Il vostro parroco mi ha detto: venga e dica come si deve vivere la fede
Sant’Orsola, 2 aprile 1968 ore 19 in preparazione alla Pasqua
Carissimi il nostro incontro avviene questa sera nella pienezza del tempo quaresimale, nel tempo di passione quando il mistero della Pasqua si avvicina. So che voi, in queste sere, vi state preparando a disporre il vostro spirito a ricavare grande frutto – il più grande possibile – dalla Pasqua di risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, perché il mistero della risurrezione: il passaggio alla vita nuova, passi nelle vostre persone, entri nella vostra esistenza, trasformi la vostra vita e vi renda sempre più cristiani, cioè, sempre più conformi a nostro Signore Gesù Cristo. Perciò il nostro impegno é quello di accostarci sempre di più a NSGC per comprendere sempre meglio chi egli é, e che cosa significa per noi.
Avete ascoltato ciò che é stato letto durante la celebrazione della parola. ” O Signore, tutti quelli che ti abbandonano saranno confusi e quelli che si allontanano da te avranno i nomi scritti nella polvere perché hanno abbandonato il Signore fonte d’acqua vita”. Questa parola di Dio che rimane in eterno e vale per tutti i tempi, il profeta Geremia – questa sera la dice per noi. Vedete quale é la nostra condizione? O noi ci accostiamo alla fonte di acqua viva per esserne inondati e dissetati oppure saremo destinati alla dispersione, all’annientamento, ad un impoverimento sempre più profondo, ad uno squallore di esistenza che non ha più il significato di esistenza umana.
“Tutti quelli che ti abbandonano saranno confusi”. La confusione é il non sapere più che cosa é la vita, quanto vale la vita, perché si vive, come si deve fare.
“Quelli che si allontanano avranno i nomi scritti nella polvere”. Ciò che si scrive nella polvere ben presto sarà cancellato: non rimane. Questo avverrà di noi se ci allontaniamo dal Signore.
Ma chi é il Signore? Chi é Gesù Cristo per noi?
Sulla scena del mondo intero compaiono tanti nomi grandi: nomi della scienza, della tecnica, per la finanza; nomi grandi perché si trovano a capo di nazioni molto importanti. La nostra attenzione può essere molto interessata a questi nomi e noi, nell’intimo del nostro cuore, possiamo anche esprimere la nostra preferenza per qualcuno di questi nomi.
Questi nomi, che possono rappresentare la scienza, la tecnica, il commercio, la finanza, tradotti, avvicinati alla nostra esistenza, possono diventare il motivo che dà significato alla nostra vita quotidiana: vivere per guadagnare, vivere per arricchire, arricchire per stare meglio, stare meglio per godere, godere per avere la soddisfazione; arricchire per migliorare la propria condizione e migliorare la propria condizione per essere al di sopra degli altri, acquistare una cultura per dominare gli altri. Ecco i grandi nomi, i grandi fenomeni della vita, i valori dominanti della esistenza che sono portati dentro alla nostra persona e nella nostra vita.
Ad un certo punto, se non stiamo attenti, viviamo guidati da queste persone o siamo spinti o siamo sorretti da questi valori: il danaro, il benessere, l’affermazione della vita, il desiderio di essere al di sopra degli altri. Tutti i valori che abbiamo nominato, il denaro, la passione, il piacere, la ricerca della bella figura se diventano i valori su cui fondiamo la nostra vita, se diventano lo scopo dell’esistenza, finiscono per mettersi al posto del Signore, finiscono per diventare “il nostro signore”, colui che ci domina.
Sappiamo benissimo che queste cose ad un certo punto non contano più niente. Non é necessario ricordare i grandi personaggi della storia che ieri avevano nelle mani la sorte del mondo e oggi sono ridotti a niente. Non é necessario ricorrere a nomi, che ieri avevano una grande potenza economica e oggi non sono più nulla. Non é necessario ricordare grandi nomi dello spettacolo, che potrebbero dare l’illusione di avere in mano tutta la felicità di cui si può godere sulla terra e che, da una sera al giorno dopo, non hanno più niente. “O Signore, tutti quelli che ti abbandonano sono confusi, il loro nome é scritto nella polvere perché hanno abbandonato il Signore, fonte di acqua viva”.
Perché il vescovo é qui, questa sera? E’ qui proprio per indicarvi questa fonte di acqua viva che é nostro Signore Gesù Cristo Figlio di Dio fatto uomo: vivo nella storia, vivo in mezzo all’umanità, presente nella sua chiesa.
Chi sono io, chi sono i miei sacerdoti con me? Come persone siamo niente, eppure sotto le spoglie povere delle nostre persone, Gesù Cristo continua ad essere presente nel mondo e nella sua chiesa.
Noi lo rappresentiamo male, lo esprimiamo male, qualche volta, persino, lo sfiguriamo, ma egli é tanto presente che, nonostante sia così male rappresentato, continua ad essere vivo ed operante in mezzo al mondo.
Quando noi veniamo, qui, davanti a voi non diciamo parole nostre, non annunciamo una nostra dottrina, non esponiamo i nostri pensieri. Se qualche volta esponiamo i nostri pensieri, diciamo le nostre parole, vogliamo fare prevalere le nostre opinioni personali, noi tradiamo nostro Signore Gesù Cristo, noi siamo infedeli verso di lui.
