sacerdoti sono all’altezza dei tempi.
I nostri Sacerdoti sono impegnati a corrispondere alle esigenze del Concilio.
I nostri Sacerdoti sono uniti al Vescovo con la coscienza di partecipare ad un unico sacerdozio, e di essere rivestiti con lui degli stessi poteri di nostro Signore Gesù Cristo
– per condurre il popolo cristiano ai pascoli della parola di Dio,
– per fortificalo, per santificarlo attraverso la sua grazia,
– per unirlo attraverso il vincolo della carità e della pace.
Ma capite anche che questo impegno è fatto per voi, porta con sè delle responsabilità così ….
nastro interrotto
Cattedrale di Monopoli, 4 Novembre, S. Carlo
OM 81 San Carlo 1966