Martina Franca 1967 – Incontro con i sacerdoti-1-
La pace di Dio Padre,la grazia di nostro Signore Gesù Cristo ,la consolazione dello Spirito Santo e gli occhi misericordiosi della Madre di Dio e madre nostra siano sopra di noi in questi giorni perché siano benedetti.
Entriamo con tutta la nostra buona volontà, con tutta la nostra mente, con tutto il nostro cuore e con tutte le nostre forze nella comprensione del significato di questi giorni.
Che cosa avviene? Avviene certamente che siete nella disposizione di accogliere la parola di questi giorni, la quale veramente, in realtà é la parola di Dio, perciò l’avvenimento di questi giorni consiste in questo: Dio ci parla.
Il fatto centrale sta in questa azione misteriosa, rivestita della debolezza di parole, che Dio compie per portare avanti la nostra salvezza in preparazione della salvezza di molti dei nostri fratelli. Dio é impegnato nell’opera che da tutti i secoli ha stabilito di compiere per la salvezza del mondo.
Questo ritiro é un momento di salvezza, é un momento della storia di questa salvezza. Dobbiamo dire e riconoscere come, dicono i francesi, che questo é un momento forte della salvezza. Perché la salvezza é di tutti i giorni, é di tutti gli istanti. Iddio non cessa mai di portare avanti la sua opera ma ci sono dei momenti particolarmente adatti in cui l’impegno di Dio, secondo il nostro modo di concepire e di esprimerci, é più deciso, é più evidente per operare la nostra salvezza. Perciò, per prima cosa, risvegliamo il nostro spirito di fede per metterci nel vivo di questa storia, per stare in ascolto di Dio che parla, per accogliere ogni parola, quale essa é: parola di Dio.
Insisto ancora nel ripetere: che qui capita che Dio parla e noi siamo in ascolto. Dio che parla e noi che siamo in ascolto, é una realtà che accade nel mistero della vita del mondo e specificatamente nella chiesa. E’ il mistero intimo della chiesa. E’ il cuore della storia della chiesa e del mondo dove si compiono i destini della chiesa e del mondo, per l’intervento misericordioso di Dio che vuole la nostra salvezza e la salvezza del mondo. Convinti di questo fatto ridestiamo la nostra fede e cerchiamo di comprenderne la portata, e ciò che ha significato il fatto che Dio parla.
Che Dio parla non significa che una persona sapientissima – che è Dio sapientissimo – dica delle parole, enunci dei principi, esponga delle verità. Affermare che Dio parla é affermare che Dio rivela se stesso. Non basta. Dio potrebbe rivelarsi in un modo speculativo o intellettuale per parlare alla nostra intelligenza, per convincere la nostra ragione. Non é in questo senso che Dio parla.
Quando Dio parla comunica se stesso. Quando Dio si rivela offre a noi la sua vita, ci chiama alla partecipazione della sua stessa vita, ci introduce in una comunione di vita con lui. Questa è la parola di Dio. E’ rivelazione cristiana.
“In religioso ascolto della parola di Dio e proclamandola con ferma fiducia, il sacro concilio aderisce alle parole di san Giovanni il quale dice annunciamo a voi la vita eterna la vita eterna, non una verità che era presso il Padre vita del Padre, quindi e si manifestò in noi ecco la rivelazione vi annunziamo ciò che abbiamo veduto e udito affinché anche voi abbiate comunione con noi, una comunione e non semplicemente che impariate le cose che vi insegniamo o conosciate le cose che vi annunciamo! e la nostra comunione sia col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo” Ecco il significato della parola di Dio, ecco il significato di rivelazione!
“In religioso ascolto della parola di Dio e proclamandola con ferma fiducia, il sacro concilio aderisce alle parole di san Giovanni, il quale dice: annunciamo a voi la vita eterna che era presso il Padre e si manifestò in noi: vi annunziamo ciò che abbiamo veduto e udito affinché anche voi abbiate comunione con noi, e la nostra comunione sia col Padre e col figlio suo Gesù Cristo” (DV 1) Continua san Giovanni col dire: “Vi annunciamo queste cose perché la vostra gioia sia perfetta”. Cari confratelli noi andiamo verso la gioia perché ci apriamo a questa rivelazione.
Insiste il concilio nella Dei Verbum al numero 2 Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelare se stesso e fare conoscere il mistero della sua volontà Cosa vuole dire rivelare se stesso? Cosa significa manifestare il mistero della sua volontà. Qual é il mistero della sua volontà? mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, verbo fatto carne, nello Spirito Santo hanno accesso al Padre e sono resi partecipi della divina natura. gli uomini hanno accesso al Padre, ecco la manifestazione, ecco il significato della parola!
