nel buio freddo di un’esistenza segnata dalla tristezza
Numero unico per la quaresima 1967
Carissimi,
vi raggiungo nelle vostre case ed entrando, con tutto il cuore vi porgo il saluto e l’augurio cristiano della pace.
Vengo a ricordarvi che è Quaresima: non è un ricordo fastidioso, è il richiamo alla preparazione del grande e gioioso avvenimento della Pasqua.
La Pasqua nella storia della nostra salvezza è una tappa di liberazione, di possesso sicuro, di gaudio che nessuno ci può togliere; è una meta che viene dopo la schiavitù, dopo un lungo, solitario, angoscioso camminare, dopo una lotta impegnata contro nemici di ogni sorta. Nella vita del nostro Salvatore Gesù, corrisponde alla sua Passione, Morte e Risurrezione. Nella nostra vita corrisponde al tempo della nostra decisione di scegliere il bene e abbandonare il male; a tutti i momenti di prova, di tentazione, di nostalgia per le gioie promesse dal mondo, di solitudine, di tristezza, di smarrimento; quindi al momento della resistenza, dello sforzo della rinuncia, del sacrificio per non essere vinti, sopraffatti, umiliati, svuotati; ma questo è soltanto l’itinerario obbligato per giungere alla vittoria, al possesso, alla gioia e sentirci liberati dal male, stabiliti nel bene e introdotti nella sicurezza che nasce dalla potenza della straordinaria forza con cui il Padre ha fatto passare il Figlio suo dalla morte di Croce alla vita della Risurrezione: questa stessa potenza misteriosa è operante in noi dal giorno in cui siamo stati immersi, per mezzo del Battesimo, nella grazia della morte di Cristo e della sua Risurrezione e siamo stati introdotti nella famiglia dei figli di Dio. E’ per questa grazia che noi riceviamo la forza di morire quotidianamente al peccato e di vivere da figli di Dio.
Si tratta di associarsi al senso, agli impulsi, alle energie di questa grazia e di camminare lungo la via del nostro calvario, portando la nostra croce e rinnegando noi stessi. Questa grazia non ci abbandonerà nel buio freddo di un’esistenza segnata dalla tristezza poiché ha lo scopo di farci entrare e camminare in una condizione di vita nuova che diventa ogni giorno più piena e ci dà la coscienza della gioia vera, quella della Pasqua che qui in terra è ancora da conquistare giorno per giorno, ma sarà definitiva al ritorno di Cristo nella sua gloria.
Dopo questa lunga premessa, spero sia più chiaro ciò che voglio dirvi entrando nelle vostre case.
La gioia della Pasqua la prepariamo e la gustiamo in ogni istante della nostra vita se accettiamo di rinnegare noi stessi, di portare la nostra croce e di seguire Gesù, il quale si pone al nostro fianco per essere la nostra forza, il nostro coraggio, la nostra costanza. Per questo la Quaresima è tempo di stare più a lungo con il nostro Salvatore nella preghiera, nell’ascolto della sua Parola, e di seguirlo più da vicino nella pratica del rinnegamento di noi stessi.
L’ascolto più assiduo della Parola di Dio, rende più chiaro il senso della nostra esistenza nei suoi elementi di morte e risurrezione; la preghiera ci fa attingere alla forza della grazia che è racchiusa nel mistero della morte e risurrezione del Cristo; la mortificazione diviene l’attuazione di questa grazia, che matura naturalmente nella gioia vivificante della Pasqua.
Voi avete indubbiamente motivo di chiedermi: perché il Vescovo ci dice tante cose per finire poi per chiederci che mettiamo insieme possibilmente una bella somma per i bisogni che affliggono una parte ancora così rilevante di creature umane?
Vi rispondo: mi preme che comprendiate il senso cristiano di ciò che fate. Non mi sono soffermato a descrivervi le sofferenze di milioni di creature per muovervi a compassione; ho cercato di scoprire la radice di questa sofferenza, una radice che si trova in noi stessi e che è la causa di tutti i mali. La radice si chiama egoismo; da essa derivano tutti i peccati; i peccati sono la causa della fame, della malattia, dell’ignoranza, dell’ingiustizia ecc.. Questa radice non si estirpa se non a prezzo di un’attenzione continua a rinnegare se stessi.
Gesù Cristo salva il mondo per mezzo della Croce. Cristo Salvatore è Gesù in persona più tutti i credenti che fanno corpo con Lui e sono la sua presenza salvifica nel tempo e nello spazio.
Ecco la missione dei credenti: conformarsi a Cristo crocifisso mortificando se stessi per la salvezza dei fratelli.
Perciò non sarà l’entità della somma di danaro raccolta in questa Quaresima che salverà il mondo, ma la somma di mortificazione con cui siamo diventati più conformi al Crocifisso che salverà noi e i nostri fratelli.
La nostra Pasqua sarà proporzionata alla misura della nostra partecipazione alla morte del Signore e la nostra gioia nascerà dalla coscienza di aver pagato di persona per rendere operante nel mondo la morte del Signore con la nostra penitenza, perché tutti gli uomini godano della pace della sua vittoriosa Risurrezione.
Di cuore vi benedico.
Carlo Ferrari Vescovo
Altri titoli della stampa per la quaresima oltre la parola del Vescovo
La cintura della fame
I motivi ideali della campagna contro la fame
Che cosa faremo
Che cosa si fa in Italia
Un’opera esemplare in Germania
[1] Foglio di stampa della dimensione di “Incontri” – in biblioteca Ferrari
ST 187 Quaresima 1967