Noi dobbiamo annunziare la sua parola, e la sua parola é: “egli stesso” che parla; “egli stesso” con la forza della sua parola per mezzo della quale ha creato il mondo, ha dato la vista ai ciechi, ha risuscitato i morti ; “egli stesso” perché egli é la parola di Dio vivente, “egli stesso” poiché egli é il Dio vivente che si é espresso nella umanità, in quella natura umana simile alla nostra, “egli stesso” che é vivo perché ha vinto la morte con la sua risurrezione. Ecco, come é presente Gesù in mezzo a noi nella sua Parola.
E’ presente Gesù in quelle azioni che noi compiamo nel suo nome. Voi portate al Battesimo i vostri bambini. Non é il parroco ma Cristo che battezza, è Cristo che trasforma quella creatura e da figlio della carne e del sangue ne fa un figlio di Dio.
Voi andate ad inginocchiarvi davanti al sacerdote che vi dice: “Io ti assolvo dai tuoi peccati”. Ma chi può assolvere dai peccati se non Dio? Noi, ministri della parola, e della grazia ripetiamo le parole di nostro Signore Gesù Cristo, nel nome e con la forza e con la grazia di nostro Signore Gesù Cristo, perché queste parole diano la vita ed aumentino la vita.
Fra poco io andò all’altare, prenderò il pane e il calice col vino. Le parole che io dirò sono le parole stesse di Gesù Cristo presente in mezzo a noi che trasforma quel pane e lo rende pane di vita, trasforma quel vino e lo rende sangue di vita, perché siano l’alimento della nostra vita spirituale. Ecco Gesù Cristo presente nella sua chiesa. Gesù non é presente soltanto nel papa, nei vescovi, nei sacerdoti; Gesù non é presente soltanto nella sua Parola, nel suo Vangelo; Gesù non é presente ed operante soltanto nei santi sacramenti; Gesù é presente in mezzo a noi, è presente nei nostri fratelli e in particolare nei più piccoli, nei più deboli, nei più indifesi e ci dice: “Tutto quello che avrete fatto a uno di questi miei più piccoli lo avrete fatto a me”.
Il vostro parroco mi diceva: venga e dica come si deve vivere la fede. La fede si deve vivere al punto che, nel nostro fratello dobbiamo scorgere nostro Signore Gesù Cristo, dobbiamo rispettare NSGC, dobbiamo avere cura di NSGC, dobbiamo trattare bene NSGC, dobbiamo servire NSGC, dobbiamo aiutare NSGC. Se noi siamo così, i nostri rapporti di parentela in famiglia, di amicizia fuori casa, di lavoro, o sociali, o professionali eccetera, si trasformano in rapporti con nostro Signore Gesù Cristo vivente in mezzo a noi, che si mette al posto di ognuno di noi, e che al giorno del giudizio ci dirà: tutto quello che avete fatto a uno di questi miei fratelli lo avete fatto a me. Ecco che cos’è vivere la fede.
Questa é vita di fede. Accostarsi alla fonte di acqua viva che é nostro Signore Gesù Cristo per essere illuminati dalla sua parola, per essere aiutati confortati sostenuti dalla sua grazia, per incontrarlo in tutti i nostri fratelli, per rispettarlo e volergli bene in tutti i fratelli e in tutte le espressioni della nostra vita. Questo é il cristianesimo.
Non é cristianesimo venire in chiesa se poi non si cerca Gesù Cristo; non é cristianesimo fare la comunione, se poi questa comunione non ci aiuta ad essere in comunione con i nostri fratelli; non é cristianesimo andarsi a confessare, se poi non si riscontra e non si rispetta Gesù Cristo negli altri. Venire in chiesa, partecipare alla santa Messa, confessarsi, fare la comunione, ascoltare la Parola di Dio, sono mezzi per diventare capaci di scoprire nostro Signore Gesù Cristo, per ricercare continuamente nostro Signore Gesù Cristo, per desiderare continuamente di trovare nostro Signore Gesù Cristo nei nostri fratelli, per servirlo per amarlo con tutto il cuore.
Grazie miei cari di quest’attenzione che mi avete dato. Ma é una attenzione che insieme, – io, voi, i vostri sacerdoti – abbiamo dato alla Parola, che abbiamo celebrato e che deve penetrare nel nostro animo, per germogliare come un seme e dare i suoi frutti.
Siamo in tempo di primavera, tempo in cui ciò che si semina fiorisce e poi, con molta cura e tanto lavoro, si attendono i frutti. Quanto lavoro, dobbiamo fare per coltivare la vita spirituale che é stata seminata in noi nel santo Battesimo e che la Pasqua ci richiamerà! Quanta cura dobbiamo dare a questa vita, alimentandola con la parola del Signore ascoltata abitualmente, e con la grazia di Dio accolta frequentemente nei santi sacramenti, perché possa esprimersi in atteggiamenti di rispetto e di bontà verso gli altri, perché faccia di noi veramente dei cristiani, figli di Dio, fratelli fra di noi.
OM 101 Orsola 68
2 aprile 1968 ore 19 S. Orsola in preparazione alla Pasqua