Con questa rivelazione infatti Dio invisibile nel suo immenso amore parla agli uomini come ad amici” è ciò che avviene in questi giorni: nel suo grande amore egli parla agli uomini come ad amici e, ancora di più e si intrattiene con essi per invitarli ed ammetterli alla comunione di vita con sé”. Per istruirli? Per educarli? Per renderli migliori? No! Per ammetterli alla comunione di vita con sé. E’ qualche cosa di molto più importante.
Questa può essere la definizione degli esercizi spirituali: nel suo grande amore Dio parla agli uomini come ad amici. Noi siamo questi amici ai quali Dio parla in questi giorni nel suo grande amore. Lui sta con noi. Saremo capaci di stare con lui? Sì, con la sua grazia. A quale scopo? Per Invitarli ed ammetterli alla comunione con sé.
DV2 “questa economia della rivelazione avviene con eventi e parole intimamente connessi tra loro, La rivelazione, la parola di Dio, non é una esposizione dottrinale in modo che le opere compiute da Dio nella storia della salvezza e che continuano nella chiesa, principalmente della chiesa per il ministero manifestino e rafforzino la dottrina e le realtà significate dalla parole, e le parole dichiarano le opere e chiariscono il mistero in esse contenuto
E’ decisivo. E’ qualche cosa di rinnovato che deve avvenire nelle nostre concezioni della rivelazione. La rivelazione non é qualche cosa di concettuale o semplicemente razionale, é qualche cosa di vitale che, si manifesta come si manifesta la vita con fatti e con parole. Le parole hanno un significato e le parole sono dei fatti, degli avvenimenti. E’ almeno l’avvenimento che Dio parla agli uomini.
” la profonda verità, poi, su Dio e sulla salvezza degli uomini, per mezzo di questa rivelazione risplende a noi nel Cristo, il quale é insieme il mediatore e la pienezza di tutta la rivelazione.
Questo, miei cari amici, è richiamato, è il senso di questi giorni e non ce n’è un altro. Riflettiamo, invochiamo la grazia dello Spirito Santo perché ci introduca in questa verità e ci porti avanti, ci porti a fondo nella comprensione di questo fatto. Accogliamo, come si accoglie la parola di Dio, stando in ascolto, meditandola e conservandola in noi, facendola fruttificare perché é come un seme gettato nella anime nostre che può produrre frutti in misura diversa.
DV. 5
A Dio che rivela é dovuta l’obbedienza della fede con la quale l’uomo si abbandona tutto a Dio liberamente Non é sufficiente l’ossequio dell’intelligenza. Non é sufficiente quell’atto dell’intelligenza spinta dalla volontà sotto la mozione della grazia di Dio che crede vero ciò che Dio rivela perché non può né sbagliare né ingannarsi. E’ qualche cosa ma é poco. L’obbedienza della fede é una disposizione di tutto noi stessi che ci prende totalmente e con la quale ci abbandoniamo a Dio interamente. E’ metterci davanti a Dio che parla e dire: ecce adsum loquere domine, ecce ancilla domini, non semplicemente prestare l’attenzione dell’orecchio all’amorosa e misericordiosa azione di Dio che ci vuole salvare.
Dice ancora il concilio: abbandonarsi a Dio liberamente, a ragion veduta, per una decisione illuminata, convinta, gioiosa della nostra volontà; una scelta che si compie in questo momento e in tutti i momenti che noi non ritiriamo più, che noi non vogliamo più contraddire prestando a Dio che parla il pieno consenso dell’intelletto e della volontà. “prestando il pieno ossequio dell’intelletto e della volontà a Dio che rivela e assentendo volontariamente alla rivelazione data da lui. Perché si possa prestare questa fede, é necessaria la grazia di Dio che previene e soccorre Non é detto che questo si risolva in un atto di buon a volontà. Non é detto che l’uomo sia capace di credere e quindi di abbandonarsi tutto intero, liberamente, a Dio con le sue proprie forze. C’é qualche cosa di antecedente e di concomitante. Nell’ambito dell’azione della salvezza Dio compie la parte principale, Dio prende l’iniziativa. E’ Dio che ci mette in grado di assecondare la sua azione e di dare la nostra collaborazione. E’ dono di Dio.
Dio in questi giorni parla a noi e noi dobbiamo parlare a lui per impetrare il dono della fede, per impetrare il dono di saperlo ascoltare e di mettersi alla sua disposizione tutti interi, “perché si possa prestare questa fede è necessario la grazia di Dio che previene e soccorre e gli aiuti interiori dello Spirito Santo il quale muova il cuore e lo rivolga a Dio, apra gli occhi della mente e dia a tutti dolcezza nel consentire e nel credere alla verità. Affinché poi l’intelligenza della rivelazione diventi sempre più profonda, lo stesso Spirito Santo perfeziona continuamente la fede per mezzo dei suoi doni”.
E’ necessaria la grazia di Dio. Sono necessari gli aiuti interiori dello Spirito Santo. E’ compito dello Spirito Santo, per mezzo dei suoi doni, l’aprire il nostro intelletto, la scienza, la sapienza, di corroborare la nostra volontà, la fortezza, il timore di Dio, la costanza, “il quale muova il cuore e lo rivolga a Dio apra gli occhi della mente, e dia a tutti dolcezza nel consentire e nel credere alla verità. Affinché poi l’intelligenza della rivelazione diventi sempre più profonda, lo stesso Spirito Santo perfeziona continuamente la fede per mezzo dei suoi doni”
Si compie la promessa di Gesù che avrebbe mandato un altro consolatore che sarebbe rimasto con noi e che ci dirà, da dentro, tutto ciò che Cristo ha insegnato e ci introdurrà in tutta la verità. Ecco come diventa possibile la fede! E diventa possibile abbandonarsi liberamente e interamente a Dio che parla in questi giorni, sicuri che l’intelligenza delle rivelazione diventerà sempre più profonda perché lo Spirito Santo perfeziona continuamente in noi i suoi doni. Lo Spirito Santo con i suoi doni è il perfezionatore della nostra fede.
Tutto questo avviene, durante questi giorni in cui siamo immersi nell’azione delle Divine Persone che ci parlano e ci rendono capaci di ascoltare, ma perché tutto questo possa avvenire ci vogliono delle disposizioni. Partecipando ad un corso di esercizi spirituali si sa già che non si può ascoltare la voce di Dio se non c’é il silenzio, se manca il raccoglimento, se non distogliamo la nostra attenzione da altri richiami perchè questo é un momento ascetico, in cui la parte nostra è lo sforzo dell’attenzione all’azione di Dio. Credere possibile che Dio parli e che noi lo possiamo ascoltare senza fare tacere ciò che ci distoglie da Dio e impedisce l’ascolto della sua parola é assurdo, perciò, facciamo il proposito di stare zitti e impegniamoci a mantenere il silenzio. Non siamo dei seminaristi. Siamo qualche cosa di più per gli anni che abbiamo, per la formazione che abbiamo ricevuto, per la responsabilità che portiamo per la nostra salvezza e per quella degli altri, allora questa necessità di silenzio deve essere un assunzione di responsabilità tanto normale e tanto naturale.
In questo proposito dobbiamo entrare con senso di responsabilità. Curiamo il silenzio esteriore fino ai dettagli. La casa é accogliente e comoda però é una costruzione moderna e allora, l’aprire più o meno rumorosamente una porta significa fare giungere le onde sonore fino all’estremità della casa; il mettere più o meno delicatamente la chiave nella toppa significa disturbare il prossimo; il camminare nei corridoi con tacchi più o meno ferrati significa disturbare il raccoglimento dei confratelli. Lasciamo perdere la voglia di fare due chiacchiere. Anche il silenzio esterno prendiamolo con serietà.
Silenzio interiore. Liberiamo le nostre fantasie, la nostra memoria, il cuore, la sensibilità e stabiliamo una zona di pace. Non sollevate problemi particolari della vita anche se possono preoccupare. Per poco tempo lasciate aspettare. Oggi è più importante ascoltare Dio che parla. Ascoltiamolo e andranno a posto anche i problemi particolari più angustianti. La parola di Dio ci salva. <br
Dobbiamo essere capaci di mettere nelle mani di Dio onnipotente, le persone che abbiamo lasciato fuori. Penerà Lui in questo momento e le cose andranno meglio di quanto noi sapremmo fare al nostro posto di ministero. Qui, a noi pensa Lui e ci porterà verso la luce, verso la chiarezza, verso la visione esatta dei problemi e ci farà scoprire le soluzioni.
Questo raccoglimento interiore deve essere attivo, fatto di attenzione e di preghiera. Con la sua parola, Dio si rivolge a noi. Con la nostra preghiera, noi ci rivolgiamo a lui. Il dialogo, allora, diventa completo, diventa veramente salvifico.
OM 88 Martina Franca_01 1967